Mosè: differenze tra le versioni

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{{nota disambiguand}}
{{Santo
|nome = Mosè
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|didascalia = ''Mosè e le Tavole della Legge'' di [[Philippe de Champaigne]] (1648 circa)
|note = <span align="center">Profeta </span>
|nato = [[Goscen]] in [[Antico Egitto|Egitto]], [[XIII secolo a.C.]]
|morto = [[Monte Nebo]], [[XII secolo a.C.]]
|venerato da = Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
|beatificazione =
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|santuario principale =
|ricorrenza = [[4 settembre]]
|attributi = le [[Tavole della leggeLegge]]
|patrono di =
}}
'''Mosè''' ([[lingua latina{{latino|latino]]: ''Moyses''}}; ''Moisè'' in italiano arcaico<ref>Cfr. [[Dante Alighieri|Dante]], Inf. IV, 57, ''Moïsè legista e ubidente''</ref>; in [[lingua ebraica|ebraico]]: משֶׁה, standard ''Moshé'', [[Ebraico tiberiense|tiberiense]] ''Mōšeh''; [[lingua greca|greco]]: Mωϋσῆς, ''Mōysễs''; {{arabo|موسىٰ|Mūsā}}; in [[Lingua copta|copto]]: Ⲙⲱⲥⲛ, ''Mōsē''; [[ge'ez]]: ሙሴ, ''Musse'') è un patriarca presente nell'[[Antico Testamento]], figura centrale per le tre [[religioni abramitiche]].
 
Il testo biblico spiega il nome "Mosè", come una derivazione dalla radice משה, collegata al campo semantico dell'"estrarre dall'acqua", in Esodo {{passo biblico|Esodo|2,10|libro=no}}. Si suggerisce in questo versetto che il nome sia collegato all'"estrarre dall'acqua" in un senso passivo, Mosè sarebbe "colui che è stato estratto dall'acqua". Altri, prendendo le distanze da questa tradizione, fanno derivare il nome dalla stessa radice, ma con un senso attivo: "colui che estrae", nel senso di "salvatore, liberatore" (di fatto, nel [[testo masoretico]] la parola è vocalizzata come un participio attivo, non passivo).<ref>HAW Theological Wordbook of the Old Testament; cfr. anche {{cita testo|url=http://www.abarim-publications.com/Meaning/Moses.html#.UACZ3JEjHfk|titolo=Meaning and etymology of the name Mosheh|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100428032741/http://www.abarim-publications.com/Meaning/Moses.html#.UACZ3JEjHfk }}.</ref> Nella [[lingua egiziana|lingua egizia]], Mosè potrebbe significare ''fanciullo''<ref>J. H. Breasted ''History of Egypt''; Sigmund Freud, ''Mosè e il monoteismo'', Milano, Pepe Diaz, 1952; J. Lehmann, F. Castel, ''Storia d'Israele e di Giuda'', Cinisello Balsamo (Mi), Ed. Paoline, 1987</ref> o anche ''figlio'' o ''discendente''<ref>''Mosè l'egiziano'', Milano, Garzanti, 1987</ref>, come nei nomi propri ''Thutmose'' (''Dhwty-ms''), "figlio di [[Toth]]", o ''Ramose'' (''R-ms-sw''), "figlio di [[Ra]]".
 
Secondo la tradizione, Mosè nacque dagli israeliti [[Amram]] e [[Iochebed]], scampato alla persecuzione voluta dal [[Faraoni nella Bibbia|Faraone]], venne salvato dalla [[Bithia (Bibbia)|figlia]] di quest'ultimo ed educato alla corte egizia. Fuggì da lei a seguito d'un [[omicidio]] commesso ai danni di un sorvegliante e si ritirò nel paese di [[Madian]], dove sposò [[Sefora|Zippora]], figlia del sacerdote [[Ietro]]. Secondo la Bibbia nei pressi del monte [[Monte Sinai (Bibbia)|Oreb]] [[Roveto ardente|ricevette la chiamata di Dio]] e, tornato in [[Egitto]], affrontò il Faraone chiedendo la liberazione del [[popolo d'Israele]] dalla [[schiavitù]]; il Faraone accoglierà la sua proposta solo a seguito delle dieci [[piaghe d'Egitto]], ultima delle quali la morte dei primogeniti egizi. Accampatosi con i suoi nei pressi di Yam Suf ([[Mare di Giunco]]), Mosè, su indicazione divina, [[Passaggio del mar Rosso|divise le acque del mare]] permettendo al suo popolo di attraversarlo e sommergendo infine l'esercito faraonico corso ad inseguirli. Dopo tre mesi di viaggio il profeta raggiunse il [[Monte Sinai (Bibbia)|monte Sinai]] dove ricevette le [[Dieci comandamenti|Tavole della Legge]] e punì il suo popolo per aver adorato un [[vitello d'oro]]. Giunto nei pressi della terra promessa, dopo 40 anni di dura marcia, Mosè morì sul [[monte Nebo]] prima di entrarvi. Nei [[Vangeli sinottici]] appare, insieme ad [[Elia]], accanto a Gesù durante la [[Trasfigurazione di Gesù|Trasfigurazione sul Monte Tabor]].<ref>Secondo la Chiesa cattolica Gesù dialogò con le anime dei defunti Mosè ed Elia.</ref>
 
È considerato una figura fondamentale dell'[[Ebraismo]], del [[Cristianesimo]], dell'[[Islam]], del [[Bahaismo]], del [[Rastafarianesimo]] e di molte altre religioni. Fu per gli [[ebrei]] il [[rabbino]] per [[antonomasia]] (''Moshé Rabbenu'', Mosè il nostro maestro), e tanto per gli ebrei quanto per i [[Cristianesimo|cristiani]] egli fu la guida del [[popolo ebraico]] secondo il racconto [[Bibbia|biblico]] dell'[[Libro dell'Esodo|Esodo]]; per i [[Islam|musulmani]], invece, Mosè fu innanzitutto uno dei [[profeta|profeti]] dell'[[Islam]] la cui rivelazione originale, tuttavia, andò perduta. Per gli ebrei è il più grande profeta mai esistito, per i cristiani colui che ricevette la legge divina, per gli islamici uno dei maggiori predecessori di [[Maometto]]. È il profeta più citato nel Nuovo Testamento e una delle figure religiose più citate nell'intero Corano.<ref>{{Cita web|lingua=en|autore=Joshua J. Mark|url=https://www.worldhistory.org/Moses/|titolo=Moses|sito=World History Encyclopedia|accesso=2025-02-22}}</ref>
 
La sua storia è narrata, oltre che nelle Sacre Scritture, anche nella [[letteratura dell'antico Egitto]]<ref name="i851">{{cita web |titolo=Let's Hear It From The Pharaohs: The Egyptian Story of Moses |sito=Museum of the Jewish People |data=7 aprile 2020 |url=https://www.anumuseum.org.il/blog/egyptian-story/ |accesso=8 giugno 2024 |dataarchivio=25 maggio 2024 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240525190759/https://www.anumuseum.org.il/blog/egyptian-story/ |urlmorto=sì }}</ref>, nel ''[[Midrash]]'', nel ''De Vita Mosis'' di [[Filone di Alessandria]], nei testi di [[Giuseppe Flavio]]. Mosè è venerato come santo dalla [[Chiesa cattolica]] che lo commemora il [[4 settembre]].
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== Descrizione ==
=== Contesto storico ===
Sulla figura di Mosè e sugli avvenimenti biblici dell'Esodo vi è una discussione tra gli studiosi: essi potrebbero essere realmente accaduti, oppure andrebbero considerati come un racconto [[religione|religioso]], sostanzialmente allegorico.
La figura di Mosè e l'avvenimento biblico dell'Esodo non possiedono, per gli studiosi, alcun rilievo storico, ma vanno considerati come un racconto [[religione|religioso]] che integra vari elementi anche di epoche diverse<ref group=Nota>{{Citazione|The quest for the historical Moses is a futile exercise. He now belongs only to legend|[[John Van Seters]]. «Moses», in ''Encyclopedia of Religions'' vol. 9. New York, MacMillan, 2005, p. 6199}} {{Citazione|I tre periodi più antichi, invece, dall'età detta dei Patriarchi (da Abramo, il più antico antenato, a Giuseppe) all'età ''mosaica'' alla Conquista e poi al tempo dei Giudici, sono certamente finzioni bibliche.|[[Cristiano Grottanelli]]. ''La religione d'Israele prima dell'Esilio in Ebraismo'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Roma-Bari, Laterza, 2007}} {{Citazione|Alla storicità delle figure dei Patriarchi, e dei relativi racconti che troviamo nella ''Genesi'', nemmeno gli studiosi più tradizionalisti credono più; l'Esodo dall'Egitto, la marcia attraverso il deserto e la conquista della Palestina (la ''terra di [[Canaan]]'') sono oggi negati da alcuni studiosi, mentre coloro che accettano una qualche credibilità storica non sono d'accordo fra loro quanto alla datazione, alla portata e al contesto degli eventi che propongono di collegare al racconto biblico dell{{'}}''Esodo'' e dei libri connessi e del libro dei ''Giudici''|[[Cristiano Grottanelli]]. ''La religione d'Israele prima dell'Esilio in Ebraismo'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Bari, Laterza, 2007}} {{Citazione|Nel corso degli ultimi due secoli la critica biblica ha dapprima smantellato la storicità della creazione e del diluvio, poi quella dei Patriarchi, (poi sempre seguendo l'ordine cronologico) quella dell'Esodo e della conquista, di Mosè e di Giosuè, del periodo dei Giudici e della ''Lega delle 12 tribù'' arrestandosi al regno unito di David e Salomone considerato sostanzialmente storico [...] La più recente critica al concetto stesso di regno unito ha messo in crisi totale il racconto biblico.|[[Mario Liverani]] ''Oltre la Bibbia'', Roma-Bari, Laterza, 2009, pp. VII-VIII}}</ref>.
 
