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La prima puntata della prima serie fu trasmessa sul [[Rai 2|Secondo programma]] Rai il 7 luglio 1970<ref>[http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/06/20/news/alto_gradimento-quarantanni-4992001/?ref=HRERO-1 Alto Gradimento - Quarant'anni in due] La Repubblica, 20 giugno 2010</ref> e il programma proseguì a più riprese fino al 2 ottobre 1976. Andava in onda dal lunedì al venerdì, dalle 12.30 alle 13.30.
 
Il 9 ottobre 1976 la trasmissione riprese di fatto con il nome "Radio Trionfo", fino al 31 dicembre 1977. Il 1º gennaio 1978 la trasmissione riapparìriapparve con il titolo "No, non è la BBC", fino al 31 dicembre 1978.<ref>{{Cita news|autore=C.Ciav.|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/07/08/mezzogiorno-di-fuoco-goliardia.html|titolo=Mezzogiorno di fuoco e goliardia|pubblicazione=La Repubblica|data=8 luglio 1998}}</ref> {{sf|Nella sentenza definitiva della Corte D'Appello di Roma del 2004 come riconosciuto dagli interessati coinvolti che la musica: No, non è la bbc è quella di Rusticanella del maestro Domenico Cortopassi.}}
 
Una seconda serie con il nome storico "Alto gradimento" fu trasmessa su [[Radio 2]], dal 2 gennaio 1979 al 30 settembre 1980, il martedì, giovedì e il sabato dalle 12.45 alle 13.30 e la domenica dalle 11 alle 12.
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==Personaggi==
{{F|Programmi radiofonici|febbraio 2025}}
Di seguito, un elenco parziale degli innumerevoli personaggi che popolarono la trasmissione.<ref>{{Cita web|url=http://altogradimento.altervista.org/audioclip.htm|titolo=Alto Gradimento clip audio|sito=altogradimento.altervista.org|accesso=19 marzo 2019}}</ref>
{| class="wikitable" style="text-align:left; font-size:90%;"
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|class="wikitable" style="white-space: nowrap;"|''Ragionier Affastellati''
|Individuo traumatizzato dalla mancata presenza della sua amata ad un appuntamento galante, ripete incessantemente il tormentone: «Perché non sei venutta? Ttiiinnn!». La risposta la fornisce lui stesso, sibilando in modo sprezzante: "Perché non hai preso il filobus, ecco perché...Io ce steèvoo...!"
|class="wikitable" style="white-space: nowrap;"|Giorgio Bracardi
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|''Max Vinella''
|Sedicente giornalista di cronaca nera, è raccomandato dall'influente Dottor Cianfroni. Cerca di mascherare la propria pochezza professionale mediante uno sciagurato eloquio finto-francese, nonché con disastrosi tentativi di vocalizzi lirici. Il suo tormentone è «Chiàppala! Chiàppala! Pà! Pà!»., Frequentafrequenta la «''parrocchietta»'' di Don Pezzotta, ed è accudito dalla Sora Camilla. Ingenuo e credulone, edVinella è facile bersaglio dei lazzi e delle angherie di Arbore e Boncompagni, ma la potenza della ''spinta'' di cui dispone gli consente di rimanere stabilmente nel programma, fino a farlo diventare di fatto il terzo disc jockey, nonostante l'aperta contrarietà dei due conduttoricompari.
|Giorgio Bracardi
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|''Ermanno Catenacci''
|Inizialmente «Castellacci»; ex federale fascista dal marcato accento romagnolo, racconta con fervore inverosimili episodi del Ventennio e improbabili retroscena della vita di Mussolini. In qualità di CapoManipolo, ha avuto il privilegio di assistere personalmente ad eclatanti gesta del dittatore, sfuggite all'attenzione degli storici, ma circostanziate con orgoglioso trasporto e roboante enfasi dallo stesso Catenacci, il quale spesso cita come proprio sodale il gerarca ''Pavanati'', focoso avanguardista dal manganello facile.
