Colore: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullata la modifica di 193.207.201.215 (discussione), riportata alla versione precedente di Giuliuz1 Etichetta: Rollback |
m clean up, replaced: |date= → |data= |
||
(5 versioni intermedie di 5 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{nota disambigua||titolo=Colore (disambigua)|titolo2=Colori (disambigua)|redirect=Colori}}
{{NN|fisica|agosto 2022}}{{D|Teoria del colore|commento=Si suggerisce di portare una parte dei contenuti nella nuova voce creata appositamente: Teoria del colore.}}[[File:Colouring pencils.jpg|
[[File:Nasir-al molk -1.jpg|
Il '''colore''' è la [[percezione]] visiva delle varie [[radiazioni elettromagnetiche]] comprese nel cosiddetto [[spettro visibile]].
Riga 28:
La dottrina greca che vedeva i colori originati dalle due opposte [[polarità (filosofia)|polarità]], chiaro e scuro, rimase predominante durante il [[Medioevo]], in cui soprattutto quella aristotelica continuò a essere discussa e commentata. Concezioni analoghe furono elaborate nel [[Rinascimento]]: ad esempio [[Leonardo da Vinci]], artista e scienziato insieme, attingendo alle teorie aristoteliche vedeva nel bianco e nel nero gli estremi fondamentali della gamma cromatica,<ref>[[Leonardo da Vinci|Leonardo]], ''[[Trattato della pittura]]'', cap. CXXI.</ref> a partire dai quali egli studiò il modo in cui due colori complementari si pongono reciprocamente in risalto, distinguendo le tinte prodotte dalla luce, come il giallo e il rosso, dai colori delle ombre, spesso tendenti al verde e all'azzurro.<ref>Leonardo, ''ivi'', capp. CLVI-CLVIII.</ref> Egli distingueva così sei colori fondamentali.
{{citazione|De' semplici colori il primo è il bianco, benché i filosofi non accettano né il bianco né il nero nel numero de' colori, perché l'uno è causa de' colori, l'altro è privatione. Ma perché il pittore non può far senza questi, noi li metteremo nel numero degli altri, e diremo il bianco in questo ordine essere il primo nei semplici, il giallo il secondo, il verde il terzo, l'azzurro il quarto, il rosso il quinto, il nero il sesto: ed il bianco metteremo per la [[luce]] senza la quale nissun colore veder si può, ed il giallo per la [[terra (elemento)|terra]], il verde per l'[[acqua (elemento)|acqua]], l'azzurro per l'[[aria (elemento)|aria]], ed il rosso per il [[fuoco (elemento)|fuoco]], ed il nero per le tenebre che stan sopra l'elemento del fuoco, perché non v'è materia o grossezza doue i raggi del [[sole]] habiano à penetrare e percuotere, e per conseguenza alluminare.|[[Leonardo da Vinci]], ''[[Trattato della pittura]]'', cap. CLXI}}
[[File:Light dispersion of a mercury-vapor lamp with a flint glass prism IPNr°0125.jpg|sinistra|
Parallelamente presero tuttavia a svilupparsi alcune teorie negatrici di una [[olismo|visione unitaria]] della [[luce]], che avrebbero preparato il terreno all'[[atomismo]] di [[Isaac Newton|Newton]]. [[Marcus Marci]] nel Seicento studiò i colori da un punto di vista esclusivamente fisico, sperimentando la trasformazione della luce quando veniva riflessa da oggetti colorati.<ref name=guzzi>Rodolfo Guzzi, ''La strana storia della luce e del colore'', Springer Science & Business Media, 2011, p. 116.</ref> Il fisico e gesuita [[Francesco Maria Grimaldi]] spiegò la colorazione della luce, che ad esempio passasse attraverso un vetro rosso, sulla base di modificazioni intrinseche alla luce stessa, e non perché il rosso le si andasse ad aggiungere.<ref name=guzzi />