Se alcuni autori antichi - fra cui [[Giuseppe Flavio]] e [[Manetone]], sostenitori della ''teoria dell'Esodo Antico'' - ritennero di datare gli episodi dell'Esodo con la cacciata degli [[hyksos]], i [[faraoni]] [[semiti]] allontanati dall'Egitto da [[Ahmose I|Ahmose]] (circa 1550-1525 a.C.), gli studiosi moderni tendono a datare la vicenda nel [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno]] egizio, essendo la cacciata degli hyksos soltanto un termine ''ante quem'', in quanto questoqueste popologenti [[popoli indoeuropei|indoeuropeo]] avrebbeavrebbero introdotto il [[carro da guerra]], poi utilizzato anche dai Faraoni del Nuovo Regno egizio, e in particolare nel XIII secolo a.C., cioè a cavallo tra i regni di [[Ramses II]]<ref name="cita-Kitchen-1994-pp100-3">{{cita|Kitchen 1994|pp. 100-3}}.</ref> e del suo successore [[Merenptah]]<ref>{{Cita|Vandenberg 1980|pp. 276–89, 294–313.}}</ref>.
 
=== Fonti bibliche ===
[[File:Moses041.jpg|thumbmin|verticale|''Mosè'' di [[Spagnoletto|Jose de Ribera]] (1638), [[Museo nazionale di San Martino]], [[Napoli]].]]
I cinque libri della [[Tōrāh|Torah]] (o Pentateuco nella [[Bibbia cristiana]]) furono definiti anche "''libri di Mosè"'' perché la tradizione ebraica e cristiana li ritenne per secoli da lui scritti. Il [[Talmud]] ammette che soltanto gli ultimi otto versetti del [[Deuteronomio]], ossia il racconto della morte di Mosè ({{passo biblico|Dt 34, 1-8|libro=no}}), non siano opera del profeta ma sarebbero stati scritti da [[Giosuè (condottiero biblico)|Giosuè]].<ref>La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, ISBN 88-215-1068-9.</ref> Anche la tradizione cristiana si conformò a questa opinione, come risulta da alcune affermazioni di [[Gesù]] ({{passo biblico|Gv 1,45|libro=no}}; {{passo biblico|Gv 5,45-47|libro=no}}) e dell'apostolo [[Paolo di Tarso|Paolo]] ({{passo biblico|Rm 10, 5|libro=no}}).
 
Tuttavia studi più recenti dimostrarono che i libri della Torah furono in realtà il frutto di un lungo lavoro collettivo che sarebbe iniziato, secondo la teoria più accreditata (nota come [[Ipotesi Documentale|ipotesi documentale]]), nel primo periodo del [[Regno di Giuda]] nel X secolo a.C. ([[tradizione jahvista]]). A seguito della distruzione del [[Regno di Israele|Regno d'Israele]] nell'VIII secolo a.C. da parte degli [[Assiria|Assiri]], il suo bagaglio culturale e religioso ([[Eloismo|tradizione Elohista]]) sarebbe confluito a Giuda ed assorbito nei testi jahvisti<ref name=":62">Cfr. [[Mario Liverani]], ''Oltre la Bibbia'', Bari, Laterza, 2009</ref>. Si giunse ad una prima redazione organica soltanto nel secolo successivo ad opera di alcuni sacerdoti del [[Tempio di Gerusalemme]] ([[Deuteronomio|tradizione Deuteronomista]]) nell'epoca di poco precedente la [[cattività babilonese]], sotto il regno di [[Giosia]], per enfatizzare le proprie caratteristiche religiose<ref name=":62" />. La redazione definitiva della Torah sarebbe però avvenuta all'epoca del ritorno in [[Giudea]] dei deportati dell'[[esilio babilonese]] nel [[V secolo a.C.]], ad opera dei sacerdoti del [[Secondo tempio di Gerusalemme|Secondo Tempio]] ([[Tradizione sacerdotale|tradizione Sacerdotale]]), cui si attribuisce l'intera stesura del [[Levitico]].<ref name=":62" />
 
I libri della Torah (eccetto la [[Genesi]]) hanno il profeta Mosè come assoluto protagonista:
* Il [[Libro dell'Esodo]], dal greco ''uscita'', narra l'oppressione del popolo israelita, la successiva persecuzione dei nascituri voluta dal faraone, il concepimento e la salvezza del neonato Mosè, allevato dalla figlia del sovrano e divenuto profeta a séguito della chiamata divina. Descrive lo scontro col nuovo faraone, le piaghe d'Egitto e l'esodo attraverso il mare, concludendosi con la Legge sul monte Sinai e le varie norme di vita comunitaria.
* Il [[Levitico]] non narra episodi della vita di Mosè ma questi è comunque protagonista del libro; a lui Dio affida le norme riguardanti i rituali, i sacrifici e le varie cerimonie.
* Il [[Numeri (Bibbia)|Libro dei Numeri]] riprende il filo della storia interrotto dal Levitico, descrivendo il cammino di Israele nel deserto che lo separava dalla terra promessa, a partire dal monte Sinai fino alle soglie di [[Canaan]], dopo un soggiorno di quarant'anni a [[Kades]].
* Il [[Deuteronomio]] presenta tre discorsi di Mosè, il quale, prima di morire, ricorda al popolo gli avvenimenti passati e riprende con accenti nuovi la Legge già definita nell'Esodo. Il libro si conclude con il racconto della successione di [[Giosuè (Bibbia)|Giosuè]] e della morte del profeta sul monte Nebo.
* Vari brani successivi, in particolare nei [[Salmi]], ricordano al popolo d'[[Israele]] i prodigi accaduti al tempo di Mosè<ref>Vedi ad esempio {{Cita passo biblico|Sal105,26-27}}</ref>.
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=== Fonti extra-bibliche ===
{{vedi anche|Osarseph}}
Scritti non biblici con riferimento al ruolo di Mosè compaiono per la prima volta nel [[Ellenismo|periodo ellenistico]], dal [[323 a.C.]] al [[146 a.C.]] circa. Oltre agli storici giudeo-romani o giudeo-ellenistici [[Artapano d'Alessandria|Artapano]], [[Eupolemo (storico)|Eupolemo]], [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] e [[Filone di Alessandria|Filone]], fanno riferimento a lui anche alcuni storici non ebrei tra cui [[Ecateo di Abdera]] (citato da [[Diodoro Siculo]])<ref>Diodoro Siculo, ''Biblioteca Historica''.</ref>, [[Strabone]]<ref>Strabone, ''Geografia''</ref>, [[Alessandro Poliistore]], [[Manetone]], [[Apione]], [[Cheremone di Alessandria]], [[Pompeo Trogo]]<ref>Gneo Pompeo Trogo, ''Historiae Philippicae.''</ref>, [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]<ref name=":5">Tacito, ''[[Historiae (Tacito)|Storie]]'', Libro V, 3-5</ref> e [[Porfirio]]<ref>Porfirio, ''[[Contro i cristiani]]'' </ref>. Non è nota la misura in cui questi resoconti si basino su fonti precedenti.<ref name=":4" />
 
