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| nomeCorrente = Eritrea
| nomeCompleto = Stato di Eritrea
| nomeUfficiale = {{ti}} ኤርትራ
| linkBandiera = Flag of Eritrea.svg
| paginaBandiera = Bandiera dell'Eritrea
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| altrelingue = [[Lingua afar|afar]], arabo dell'[[Hegiaz]], [[Lingua begia|begia]], [[Lingua bilen|bilen]], [[Lingua inglese|inglese]], [[Lingua italiana|italiano]], [[Lingua cunama|cunama]], [[Lingua nara|nara]], [[Lingua saho|saho]], [[Lingua tigrè|tigrè]]<ref name= Lingua/>
| capitale = [[Asmara]]
| capitaleAbitanti = 963.000
| capitaleAbitantiAnno = 2020
| governo = [[Repubblica presidenziale]] [[monopartitismo|monopartitica]] ''de iure''<ref name="CIA">{{cita web | url = https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/er.html | titolo = Eritrea - The World Factbook | accesso = 2 agosto 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20180129161238/https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/er.html | urlmorto = no }}</ref><br/>[[Stato totalitario|Dittatura totalitaria]] ''de facto''
| elenco capi di stato = [[Presidenti dell'Eritrea|Presidente]]
| presidente = [[Isaias Afewerki]]
| primoMinistro =
| indipendenza = dall'[[Etiopia]]<br/>24 maggio 1991 (''de facto'')<br/>24 maggio 1993 (''riconosciuta'')
| ingressoONU = 28 maggio 1993
| superficieTotale = 121124.320
| superficieOrdine = 96
| superficieAcqua = trascurabile
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| popolazioneAnno = 2020
| popolazioneOrdine = 132
| popolazioneDensita = 5248
| popolazioneCrescita = 2,25% (2015)<ref>{{cita web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/er.html|titolo=Population growth rate|accesso=18 gennaio 2015|sito=CIA World Factbook|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180129161238/https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/er.html|urlmorto=no}}</ref>
| confini = [[Confine tra l'Eritrea e il Sudan|Sudan]], [[Confine tra l'Eritrea e l'Etiopia|Etiopia]], [[Confine tra l'Eritrea e Gibuti|Gibuti]]
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| continente = [[Africa]]
| orario = [[UTC+3]]
| valuta =
| PIL = 10.625<ref name=IMF>{{Cita web |url=https://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2013/02/weodata/index.aspx |titolo=Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013 |accesso=1º maggio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190519083501/https://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2013/02/weodata/index.aspx |urlmorto=no }}</ref>
| PILValuta = $
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| HDIOrdine = 176
| TFT = 4,4 (2011)<ref>{{cita web|url=http://data.worldbank.org/indicator/SP.DYN.TFRT.IN/countries|titolo=Tasso di fertilità nel 2011|accesso=12 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130223053322/http://data.worldbank.org/indicator/SP.DYN.TFRT.IN/countries|urlmorto=no}}</ref>
| tld =
| energia = <!-- consumo di energia pro capite - non scrivere kW/ab. che viene scritto già dal template - (consumo annuo totale in kWh diviso gli abitanti/365gg/24h) -->
| tldtarga =
| inno = ''[[Ertra, Ertra, Ertra]]''
| telefono =
| targa =
| inno = [[Ertra, Ertra, Ertra]]
| festa = 24 maggio
| stato precedente = {{bandiera|ETH 1991-1996}} [[Governo di transizione dell'Etiopia]]
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}}
 
L{{'}}'''Eritrea''' ({{tigrino|ኤርትራ|Ērtra}}), ufficialmente '''Stato di Eritrea''', è uno Stato che si trova nella partenell'estremità settentrionale del [[Corno d'Africa]], confinante con il [[Sudan]] a ovest, con l'[[Etiopia]] a sud e con il [[Gibuti]] a sud-est. L'est ed il nord-est del Paese possiedono una lunga linea costiera sul [[Mar Rosso]], direttamenteche dilo frontesepara adda [[Arabia Saudita]] e [[Yemen]]. Sono parte dell'Eritrea l'[[arcipelago delle isole Dahlak]] e alcune isole a ridosso delle [[isole Hanish]].
 
