Governo Nitti II: differenze tra le versioni
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|PartitoPres = [[Partito Radicale Italiano|PR]]
|CoalizioneGov = [[Partito Popolare Italiano (1919)|PPI]], [[Unione Liberale (Italia)|UL]], [[Partito Radicale Italiano|PR]], [[Indipendente (politica)|Indipendenti]]
[[Appoggio esterno]]: [[Liste concordate di liberali, democratici e radicali|LDR]]/[[Partito Liberale Democratico Italiano|PLDI]], [[Partito Democratico Costituzionale (Italia)|PDC]]-{{abbr|[[Democrazia Sociale|PD]]|Partito Democratico}}, [[Partito Economico|PE]], [[Partito Socialista Riformista Italiano|PSRI]]/{{abbr|US|Unione Socialista}}
|Legislatura = {{NumLegRegno|A|XXV}}
|DataGiuramento = 22 maggio [[1920]]
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=== Situazione parlamentare ===
'''NOTA''': Nonostante questo governo non si sottopose mai ad alcun tipo di votazione, dimettendosi proprio alla prima occasione per via della forte influenza delle dinamiche parlamentari sulla [[Fiducia parlamentare|fiducia]] (che venivano spesso attuate indirettamente e tramite vari [[ordine del giorno|ordini del giorno]]) e che avevano ormai portato ad una prassi di forte rilevanza stratificata e abbastanza consolidata dell’[[Parlamento del Regno d'Italia|organo legislativo]] e della [[Monarchia parlamentare]], con un’evidente evoluzione in senso democratico della [[responsabilità politica]], l’atto fu essenzialmente solo formale, poiché la fiducia stessa era effettivamente solo una [[convenzione costituzionale]]. Ufficialmente infatti, ai tempi del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], poiché secondo lo [[Statuto Albertino]] il governo rispondeva concretamente al solo [[Re d'Italia|Re]] (il quale, dando egli stesso una prima fiducia al governo, aveva il potere di far resistere l’esecutivo ad un voto della [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera dei deputati]], come alcune volte fece), il rapporto con il [[Parlamento]] in senso moderno non era pienamente obbligatorio, pur diventato
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== Cronologia ==
=== 1920 ===
* 22 maggio - Il governo giura dinnanzi al Re. Poco dopo, il Presidente del Consiglio Nitti promulga un [[regio decreto]] sull’aumento del prezzo politico del pane senza consultare il [[Parlamento del Regno d'Italia|Parlamento]].
* 9 giugno - Divenuta la situazione presto insostenibile e fuori controllo, il governo ritira il regio decreto ma, constatato ancora che non vi sarebbe comunque stato supporto parlamentare per l’esecutivo, esso annuncia le proprie dimissioni dinnanzi al Re<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1175_01_1920_0137_0001_24314701/|titolo=Il terzo Ministero Nitti si presenta dimissionario al Parlamento dopo avere revocato il decreto sul pane|pubblicazione=La Stampa|data=10 giugno 1920}}</ref>, il quale, accettatele, conferisce l’incarico a [[Giovanni Giolitti]].<ref name=":2" /><ref>{{Cita news|titolo=Il Ministero Giolitti sostituito|pubblicazione=La Stampa|data=16 giugno 1920|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1175_01_1920_0142_0001_24315280/}}</ref>
* 15 giugno - Con il giuramento del nuovo esecutivo termina ufficialmente l’esperienza di governo.<ref>{{Cita news|editore=[[La Stampa]]|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1175_01_1920_0143_0001_24315339/|titolo=Il giuramento in Quirinale e l'assunzione dei dicasteri|p=1|data=17 giugno 1920}}</ref>
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