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"La prima «divina» in chiave di contralto" fu comunque la mulatta [[Vittoria Tesi|Vittoria Tesi Tramontini]], detta la «Moretta». Di modeste origini fiorentine, "debuttò sedicenne a [[Parma]] e diventò presto famosa cantando a [[Dresda]] nel [[1718]] e [[1719]] e quindi nei maggiori teatri italiani", nonché per una stagione a [[Madrid]], ed emergendo, "inizialmente, nelle opere di Lotti; quindi nei lavori di Vinci, [[Johann Adolf Hasse|Hasse]], [[Leonardo Leo|Leo]], [[Giovanni Porta|Porta]], [[Domenico Sarro|Sarro]]. A [[Vienna]], in fine di carriera eseguì opere di [[Niccolò Jommelli|Jommelli]]",<ref name="Requiem"/> tra gli altri, e di [[Christoph Willibald Gluck|Gluck]], per il quale ultimo, nel 1754, creò il ruolo di Lisinga ne ''Le cinesi'', in quella che fu probabilmente la chiusura della sua carriera in palcoscenico.<ref>Gerhard Croll, ''Tesi (Tramontini), Vittoria'', in Stanley Sadie, ''op. cit.'', IV, pp. 702-703.</ref> Donna di spirito ed intelligente, guardata con rispetto da letterati e intellettuali, tra cui il [[Metastasio]], espressiva ed elegante secondo alcuni, brutta secondo altri,<ref>Alla relazione amorosa tra la Tesi ed il futuro cardinale [[Enea Silvio Piccolomini (cardinale)|Enea Silvio Piccolomini]], è dedicato il volumetto di [[Benedetto Croce]], ''Un prelato e una cantante del secolo XVIII. Lettere d'amore'', apparso a [[Bari]] per i tipi di [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], nel 1946.</ref> di lei si può comunque affermare con certezza "che era di statura imponente e morbida e flessuosa nei movimenti scenici perché, a suo tempo, insieme al canto aveva studiato danza. La voce non era bella, timbricamente, ma ampia ed estesa, soprattutto nel registro grave. Nel 1719, a Dresda, cantò con grande successo arie composte per voce di [[Basso (voce)|basso]] [...] Data la statura era molto apprezzata nelle parti maschili, ma appariva a suo agio anche in quelle femminili [...] Stando ad alcune parti scritte per lei, la Tesi aveva, come normale estensione, il tratto sol grave... - fa acuto. Probabilmente nelle variazioni poteva scendere al fa2 e quindi vantava un'estensione di più di due ottave, d'altronde corrispondente a quella che, nel Settecento era considerata la più idonea per un vero contralto".<ref name="Requiem"/>
 