L'Eritrea è uno Stato multilingue e multiculturale, con due religioni prevalenti ([[Sunnismo|islam sunnita]] e [[Chiesa ortodossa eritrea]]) e nove gruppi etnici. Fu creata come entità politica nel 1890 con il nome di [[Colonia eritrea]].<ref>{{cita libro |autore = |urlcapitolo=http://www.treccani.it/enciclopedia/eritrea_(Dizionario-di-Storia)/ |capitolo = Eritrea |titolo = Dizionario di Storia |città = Roma |editore = [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]] |anno = 2010 |accesso = 25 marzo 2013}}</ref>
 
Il presidente [[Isaias Afewerki]] è stato eletto dall'[[Assemblea nazionale (Eritrea)|Assemblea nazionale]], composta da 150 membri del partito unico [[Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia]], che si è costituita nel 1993, poco dopo l'ottenimento dell'indipendenza; è al potere da allora, e non ci sono state successive o ulteriori altre elezioni<ref name=CIA />. L'Eritrea è, di fatto, un regime dittatoriale, senza libertà politiche e di associazione, senza potere giudiziario e fonti d'informazione indipendenti<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=Eritrea Report 2018|cognome=Human Rights Watch|accesso=17 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180608111023/https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|urlmorto=no}}</ref>.
 
== Etimologia ==
La parola ''Eritrea'' deriva [[Etimologia|etimologicamente]] dal [[Lingua greca antica|greco antico]] ''ἐρυθρός'' (erythrós), che significa ''rosso''. Il nome ''[[Mar Rosso]]'' venne usato fin dall'età [[Ellenismo|ellenistica]], come testimonia anche il nome di una celebre opera anonima di [[geografia]], il ''[[Periplus Maris Erythraei]]'' del [[I secolo]], che significa appunto ''Periplo del Mar Eritreo'' (ossia del [[Mar Rosso]]). In tempi moderni il termine fu usato dagli italiani alla fine del [[XIX secolo]], quando costituirono la [[Colonia eritrea]], identificando per la prima volta un'entità territoriale autonoma sul territorio dell'attuale Stato eritreo. Alcuni storici ritengono che la denominazione ''Eritrea'' sia stata ideata e suggerita a [[Francesco Crispi]] dallo scrittore scapigliato [[Carlo Dossi]],<ref>{{cita web | url = http://www.casapisanidossi.com/1/il_museo_2326308.html | titolo = Museo Casa Pisani Dossi - Biografia | accesso = 25 marzo 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120731064845/http://www.casapisanidossi.com/1/il_museo_2326308.html | urlmorto = sì }}</ref> all'epoca suo consigliere culturale.
 
== Storia ==
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Con la sottoscrizione del [[Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate|Trattato di Parigi]], nel 1947, l'Italia dovette rinunciare alle colonie africane. Si pose perciò il tema del futuro dell'Eritrea, rispetto al quale si manifestarono posizioni diverse sia fra gli eritrei sia fra le grandi potenze del tempo:
* la [[Gran Bretagna]] ipotizzava lo smembramento del paesePaese in favore di [[Etiopia]] e [[Sudan]];
* l'[[Etiopia]] ambiva ad annettersi la ricca ex-colonia italiana, trovando un certo riscontro in alcuni ambienti della popolazione tigrina di religione cristiana;
* la popolazione di religione musulmana, sostenuta anche da diversi cristiani e dagli italo-eritrei, era decisamente orientata verso l'indipendenza (eventualmente dopo una fase transitoria di Amministrazione fiduciaria affidata all'[[Italia]] o alla [[Gran Bretagna]]).
 