Nel suo libello ''[[Contro Apione]]'' (fine del [[I secolo]] d.C.), lo storico ebraico [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] cita l'opera sulla [[Storia dell'antico Egitto|storia egiziana]] (''Aegyptiaca'', andata perduta) dell'astrologo e storico [[Manetone]] (vissuto nel [[Egitto tolemaico|periodo tolemaico]], IV o III secolo a.C.) in cui parla di [[Osarseph]], un sacerdote rinnegato del culto del dio [[Osiride]] che si ribattezzò Mosè e, alla testa di un esercito di [[Lebbra|lebbrosi]], prese il potere in Egitto ed instaurò una nuova [[religione]], distruggendo culti e templi locali, fino a quando il faraone Amenophis (identificato in [[Amenofi III]]) lo scacciò insieme ai suoi seguaci verso la [[Palestina]].<ref name=":13">[[Flavio Giuseppe]], ''[[Contro Apione|In difesa degli ebrei: contro Apione]]'', traduzione di Francesca Calabi, Introduzione, Note al testo, Nota bibliografica di Francesca Calabi, testo greco a fronte, Venezia, [[Marsilio Editori|Marsilio]], 1993, {{ISBN|88-317-5687-7}}.</ref> La medesima storia fu poi ripresa con alcune varianti dagli storici ellenistici anti-giudaici [[Lisimaco di Alessandria|Lisimaco]] (vissuto nel I secolo a.C.), [[Apione]] e [[Cheremone di Alessandria|Cheremone]] (entrambi del I secolo d.C.).<ref name=":13" /> Il particolare che distingue la versione di [[Lisimaco di Alessandria|Lisimaco]] è l'ambientazione della vicenda al tempo del faraone [[Boccori]] (VIII sec.secolo a.C.), versione della storia che sarà ripresa anche dallo storico romano [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]].<ref name=":5" />
 
Mosè appare anche in altri testi religiosi ebraici come la [[Mishnah]] (200 d.C. circa) e il [[Midrash]] (200–1200 d.C.).
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=== Biografia ===
==== Nascita e giovinezza ====
[[File:1904 Lawrence Alma-Tadema - The Finding of Moses.jpg|miniaturamin|La figlia del faraone trova Mosè, di [[Lawrence Alma-Tadema]].|358x358px]]
Nato da Yochebed e Amram, il piccolo Mosè venne nascosto in un cesto dalla madre a soli tre mesi di vita, e deposto sulle rive del Nilo per essere salvato dalla persecuzione voluta dal faraone. Infatti il faraone aveva detto al suo popolo: «Ecco che il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più forte di noi. Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese». Impose quindi agli Ebrei i lavori forzati per opprimerli. Ma il popolo ebreo continuava a aumentare così il re d'Egitto disse alle levatrici degli Ebrei di uccidere i figli maschi degli Ebrei, ma le levatrici non lo fecero. Allora il faraone diede quest'ordine a tutto il suo popolo: «Ogni figlio maschio che nascerà agli Ebrei, lo getterete nel Nilo, ma lascerete vivere ogni figlia». Dalle acque del Nilo, Mosè fu raccolto dalla figlia del sovrano che, commossa dal pianto del bambino, decise di adottarlo come suo figlio, affidandolo, su invito di Miriam, sorella del neonato, alla madre naturale affinché lo nutrisse.
 
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Fermatosi presso un pozzo, Mosè incontrò le sette figlie di [[Ietro]], sacerdote di Madian, e le difese dall'assalto di alcuni pastori prepotenti. Le giovani, grate al loro difensore, lo presentarono al padre che lo invitò a rimanere con loro. A Madian, Mosè divenne pastore al servizio del sacerdote e ne sposò una delle figlie, [[Sefora]] (o Zippora), dalla quale ebbe due maschi: [[Gherson]] ed [[Eliezer]]<ref>{{Cita passo biblico|Es2,16-22}}</ref>.
 
Portando ai pascoli del monte Oreb le greggi, Mosè fu attratto dal meraviglioso prodigio d'un roveto che ardeva ma non si consumava; da questi giunse una voce che gli ordinava di togliersi i sandali perché calpestava una terra sacra<ref>{{Cita passo biblico|Es3,1-6}}</ref>, rivelandosi poi come il Dio dei patriarchi d'Israele che, avendo ascoltato il grido degli schiavi, aveva deciso di liberarli e condurli in una terra «dove scorre latte e miele»<ref>{{Cita passo biblico|Es3,8}}</ref>. Mosè, ricevuto l'ordine di essere guida degli israeliti, rifiutò dapprima, per paura, l'incarico, chiedendo quale fosse il nome di Dio e come avrebbe potuto convincere il suo popolo che lui stesso l'aveva mandato per riscattarli. [[File:Vitrail Arbre de Jessé Notre-Dame de Paris 20109 04.jpg|sinistra|miniaturamin|Mosè e il roveto ardente, vetrata di [[Cattedrale di Notre-Dame|Notre-Dame]], [[Parigi]]]]«Io sono colui che sono»<ref>{{Cita passo biblico|Es3,14}}</ref> fu la risposta proveniente dal roveto, che indicò inoltre al profeta i segni da dare agli israeliti: il suo [[Bastone di Mosè|bastone]] si tramutò in serpente, la mano divenne lebbrosa, l'acqua si trasformò in sangue<ref>{{Cita passo biblico|Es4,3-9}}</ref>. Tormentato dall'angoscia, Mosè rispose di non essere in grado di parlare in presenza del faraone poiché impacciato; Dio dichiarò dunque di affiancargli il fratello Aronne<ref>{{Cita passo biblico|Es4,14-16}}</ref> affinché lo assistesse e parlasse al suo posto nei momenti di difficoltà.
 
Tornato da Ietro, Mosè narrò ciò che era accaduto e chiese il permesso di partire con la moglie ed il figlio verso l'Egitto, mentre secondo un'altra tradizione partì invece da solo<ref group="Nota">Gli esegeti dell'interconfessionale [[Bibbia TOB]] osservano che "[Es18,2-3] secondo un testo «iahvista» (Es4,19-20a), Mosè aveva condotto con sé la famiglia lasciando Madian, mentre per il racconto «elohista» (4,18.20b-23) era partito solo. La notizia sul ''rinvio'' di Sefora è una giunta «redazionale» che tenta di armonizzare queste divergenze." (Bibbia TOB, Leumann, Elle Di Ci, 1997, p. 165, ISBN 88-01-10612-2.).</ref>. Un curioso incidente però turbò il suo viaggio: «nel luogo dove pernottava»<ref>{{Cita passo biblico|Es4,24}}</ref> fu colpito da un male che mise la sua vita in pericolo, segno di una sanzione celeste. La ragione che ne emerge è il fatto che egli aveva ritardato, per suo figlio e forse anche per sé, il rito della circoncisione, segno fisico dell'Alleanza stipulata da Dio con la stirpe di [[Abramo]]<ref>{{Cita passo biblico|Gn17,10}}</ref>. Forse Mosè, diventato genero del sacerdote di Madian, si era limitato ad adeguarsi al costume madianita secondo il quale, come presso altri popoli vicini, questa pratica fungeva da rito di iniziazione che segnava l'accesso all'età nuziale ed era dunque riservata ai giovani giunti alle soglie dell'età adulta e non a neonati di otto giorni.
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Oppressi dal maggior gravame, gli israeliti non riuscivano a portare a termine il lavoro, per questo i loro scribi vennero fustigati e percossi<ref>{{Cita passo biblico|Es5,14}}</ref>; ricevuta la punizione e non avendo ottenuto dal faraone la grazia d'uno sconto, rimproverarono aspramente Mosè e Aronne che avevano causato tutto ciò<ref>{{Cita passo biblico|Es5,20-21}}</ref>.
 
I leviti, su invito divino, si recarono nuovamente a corte mostrando in presenza del faraone e dei suoi ministri il prodigio del bastone tramutato in serpente. Questi, poco meravigliato dall'accaduto, ordinò ai suoi [[magia|maghi]]<ref group=Nota>Secondo [[Paolo di Tarso|San Paolo]], erede della tradizione ebraica, i loro nomi erano [[Iannes e Iambres]]. Vedi {{Cita passo biblico|2Tm3,8}}</ref> di fare altrettanto, e così avvenne, se non che il bastone degli israeliti divorò quello degli stregoni egizi<ref>{{Cita passo biblico|Es7,10-12}}</ref>.
 
