Monte Saint Helens: differenze tra le versioni

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Il '''Monte Saint Helens''' o '''Monte Sant'Elena''' ({{inglese|Mount Saint Helens}}, noto altresì come '''Lawetlat'la''' dagli indigeni della tribù dei Cowlitz e '''Loowit''' o '''Louwala-Clough''' per i [[Klickitat]]) è uno [[stratovulcano]] attivo situato negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], più in dettaglio nella [[contea di Skamania]] nelnello stato di [[Washington (stato)|Washington]].<ref name="ska">{{cita web|lingua=en|url=https://skamania.org/experience-skamania/mt-st-helens-mt-rainier/|titolo=Mt. St. Helens & Mt. Rainier|accesso=7 luglio 2021}}</ref> Situato 83&nbsp;km a nord-est di [[Portland (Oregon)|Portland]] e 158 a sud di [[Seattle]], la sua denominazione si deve al diplomatico britannico Alleyne Fitzherbert, lord di St. Helens, un amico dell'esploratore [[George Vancouver]] che esplorò l'area alla fine del XVIII secolo.<ref name="ska"/><ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.distancefromto.net/between/Portland/Mount+Saint+Helens|titolo=Distance between Portland and Mount Saint Helens|sito=distancefromto.net|accesso=7 luglio 2021}}</ref><ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.distancefromto.net/between/Seattle/Mount+Saint+Helens|titolo=Distance between Seattle and Mount Saint Helens|sito=distancefromto.net|accesso=7 luglio 2021}}</ref> Il cratere rientra nell'[[arco vulcanico delle Cascate]], un segmento della [[cintura di fuoco]] del Pacifico.
 
Il monte St. Helens divenne famoso a fine [[Novecento]] per la sua spettacolare [[Eruzione del monte Saint Helens del 1980|eruzione del 18 maggio 1980]], l'evento vulcanico più mortale ed economicamente più distruttivo nella storia degli Stati Uniti.<ref name="USDA">{{cita web|lingua=en|url=http://www.fs.fed.us/gpnf/mshnvm/|sito=[[United States Forest Service|USFS]]|titolo=Mount St. Helens National Volcanic Monument|accesso=13 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061123065550/http://www.fs.fed.us/gpnf/mshnvm/|urlmorto=sì}}</ref> A perdere la vita furono 57 persone, mentre andarono distrutti 47 ponti, 200 abitazioni, 24&nbsp;km di ferrovie e 298 di autostrada.<ref name="Tilling1990impact">{{cita web|lingua=en|url=https://pubs.usgs.gov/gip/msh/impact.html|titolo=Impact and Aftermath|sito=USGS|autore=Robert I. Tilling|autore2=Lyn Topinka|autore3=Donald A. Swanson|anno=1990|accesso=6 luglio 2021}}</ref> Imponenti [[frana|valanghe di detriti]], innescate da un terremoto di magnitudo 5.1, generarono a loro volta un'[[eruzione laterale]] che ridusse l'elevazione della vetta della montagna da 2.950 a 2.550 m, lasciando un cratere ampio 1,6&nbsp;km a forma di ferro di cavallo.<ref name="USGSFrom1980"/><ref name="USDATeacherCorner">{{cita web|lingua=en|url=http://www.fs.fed.us/gpnf/mshnvm/education/teachers-corner/library/volcanic-eruption-summary.shtml|sito=USFS|titolo=May 18, 1980 eruption of Mount St. Helens}}</ref> La valanga di detriti ammontava in termini di volume a 2,5&nbsp;km³.<ref name="cataclysm">{{cita web|lingua=en|url=https://www.usgs.gov/volcanoes/mount-st-helens/1980-cataclysmic-eruption?qt-science_support_page_related_con=2|titolo=1980 Cataclysmic Eruption|sito=USGS|accesso=6 luglio 2021}}</ref> L'eruzione del 1980 segnò una grave crisi per gli ecosistemi terrestri, mentre, al contrario, quelli acquatici beneficiarono notevolmente delle quantità di cenere, in quanto consentì alle specie subacquee di riprodursi in tempi più rapidi. Sei anni dopo l'eruzione, la maggior parte dei laghi della zona sono tornati al loro stato normale.<ref name="aller">{{cita web|titolo=Mount St. Helens: A Living Laboratory for Ecological Research|url=https://www.fs.usda.gov/pnw/projects/mount-st-helens|lingua=en|accesso=6 luglio 2021}}</ref>
 