Il 6 maggio 1949 il Ministro degli Esteri italiano [[Carlo Sforza]] si accordò con il collega britannico [[Ernest Bevin]] per il passaggio dell'Eritrea in amministrazione fiduciaria all'Italia, per poi costituirsi in Stato autonomo, tranne lo sbocco al mare di [[Assab]] da concedere all'[[Etiopia]]<ref>Carlo Sforza, ''Cinque anni a Palazzo Chigi'', Roma, Atlante, 1952, pagg. 159 e succ.ve</ref>. Tale compromesso non ebbe, per un solo voto, la maggioranza all'assemblea dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]. Il 1º ottobre successivo, al comitato politico dell'ONU di [[Lake Success]], Sforza si espresse in senso favorevole all'indipendenza immediata per l'ex-colonia, ritenendo in tal modo di adottare una linea distensiva nei rapporti tra l'Italia e il mondo islamico<ref>Carlo Sforza, ''cit.'', pagg. 171 e succ.ve</ref>. Divenne quell'anno un protettorato britannico fino al 1952, quando le [[Nazioni Unite]] la dichiararono federata con l'Impero etiope.
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{{vedi anche|Lingue dell'Eritrea}}
 
Nel Paese si parlano nove lingue differenti, di cui le più diffuse sono il [[lingua tigrina|tigrino]] e l'[[lingua araba|arabo]], ma senza avere un riconoscimento ufficiale; la costituzione dell'Eritrea garantisce infatti l'uguaglianza per ogni lingua parlata nel paese<ref>{{Cita web |url=http://www.eritreaeritrea.com/costituzione.html |titolo=Copia archiviata |accesso=2 dicembre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151208235517/http://www.eritreaeritrea.com/costituzione.html |urlmorto=no }}</ref>. L'[[Lingua italiana|italiano]], lingua un tempo prevalente, è diffuso (soprattutto nella capitale [[Asmara]] e fra la popolazione più anziana in tutto il Paese) in campo commerciale e amministrativo, ha influenzato profondamente la lingua locale (il [[Lingua tigrina|tigrigna]] comunemente parlato è ricco di termini mutuati dall'italiano) e viene tuttora insegnato attraverso appositi corsi<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=italofonia|url=https://italofonia.info/la-lingua-italiana-torna-ad-essere-insegnata-in-eritrea-al-via-i-nuovi-corsi/|titolo=La lingua italiana torna ad essere insegnata in Eritrea, al via i nuovi corsi|sito=Italofonia.info|data=2024-12-06|accesso=2025-07-10}}</ref>, che fino al 2020 si tenevano nell'[[Istituto Italiano Statale Omnicomprensivo di Asmara|Istituto italiano statale onnicomprensivo di Asmara]], chiuso in quell'anno<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/non-si-chiuda-cos-la-storia-di-una-gran-scuola-italiana|titolo=Asmara. Non si chiuda così la storia di una gran scuola italiana|sito=www.avvenire.it|data=2021-11-13|accesso=2025-07-10}}</ref>. L'[[lingua inglese|inglese]] è diffuso in ambito amministrativo e nell'istruzione superiore. Le altre lingue, per ordine decrescente di diffusione, sono [[Lingua tigrè|tigrè]], [[lingua afar|afar]], saho, [[Lingua begia|beja]], bilen, nara e [[Lingua cunama|cunama]].
 
=== Religioni ===
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[[File:Enda Mariam Orthodox Cathedral (8351473067).jpg|thumb|La cattedrale copta di [[Asmara]].]]
 
In Eritrea non c'è libertà di culto<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=Report Eritrea 2018|cognome=Human Rights Watch|accesso=17 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180608111023/https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|urlmorto=no}}</ref>. Le religioni ufficialmente autorizzate sono solo quattro ([[Chiesa ortodossa tewahedo eritrea|Chiesa ortodossa eritrea]], [[islamIslam]], [[Chiesa cattolica]] e [[Luteranesimo|Chiesa evangelica luterana]])<ref name="AI">{{cita web|url=http://www.amnesty.org/en/region/eritrea/report-2012#section-8-5|titolo=Amnesty International Annual Report 2012 - Eritrea|lingua=en|accesso=25 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130421090219/http://www.amnesty.org/en/region/eritrea/report-2012#section-8-5|urlmorto=no}}</ref>.
{| class="wikitable floatright"
|+ Religioni in Eritrea
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La persecuzione in Eritrea si intensificò a partire dal 25 ottobre 1994, circa un anno e mezzo dopo che l’Eritrea aveva ottenuto l’indipendenza dall’Etiopia. Il nuovo presidente dichiarò che i [[testimoni di Geova]] nati in Eritrea non erano più considerati cittadini sostanzialmente a motivo della loro neutralità cristiana. Il presidente inoltre li privò dei diritti civili fondamentali. Tra le altre restrizioni, i Testimoni non possono ricevere un’istruzione secolare adeguata, possedere attività commerciali o viaggiare al di fuori del paese.
 