La specifica fatta da Celletti di "''vero'' contralto" non deve fare meraviglia vista la notevole approssimazione con cui la definizione di contralto venne utilizzata nel corso dei primi due secoli di storia dell'opera. "Il termine di [[mezzosoprano]], in uso nella [[musica sacra]] e [[madrigale|madrigalistica]] deldei secoli [[XIV secolo|XIV]] e XV, fu praticamente ignorato dal melodramma del Sei-Settecento e del primissimo Ottocento, periodi in cui si scrisse e si parlò esclusivamente di soprani e di contralti".<ref name="Caruselli2">Caruselli, voce: ''mezzosoprano'', III, p. 818.</ref> Ciò determinò la tendenza inevitabile a definire "contralti" anche cantanti non in grado di reggere pienamente le tessiture bassissime allora previste per questo tipo di voce, o comunque di affrontare quelle invece assegnate ai soprani che, all'inizio relativamente poco impegnative, iniziarono ad elevarsi a partire dagli anni trenta del Settecento, segnatamente ad opera di Händel, fino a divenire acutissime. Si trattava in sostanza di esecutrici che in epoca moderna verrebbero senz'altro definite mezzosoprani, ma, siccome tale termine continuava ad apparire sospetto, esse vennero allora designate con quello più aulico di contralto. "Il caso più tipico fu quello di [[Faustina Bordoni|Faustina Bordoni Hasse]], per la quale sia Hasse, sia Händel, sia altri compositori adottarono una scrittura da mezzosoprano, sia pure non molto elevata, ma che spesso fu definita come contralto"<ref name="Grove"/> Non comunque da [[Johann Joachim Quantz]], il quale, in una successiva descrizione della cantante fatta a [[Charles Burney]], resuscitò per lei, ''ante litteram'', il termine desueto di "mezzosoprano".<ref>''A general history of music: from the earliest ages to the present period'', by Charles Burney, Mus. D. F.R.S., Volume quarto, Londra, 1789, p. 319 (accessibile gratuitamente ''on-line'' in [http://books.google.it/books?id=M-9CAAAAcAAJ&pg=PA318&dq=Charles+Burney+Faustina+Bordoni&hl=it&ei=tCR7TsHVCqWa1AWVwsCjAw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&sqi=2&ved=0CDcQ6AEwAg#v=onepage&q&f=false books.google]).</ref> Un discorso analogo può essere fatto, ad esempio, per la ''musa'' di [[Antonio Vivaldi|Vivaldi]], [[Anna Girò|''Annina'' Girò]], la quale, a suo tempo costantemente classificata come contralto, viene oggi descritta come mezzosoprano, fra l'altro un po' deboluccio, da Reinhard Strohm.<ref>"Slightly feeble mezzosoprano voice", in ''The Operas of Antonio Vivaldi'', Firenze, [[Leo S. Olschki|Olschki]], 2008, I, p. 55. ISBN 978-88-222-5682-9.</ref> O, ancora, passando alla seconda metà del secolo, per "[[Dorotea Bussani]], non di rado indicata come contralto, ma di fatto mezzosoprano, come dimostrano anche le parti composte per lei da [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] (Cherubino delle ''[[Le nozze di Figaro|Nozze di Figaro]]'', Despina di ''[[Così fan tutte]]'')",<ref name="Caruselli"/> e poi per la diva [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]] [[Giuseppina Grassini]], anch'ella definita di regola contralto, ma trattata musicalmente da mezzosoprano in molte delle grandi parti serie per lei composte da [[Domenico Cimarosa|Cimarosa]], [[Sebastiano Nasolini|Nasolini]] e [[Nicola Antonio Zingarelli|Zingarelli]].<ref name="Caruselli2"/> Nella seconda metà del secolo, del resto, «ebbe inizio, tra i sopranisti e i soprani, una frenetica corsa ai sopracuti e anche i contralti e i [[Tenore|tenori]] cercarono di adeguarsi. Così, come scriveva Metastasio, nel [[1770]], a Saverio Mattei, voci leggere e schiarite si sostituirono a quelle ferme, robuste e sonore d'un tempo, con grave danno per l'espressività»,<ref name="Requiem"/> e non fa quindi meraviglia che, se non mancarono ovviamente contralti di una certa rinomanza, si trattasse di interpreti "di livello non eccezionale".<ref name="Caruselli"/>
 
[[File:Mademoiselle Maupin de l'Opéra (Julie d'Aubigny).jpg|thumb|upright=0.7|[[Julie d'Aubigny|Mademoiselle Maupin]]<br> de l'Opéra<br>Collezione Michel Hennin - [[Biblioteca nazionale di Francia]]]]
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===Strumenti musicali===
In una famiglia strumentale, il termine distingue il taglio di strumento la cui estensione è simile a quella del registro di contralto vocale (ad es. [[sassofono contralto]] e {{cnSenza fonte|[[corno francese]]}}) o che si trova compreso tra il taglio di [[soprano]] e quello di [[tenore]] della rispettiva famiglia (ad es. [[flauto dolce#Tipi di flauto dolce|flauto dolce contralto]], [[Trombone#Trombone contralto|trombone contralto]] e [[flicorno contralto]]). Talvolta la nomenclatura degli strumenti contralti differisce da questo schema per motivi storici: si veda ad esempio la [[viola (strumento musicale)|viola]] (contralto/tenore della famiglia degli [[archi (musica)|archi]]), il [[corno inglese]] (contralto dell'[[oboe]]) o il [[corno di bassetto]] (molto simile al [[clarinetto#La famiglia|clarinetto contralto]]).
 
== Note ==