|Giorgio Bracardi
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|''Bozambo''
|Annunciato dalla sua tipica cantilena, ''Yo Bamba-Yo'', è il servitore personale africano del ''Badrone Doddor Gosdanzo'' ([[Maurizio Costanzo]]), al quale prepara anche la prima colazione, spesso a base di robusti cubetti di mortadella.
|Giorgio Bracardi
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|''Dottor Marsala''
|Anziano capotecnico Rai: col pretesto di controllare la funzionalità di microfoni e cuffie, entra di sorpresa nello studio a lamentare continuamente «dei dolori, dei dolori ...e un cerchio alla testa». Pessimista e ipocondriaco, saltuariamente curato da un medico ottantaduenne, mantiene contatti con svariati collaboratori, tra cui ''Quaglia'', ''Càccoli'', ''Tarantolazzi'' e ''Gospedale''. Rimasto vedovo della ''povera Pina'', è divorato dal rimorso di non aver saputo prestare le dovute attenzioni al geranio, tanto caro alla defunta moglie.
|Giorgio Bracardi
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|''Malik Maluk''
|Scalpellino arabo, in perenne polemica contro i committenti che non lo pagano e ai quali perciò rivolge continuamente l'invettiva: «Fangàla! Àssara 'ffangàla!». Sollecitato dai conduttori ad esprimere la propria opinione in merito ai vari aspetti della società, della cultura, del costume e della politica del Paese che lo ospita, Malik risponde brutalmente che «No piace, Malik Maluk!». Talvolta lo scalpellino si avvale della collaborazione di Max Vinella in veste di interprete, il quale espone le domande su concetti più elaborati mediante un'approssimativa traduzione simultanea, che si conclude invariabilmente con l'ambigua formula «''Kàkkala bimbah - Bìmbala kàkkah!?''». Infervorato dalle tematiche in cui viene coinvolto, Malik man mano alza il tono della voce e sferra violenti colpi con il proprio strumento di lavoro, fino a perdere l'autocontrollo, e sentenziare furibondo: «ArboraArborah, BoncompagnaBoncompagnah....Fangàla! Àssara a'ffangàla!»
|Giorgio Bracardi
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|''Prof. Ànemo Carlone''
|Insigne docente di Medicina e Chirurgia, luminare che vanta altissime quanto improbabili referenze accademiche e professionali, molte delle quali ottenute a titolo ereditario. Si produce in dissertazionielaborate medico-scientifichedissertazioni a pagamento, utilizzando una terminologia medica contorta, edifficilmente comprensibile, spesso incomprensibilebasata sulle pure assonanze lessicali (''nascita, crescita, mescita''), che i due conduttori spacciano per "linguaggio tecnicoscientifico". Sottolinea con orgoglio di essere titolare di svariate cattedre medico sanitarie e membro accademico di numerose e prestigiose sedi universitarie, elenca gli immobili di sua proprietà nonché gli esercizi commerciali di cui è contitolare, ma soprattutto rivendica di aver acquisito lo status di ''Socio ACI'' fin dal lontano 1909.
|Mario Marenco
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|''Marius Marenco''
|Poeta, declama in diretta le sue poesie surreali. Talvolta, nell'accomiatarsi, inscena tentativi di suicidio, buttandosi dalla finestra con fragorosi effetti sonori. E' autore dell'immane tragedia psicologica ''Raoul, o Il dissidio intimo di Raoul, ovvero Raoul alla ricerca indefessa del proprio Io, oppure: RAOUL'', opera titanica, ermetica, di ispirazione decadente e dal ritmo lentissimo, timidamente accolta da Arbore, ma avversata e boicottata da Boncompagni, il quale giunge al punto di russare clamorosamente durante la lettura.
|Mario Marenco
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|''Lo chef Léon''
|Mâitre francese del prestigioso ed esclusivo ristorante ''Le Luppolòn'', propone alla sofisticata ed elegante clientela immangiabili pietanze preparate con avanzi di cucina o ingredienti non commestibili (''caviale di fogna, pelo di cane triste, brodo di canottiera, polpettine di letame, sputacchiotti alla scarpa''). Non ricevendo ordinazioni, ma solo reazioni disgustate, Léon offre allora il suo celebre capolavoro, la sua opera insuperabile: «annunciata da un fragore di trombe, preceduta da un tripudio di puttini furibondi, trainata da quattro cavalli fumiganti e scalpitanti su un enorme carro sormontato da un baldacchino spropositato e esagerato, servita su un pregiato plateau dorato [...] la nostra.... Palla di Cacao!! ».