Molti religiosi appartenenti alla confessione dei [[testimoni di Geova]],<ref>{{Cita web|url=https://www.newsweek.com/jehovahs-witness-eritrea-prison-1460564|titolo=These Jehovah's Witnesses Have Been Imprisoned in Eritrea for the Past 25 Years Without Trial|autore1=Daniel Avery|autore2=K Thor Jensen|sito=Newsweek|data=20 settembre 2019|lingua=en|accesso=5 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200413141451/https://www.newsweek.com/jehovahs-witness-eritrea-prison-1460564|urlmorto=no}}</ref>, sono stati incarcerati senza aver subito nessun processo<ref>{{Cita web|url=https://www.jw.org/it/news/sviluppi-legali-diritti-umani/sviluppi-legali-per-area-geografica/eritrea/testimoni-di-geova-in-prigione/|titolo=Eritrea - In prigione a motivo della loro fede|sito=Sito ufficiale dei Testimoni di Geova|accesso=5 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200705010343/https://www.jw.org/it/news/sviluppi-legali-diritti-umani/sviluppi-legali-per-area-geografica/eritrea/testimoni-di-geova-in-prigione/|urlmorto=no}}</ref> e vengono brutalmente perseguitati.
 
=== Diritti umani ===
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=== Musica ===
La musica eritrea si basa su una base ritmica particolare, diversa dalle altre ritmiche africane; ha infatti la caratteristica fondamentale di essere ''in levare'', peculiarità che pesa all'ascoltatore europeo che voglia battere le mani a tempo. Gli ascoltatori europei sono inoltre abituati a udire toni e mezzi toni e restano colpiti da alcune cesellature dovute all'utilizzo di toni intermedi ai mezzi toni.
 
{{senza fonte|Si riconoscono in Eritrea due diversi indirizzi musicali: uno specifico proprio degli abissini, caratterizzato dalla durezza e chiarezza dei ritmi, costruiti con il ripetersi delle note; l'altro indirizzo musicale ha più attinenze con gli arabi, con ritmi meno distinti e le tipiche melodie orientali vestite di ricchi abbellimenti con intervalli di larga portata. Generalmente in quella musica le voci maschili e le femminili sono fuse sino a rendersi indistinguibili.}}
La musica abissina ha una vivacità ritmica lampante e insolita che si mescola a tutte le particolarità della musica orientale.
 
{{senza fonte|Il Corno d'Africa è un luogo in cui culture diverse assai lontane si sono incontrate nei secoli (la stessa parola tigrina "''habesha''", con cui gli eritrei si definiscono, tradotta in italiano sta a indicare una miscela, un mix), e la musica indiana si mescola a quella araba, mischiandosi con la tradizione [[monodia|monodica]] copta unendosi anche a quella di natura Sufi dei [[dervisci]] di [[Konya]]. Strumento tipico è il Krar a cinque corde fatto di legno e pelle, che è simile sia in aspetto che per l'accordatura ad una [[Lira (strumento musicale)|lira]] greca. Ci sono poi gli Uata, che hanno la forma di [[violino]]. Tra le percussioni vi sono i tamburi Atamo, Kanda, Dabay, Coborò e Negarit.}}
Si riconoscono in Eritrea due diversi indirizzi musicali: uno specifico proprio degli abissini, caratterizzato dalla durezza e chiarezza dei ritmi, costruiti con il ripetersi delle note; l'altro indirizzo musicale ha più attinenze con gli arabi, con ritmi meno distinti e le tipiche melodie orientali vestite di ricchi abbellimenti con intervalli di larga portata. Generalmente in quella musica le voci maschili e le femminili sono fuse sino a rendersi indistinguibili.
 
