San Benedetto in Perillis: differenze tra le versioni

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|Data elezione = 21-9-2020
|Data istituzione =
|Abitanti=100
|Note abitanti={{Istat|066|86|2024}}
|Aggiornamento abitanti=31-10-2024
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Acciano]], [[Collepietro]], [[Molina Aterno]], [[Navelli]], [[Popoli Terme]] ([[Provincia di Pescara|PE]]), [[Vittorito]]
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}}
 
'''San Benedetto in Perillis''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 100{{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia dell'Aquila]] in [[Abruzzo]]. Fa anche parte della [[Comunità montana]] ''[[Comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli|Campo Imperatore-Piana di Navelli]]''. Fino al 1947 fu frazione del comune di [[Collepietro]], ed è tra i comuni meno popolati della provincia e della regione.
 
== Storia ==
=== Origini medievali (VII secolo ca.) ===
San Benedetto in Perillis è un antico borgo di origini medievale che oggi conta pocoun menocentinaio di 70 abitanti. Si trova a circa 850&nbsp;m [[s.l.m.]], e domina tutta la [[conca peligna]].
 
Ritrovamenti archeologici hanno dimostrato che in zona esistesse un piccolo vicus romano, i cui abitanti comunicavano colcon il vicino Tratturo Magno, sulla via di [[Navelli]], che passava per la Puglia. I rinvenimenti sono conservati nel museo civico della Tradizione Popolare.
 
L'abitato più antico, caratterizzato da edilizia in pietra a vista e torri di guardia a interrompere una cortina muraria a pianta ellittica (tipica dell'epoca tardo longobarda), si formò intorno ad un [[monastero]] [[benedettini|benedettino]] fortificato sorto in località "Perello", che conserva ancora le torri a pianta semicircolare e pentagonale emergenti dalla cinta muraria.
 
=== Medioevo ed epoca moderna ===
San Benedetto fu possesso del signore Pietro dei Marsi (IX secolo), nipote di Berardo Francisco che costituì nella [[Marsica]] la [[Contea di [[Celano]]. I possedimenti abbaziali furono di proprietà di San Vincenzo al Volturno, insieme alla vicina abbazia di Santa Maria di [[Bominaco]], prima di passare come ricorda l'Antinori nei suoi Annali (libro VI), nella diocesi di Valva Sulmona.
 
Nel 1254 San Benedetto partecipò coi castelli vicini a fondare [[L'Aquila]], i castellani si installano nel [[Quarto di Santa Maria]]. Le vicende successive riguardano una serie di depredazioni e danni: nel 1423 subisce l'assedio di [[Braccio da Montone]] onde impedire ribellioni a favore dell'Aquila di partito angioino, durante gli scontri per la corona di Napoli; nel 1703 il catastrofico [[Terremoto dell'Aquila del 1703|terremoto all'Aquila]] danneggia la chiesa e il borgo, che inizia a spostarsi più a valle; nel 1915 il [[Terremoto della Marsica del 1915|terremoto della Marsica]] danneggia la chiesa madre e il borgo, che in parte frana e viene abbandonato.
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Edificato nelle sue forme romaniche dal vescovo di [[Valva (Corfinio)|Valva]] Trasmondo e passato nel [[1079]] nelle mani di una potente famiglia locale di origini [[Franchi|franche]], nel [[1092]] l'ultimo possessore privato, tal [[Ugo Malmozzetto]] del fu Giliberto, lo donò in punto di morte al Vescovo di Valva Giovanni insieme con tutte le sue pertinenze fondiarie, mobili ed ecclesiastiche; interessante è il toponimo di questo periodo, cioè San Benedetto in Collerotondo<ref>{{Cita libro|autore=A. L. Antinori|titolo=Annali degli Abruzzi|anno=1971|editore=Forni Editore|città=Bologna|pp=sub anno 1092 sub voce "Sulmona - Corfinio"|volume=VI}}</ref>. La chiesa, posta all'interno del borgo fortificato, come si vede dai torrioni angolari a scarpa, nella parte più elevata del rilievo, costituisce l'unica testimonianza dell'antica struttura abbaziale, che svolse una notevole opera di diffusione del [[monachesimo]] nella valle Tritana ed in tutto l'aquilano, insieme alla vicina ex abbazia di santa Maria Assunta di [[Bominaco]].
 
L'edificio, nell'attuale configurazione del [[XII secolo]], ripulito da intonaci ottocenteschi da Mario Moretti soprintendente, mostra i notevoli rimaneggiamenti subiti. Recenti restauri hanno smantellato la veste a stucco interna, e la finestra della facciata posticcia, riportando alla luce le originarie strutture altomedievali.
 
La facciata è a salienti, con portale romanico a tutto sesto, molto semplice. Presso la facciata si trova un loggiato di finestre cieche. Lateralmente si trovano dei torrioni, che introducono anche al borgo antico con un arco ogivale; tali torri erano coeve a quelle delle abbazie abruzzesi di Santa Maria di Bominaco, San Clemente a [[Casauria]], San Pelino di [[Valva]], San Bartolomeo a Carpineo[[Carpineto]]; dal lato orientale, con la seconda facciata posticcia e il [[portale]] [[romanico]], si trova il [[campanile]] a vela dell'[[800]].
 
A seguito di lavori di ristrutturazione i portali di ingresso sono stati spesso scambiati: attualmente il portone di ingresso è quello sul lato ovest e l'altare è posto sul lato est. Fino alla fine degli [[anni '60]] la situazione era invertita e l'ingresso principale era quello sulla facciata est, all'interno del borgo antico, e l'altare era posizionato su lato ovest della navata principale.
 
L'interno, a tre [[navata|navate]] con pilastri circolari che formano le arcate, è coperto da una copertura lignea rifatta nel 1968, custodisce tracce di preziosi affreschi del [[XIII secolo]] dal carattere ancora romanico bizantino. La pianta rettangolare è composta da due facciate, quella principale con logge cieche e un torrione di avvistamento sul fianco, e la seconda facciata rinascimentale con campanile a vela. La chiesa appartenne al [[ducato di Spoleto]] fino alla costituzione dell'Abruzzo nel [[XIII secolo]] con capoluogo [[Sulmona]].
 
Danneggiata dai terremoti del 1703 e da quello del 2009, è in attesa di restauro.