Governo di Rudinì I: differenze tra le versioni

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|Presidente = [[Antonio di Rudinì]]
|PartitoPres = [[Destra storica]]
|CoalizioneGov = [[Destra storica]], [[Sinistra storica]]-{{abbr|D.|Dissidenti}}, [[Indipendente (politica)|Indipendenti]]
|Legislatura = {{NumLegRegno|A|XVII}}
|DataGiuramento = 6 febbraio [[1891]]
|DataDimissioni = 14 aprile [[1892]] <small>(respinte)</small><br />4 maggio [[1892]]
|DataNuovoGoverno = [[Governo Giolitti I|Giolitti I]]<br />15 maggio [[1892]]
|Precedente = [[Governo Crispi II|Crispi II]]
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| 15
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| {{nome partito con colore|Sinistra storica}}<ref name=adesionedisupporto>In cambio di posizioni esecutive, il partito decise di supportare saltuariamente il governo.</ref>
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=== Situazione parlamentare ===
'''NOTA''': Nonostante questo governo sia stato effettivamente privato della [[Fiducia parlamentare|fiducia]] (seppur indirettamente e tramite un [[ordine del giorno]]), ai tempi del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], poiché secondo lo [[Statuto Albertino]] il governo rispondeva nei fatti al solo [[Re d'Italia|Re]], il rapporto con il [[Parlamento]] in senso moderno non era obbligatorio (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione di un [[Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|governo]] palesemente [[Governo di minoranza|privo di tale supporto]]). La prassi di determinare la sopravvivenza dell’esecutivo in base al supporto parlamentare, dunque, si è andata sviluppando si da questi momenti, ma stabilmente solo successivamente, specie con l’ascesa dei [[partiti di massa]] e con l’introduzione del [[sistema proporzionale]], in tempi molto più tardi rispetto all’unità, ed ufficialmente solo con la [[Costituzione della Repubblica Italiana]]. Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo ed anche secondo il voto effettivamente subìto, il supporto che questo ha ottenuto.
 
Al momento della sua formazione, il 6 febbraio [[1891]]:
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| rowspan=2| [[Giorgio Arcoleo]]<br/><small>(dal 19 aprile 1891)</small>
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| colspan=3|[[Antonio Starabba, marchese di Rudinì]]<br />([[Destra storica]])<br/><small>''[[Ad interim]]'' (dal 31 dicembre 1891)</small>
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! [[Ministero dei lavori pubblici|Lavori Pubblici]]
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! rowspan=2|[[Ministero della marina|Marina]]
| colspan=3|[[Antonio Starabba, marchese di Rudinì]]<br />([[Destra storica]])<br/><small>''[[Ad interim]]'' (fino al 15 febbraio 1891)</small>
| rowspan=2| Raffaele Corsi
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* 14 aprile - In seguito a vari dissensi tra i ministri sulla politica economica, prima il Ministro delle Finanze, poi l’intero governo, si dimettono. Il Re dunque, affidato nuovamente il mandato a di Rudinì, si avvaleva della [[Presidente del Consiglio incaricato#La riserva|riserva]] (non essendo disposto nessuno ad accettare il dicastero delle finanze), respingendo così le dimissioni del governo (ma non un piccolo [[rimpasto]] dei ministri), e rimandandolo alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera dei Deputati]] per un voto confermativo.
* 4 maggio - Un [[ordine del giorno]], sulla cui approvazione il governo aveva informalmente rimesso la propria sopravvivenza in carica viene rigettato con 193 contrari (185 favorevoli ed 8 astenuti). Il governo dunque, presone atto, presenta nuovamente le dimissioni al Re che, accettandole, conferì l’incarico a [[Giovanni Giolitti]].
* 15 maggio - Con il giuramento del nuovo esecutivo termina ufficialmente l’esperienza di governo.
 
== Note ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Cita web|url=https://storia.camera.it/governi/i-governo-rudini#nav|titolo=Scheda sul Governo Di Rudinì I|editore=Camera dei Deputati}}
 
{{Governi del Regno d'Italia}}