Il Corno d'Africa è un luogo in cui culture diverse assai lontane si sono incontrate nei secoli (la stessa parola tigrina "''habesha''", con cui gli eritrei si definiscono, tradotta in italiano sta a indicare una miscela, un mix), e la musica indiana si mescola a quella araba, mischiandosi con la tradizione [[monodia|monodica]] copta unendosi anche a quella di natura Sufi dei [[dervisci]] di [[Konya]]. Strumento tipico è il Krar a cinque corde fatto di legno e pelle, che è simile sia in aspetto che per l'accordatura ad una [[Lira (strumento musicale)|lira]] greca. Ci sono poi gli Uata, che hanno la forma di [[violino]]. Tra le percussioni vi sono i tamburi Atamo, Kanda, Dabay, Coborò e Negarit.
 
Probabilmente i più famosi musicisti del paese sono Eng. Asghedom W. Micheal, Bereket Mengisteab, Yemane Baria e Ato Abirha Segid, le cui canzoni, in alcuni casi, sono state bandite dal governo etiope negli anni settanta. Degni di menzione sono anche Bereket Mengistab, che ebbe una lunga storia musicale, e le leggende degli anni sessanta Hailè Ghebrù (fondatore della [[Zerai Deres Band]])<ref name=Berhe>{{cita pubblicazione|autore=Simona Berhe|titolo=Note politiche: canzoni e cantanti del movimento di indipendenza eritreo|pubblicazione=Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche|volume=50|numero=9|mese=12|anno=2020|doi=10.48276/issn.2280-8833.5306|url=https://www.bibliomanie.it/?p=5306|accesso=10 febbraio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210211035252/https://www.bibliomanie.it/?p=5306|urlmorto=no}}</ref> e Tewolde Redda: quest'ultimo fu uno dei primi musicisti africani, almeno di questa parte del continente, ad utilizzare la chitarra elettrica, oltre a essere il compositore e il primo interprete della famosa canzone indipendentista ''Shigey Habuni''.
 
Il musicista {{senza fonte|che ha più di tutti influito sulla musica eritrea}} è [[Abraham Afewerki]], deceduto nel 2006; la sua produzione musicale è un equilibrato connubio tra le espressioni tradizionali e gli influssi della musica europea. I testi delle sue canzoni parlano di religione, e della lunga guerra di liberazione, con incursioni nel tema classico dell'amore.
 
=== Informazione e media ===
L'Eritrea risulta essere all'ultimo posto per la libertà di stampa al mondo (su 180 Stati)<ref>{{Cita web|url=https://rsf.org/en/ranking|titolo=2018 World Press Freedom Index|accesso=17 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170201195036/https://rsf.org/en/ranking|urlmorto=no}}</ref>. Nel 2001 sono stati chiusi tutti i giornali indipendenti, arrestati gli editori e molti giornalisti che vi lavoravano. Di questi, nessuno è stato processato<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=World Report 2018|cognome=Human Rights Watch|accesso=17 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180608111023/https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|urlmorto=no}}</ref>.
 
In Eritrea dal 15 luglio 1892 il governo pubblicava in [[lingua italiana|italiano]] il "Bollettino ufficiale della Colonia Eritrea". Inoltre c'erano tre settimanali, che venivano pubblicati da editori indipendenti: il "Corriere Eritreo" di Massaua che aveva iniziato le sue pubblicazioni sin dal 1891<ref>{{Cita web|editore=[[Biblioteca comunale dell'Archiginnasio]]|titolo=Inventario 1855-1902, con docc. fino al 1936 bb. 26|città= Bologna| pp= 82-112-113-130-184|url=http://www.archiginnasio.it/schede_fondi/inventario_gandolfi.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180423173043/http://www.archiginnasio.it/schede_fondi/inventario_gandolfi.pdf}} Dal 1938 fu diretto da [[Vanni Teodorani]].</ref>, "L'Eritreo" e "L'Africa Italiana". Il 2 luglio 1928 esce il primo numero de "Il Quotidiano Eritreo" pubblicato ad Asmara<ref>Enrico Mania, ''Storia del Giornalismo nel Corno d’Africad'Africa'', Mai Tacli, 2009 online su {{cita testo|url=http://www.maitacli.it/storia/181-storia-del-giornalismo-nel-corno-dafrica|titolo=Mai Tacli|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180423170254/http://www.maitacli.it/storia/181-storia-del-giornalismo-nel-corno-dafrica }}</ref>, una testata che qualche tempo dopo, sotto la direzione di [[Mario Appelius]], prende il nome di "La Nuova Eritrea". Dal 1º aprile 1941 esce "L'Informazione" ed in seguito il giornale bilingue "Eritrean Daily News" che esce fino al febbraio 1975.
 