==== Liberatore del popolo d'Israele ====
Mosè si recò nuovamente dal faraone quando era ancora mattino e questi si rilassava presso il fiume Nilo. Mosè chiese la liberazione del suo popolo ma Dio aveva «indurito il cuore» del faraone - in modo che questo si ostinasse a non lasciar partire gli Israeliti e poter quindi colpire l'Egitto con le piaghe<ref group="Nota">{{Cita passo biblico|Es7,1-6; Es7,20-25}}. "''«Tu gli dirai quanto io ti ordinerò: Aronne, tuo fratello, parlerà al faraone perché lasci partire gli Israeliti dal suo paese. Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d'Egitto. Il faraone non vi ascolterà e io porrò la mano contro l'Egitto e farò così uscire dal paese d'Egitto le mie schiere, il mio popolo degli Israeliti, con l'intervento di grandi castighi. Allora gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando stenderò la mano contro l'Egitto e farò uscire di mezzo a loro gli Israeliti!»''"; secondo la Bibbia è lo stesso Dio a «indurire il cuore» del faraone (cfr anche:{{Cita passo biblico|Es4,21}}; {{Cita passo biblico|Es9,12}}; {{Cita passo biblico|Es11,10}}; {{Cita passo biblico|Es14,3-4}}) perché, nonostante tutti i prodigi compiuti da Mosè, non lasci partire gli Ebrei dall'Egitto e possa così colpire l'Egitto stesso con le piaghe; tale frase «indurire i loro cuori» (''lᵉhazzēq 'et-libbām'') - talvolta riportata anche, con medesimo significato, nella forma «ostinare i loro cuori» - ricorre anche durante la successiva conquista di [[Cananea|Canaan]] da parte di [[Giosuè (condottiero biblico)|Giosuè]]: "''Infatti era per disegno del Signore che il loro cuore si ostinasse nella guerra contro Israele, per votarli allo sterminio, senza che trovassero grazia, e per annientarli, come aveva comandato il Signore a Mosè.''" ({{Cita passo biblico|Gios11,20}}). Gli esegeti del "Nuovo Grande Commentario Biblico" - precisando come il cuore fosse "l'organo della decisione nella Bibbia" - osservano che "l'espressione «Ma io indurirò il cuore del faraone» non prende neppure in considerazione gli attori umani per evidenziare il controllo di Dio" ma "nonostante i problemi che il concetto può far sorgere per il lettore moderno, il punto di vista degli scrittori va interpretato: i nemici d'Israele non avevano alcuna importanza, erano, per così dire, semplici marionette nelle mani di YHWH che perseguiva i suoi scopi per Israele". (Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, ''Nuovo Grande Commentario Biblico'', Queriniana, 2002, pp. 61-62, 159, ISBN 88-399-0054-3. Cfr anche: Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 146, ISBN 88-01-10612-2.).</ref> - e il sovrano rifiutò; allora Aronne colpì con il proprio bastone le acque del fiume, che si mutarono in [[sangue]]: i pesci morirono, e il Nilo divenne fetido tanto che gli egizi non poterono più attingere acqua da esso. I maghi del faraone riuscirono però a compiere lo stesso prodigio e il sovrano tornò nel proprio palazzo senza dare ascolto a Mosè. Gli egizi scavarono dei pozzi nei dintorni del Nilo per attingere acqua da bere; la siccità durò sette giorni.<ref>{{Cita passo biblico|Es7,20-25}}</ref>
 
Aronne colpì dunque con il proprio bastone i fiumi, i canali e gli stagni d'Egitto e da essi cominciarono a uscire [[rane]] in numero infinito che si riversarono sulle case del faraone e dei suoi sudditi. I maghi riuscirono a compiere lo stesso prodigio. Il sovrano, spaventato, chiese a Mosè di far smettere tale piaga ma non appena questa fu scongiurata si ostinò e non diede ascolto alle parole del profeta.<ref>{{Cita passo biblico|Es8,1-5}}</ref>
 
Su ordine del Signore, Aronne percosse la polvere ed essa si mutò in [[zanzara|zanzare]] che infestarono tutto il paese d'Egitto. I maghi questa volta non riuscirono nel loro intento ed essi stessi chiesero pietà al faraone poiché riconobbero in quei prodigi la mano di Dio. Il sovrano, il cui cuore continuava ad essere «indurito» dal Signore, rimase però saldo nelle proprie convinzioni.<ref>{{Cita passo biblico|Es8,13-15}}</ref> Il Signore mandò allora contro gli egizi una miriade di [[Muscomorpha|mosconi]] che invase le loro abitazioni. Il faraone, terrorizzato da tale evento, chiese perdono a Mosè e ad Aronne e ordinò loro di sacrificare in onore di Dio. I due però si rifiutarono perché durante le loro celebrazioni sarebbero stati uccisi alcuni animali sacri agli egizi. Il faraone permise loro di allontanarsi dall'Egitto per tre giorni. Non appena i mosconi sparirono il tiranno ordinò ai suoi soldati di ricondurre in schiavitù gli israeliti<ref>{{Cita passo biblico|Es8,20-28}}</ref>.
 
Di fronte a questo ennesimo rifiuto, una pestilenza uccise tutto il bestiame degli Egizi. Il bestiame degli Israeliti invece sopravvisse<ref group="Nota">{{Cita passo biblico|Es9,6-7}}. Rilevano gli esegeti dell'interconfessionale [[Bibbia TOB]] - analogamente a quelli della Bibbia [[Versioni della Bibbia#Italiano|Edizioni Paoline]] - che questa è un'"amplificazione letteraria che contiene qualche incoerenza con ciò che segue", in quanto il bestiame sarà nuovamente citato come vivo nella sesta piaga (le ulcere) e nella settima piaga (la grandine); tali esegeti osservano, comunque, come la contraddizione storica "non disturba l'intenzione didattica di questi cc." (Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 149, ISBN 88-01-10612-2; La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, p. 86, ISBN 88-215-1068-9.).</ref>. Aronne e Mosè tornarono dal faraone portando fra le mani della [[fuliggine]] di fornace. Di fronte agli occhi del sovrano essi la gettarono in aria e questa produsse [[ulcera|ulcere]] purulente sugli Egizi e sul loro bestiame. I maghi questa volta non riuscirono neppure a presentarsi di fronte al faraone<ref>{{Cita passo biblico|Es9,10-12}}</ref>.
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Mosè stese dunque il bastone verso il cielo e, per tre giorni, il paese d'Egitto venne oscurato e le tenebre erano talmente dense che nessuno riusciva a muoversi. Il faraone fece chiamare Mosè ed Aronne e ordinò loro di partire, lasciando però in Egitto il proprio bestiame. I due profeti non acconsentirono e il sovrano, il cui cuore ancora una volta fu «indurito» dal Signore, cacciò via Mosè minacciando di ucciderlo<ref>{{Cita passo biblico|Es10,22-29}}.</ref>.
 
Il Signore ordinò infine ai due leviti di prepararsi per un lungo viaggio poiché avrebbe mandato un'ultima piaga che avrebbe costretto il faraone a liberarli. Comandò inoltre di commemorare quel giorno nei secoli a venire attraverso la festa della [[Pasqua ebraica|Pesach]]
{{quote biblico|Questo mese sarà per voi il primo mese dell'anno. Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l'agnello, secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo serberete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare|Es|12,2-8}}
[[File:Paris psaulter gr139 fol419v.jpg|miniaturamin|verticale=.8|Il passaggio del [[Mar Rosso]]]]
Non appena l'angelo della morte, sceso sulla terra d'Egitto, avesse visto quel sangue d'agnello sarebbe passato avanti, riconoscendo in essa una casa israelita. Gli ebrei si radunarono nelle proprie abitazioni per festeggiare la festa della liberazione. Sulle loro tavole la carne d'agnello, il pane ''della fretta'' non lievitato, le erbe amare, a simboleggiare la sofferenza della schiavitù. Mentre questi cenavano, a mezzanotte la piaga si abbatté sugli egizi. Ogni primogenito morì, dal primogenito del faraone al primogenito di ogni suo servo<ref>{{Cita passo biblico|Es12,29-30}}</ref>. Il sovrano, addolorato dalla morte del figlio, ordinò agli ebrei di andar via e, per accelerare la loro partenza, li rifornì di oro e d'argento<ref>{{Cita passo biblico|Es12,31-35}}</ref>.
 