Dopo la sua eruzione del 1980, il vulcano ha fatto registrare un'attività vulcanica più o meno continua fino al 2008. I geologi prevedono che le future eruzioni si riveleranno più distruttive, poiché la conformazione dei duomi di lava richiederà più pressione perché possa avvenire l'eruzione.<ref>{{cita testo|autore=Maya
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[[File:MSH06 aerial crater from north high angle 09-12-06.jpg|left|thumb|Il cratere nel 2006: evidente la crescita del ghiacciaio]]
 
Durante l'inverno 1980-1981, fece la sua comparsa un nuovo ghiacciaio, oggi chiamato Crater e in passato Tulutson. Grazie all'ombra fornita dalle pareti del cratere e alimentato da abbondanti nevicate e ripetute valanghe di neve, esso crebbe rapidamente (4,3 m all'anno di spessore), tanto che nel 2004 copriva circa 0,93&nbsp;km² ed era diviso dalla sommità sul fianco occidentale e orientale. In genere, verso la fine dell'estate, il ghiacciaio si mostra di colore scuro per via della caduta di massi dalle pareti del cratere e cenere dovuti alle eruzioni.<ref name="bru"/><ref name="wal"/><ref name="st"/><ref name="ng"/> A partire dal 2006, il ghiaccio aveva uno spessore medio di 100 m e un massimo di 200, una profondità pari quasi quanto al più vecchio e più grande ghiacciaio Carbon presente sul monte Rainier. Il ghiaccio si originò tutto dopo il 1980, risultando dunque assai giovane da un punto di vista geologico: nonostante la sua poca longevità, il suo volume raggiunge più o meno lo stesso di tutti i ghiacciai precedenti al 1980 messi insieme.<ref name="bru">{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Melinda M. Brugman|autore2=Austin Post|titolo=Effects of volcanism on the glaciers of Mount St. Helens|url=https://pubs.er.usgs.gov/publication/cir850D|anno=1981|accesso=7 luglio 2021}}</ref><ref name="wal">{{cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Effects of lava-dome growth on the Crater Glacier of Mount St. Helens|data=gennaio 2008|autore=Joseph Scott Walder|autore2=Steve P.Schilling|autore3=J.W. Vallance|autore4=R. Lahusen|url=https://www.researchgate.net/publication/284329731_Effects_of_lava-dome_growth_on_the_Crater_Glacier_of_Mount_St_Helens}}</ref><ref name="st">{{cita web|lingua=en|accesso=7 luglio 2021|url=https://www.seattletimes.com/seattle-news/environment/nws-restless-volcano-also-holds-the-worlds-newest-glacier/|titolo=Mount St. Helens, still steaming, holds the world's newest glacier|data=4 luglio 2015|sito=[[The Seattle Times]]}}</ref><ref name="ng">{{cita web|lingua=en|url=https://apiwww.nationalgeographic.com/distribution/public/amp/science/article/see-the-eerie-ice-caves-carved-by-mount-st-helens-fiery-breath|accesso=7 luglio 2021|titolo=See the eerie glacier caves carved by Mount St. Helens's fiery breath|autore=Craig Welch|data=18 maggio 2020|sito=[[National Geographic]]}}</ref>
 