Il 16 novembre 1947 ad Asmara esce il settimanale ''Ityopyā'', bilingue, con articoli in [[Lingua amarica|amarico]] ed in [[lingua araba|arabo]], che viene pubblicato fino al 1991<ref>{{Cita web|editore= [[Library of Congress]]|url=https://www.loc.gov/item/sn2002058109/|titolo=Ityopyā|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180426213900/https://www.loc.gov/item/sn2002058109/}}</ref>. Dal 23 luglio 1954 ad Asmara esce il settimanale ''Andenat'', bilingue, con articoli in amarico e in arabo<ref>{{Cita web|editore= [[Library of Congress]] |url=https://catalog.loc.gov/vwebv/search?searchCode=LCCN&searchArg=sn2002058094&searchType=1&permalink=y|titolo=ʻAndenat = Ittiḥād = Union}}</ref>. Dal 1991, sempre ad Asmara, viene pubblicato ''Ḥādās ʼÉretrā'', un giornale in [[Lingua tigrina|tigrino]] con cadenza di 3 numeri a settimana<ref>{{Cita web|editore= [[Library of Congress]]|url=https://www.loc.gov/item/sn2005058110/|titolo=Ḥādās ʼÉretrā|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180427044515/https://www.loc.gov/item/sn2005058110/}}</ref>.
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== Economia ==
{{vedi anche|Turismo in Eritrea}}
[[File:Dintorni di senafé, fienagione.JPG|thumb|Fienagione con metodi tradizionali nei dintorni di Senafé]]
 
L'Eritrea è un paese povero, con un'economia basata principalmente su un'[[agricoltura]] di [[Agricoltura di sussistenza|sussistenza]] e sull'[[allevamento]] di [[ovini]] e bovini; è relativamente sviluppata la [[pesca (attività)|pesca]]. Le poche industrie presenti nel paese sono situate prevalentemente nella capitale Asmara, ma sono in corso progetti di diversificazione delle attività industriali in diverse altre parti del paese. L'Eritrea dal 1993 fa parte dell'[[Autorità intergovernativa per lo sviluppo]], organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del [[Corno d'Africa]].
 
La bilancia commerciale è passiva. L'Eritrea esporta modesti quantitativi di prodotti locali, mentre deve importareimporta combustibili, macchinari, manufatti, alimenti. L'Italia è in questo senso il secondo partner commerciale dopo l'[[Arabia Saudita]]. Porti principali sono [[Massaua]] e [[Assab]].
 
La situazione economica del paese è in lenta ripresa, soprattutto a causa delle distruzioni patite durante il conflitto con l'[[Etiopia]], e della occupazione che perdura da parte dell'Etiopia sudi parte dei territori eritrei.
 
L'agricoltura, neglisugli altopiani, e la pastorizia lungo la costa e nelle pianure del paese, restano per la maggioranza della popolazione del paese le unichesole fonti di sussistenza.
 
Importanti giacimenti di potassio, oro, ferro e petrolio e altri minerali sono in corso di sfruttamento intensivo da parte di compagnie estere specializzate.
 
La ripresa economica rimane comunque fortemente pregiudicata dalla corruzione dilagante e dal mercato nero, nel quale sono coinvolti gli alti quadri, ed anchee l'esercito; l'Eritrea si può dire che sopravviva soprattutto grazie agli aiuti internazionali.
 