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Il popolo, già stanco del duro cammino, si lamentò presso Mosè poiché erano finite anche le provviste di cibo. Il Signore, pietoso nei confronti degli israeliti, ordinò al profeta di annunciare che presto avrebbero trovato di che sfamarsi. Quella sera stessa uno stormo di quaglie, condotto lì da un forte vento, si fermò presso l'accampamento, divenendo facile preda per gli israeliti, che il mattino dopo, invece, trovarono sparsi per il campo piccoli chicchi di una strana sostanza resinosa, dal sapore di ''focaccia al miele''<ref>{{Cita passo biblico|Es16,31}}</ref>. Mosè denominò quel cibo, [[Manna (Bibbia)|Man hu]]<ref group="Nota">Nella penisola sinaitica, da una varietà di [[tamericio]] raccoglie un essudato che ha più o meno le qualità della manna biblica</ref>, che significa ''cos'è?''. Ordinò inoltre agli israeliti di raccoglierne in brocche, ogni famiglia secondo il proprio bisogno; ogni giorno avrebbero raccolto quel cibo, solo il sesto giorno dovevano prenderne in quantità doppia poiché il sabato era giorno di riposo ed era proibito lavorare. Coloro i quali, avendo temuto di non ricevere ciò che era stato promesso, raccolsero più cibo di quanto fosse necessario a sfamarsi per un giorno, vi trovarono dentro dei vermi<ref>{{Cita passo biblico|Es16}}</ref>.
[[File:Moses striking the rock in the desert.jpg|sinistra|miniaturamin|Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia]]
Allo stesso modo non appena le riserve d'acqua furono terminate, il Signore ordinò a Mosè, nella località di [[Refidim]], di andare su un monte e ordinare alla roccia di sgorgare. Mosè tuttavia colpì due volte la roccia col suo bastone. Non appena la roccia venne battuta dalla verga del profeta, da essa sgorgò tutta l'acqua necessaria per gli israeliti.
Quel luogo venne chiamato Massa e Meriba che significa ''prova'' e ''protesta''.<ref>{{Cita passo biblico|Es17,1-7}}</ref>.
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==== I quarant'anni passati nel deserto ====
Inseguiti e uccisi dagli abitanti di Canaan, gli israeliti si rifugiano nel deserto dove [[Core (Bibbia)|Core]], [[Dathan]] e [[Abiram]], a capo di 200 uomini, si sollevarono contro Mosè e Aronne, accusandoli di volersi porre al di sopra degli altri membri della comunità. In particolar modo si opposero all'investitura sacerdotale di Aronne, perché secondo i tre capi cospiratori, tutto il popolo d'Israele era santo<ref>{{Cita passo biblico|Nm16,1-3}}</ref>.
[[File:Botticcelli, Sandro - The Punishment of Korah and the Stoning of Moses and Aaron - 1481-82.jpg|upright=1.4|miniaturamin|La ribellione di Core, Dathan e Abiram.]]
Per risolvere la questione, Mosè ordinò a costoro di presentarsi, accompagnati dai loro incensieri, davanti alla Dimora. Quando tutti si trovarono lì, Mosè li sfidò a offrire l'[[incenso]] in sacrificio, azione rituale riservata esclusivamente ad Aronne e ai suoi figli.
{{quote biblico|Essi dunque presero ciascuno un incensiere, vi misero il fuoco, vi posero profumo aromatico e si fermarono all'ingresso della tenda del convegno; lo stesso fecero Mosè ed Aronne. (...) Come egli ebbe finito di pronunciare tutte queste parole, il suolo si profondò sotto i loro piedi, la terra spalancò la bocca e li inghiottì: essi e le loro famiglie, con tutta la gente che apparteneva a Core e tutta la loro roba. Scesero vivi agli inferi essi e quanto loro apparteneva; la terra li ricoprì ed essi scomparvero dall'assemblea. Tutto Israele che era attorno ad essi fuggì alle loro grida; perché dicevano: "La terra non inghiottisca anche noi!". Un fuoco uscì dalla presenza del Signore e divorò i duecentocinquanta uomini che offrivano l'incenso|Nm|16,18-35}}
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Riprendendo la narrazione di Giuseppe Flavio,<ref>Giuseppe Flavio, ''Antichità Giudaiche'' cap. 10</ref> il faraone, vedendo Mosè crescere e diventare un giovane forte e robusto, decise di affidargli una missione bellica per testare il suo temperamento. Ordinò al nipote adottivo di combattere a sud dell'Egitto contro il regno di [[Kush]] (nome semitico per l'attuale [[Etiopia]]).
 
La città avversaria era stata fortificata in modo da essere inespugnabile: mura altissime su due lati, un canale profondo con dei [[coccodrillo|coccodrilli]] sul terzo lato, un fossato colmo di [[serpente|serpenti]] sul quarto. Mosè ordinò che venissero catturati e addestrati alcuni [[Threskiornithinae|ibis]], grazie all'aiuto dei quali egli riuscì a eliminare i serpenti e ad avvicinarsi così disarmato alle mura della città.
 
I generali nemici lo videro giungere con in mano un simbolo di pace e, benché spaventati da un possibile attacco, lo lasciarono entrare. Mosè trattò con loro una resa onorevole e tutti coloro che garantivano pace e alleanza per il futuro poterono mantenere i loro ruoli di comando, mentre venne allontanato chi fomentava guerra e ribellione.
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== Storicità ==
Il problema della storicità di Mosè e degli eventi narrati dall'Esodo è un tema che è stato ampiamente dibattuto in ambito accademico. A chi in passato ha difeso la storicità del personaggio<ref name=":0">Cfr. [[William Albright]] (1891-1971) in ''Moses'', riportato nella ''Encyclopædia Britannica''. [[Encyclopædia Britannica Online]]</ref>, si contrappongono quanti oggi vedono in Mosè una figura dai contorni [[mito|mitici]] o [[leggenda]]ri, pur tenendo presente che "una figura simile a Mosè potrebbe essere esistita da qualche parte nel sud della [[Transgiordania]] nella seconda metà del XIII secolo a.C." e che l'archeologia non è in grado di confermarlo.<ref name=":1">William G. Dever (2001). ''What Did the Biblical Writers Know and When Did They Know It?: What Archeology Can Tell Us About the Reality of Ancient Israel''. Wm. B. Eerdmans Publishing. p. 99. ISBN <bdi>978-0-8028-2126-3</bdi>. <q>A Moses-like figure may have existed somewhere in southern Transjordan in the mid-late 13th century B.C., where many scholars think the biblical traditions concerning the god Yahweh arose.</q></ref><ref name=":2">Robert D. Miller II, (2013). ''Illuminating Moses: A History of Reception from Exodus to the Renaissance'', Leiden, Brill, pp. 21, 24. ISBN <bdi>978-90-04-25854-9</bdi>. <q>Van Seters concluded, 'The quest for the historical Moses is a futile exercise. He now belongs only to legend.' ... "None of this means that there is not a historical Moses and that the tales do not include historical information. But in the Pentateuch, history has become memorial. Memorial revises history, reifies memory, and makes myth out of history.</q></ref><ref name="Archaeo">{{cita pubblicazione|nome=William G.|cognome=Dever|anno=1993|titolo=What Remains of the House That Albright Built?|rivista=The Biblical Archaeologist|editore=University of Chicago Press|volume=56|numero=1|pp=25–3525-35|doi=10.2307/3210358|citazione=the overwhelming scholarly consensus today is that Moses is a mythical figure|issn=0006-0895|jstor=3210358}}</ref>
 
L'egittologo [[Jan Assmann]] sostiene che non sia possibile sapere se Mosè sia mai vissuto perché non ci sono tracce di lui al di fuori della tradizione.<ref>{{Cita libro|nome=Jan|cognome=Assmann|titolo=Moses the Egyptian|url=https://books.google.com/books?id=nJv0oyQ-9_AC|accesso=14 giugno 2021|data=15 ottobre 1998|editore=Harvard University Press|lingua=en|pp=2, 11|isbn=978-0-674-58739-7}}</ref> Sebbene i nomi di Mosè e di altri nelle narrazioni bibliche siano egizi e il Libro dell'Esodo contenga elementi egiziani genuini, nessuna fonte extrabiblica indica chiaramente Mosè.<ref>{{Cita web|url=https://www.pbs.org/wgbh/nova/article/archeology-hebrew-bible/|titolo=Archeology of the Hebrew Bible|lingua=en|accesso=14 giugno 2021}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Megan Bishop|cognome=Moore|nome2=Brad E.|cognome2=Kelle|titolo=Biblical History and Israel's Past: The Changing Study of the Bible and History|url=https://books.google.com/books?id=Qjkz_8EMoaUC|accesso=14 giugno 2021|data=17 maggio 2011|editore=Wm. B. Eerdmans Publishing|lingua=en|isbn=978-0-8028-6260-0}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.oxfordbiblicalstudies.com/article/opr/t94/e1284|titolo=Moses - Oxford Biblical Studies Online|accesso=14 giugno 2021}}</ref> Nessun riferimento a Mosè appare in alcuna fonte egiziana prima del IV secolo a.C., molto tempo dopo il periodo in cui si crede che sia vissuto. Nessuna fonte egiziana contemporanea menziona Mosè o gli eventi narrati nel [[Tōrāh|Pentateuco]], né sono state scoperte prove archeologiche in Egitto o nel deserto del Sinai a sostegno della storia in cui egli è la figura centrale.<ref>{{Cita libro|nome=Carol|cognome=Meyers|titolo=Exodus|url=https://books.google.it/books/about/Exodus.html?id=0QHHITXsyskC&redir_esc=y|accesso=14 giugno 2021|data=11 luglio 2005|editore=Cambridge University Press|lingua=en|pp=5-6|isbn=978-0-521-00291-2}}</ref>
 