Con la recente attività vulcanica iniziata nel 2004, i lati esterni del ghiacciaio sono stati spinti da e verso l'alto per via della formazione di nuove sommità vulcaniche. La superficie del ghiacciaio, un tempo per lo più priva di crepacci, si trasformò in un caotico guazzabuglio di [[cascata di ghiaccio|cascate di ghiaccio]], suggellate da ragguardevoli [[Crepaccio|crepacci]] e [[seracco|seracchi]] causati dal movimento del fondo del cratere.<ref name="VR">{{cita web|lingua=en|url=http://www.fs.fed.us/gpnf/mshnvm/volcano-review/documents/Volcano_Review_2008_Final_lowrez-201.pdf|titolo=Volcano Review|sito=USFS|accesso=8 luglio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080626134702/http://www.fs.fed.us/gpnf/mshnvm/volcano-review/documents/Volcano_Review_2008_Final_lowrez-201.pdf|urlmorto=sì}}</ref> Le nuove cupole separarono quasi tutto il ghiacciaio del cratere in due tronconi, localizzati rispettivamente a est e a ovest. Nonostante l'attività vulcanica, le estremità del ghiacciaio avanzarono ancora, con un leggero spostamento sul fianco occidentale e un avanzamento più considerevole a ovest. A causa dell'avanzata, i due banchi di acqua solida si unirono a fine maggio 2008, finendo per circondare completamente le sommità.<ref name="VR"/><ref>{{cita web|accesso=7 luglio 2021|url=http://vulcan.wr.usgs.gov/Imgs/Jpg/MSH/MSH08/MSH08_aerial_new_dome_from_north_05-30-08_med.jpg|titolo=Il ghiacciaio visto da nord|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080626134704/http://vulcan.wr.usgs.gov/Imgs/Jpg/MSH/MSH08/MSH08_aerial_new_dome_from_north_05-30-08_med.jpg|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|accesso=7 luglio 2021|url=http://vulcan.wr.usgs.gov/Imgs/Jpg/MSH/MSH08/MSH08_crater_glacier_arms_touching_05-30-08_med.jpg|titolo=Il ghiacciaio nei pressi del cratere|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080626134705/http://vulcan.wr.usgs.gov/Imgs/Jpg/MSH/MSH08/MSH08_crater_glacier_arms_touching_05-30-08_med.jpg|urlmorto=sì}}</ref> Inoltre, dal 2004, nuovi ghiacciai si sono originati sopra il Crater, forse iniziando a corrodere la roccia sottostante; altre due aree glaciali si rintracciano a nord della parte orientale del Crater.<ref name="ng"/>
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Verso le 17:30 il 18 maggio, la colonna verticale di cenere diminuì di elevazione, mentre le esplosioni meno violente continuarono per tutta la notte e per i giorni successivi. L'eruzione di St. Helens del 18 maggio rilasciò 24 megatoni di energia termica ed emise più di 1,5&nbsp;km³ di materiale.<ref name="USGSFrom1980">{{cita web|lingua=en|url=https://pubs.usgs.gov/fs/2000/fs036-00/|titolo=Mount St. Helens - Eruption: May 18, 1980|sito=USGS|accesso=7 luglio 2021|anno=2000}}</ref><ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.fs.fed.us/gpnf/mshnvm/education/teachers-corner/library/volcanic-eruption-summary.shtml|titolo=Eruption: May 18, 1980|sito=USGS|accesso=luglio 8, 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090529034823/http://www.fs.fed.us/gpnf/mshnvm/education/teachers-corner/library/volcanic-eruption-summary.shtml|urlmorto=sì}}</ref> La distruzione del lato settentrionale della montagna ridusse l'altezza della vetta di circa 400 m e lasciò un cratere largo tra 1,6 e 3,2&nbsp;km di larghezza e 600 m di profondità, configurando un'enorme breccia. L'eruzione portò alla morte di 57 persone, quasi 7.000 animali di grossa taglia (in particolari cervi, alci e orsi) e circa 12 milioni di pesci.<ref name="Tilling1990impact"/> Vennero danneggiate o rase al suolo oltre 200 case, 298&nbsp;km di autostrada e 24 di ferrovia.<ref name="Tilling1990impact"/>
 
Tra il 1980 e il 1986, l'attività in loco continuò, specie quando si costituì un nuovo duomo di lava; più tardi, dal 7 dicembre 1989 al 6 gennaio 1990 e dal 5 novembre 1990 al 14 febbraio 1991, la montagna eruttò generando talvolta enormi nuvole di cenere.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|url=https://pubs.er.usgs.gov/publication/70168555|autore=Bobbie Myers|anno=1992|titolo=Small explosions interrupt 3-year quiescence at Mount St. Helens, Washington|rivista=Terremoti e vulcani|volume=23|numero=2|pp=58–7358-73|accesso=7 luglio 2021}}</ref>
 
<gallery widths="300" perrow="3" caption="Mutamenti geomorfologica della sommità del St. Helens tra gli anni 1982-2017">
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==== 2004-2008 ====
 
[[File:Whaleback, Mount St Helens volcanic crater (February 22 2005).jpg|left|thumb|La caratteristica [[protrusione solida]] detta "Whaleback", neltraducibile febbraioin 2005italiano come “a dorso di balena”, terminologia già utilizzata nell’anticlinale rappresentata dal [[Montello (colle)|Montello]] (Italia).
 
[febbraio 2005] ]]
 