=== Agricoltura e allevamento ===
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Degli 11.760 milioni di ettari di superficie territoriale, la quasi totalità ricade nel [[Sahel]]. Del totale, 690.000 ettari sono coltivabili e 417.000 sono coltivati<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bereke OgbaMichael|titolo= Agronomy in Spate Irrigated Areas of Eritrea, Ministry of Agriculture of Eritrea| p= 5|url= http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140503151636/http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf}}</ref>, i [[pascoli]] occupano 6,9 milioni di ettari e le foreste coprono il 13 per cento del territorio<ref>{{Cita pubblicazione|editore=FAOSTAT (FAO) |titolo=Data base della FAO–Ressources |url=http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140626153237/http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Detalmo Pirzio Biroli|titolo= Il Sahel|editore= Sansoni Editore|città= Firenze|anno= 1988| p= 23}}</ref>.
 
Il settore agricolo contribuisce per il 14,5% alla formazione del [[Prodotto interno lordo]] (PIL). Inoltre, esso fornisce occupazione al 72,6% della popolazione attiva del paese. L'agricoltura è di sussistenza, dominata da aziende contadine. Il grosso della produzione si ottiene sugli altopiani, che beneficiano didelle migliori condizioni agro-climatiche. Qui, la grande maggioranza delle famiglie coltivatrici coltiva un ettaro o meno, facendo spesso ricorso al traino animale (che riguarda oltre il 20 per cento del bestiame bovino). Sono attive anche aziende meccanizzate di grandi dimensioni dedite alla coltivazione di sorgo e sesamo in seccagno. Nel complesso, i cereali asciutti ([[sorgo]], [[Panicum miliaceum|miglio]], [[grano]] e [[mais]]) rappresentano i due terzi circa della produzione, le colture commerciali principali, anch'esse coltivate in seccagno, sono le oleifere ([[Arachide (seme)|arachide]], [[sesamo]] e [[Linum usitatissimum|lino]]) e le [[leguminose da granella]]. L'irrigazione si pratica su 21.000 ettari circa con acqua di falda o per inondazione. L'irrigazione per inondazione (''spate irrigation''). L'irrigazione per inondazione si pratica nei bassopiani orientali, lungo la costa, principalmente per la produzione di sorgo e mais<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bereke OgbaMichael|titolo= Agronomy in Spate Irrigated Areas of Eritrea, Ministry of Agriculture of Eritrea|url= http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140503151636/http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf}}</ref>. Esistono anche piantagioni di [[banane]], di [[agrumi]] e di [[ortaggi]] ([[patate]], [[pomodori]], [[peperoni]] e [[cipolle]]) irrigate con acqua di pozzofalda<ref>{{Cita pubblicazione|editore=FAOSTAT |titolo=Data Base della FAO–Ressources |url=http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140626153237/http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor}}</ref><ref name="fao.org">{{Cita pubblicazione|autore=Chedly Kayouli, Tzeggai Tesfai e Assefaw Tewolde|titolo= Country Pasture/Forage Resource Profiles for Eritrea|url= http://www.fao.org/ag/agp/AGPC/doc/Counprof/eritrea/Eritrea.htm |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161012065908/http://www.fao.org/ag/agp/agpc/doc/counprof/eritrea/Eritrea.htm }}</ref>.
 
Fortemente integrato nella produzione agricola, l'allevamento ha un ruolo significativo nell'economia eritrea ed è essenziale per la sicurezza alimentare della popolazione rurale, che costituisce i quattro quinti della popolazione. Circa la metà del bestiame del paese si trova nei bassopiani occidentali, nelle province di Gash Setit e Bark, che sono le più importanti aree di allevamento<ref name="fao.org"/>. L'allevamento, praticato secondo sistemi pastorali e agropastorali a seconda delle zone agro-ecologiche, riguarda principalmente i piccoli ruminanti (4,1 milioni di capi nel 2012), i [[bovini]] (2,1 milioni), i [[cammelli]] (360.000 capi) e il pollame (1,4 milioni di capi)<ref>{{Cita pubblicazione|editore=FAOSTAT|titolo= Data Base della FAO |url=http://faostat.fao.org/DesktopDefault.aspx?PageID=567&lang=fr#ancor |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110117133354/http://faostat.fao.org/DesktopDefault.aspx?PageID=567&lang=fr#ancor}}</ref>.
 