David Adams Leeming considera Mosè un eroe mitico e la figura centrale della mitologia ebraica.<ref>{{Cita libro|titolo=''The Oxford Companion to World Mythology''|url=https://archive.org/details/oxfordcompaniont0000leem|editore=Oxford University Press|anno=2005|lingua=en|pp={{cita testo|url=https://archive.org/details/oxfordcompaniont0000leem/page/270|titolo=270}}-271|isbn=978-0-19-515669-0}}</ref> Lo storico [[John Van Seters|John van Seters]] ritiene che un Mosè storico possa essere esistito, ma sottolinea che "nel Pentateuco la storia si fa memoria, che la ingigantisce e la trasforma in mito", concludendo che "la ricerca del Mosè storico è un tentativo futile: ormai egli appartiene solo alla leggenda".<ref>{{Cita libro|titolo=Illuminating Moses: A History of Reception from Exodus to the Renaissance|url=https://books.google.com/books?id=bXZfAgAAQBAJ&pg=PA21|accesso=14 giugno 2021|data=21 novembre 2013|editore=BRILL|lingua=en|pp=21, 24|isbn=978-90-04-25854-9}}</ref><ref>{{Citazione|The quest for the historical Moses is a futile exercise. He now belongs only to legend|[[John Van Seters]]., «Moses», in ''Encyclopedia of Religions'', vol. 9, New York, MacMillan, 2005, Vol. 9, p. 6199}}</ref>
 
La storia della scoperta di Mosè da parte della figlia del Faraone si ricollega ad un tema familiare della mitologia del Vicino Oriente, ovvero quello del leader di umili origini che ascende al potere. Ad esempio, [[Sargon di Akkad]] così descrive le sue origini:
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</ref>, pur negando la verità storica della relativa narrazione biblica, la considerano la mitizzazione di un confronto attinente a una cronologia più bassa (a partire dal X secolo a.C.) della storia d'Israele, come l'invasione di Israele da parte del faraone [[Sheshonq I]] dopo la morte del re [[Salomone]] e dello scontro tra il re [[Giosia]] e il faraone [[Necao II]], ritenendo quindi che i suoi protagonisti non siano che la risultante scaturita da quella che potrebbe essere chiamata ''pia tradizione''.
 
La maggioranza degli studiosi, anche cristiani<ref group="Nota">E anche gli archeologi Israeliani - molto attivi nel campo dell'archeologia biblica, anche come parte del progetto [[Sionismo|sionista]] - condividono l'opinione che molto di quanto contenuto nel racconto biblico sia da ritenersi non storico e che "questo è ciò che gli archeologi hanno scoperto dai loro scavi nella Terra di Israele: gli Israeliti non sono mai stati in Egitto, non hanno vagato nel deserto, non hanno conquistato i territori in una campagna militare e non li hanno dati alle 12 tribù di Israele" e "un altro intoppo è che l'Egitto stesso governava la Terra di Israele nel momento del presunto Esodo. Anche se i Figli di Israele fossero fuggiti dall'Egitto, avrebbero comunque raggiunto un altro territorio sotto il controllo Egiziano. È difficile trovare un archeologo della corrente di maggioranza che difenda la descrizione biblica degli eventi. Qui, in 18 anni [anno 2017], nulla è cambiato". ({{Cita web|url=https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-1.818795#|titolo="Is The Bible a true story?" - Haaretz URL consultato il 12 febbraio 2021|accesso=12 febbraio 2021}}, archiviato il 24 ottobre 2017 [https://archive.is/20180917113911/https://www.haaretz.com/archaeology/MAGAZINE-is-the-bible-a-true-story-latest-archaeological-finds-yield-surprises-1.5626647]. Cfr anche: Ivana Zingariello e Giorgio Gabbi, ''La Bibbia è piena di bugie?'', in ''Quark'', nº 50, marzo 2005, pp. 79-87; Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman, ''Le tracce di Mosé. La Bibbia tra storia e mito'', Carocci, 2002, pp. 13-37, 50-60, 71-136, 143-159, 163-176, 199-203, 243-263, 286-328, 341-354, ISBN 978-88-430-6011-5; Bart Ehrman, ''L'Antico Testamento'', Carocci Editore, 2018, pp. 103-104, ISBN 978-88-430-9350-2; Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, ''Nuovo Grande Commentario Biblico'', Queriniana, 2002, p. 145, ISBN 88-399-0054-3; ''La Bibbia'', Edizioni Paoline, 1991, p. 273, ISBN 88-215-1068-9; ''Bibbia TOB'', Elle Di Ci Leumann, 1997, pp. 258, 284, 397, 399, ISBN 88-01-10612-2; ''Bibbia di Gerusalemme'', EDB, 2011, pp. 446-447, ISBN 978-88-10-82031-5; Mario Liverani, ''Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele'', Laterza, 2007, pp. VII-IX, 37-38, 59-87, 109-116, 134-135, 154-156, 193-198, 275-398, ISBN 978-88-420-7060-3; {{Cita web|url=http://mideastfacts.org/facts/index.php?option=com_content&task=view&id=32&Itemid=34|titolo="Deconstructing the walls of Jericho" - Ze'ev Herzog URL consultato il 12 febbraio 2021|accesso=12 febbraio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081221231334/http://mideastfacts.org/facts/index.php?option=com_content&task=view&id=32&Itemid=34|dataarchivio=21 dicembre 2008|urlmorto=sì}}, archiviato il 22 Settembre 2018 [https://archive.is/20180922080337/http://www.freerepublic.com/focus/news/704190/posts].; [http://noahkennedy.net/zeev-herzog-and-the-historicity-of-the-bible/ "Ze’ev Herzog and the historicity of the Bible"], archiviato il 22 Settembre 2018; ''"[https://www.focus.it/cultura/storia/chi-era-mose Focus Storia - Mosè è esistito davvero?]"'', archiviato il 12 febbraio 2021; Cristiano Grottanelli., ''La religione d'Israele prima dell'Esilio'' in ''Ebraismo'', (a cura di Giovanni Filoramo)., Roma-Bari, Laterza, 2007; John Van Seters., «Moses», in ''Encyclopedia of Religions'', vol. 9., New York, MacMillan, 2005, p. 6199, 2005.).</ref>, ritiene che gli avvenimenti narrati nella Bibbia in merito alla presenza ebraica in Egitto non siano storici e per questo non sono menzionati nei documenti egizi dell'epoca; infatti, anche due eventi straordinari - quali la fuga di circa tre milioni di schiavi e l'annientamento dell'intero esercito egiziano, inclusa la sua cavalleria - avrebbero dovuto esser riportati, oltre che nei documenti egizi, anche in quelli dei sovrani stranieri, che avrebbero accolto positivamente una simile notizia, stante anche la possibilità di invadere una terra fertile e ricca come l'Egitto; tutto ciò non avvenne e, anzi, le fonti storiche extrabibliche attestano che, durante il regno di [[Ramses II]] e poi di suo figlio e successore [[Merenptah]], l'Egitto continuò ad avere un esercito potente e ad essere una nazione dominante.
 
== Teorie speculative ==
=== Teoria freudiana di Mosè seguace di Akhenaton ===
{{Vedi anche|L'uomo Mosè e la religione monoteistica}}
[[File:Akhenaten, Nefertiti and their children.jpg|sinistra|miniaturamin|Stele raffigurante il faraone [[Akhenaton]] con la moglie [[Nefertiti]] sotto i raggi del dio solare [[Aton]]. [[Museo egizio di Berlino]].]]
[[Sigmund Freud]], il celebre padre della [[psicoanalisi]] ed appassionato di [[egittologia]], teorizzò nel suo saggio [[L'uomo Mosè e la religione monoteistica|''L'uomo Mosè e la religione monoteista'']] che Mosè non fosse un ebreo bensì un sacerdote egiziano del dio [[Aton]] (il [[Fotosfera|disco solare]]), il cui [[Atonismo|culto]] fu imposto dal faraone Amenofi IV (che di conseguenza assunse il nome di [[Akhenaton]]) intorno al 1350 a.C. come unica [[religione di Stato]]; Freud sostenne inoltre che Mosè fu costretto a lasciare l'Egitto con i suoi seguaci dopo la morte di Akhenaton e fu in grado di portare a frutto i tentativi del faraone di fondare una supposta religione [[Monoteismo|monoteistica]].<ref name=":3">[[Sigmund Freud]], ''[[L'uomo Mosè e la religione monoteistica]]: tre saggi (1934-1938)'', in: ''Opere'', vol. XI, Torino, Boringhieri, 1976–1980.</ref>
 
Freud evidenzia questi punti:
Riga 244:
# la forte somiglianza del {{passo biblico|Salmo 104|libro=no}}, che canta la gloria di Dio nel creato, con l{{'}}''[[Inno al Sole]]'' forse composto da Akhenaton in persona.<ref name=":3" />
 