Il magma raggiunse la superficie del vulcano intorno all'11 ottobre 2004, determinando la costruzione di un nuovo duomo di lava sul lato meridionale: la crescita di quest'ultima proseguì per tutto il 2005 e nel 2006. Fecero la loro apparizione diverse [[Protrusione solida|protrusioni solide]], fra cui la "whaleback", che comprendeva intricati alberi di magma solidificato estrusi dalla pressione del magma sottostante. Tuttavia, considerata la loro fragilità, queste guglie non durarono molto e si ruppero poco tempo dopo. Il 2 luglio 2005, la whaleback si frantumò, causando una caduta di massi che propagò cenere e polvere per diverse centinaia di metri in aria.<ref>{{cita web|titolo=La Whaleback prima e dopo (1-2 luglio 2005)|sito=USGS|accesso=7 luglio 2021|url=http://vulcan.wr.usgs.gov/Imgs/Jpg/MSH/MSH05/MSH05_dome_from_sugarbowl_tip_spine_collapse_July2005_med.jpg|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050903224652/http://vulcan.wr.usgs.gov/Imgs/Jpg/MSH/MSH05/MSH05_dome_from_sugarbowl_tip_spine_collapse_July2005_med.jpg|urlmorto=sì}}</ref>
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La linea degli alberi si attesta in loco a una quota abbastanza bassa, ovvero circa 1.340 m. Una simile anomalia si deve alla frequenza delle eruzioni, in quanto si crede che il limite si possa rintracciare su zone localizzate a un'altitudine maggiore durante i periodi di quiescenza.<ref name="before"/> I prati composti da fiori alpini sono rari.<ref name="before"/>
 
Le [[Capra delle nevi|capre delle nevi]] (''Oreamnos americanus'') abitavano altitudini più elevate del picco, anche se un gran numero di esse perì dopo il 1980.<ref name="opb">{{cita news|url= https://www.opb.org/artsandlife/article/mount-st-helens-washington-mountain-goats/ |titolo=Contare le capre di montagna sul monte St. Helens|nome=Jule|cognome=Gilfillan|editore=Oregon Public Broadcasting|data=30 giugno 2017}}</ref> Tra i grandi mammiferi rintracciabili in zona figurano il [[wapiti di Roosevelt]] (''Cervus canadensis roosevelti''), il [[cervo dalla coda nera]] (''Odocoileus hemionus columbianus''), l'[[Ursus americanus|orso nero americano]] (''Ursus americanus'') e il [[Puma concolor|puma]] (''Puma concolor'').<ref name="before"/>
 
=== Impatto delle eruzioni ===
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[[File:Fur trapper in Mount St Helen area.jpg|left|thumb|Un cacciatore di pellicce (''trapper'') nel XIX secolo presso il monte St. Helens]]
 
Il comandante [[George Vancouver]] e gli ufficiali dell'HMS ''Discovery'', per conto della [[Royal Navy]], eseguirono il primo avvistamento registrato degli europei del monte St. Helens il 19 maggio 1792, durante il rilevamento della costa settentrionale dell'[[Oceano Pacifico]]. Vancouver battezzò la montagna in onore del diplomatico britannico Alleyne Fitzherbert, primo barone di St. Helens il 20 ottobre 1792, come riportato dal ''Discovery'' quando si appropinquò alla foce del fiume Columbia.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=[[George Vancouver]]|titolo=A voyage of discovery to the North Pacific ocean, and round the world|data=1798|città=Londra|pp=421–422421-422|url=https://archive.org/details/voyageofdiscover01vanc?view=theater#page/420/mode/2up|oclc=54529835}}</ref>
 
Anni dopo, esploratori, commercianti e missionari vennero a sapere di un vulcano in eruzione nella zona. Geologi e storici conclusero molto più tardi che l'eruzione ebbe luogo nel 1800, assistendo al principio della fase eruttiva di Goat Rocks.<ref name="har217"/> Allarmata dalla "neve secca", la tribù Nespelem del nord-est di Washington avrebbe ballato e pregato piuttosto che raccogliere cibo e patire durante quell'inverno la fame.<ref name="har217"/>
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=== Colonizzazione europea e sfruttamento dell'area ===
 
[[File:Mount St Helens erupting at night by Paul Kane.jpg|thumb|alt=Dipinto di un vulcano conico in eruzione di notte dal lato.|Dipinto di [[Paul Kane (pittore)|Paul Kane]] intitolato ''Il monte St. Helens in eruzione di notte'' dopo la sua visita in zona nel 1847]]
 
Il primo resoconto autenticato di un testimone oculare non indigeno di un'eruzione vulcanica risale al marzo del 1835 per opera di Meredith Gairdner, quando era al lavoro per la [[Compagnia della Baia di Hudson]] di stanza a [[Fort Vancouver]].<ref>{{cita|Harris (1988)|p. 219}}.</ref> Questi inviò un resoconto all'''Edinburgh New Philosophical Journal'', che pubblicò la sua lettera nel gennaio 1836.<ref>{{cita web|url=https://www.nps.gov/people/meredithgairdner.htm|autore=Jack Nisbet|accesso=7 luglio 2021|titolo=Meredith Gairdner|lingua=en}}</ref> [[James Dwight Dana]] dell'[[Università di Yale]], mentre navigava con la [[spedizione di Wilkes]], scorse il picco quiescente dalla foce del fiume Columbia nel 1841. Un altro membro della spedizione descrisse in seguito le "lave basaltiche alveolari" alla base della montagna.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://volcanoes.usgs.gov/observatories/cvo/Historical/LewisClark/Info/summary_mount_st_helens.shtml|titolo=Mount St. Helens, Washington|sito=USGS|accesso=7 luglio 2021}}</ref>
 