|Noto soprattutto per «la Palla di Cacao! [...] preceduta da un tripudio di puttini».
|Mario Marenco
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|''Prof. Aristogitone''
|Anziano insegnante di italiano in pensione, ritiratosi presso una ''lontana parente'' sorda, in una casa adiacente uno scalo ferroviario. Apostrofando i conduttori con il tipico intercalare ''«Amico caro...!''», rimpiange i più antiquati modelli di scuola, soppiantati dal [[sessantotto]]: «Quarand'anni di insegnamendo, quarand'anni di duro lavoro, in mezzo a queste quattro mura scolastiche!». Detesta l'estate e l'inerzia dei mesi di vacanza, anelando l'ennesimo ritorno in cattedra, per assestare ai suoi svogliati studenti una liberatoria ''sfraganéta di mazzatemazzæte''.
|Mario Marenco
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|''[[Colonnello Buttiglione]]''
|Divenuto in seguito ''Generale Damigiani''. Alto ufficiale che, sbagliando regolarmente numero, telefona in trasmissione scambiando i conduttori per suoi sottoposti, tutti dai cognomi bizzarri come ''Bàllico'', ''Bergonzoni'', ''Bergamonti'', ''Sgravagliotto'', ''Vicchiolo'', ''Fiffo'', ''Rififfo'', ''Ruffolo'', ''Ruffolillo'', ''Ricchiatto'', ''Pìscopo'', ''Arnaboldi'', ''Busnelli'', ''Madami'', ''Marchiondi'', ''Mascherpa'', l'aiutante maggiore ''Marmaglino'', ecc. Fieramente dedito alla disciplina e al rigore militare, assiste sgomento al diffondersi inarrestabile di ''pubblicazioncelle'' spinte, in tutti gli uffici e reparti della caserma centrale, a sua volta afferente al comando centrale. Il suo diretto superiore era il ''Generale Damigiani''.
|Mario Marenco
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|''Verzo''
|Studente liceale romano, svogliato, ripetente e confusamente politicizzato. In modo sguaiato e sgrammaticato, racconta come si svolgono le giornate in classe: «C'hanno dato er tema: "Bartolomeo Colleoni, vita e morte" ma noi amo fatto assemblea e amo deliberato de fa' er tema: "Er mio compagno de banco"».
Portavoce ufficioso del sedicente Comitato Esecutivo Scolastico Sperimentale Odierno (C.E.S.S.O.), e membro esterno dell'oscuro Collettivo Autonomo Coordinamento Culturale Autogestione (C.A.C.C.A.), attesta fieramente che l'esito delle riunioni dei due nuclei è un plebiscitario "NO! a l'adozzione daa antologgia ''Carmina'' nee e scole de l'Angola!"
Spesso parlava del Comitato Esecutivo Sperimentale Scolastico Odierno (C.E.S.S.O.) o del Movimento Esecutivo Rivoluzione D'Angola (M.E.R.D.A.).
|Mario Marenco
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|''Signor Mocumescu''
|Cittadino rumeno, erudito cultore della storia e delle tradizioni del proprio Paese,. amaAma decantare la prelibatezza del piatto preferito dai suoi connazionali, il ''cavolo caldo'', specificando come all'abbondante consumo di tale squisita pietanza, faccia immancabilmente seguito un ''grande rumore con bocca''.
|Gianni Boncompagni
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|''Signora Isotta''
|Cantante lirica corpulenta che ha bisogno di due sedie per accomodarsi.
|Gianni Boncompagni
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|''Mafalda''
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|''Gianluca''
|Ragazzo omosessuale che talvolta risponde ad alcune lettere del pubblico.
|Raffaella Carrà
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|''Radio Bari''