A seguito della pubblicazione di questo libro, l'erronea convinzione di un legame tra il culto di Aton e il Mosè [[Bibbia|biblico]] entrò nell'immaginario comune e nelle ricerche accademiche.<ref name=":17">{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2015/09/17/cultura/da-akhenaton-a-mos-non-avrai-altro-dio-TzSENsmzSY8FmuCRCbxc7J/premium.html|titolo=Da Akhenaton a Mosè, non avrai altro dio|sito=LaStampa.it|accesso=21 gennaio 2017}}</ref> L'opinione dell'egittologo tedesco [[Jan Assmann]] è che non esisterebbe alcun legame tra il [[Salmo 104]] e l'[[Inno ad Aton]], ma che entrambi seguano una tradizione innologica diffusa nel [[Vicino Oriente antico]] prima e dopo Akhenaton.<ref name=":4">[[Jan Assmann]], ''Mosè l'egizio. Decifrazione di una traccia di memoria'', 3ª ed., Milano, Adelphi, 2000, {{ISBN|978-88-459-1579-6}}.</ref> L'egittologo [[Brian Fagan]] ha definito le teorie di Freud "prive di qualsiasi base storica".<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.baslibrary.org/biblical-archaeology-review/41/4/5|titolo=Did Akhenaten’s Monotheism Influence Moses?|sito=The BAS Library|data=2015-08-31|accesso=2021-06-14}}</ref> L'egittologo [[Donald Redford]] scrisse nel 1996 sulla ''Biblical Archaeology Review'':{{Citazione|Prima che la maggior parte delle evidenze archeologiche da Tebe e da Tell el-Amarna fosse disponibile, alcune menti pie hanno talvolta trasformato Akhenaton in un maestro umano del vero Dio, un mentore di Mosè, una figura [[Gesù|cristica]], un filosofo in anticipo sui tempi. Ma queste creature immaginarie stanno svanendo a mano a mano che la realtà storica emerge gradualmente. Scarsi o nulli indizi supportano la nozione che Akhenaton sarebbe stato il progenitore del monoteismo perfettamente sviluppato che troviamo nella Bibbia. Il monoteismo della Bibbia ebraica e del [[Nuovo Testamento]] ebbero uno sviluppo separato — un [''monoteismo''] che ebbe origine più di mezzo millennio dopo la morte del faraone.|[[Donald Redford]]<ref>{{cita|Redford 1997|}}.</ref>}}
 
=== La teoria dell'uccisione di Mosè ===
Sempre nel suo saggio ''[[L'uomo Mosè e la religione monoteistica]]'', Sigmund Freud, riprendendo una teoria del biblista protestante [[Ernst Sellin]]<ref>{{de}} [[Ernst Sellin]], ''Mose und seine Bedeutung für die israelitisch-jüdische Religionsgeschichte'', Werner Scholl, [[Erlangen]], Werner Scholl, [[1922]].</ref>, affermò che Mosè sarebbe stato assassinato dal suo popolo, che si ribellò al culto monoteista di [[Aton]] da lui introdotto.<ref name=":3" /> Secondo l'interpretazione [[Psicoanalisi|psicoanalitica]], l'omicidio di Mosè avrebbe scatenato negli [[israeliti]] il ritorno del [[Trauma (psicologia)|trauma]] per il «[[parricidio]] primordiale», già descritto da Freud in ''[[Totem e tabù]]'' (1913), che fu [[Rimozione|rimosso]] e parecchi secoli dopo li avrebbe spinti [[Inconscio|inconsciamente]] alla creazione della [[Giudaismo|religione]] [[Giudaismo|giudaica]], in ricordo appunto del monoteismo annunciato da Mosè.<ref name=":3" />
 
Freud ipotizza quindi la sostituzione del Mosè egizio assassinato con un ''secondo Mosè'', questa volta un sacerdote [[Madian|madianitamadian]]ita di [[Meriba|Meribah]]-[[Qadeš|Qadesh]], fedele a una religione adoratrice di [[Yahweh]], un Dio vulcanico e sanguinario dimorante sul monte [[Monte Sinai (Bibbia)|monte Sinai]]-Oreb che «''aveva promesso ai suoi fedeli un paese “stillante latte e miele” e li aveva incitati a scacciare i suoi attuali abitanti e a “passarli a fil di spada"''».<ref name=":3" /> Questo madianita altri non era che il genero di [[Ietro]], di cui però non si sa nulla, tanto era oscurato dalla figura del primo Mosè<ref name=":3" />. Sempre secondo Freud, i due Mosè furono poi fusi in un unico personaggio dalla narrazione successiva<ref name=":3" />.
 
== Mosè nelle tre religioni monoteiste ==
=== Tradizione ebraica ===
La tradizione ebraica, che ha in Mosè il più alto rappresentante, avendo egli ricevuto le tavole della Legge sul monte Sinai, ha creato intorno a questa figura una serie di leggende e miti che ne hanno ampliato lo spessore epico: bambino prodigio, illuminò la camera dei suoi genitori quando fu concepito, a un anno era già in grado di parlare e a tre sapeva prevedere il futuro. Divenuto egizio mantenne i costumi degli israeliti e fu salvato miracolosamente dalla morte quando, catturato dai soldati del faraone, fu condannato alla decapitazione, ma il suo collo non venne neppure scalfito dalla spada del boia, che cadde in frantumi. Divenuto guida del suo popolo, dovette combattere contro l'ingordigia degli altri israeliti, che volevano a tutti i costi accaparrarsi i tesori degli egizi, e salito sul monte Sinai, divenne, su insegnamento degli angeli, maestro della [[Torah]], a lui vennero comunicati gli scritti sapienziali della tradizione ebraica: il [[Talmud]], la [[Mishna]].
 
Fra gli scritti della tradizione ebraica possiamo ricordare, oltre al "''Libro dei Giubilei''", trascritto nella comunità degli [[esseni]], l'apocrifo "''Ascensio Mosis''", la cui prima parte, detta propriamente "''il Testamento di Mosè''", comprende il discorso profetico di congedo rivolto da Mosè al suo successore Giosuè sul futuro destino di Israele e sulla fine dei tempi. Si descrive con ampiezza il periodo degli [[Asmonei]]: un potente re dell'Occidente conquisterà la terra, ma Israele con l'aiuto di Dio riuscirà vittorioso su [[Roma]]; quindi verrà il giorno finale. Il testo, scritto a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., è menzionato anche dai padri della Chiesa. Alla seconda parte, non conservata, "''l'Ascensione''", si riferisce la neotestamentaria [[lettera di Giuda]], nei versetti in cui narra l'episodio dove l'arcangelo [[San Michele|Michele]] lotta con [[Satana]] per impossessarsi del corpo di Mosè.
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Nel ''De Vita Mosis'' di [[Filone d'Alessandria]], Mosè figura come un erudito del periodo ellenistico. Supera in conoscenze i suoi maestri Egizi e Greci e, come uomo avveduto e guidato dalla ragione, unisce in sé le qualità del filosofo e del profeta con quelle del re. Secondo Filone, a lui risalgono anche la dottrina sulla creazione di [[Platone]] e l'insegnamento sui contrari di [[Eraclito]].
[[File:Rembrandt Harmensz. van Rijn 079.jpg|miniaturamin|verticale|Mosè con in mano i dieci comandamenti raffigurato da [[Rembrandt]]]]
 
Lo storiografo ebreo Giuseppe Flavio scrive una biografia di Mosè con segni mirabili della sua missione nella giovinezza, che finisce con l'ascesa a viceré egizio. Nello scritto ''Contra Apionem'', Mosè è per Giuseppe Flavio il più antico legislatore e anche le leggi dei Greci si rifanno a lui. Secondo [[Aristobulo di Alessandria]] invece, dalla mano di Mosè, hanno ricevuto gli argomenti da trattare nei loro poemi e drammi epici [[Omero]] ed [[Esiodo]].
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=== Tradizione islamica ===
Secondo il [[Corano]] Mosè (''Mūsā'') fu un grande uomo, uno dei maggiori profeti predecessori di [[Maometto]] nonché il profeta menzionato più frequentemente nel Corano.<ref>''I grandi libri della Religione'', vol. XIII, Mondadori, p. 363.</ref> Venne salvato ancora bambino da una persecuzione voluta da Faraone (''Firawūn''),<ref group=Nota>Da notare che, tanto nel [[Tanakh]] quanto nel [[Corano]], Faraone è un nome proprio di persona e non la carica sovrana tipica dell'[[Egitto]]. È per questo che [[Gilles Kepel]] intitolò correttamente il suo libro forse più famoso ''Le Prophète et Pharaon'', visto che questi due termini erano i soprannomi con cui i [[Fondamentalismo islamico|fondamentalisti]] dell'organizzazione [[terrorismo islamico|terroristica]] egiziana, ''al-Jihād'', chiamavano rispettivamente il loro amato ideologo [[Shukri Mustafa|Shukrī Muṣṭafā]] e l'odiato presidente [[Anwar al-Sadat|Anwar al-Sādāt]]. È stato quindi per pura ignoranza biblico-coranica che l'editore italiano dell'opera ha intitolato il libro ''Il Profeta e il Faraone''.</ref> che temeva la nascita d'un usurpatore, e adottato dalla moglie del sovrano stesso (Āsija) che affidò poi il piccino, per ispirazione divina, alla madre naturale affinché lo allattasse.
 