Alla fine dell'autunno o all'inizio dell'inverno del 1842, i vicini coloni e missionari europei furono testimoni della cosiddetta Grande Eruzione (''Great Eruption''). In tale occasione, si generarono sorprendenti nubi di cenere e per 15 anni seguirono lievi esplosioni.<ref>{{cita|Harris (1988)|pp. 220–221220-221}}.</ref> Si trattò probabilmente in quell'occasione di un'[[eruzione freatica]] (esplosioni di vapore). Il reverendo Josiah L. Parrish a Champoeg, in Oregon, assistette all'eruzione del St. Helens il 22 novembre 1842. La cenere potrebbe aver allora raggiunto [[The Dalles]],80&nbsp;km a sud-est del vulcano.<ref name="USGS-Description"/>
 
Nell'ottobre del 1843, il futuro governatore della [[California]] [[Peter Hardeman Burnett|Peter H. Burnett]] raccontò una storia apocrifa molto probabilmente descritta da un uomo indigeno che si ustionò gravemente un piede e una gamba nella lava o nella cenere calda mentre era a caccia di cervi. La storia raccontava che l'uomo ferito cercò cure a Fort Vancouver, ma il commissario contemporaneo del forte, Napoleon McGilvery, negò di essere a conoscenza dell'incidente.<ref>{{cita|Harris (1988)|p. 224}}.</ref> Il tenente britannico Henry J. Warre abbozzò con un'illustrazione l'eruzione nel 1845, e due anni dopo il pittore canadese [[Paul Kane (pittore)|Paul Kane]] dipinse con acquerelli la vetta fumante. La fatica di Warre evidenziò l'eruzione di materiale da uno sfiato a circa un terzo della discesa dalla vetta sul lato ovest o nord-ovest della montagna (forse a Goat Rocks), e uno degli schizzi sul campo di Kane mostra il fumo che proveniva quadi dalla stessa posizione.<ref>{{cita|Harris (1988)|pp. 225, 227}}.</ref>
 
Il 17 aprile 1857, il ''Republican'', un giornale di [[Steilacoom]], riferì che "il monte St. Helens, o qualche altro monte a sud, è stato visto[...] fumare".<ref name="har228">{{cita|Harris (1988)|p. 228}}.</ref> La mancanza di uno strato di cenere significativo associato a questo evento indica che si trattava di una piccola eruzione: si trattò della prima attività vulcanica segnalata nel 1854.<ref name="har228"/>
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== Nei media ==
 
Nel 1981 fu girato negli Stati Uniti un film dal titolo ''St. Helens'' (distribuito in Italia con il titolo ''St. Helens, la montagna della paura'' o ''[[Uragano di fuoco]]'') che fornisce un resoconto piuttosto realistico dell'accaduto, sebbene alcune parti siano decisamente romanzate. Immancabile la realistica costante di ogni film del genere catastrofico, ossia l'imprevidenza, la superficialità e l'incredulità delle autorità locali di fronte a un disastro annunciato. La pellicola dipinge anche contrasti interni allo staff di vulcanologi presenti sul posto, di cui non c'è attualmente conferma alcuna.<ref>{{cita web|url=https://www.rottentomatoes.com/m/st_helens|accesso=8 luglio 2021|titolo=St. Helens (1981)|lingua=en}}</ref> La colonna sonora originale del film è stata composta ed eseguita dal gruppo italiano "[[Goblin (gruppo musicale)|Goblin]]".
 
L'eruzione del 1980 ha anche parzialmente ispirato il film ''[[Dante's Peak - La furia della montagna]]'', con [[Pierce Brosnan]]. Tuttavia, il vulcano nel lungometraggio è in realtà inventato, anche se viene esplicitamente detto che si trova nella catena delle Cascate. Inoltre, il vulcanologo interpretato da [[Pierce Brosnan]] alla fine sopravvive all'eruzione, mentre la figura reale a cui si ispira, il vulcanologo [[David Alexander Johnston]], morì durante l'eruzione, trovandosi sul versante ovest della montagna quando questa esplose.<ref>{{cita web|url=https://www.usgs.gov/observatories/cascades-volcano-observatory/legacy-david-a-johnston|lingua=en|titolo=The Legacy of David A. Johnston|sito=USGS|accesso=8 luglio 2021}}</ref>