[[Isaac Newton]] pertanto, adottando un approccio [[meccanicismo|meccanico]] e [[matematica|matematico]], concluse che la luce, se diversamente riflessa, fa apparire la varietà dei colori a seconda del suo diverso grado di [[rifrazione]], e che i colori sarebbero in origine contenuti nella luce quali suoi componenti, come gli atomi compongono la materia:<ref name=guzzi /> egli ne enumerò in tutto [[7 (numero)|sette]], per ragioni più filosofiche che fisiologiche.<ref>{{Cita web|url=http://www.colourmusic.info/opticks3.htm |titolo=Music For Measure: On the 300th Anniversary of Newton's ''Opticks'' |accesso=12 dicembre 2013 |cognome=Hutchison |nome=Niels |anno=2004 |sito=Colour Music}}</ref>
[[File:GoetheFarbkreis.jpg|
Queste conclusioni furono contestate ai primi dell'Ottocento da [[Goethe]], secondo cui era tipica della mentalità newtoniana la trascuratezza di un approccio basato sui sensi, che conduceva ad astrazioni teoriche ed arbitrarie:<ref>Goethe, ''La storia dei colori'' (1810), trad. di R. Troncon, Luni, 1997, pag. 391.</ref> Goethe rimproverava a Newton di aver effettuato i suoi esperimenti con l'ausilio di un [[prisma (ottica)|prisma]], e che era questo il responsabile dell'insorgere dei colori. Il prisma per Goethe non è uno strumento neutro, ma "sporca" la luce, offuscandola e producendo così i diversi effetti cromatici secondo la densità della sua figura. Per Goethe non è la luce a scaturire dai colori, bensì il contrario; i colori non sono «primari», ma consistono nell'interazione della luce (''[[urphänomen]]'') con l'oscurità. [[Polarità (filosofia)|Polarizzandosi]] a contatto col buio, la luce dà luogo a coppie di colori contrapposti e complementari, che Goethe dispose in un cerchio cromatico di sei colori.<ref>[[Goethe]], ''[[La teoria dei colori (Goethe)|La teoria dei colori]]'' (1810), trad. it. a cura di Renato Troncon, Milano, Il Saggiatore, 1979.</ref>
{{citazione|Il colore è, come tale, un valore d'[[ombra]]. In questo senso [[Athanasius Kircher|Kircher]] ha pienamente ragione a chiamarlo ''lumen opacum'', e come esso è affine all'ombra, così ad essa si unisce per propria propensione, manifestandosi spontaneamente in essa e mediante essa non appena ve ne sia occasione.|[[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Teoria dei colori]]'', § 69, trad. di R. Troncon, Milano, Il Saggiatore, 1979}}
Riga 51:
== Percezione del colore ==
[[File:Spectrum441pxWithnm.png|
{|class=wikitable width=400 align="right" style="margin: 1em 0em 1em 1em; clear: right"
|+'''I colori dello spettro di luce visibile'''
Riga 113:
=== Contrasto tra colori complementari ===
Il contrasto tra [[colori complementari]] si ottiene tramite l'accostamento di un colore primario e del colore risultante dall'unione degli altri due primari rimasti, tali contrasti
=== Contrasto di quantità ===
Riga 124:
== Il colore nelle culture ==
[[File:Karachi - Pakistan-market.jpg|
Berlin e Kay nel 1969 studiarono il numero di nomi dedicati ai colori nelle diverse [[cultura|culture]] stabilendo che si può passare da un minimo di 2, chiaro e scuro, ad un massimo di 11. Dimostrarono inoltre che man mano che si procede con la definizione di più colori lo sviluppo è omogeneo in tutte le culture, ad esempio dopo il chiaro e lo scuro si indica come colore il rosso, poi il verde e il giallo e così via fino a giungere all'arancione che è il colore definito in meno culture.<ref>Berlin B., & Kay P. "Basic color terms: their universality and evolution". Berkeley: University of California Press, 1969.
</ref>
Riga 221:
* {{FOLDOC|colour|colour}}
* {{Garzanti}}
* Massimo Steri, [https://www.scuoledicinema.com/news/2019/GuidaColori/GuidaColori.pdf Il Colore nella Fotografia Cinematografica] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20200102235327/https://www.scuoledicinema.com/news/2019/GuidaColori/GuidaColori.pdf |
*Andrea Dotta, [https://www.colorazionedigitale.it/2020/02/19/psicologia-del-colore-come-si-parla-con-il-colore/ Psicologia del Colore: Come si parla con il colore?]
|