Cresciuto, un giorno si ritrovò davanti due uomini, un egiziano e uno appartenente ai Bani Israil. Occorre specificare che al tempo i Bani Israil erano vittime di torture e vennero resi schiavi da Faraone, perciò Mūsā, uccise l'egizio e chiese perdono ad Allah che glielo concesse.
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== Mosè nell'arte ==
=== Iconografia ===
Un tipo classico dell'iconografia di Mosè raffigura la morte solitaria del profeta alla presenza del Signore, ispirata a {{passo biblico2|Dt|34,5-8}}.<ref name="Palma">{{Cita pubblicazione|nome=Luigi Michele de|cognome=Palma|titolo=Michele, il diavolo e la morte di Mosè (Gd 9) su un capitello di San Michele Maggiore a Pavia|accesso=2025-02-12 febbraio 2025|url=https://www.academia.edu/32255102/Michele_il_diavolo_e_la_morte_di_Mos%C3%A8_Gd_9_su_un_capitello_di_San_Michele_Maggiore_a_Pavia?email_work_card=title}}</ref>
 
Il Deuteronomio afferma che fu il Signore a seppellire personalmente san Mosè. Gli Israeliti, che susi trovavano a distanza, osservarono un mese di lutto.
 
La lettera[[Lettera di Giuda]] (1:,9) afferma che san [[Michele (Arcangelo) |Michele]] arcangelo contese col [[Diavolo]] le spoglie mortali di Mosè. È stato ipotizzato che tale più raro soggetto iconografico sia rappresentato nei [[capitello |capitelli]] della [[Basilica di San Michele Maggiore]] in [[Pavia]].<ref name="Palma" />
 
==== Le corna di Mosè ====
[[File:'Moses' by Michelangelo JBU310.jpg|miniaturamin|verticale|Il Mosè di Michelangelo]]
Famoso è il controverso dibattito sorto sulle corna poste sul capo di Mosè in diverse opere artistiche, come ad esempio l'[[Mosè (Michelangelo)|omonima scultura di Michelangelo]].
 
Questa caratteristica iconologica deriva dal passo di {{passo biblico|Es34,29|libro=no}}, che nel testo originale ebraico ([[testo masoretico]]) riferisce che, dopo aver ricevuto da Dio le tavole dei dieci comandamenti, Mosè ignorava che la sua pelle era 'raggiante' (verbo ebraico ''qrn''). Nell'ebraico scritto non vengono inserite le vocali per cui uno stesso termine può assumere significati differenti a seconda delle vocali che il lettore abbia deciso di inserire o del significato che abbia scelto di interpretare. In questo caso la radice trilittera può indicare sia il termine QARAN''qaran'' (anche Karan), con il significato di radiosità nel senso di un{{'}}'irradiazione' luminosa, sia il termine QEREN''qeren'' (Keren), ovvero 'corna' nel senso dell'apparato osseo animale. L'interpretazione data dai masoreti, che è quella preferita dalla comunità religiosa canonica, è che l'autore volesse indicare appunto che il volto di Mosè fosse luminoso, irradiante [[luce]].
 
Quando [[San Gerolamo]] tradusse il testo ebraico in latino nella [[Vulgata]], la versione della Bibbia ufficiale per secoli nella [[Chiesa latina]], adottò questa lezione, traducendo "ignorabat quod cornuta esset facies sua", cioè "ignorava che la sua faccia fosse cornuta". Ciò è stato per secoli fonte d'ispirazione per diversi artisti, fra cui il sopracitato Michelangelo Buonarroti.
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* (1525) ''L'acqua scaturita dalla roccia'', di [[Luca da Leida]]
* (1537) ''Il castigo del fuoco celeste'', di [[Domenico Beccafumi]]
* (1540) ''Il passaggio del Mar Rosso'', di [[Lucas Cranach il vecchio|Lucas Cranach]]
* (1540-45) ''Mosè salvato dalle acque'', di [[Bonifacio Veronese|Bonifacio de Pitati]]
* (1540-45) ''Passaggio del Mar Rosso'', di [[Agnolo Bronzino]]
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=== Letteratura ===
* [[Sedulio]], ''Carmen Paschale'' (1,127-147).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Roberto|cognome=Mori|titolo=Il personaggio di Mosè nell&#39;opera parafrastica di Sedulio, in F. Gasti - M. Cutino (a cura di), "Poesia e teologia nella produzione latina dei secoli IV-V", Pavia, 2015, pp. 59-72.|accesso=2025-02-07|url=https://www.academia.edu/13611565/Il_personaggio_di_Mos%C3%A8_nellopera_parafrastica_di_Sedulio_in_F_Gasti_M_Cutino_a_cura_di_Poesia_e_teologia_nella_produzione_latina_dei_secoli_IV_V_Pavia_2015_pp_59_72?email_work_card=title}}</ref>
* [[Sigmund Freud]], ''[[L'uomo Mosè e la religione monoteistica]]'' (''Der Mann Moses und die monotheistische Religion'') 1937-39, 3 saggi. Nella celebre opera il padre della psicoanalisi sostiene che Mosè, egizio di nascita, durante il regno di [[Akhenaton]] (XIV secolo a.C.) aveva aderito alla fede monoteista. Quando questa fu abolita con la morte del sovrano e venne ripristinato il tradizionale [[politeismo egizio]], Mosè 'convertì' gli Ebrei stanziati nel territorio egizio e li spinse verso la Palestina, la terra promessa del Dio [[Aton]]-[[Adonai]].
* [[Thomas Mann]], ''[[La Legge (Thomas Mann)|La Legge]]'' (titolo originale tedesco ''Das Gesetz''), 1944. Mosè è il figlio bastardo della figlia del faraone e di un servo ebreo. Si sente chiamato da Dio a liberare il suo popolo, scontrandosi col faraone Ramessu. Le prime nove piaghe sono eventi naturali mentre l'ultima, l'uccisione dei primogeniti egizi, è attuata dagli Ebrei. Fuggono in 12-13.000 attraverso i [[Laghi Amari]], parzialmente prosciugati da un forte vento.
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| rowspan=3 | 2014
| ''[[Son of God (film)|Son of God]]''
| [[William Houston]]
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== Musica ==
Mosè compare nell'opera lirica di [[Gioachino Rossini]], [[Mosè in Egitto]] del 1818 e nel suo rifacimento francese [[Moïse et Pharaon|Moïse et Pharaon, ou Le Passage de la mer Rouge]] del 1827, oltre che nell'opera ''[[Moses und Aron]]'' composta da [[Arnold Schönberg|Arnold Schoenberg]] tra il 1930 e il 1932. È inoltre protagonista di numerosi oratori, tra i quali quelli di [[Giovanni Paolo Colonna]], Vincenzo de Grandis, [[Adolf Bernhard Marx]], [[Max Bruch]], [[Lorenzo Perosi]] e [[Marco Frisina]].
 
== Note ==
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* Carlo Maria Martini, ''Vita di Mosè e vita di Gesù, esistenza pasquale'', a cura di P. Stancari, Roma, 1981.
* R. Rendtorff, ''Mosè'', in R. Rendtorff, ''Protagonisti dell'Antico Testamento, Patriarchi, re e profeti'', Torino, 1984.
* Lorenzo Mazzoni., ''Kebra Nagast. La Bibbia segreta del Rastafari''., Coniglio editore, 2007. ISBN 978-88-6063-063-6.
* {{Cita libro |autore=Massimo Giuliani | titolo=Il bastone di Mosè | editore=Il Margine,|città= Trento| anno=2012 |isbn=978-88-6089-106-8|cid=Bastone}}
* Giuliano F. Commito, ''La categoria del tesmoteta nella tradizione ebraico-cristiana'', in Umberto Bultrighini ed Elisabetta Dimauro (a cura di), ''Pensare Giustizia tra Antico e Contemporaneo'', Lanciano (CH), Casa Editrice Rocco Carabba, 2019. ISBN 978-88-6344-552-7.