Indice H: differenze tra le versioni

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== Normalizzazione dell'indice H ==
L'indice H contemporaneo (Hc-index) è una forma di normalizzazione dell'H-Index<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Antonis|cognome=Sidiropoulos|nome2=Dimitrios|cognome2=Katsaros|nome3=Yannis|cognome3=Manolopoulos|data=2007-08|titolo=Generalized Hirsch h-index for disclosing latent facts in citation networks|rivista=Scientometrics|volume=72|numero=2|pp=253–280253-280|lingua=en|accesso=2022-07-07|doi=10.1007/s11192-007-1722-z|url=http://link.springer.com/10.1007/s11192-007-1722-z}}</ref> (Sidiropoulos et al. 2007). Di fatto normalizza l'indice H (H-index), pesando maggiormente i lavori più recenti, tenendo quindi in considerazione il tempo e se il lavoro continua a essere citato nel tempo. Si calcola come l'indice H, ordinando in modo decrescente per numero di citazioni tutte le pubblicazioni di un autore, ma dopo aver applicato al numero di citazioni di ogni pubblicazione la seguente formula correttiva:
 
(4 × numero di citazioni del documento)/(anno in corso - anno di pubblicazione del documento + 1).
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Per esempio, gli scienziati che hanno avuto una carriera breve sono decisamente penalizzati, in quanto l'indice non tiene conto della loro influenza poiché essi hanno prodotto solo un numero limitato di contributi, non importa quanto decisivi.
Per esempio, l'indice di [[Évariste Galois]] è {{cn|2}} e rimarrà così per sempre; se [[Albert Einstein]] fosse morto all'inizio del [[1906]], il suo indice sarebbe fermo a {{cn|4 o 5}}, valore che sicuramente non rappresenta con dignità l'importanza degli studi che hanno portato le pubblicazioni del [[1905]].
La validità di questa obiezione è dimostrata dall'analisi stessa dei dati riportati alla fine, che indicano una classifica di fisici in base all'indice: salta subito agli occhi che, a fronte di fisici con valori di ''h'' superiori o vicini a 100 (Einstein nel 2020 raggiunge un ''h'' = 325<ref>Doppio profiloː {{Cita web |url=https://scholar.google.it/citations?hl=it&user=do7frTMAAAAJ |titolo=Albert Einstein 1 |editoresito=Google Scholar}} e {{Cita web |url=https://scholar.google.it/citations?hl=it&user=qc6CJjYAAAAJ |titolo=Albert Einstein 2 |editoresito=Google Scholar |accesso=18 luglio 2020}}</ref>), nel 2020 [[Richard Feynman]] ha ''h'' = 60<ref>{{Cita web |url=https://scholar.google.it/citations?hl=it&user=B7vSqZsAAAAJ |titolo=Richard Feynman |editoresito=Google Scholar |accesso=31 luglio 2020}}</ref>, [[Paul Dirac]] ha ''h'' = 63<ref>{{Cita web |url=https://scholar.google.it/citations?hl=it&user=xKhS5MEAAAAJ |titolo=Paul Dirac |editore=Google Scholar |accesso=18 luglio 2020}}</ref>.
* L'indice ''h'' non considera il contesto delle citazioni. Ad esempio, alcuni lavori in un articolo sono citati semplicemente per agevolare una introduzione, anche se hanno basso significato al contesto specifico, e non ha potere risolutivo per delimitare citazioni fatte in un contesto negativo o fraudolento (ad esempio quando un lavoro viene citato perché contenente affermazioni errate).
* L'indice ''h'' è influenzato dalle limitazioni nelle banche dati delle citazioni, in particolare per articoli prima degli anni novanta.
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* L'indice ''h'' non tiene conto del numero di autori di un articolo, avvantaggiando con questo gli autori che decidono di firmare insieme degli articoli. Ciò vuol dire che anche un autore che ha dato un contributo minimo alla pubblicazione otterrà, al fine del computo dell'indice, una pubblicazione e le relative citazioni in conto, come tutti gli altri. Questo avvantaggia chiaramente chi dirige un gruppo di ricerca, per esempio professori con un grande numero di dottorandi: essendo normale che il professore risulti tra gli autori, in quanto segue e consiglia gli studenti e ne revisiona le bozze delle pubblicazioni, egli ottiene un numero di articoli a suo nome sproporzionato al lavoro effettivo. Lo stesso fenomeno può avvenire nei gruppi di ricerca industriali.
* L'indice ''h'' sembra enfatizzare il lavoro proveniente da grandi collaborazioni, piuttosto che piccoli gruppi di ricercatori o singoli individui.
* L'indice ''h'' privilegia i settori su cui c'è molto interesse contingente, e quindi che vedono una quantità superiore alla norma di lavori venire pubblicati e citati. Un lavoro di routine di un settore con molti interessi e investimenti verrà citato più volte di uno di un settore di nicchia con pochi esperti che se ne occupano. Per esempio, un ricercatore che si occupa dell'evoluzione del sistema immunitario nei crostacei difficilmente potrà avere un indice con valore superiore a un medico che studia malattie infettive degli umani molto diffuse.<ref>[[{{cita libro|wkautore=Gianfranco Pacchioni]], ''|Gianfranco|Pacchioni|Scienza, quo vadis? Tra passione intellettuale e mercato'', [[|2017|Il Mulino]], 2017, |Bologna|ISBN =9788815270733}}</ref>
*l'indice ''h'' non sempre è depuratore dell{{'}}''[[editoria predatoria]]'', delle carriere che producono articoli fasulli a pagamento ('' paper mill'').<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Simone Valesini|url=https://www.wired.it/article/paper-scientifici-fasulli-fabbriche-fenomeno-aumento/|titolo=Sono in aumento le fabbriche di paper fasulli che stanno ingolfando la letteratura scientifica|sito=[[Wired (rivista italiana)|Wired Italia]]|data=2025-02-10|accesso=2025-02-10}}</ref> Il fenomeno nasce dal principio del "pubblica o muori" (''publish or perish''), secondo cui la carriera accademica e il valore di uno scienziato sono misurati dal numero di citazioni e di pubblicazioni.
 
== Note ==