=== Foreste ===
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=== Giochi olimpici ===
{{vedi anche|Eritrea ai Giochi olimpici}}
La prima medaglia per l'Eritrea ai Giochi olimpici fu la medaglia di bronzo vinta nei 10000 metri piani da [[Zersenay Tadese]], ai [[Giochi olimpici di Atene 2004]].
 
La prima medaglia per l'Eritrea ai Giochi olimpici fu la medaglia di bronzo vinta nei 10000 metri piani da [[Zersenay Tadese]], ai Giochi olimpici di Atene 2004.
 
=== Atletica leggera ===
Per quanto concerne l'Atletica leggera spicca il nome di [[Ghirmay Ghebreslassie]], campione mondiale nella maratona, ai [[Campionati del mondo di atletica leggera 2015|Mondiali di Pechino 2015]].
 
=== Calcio ===
La Federazione calcistica nazionale, la [[Eritrean National Football Federation]], è nata solo nel 1992 e affiliata alla [[FIFA]] nel 1998. La [[nazionale di calcio dell'Eritrea]] è una delle rappresentative più deboli al mondo, occupando gli ultimi posti della [[Classifica mondiale della FIFA|classifica mondiale FIFA]].
 
== Ricorrenze nazionali ==
* [[Giorno dell'indipendenza dell'Eritrea]]: si celebra l'indipendenza dall'Etiopia, de facto nel 1991 e de jure nel 1993.
* [[Enkutatash]]: si celebra l'inizio dell'anno ([[Calendario etiopico]])
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* E.Q.M. Alamanni, ''La Colonia Eritrea e i suoi commerci'', Bocca, Torino, 1891.
* R. Beretekeab, ''Eritrean making of a nation 1890-1991'', Uppsala University, Uppsala, 2000.
* Calace, Francesca (a cura di), ''«Restituiamo la Storia» – dagli archivi ai territori. Architetture e modelli urbani nel Mediterraneo orientale.'' Gangemi, Roma, 2012 (collana PRIN 2006 «Restituiamo la Storia»)
* Arnaldo Mauri, ''Eritrea's early stages of monetary and banking development'', "International Review of Economics", ISSN 1865-1704, Vol. 51, n. 4, pp.&nbsp;547–569. Dello stesso autore WP [http://ideas.repec.org/p/mil/wpdepa/2003-28.html]
* T. Negash, ''Italian colonisation in Eritrea: policies, praxis and Impact'', Uppsala University, Uppsala, 1987.
* F. Santagata, ''La Colonia Eritrea nel Mar Rosso davanti all'Abissinia'', Libreria Internazionale Treves, Napoli, 1935.
* G.K.N. Trevaskis, ''Eritrea: a Colony in Transition, 1941-1952'', Oxford University Press, Londra, 1960.
* Eritrea Razionalista - Sandro Raffone - Giannini editore - 2010 - ISBN 88-7431-494-9 - ISBN 978-88-7431-494-2
 
== Voci correlate ==
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* [[Àscari]]
* [[Banca per l'Africa Orientale]]
* [[Banca d'Eritrea]]
* [[ColonialismoColonia italianoeritrea]]
* [[CucinaColonialismo eritreaitaliano]]
*[[Cucina eritrea]]
*[[Campagna d'Africa Orientale]]
*[[Dancalia]]
* [[Forze di difesa eritree]]
* [[GuerraEritrei in d'EtiopiaItalia]]
* [[Forze di difesa eritree]]
* [[Geografia dell'Eritrea]]
* [[GovernatoriGeografia dell'Eritrea]]
* [[ColoniaGiro eritread'Eritrea]]
* [[GiroGovernatori ddell'Eritrea]]
* [[DancaliaGuerra d'Etiopia]]
* [[TerremotiIstituto di inTecnologia dell'Eritrea]]
* [[Istituto di TecnologiaStoria dell'Eritrea]]
* [[EritreiTerremoti in ItaliaEritrea]]
* [[Mussie Zerai]]
* [[Storia dell'Eritrea]]
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