Teatro alla Scala: differenze tra le versioni

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|Tipologia = Sala a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi e due gallerie
|Capienza = {{m|2030}}<ref name="camcom">[http://www.milomb.camcom.it/documents/10157/158895/dentro-la-scala.pdf/44a69a60-2167-4538-aac3-4420e6c4ddd7 Camera di Commercio di Milano - "Dentro La Scala"] - secondo la fonte, la capienza ufficiale è di 2.030 posti, ma "i posti disponibili sono molto più numerosi: il teatro dispone di 2242 posti..."</ref>
|Immagine = MilanMilano - ScalaTeatro -alla Scala Facade3924.jpg
}}
Il '''Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala''',<ref>Maria Teresa Florio, ''Chiese di Milano'', sezione ''Santa Maria alla scala'', Electa, Milano, 2006.</ref><ref>Elena Biggi Parodi, ''Teatro alla Scala 1778: «Europa riconosciuta» inaugura a Milano l'opera europea'', in ''Salieri sulle tracce di Mozart'', pp. 35-44.</ref> semplicemente noto come '''Teatro alla Scala''' e colloquialmente chiamato '''la Scala''', è il principale [[teatro d'opera]] di [[Milano]]. Considerato tra i più prestigiosi [[Teatro (architettura)|teatri]] al mondo,<ref>{{cita libro|autore=Gianandrea Gavazzeni|titolo=Verdi, Messa da Requiem|anno=2008|editore=Pendragon|isbn=978-8883426223|p=147}}</ref> ospita dal 1778 i principali artisti nel campo internazionale dell'[[opera]], del [[balletto]] e della [[musica classica]].
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L'edificio, progettato da [[Giuseppe Piermarini]] e inaugurato nel 1778 con l'opera ''[[L'Europa riconosciuta]]'' composta per l'occasione da [[Antonio Salieri]], fu costruito a seguito della distruzione, nel 1776, a causa di un incendio, del [[Teatro Regio Ducale|Teatro Ducale]].
 
A partire dall'anno di fondazione è sede dell'[[Coro del Teatro alla Scala|omonimo coro]],<ref>[http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/coro/coro.html pagina] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150414002944/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/coro/coro.html |datedata=14 aprile 2015 }} dedicata al Coro nel sito del teatro.</ref> dell'[[Orchestra del Teatro alla Scala|orchestra]],<ref>[http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/orchestra/orchestra.html pagina] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130122050109/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/orchestra/orchestra.html |datedata=22 gennaio 2013 }} dedicata all'Orchestra nel sito del teatro.</ref> del [[Corpo di Ballo del Teatro alla Scala|corpo di Ballo]],<ref>[http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/corpo-di-ballo/corpo-di-ballo.html pagina] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130122050412/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/corpo-di-ballo/corpo-di-ballo.html |datedata=22 gennaio 2013 }} dedicata al Corpo di Ballo nel sito del teatro.</ref> e dal [[1982]] anche della [[Filarmonica della Scala|Filarmonica]].<ref>Cfr. il sito [http://www.filarmonica.it/ filarmonica.it].</ref> Il complesso teatrale è situato nell'[[piazza della Scala|omonima piazza]], affiancato dal [[Casino Ricordi]], sede del [[Museo teatrale alla Scala]].
 
== Storia ==
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Altre produzioni messe in scena dal compositore furono il successo della prima europea di ''[[Aida]]'' ([[1872]]) diretta da Faccio con la Stolz, [[Maria Waldmann]] e [[Ormondo Maini]], la nuova versione di ''[[Simon Boccanegra]]'' diretta da Faccio con Maurel, [[Anna D'Angeri]], [[Édouard de Reszke]] e [[Francesco Tamagno]] ([[1881]]), la seconda versione italiana in quattro atti del ''[[Don Carlo]]'' diretta da Faccio con Tamagno, [[Paul Lhérie]] e [[Giuseppina Pasqua]] ([[1884]]), il successo delle prime assolute di ''[[Otello (Verdi)|Otello]]'' diretta da Faccio con Tamagno, [[Romilda Pantaleoni]], Maurel e [[Francesco Navarrini]] ([[1887]]) e di ''[[Falstaff (Verdi)|Falstaff]]'' diretto da [[Edoardo Mascheroni]] con Maurel, [[Antonio Pini-Corsi]], [[Edoardo Garbin]], [[Emma Zilli]], la Pasqua e [[Virginia Guerrini]] ([[1893]]).
 
Nel [[1876]] avvenne il successo della prima assoluta di ''[[La Gioconda]]'' di [[Amilcare Ponchielli]] diretta da Faccio con [[Gottardo Aldighieri]] e Maini, nel [[1881]] della ripresa di ''Mefistofele'' di Boito diretta da Faccio e di ''[[Ballo Excelsior]]'' di [[Romualdo Marenco]], nel [[1885]] di ''[[Marion Delorme (Ponchielli)|Marion Delorme]]'' di Ponchielli, nel [[1886]] di ''[[Edmea]]'' di [[Alfredo Catalani]] e nel [[1896]] di ''[[Andrea Chénier (opera)|Andrea Chénier]]'' di [[Umberto Giordano]] diretta da [[Rodolfo Ferrari (direttore d'orchestra)|Rodolfo Ferrari]] con [[Giuseppe Borgatti]].
 
Tra i titolari della gestione degli anni post unitari si possono ricordare i fratelli Corti (1876) e [[Luigi Piontelli]] (1884-1894).
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Si deve a Scandiani la costituzione formale dell'[[orchestra del Teatro alla Scala]], i cui musicisti, un centinaio,<ref name="GroveMilan"/> verranno d'ora in poi scelti secondo rigidi criteri di selezione e assunti con regolari contratti a tempo indeterminato. Alla direzione musicale ancora una volta Toscanini insieme ad [[Ettore Panizza]], promotori di una intensa e straordinaria stagione per il teatro. Il palco scaligero vide avvicendarsi i maggiori cantanti del tempo, tra cui [[Fëdor Ivanovič Šaljapin]], [[Magda Olivero]], [[Giacomo Lauri-Volpi]], [[Titta Ruffo]], [[Enrico Roggio]], [[Gino Bechi]], [[Beniamino Gigli]], [[Mafalda Favero]], [[Toti Dal Monte]], [[Gilda Dalla Rizza]], [[Aureliano Pertile]].
 
Nel [[1929]] lo Stato fascista riservò al capo del governo la facoltà di nomina del presidente dell'Ente e impose la partecipazione di un rappresentante del [[Ministeri del governo italiano soppressi o accorpati#Ministero dell'Educazione Nazionale|Ministero dell'Educazione Nazionale]] al [[consiglio di amministrazione]]. Di fronte a ciò, Toscanini, portata a termine l'impegnativa ''tournée'' a Vienna e Berlino, lasciò la direzione del teatro nel maggio dell'anno successivo e si trasferì a New York. Nel [[1931]], a seguito di un'aggressione subita a [[Bologna]], schiaffeggiato davanti al [[Teatro Comunale (Bologna)|Teatro Comunale]] per essersi rifiutato di eseguire la ''[[Marcia reale]]'' e ''[[Giovinezza (inno)|Giovinezza]]'', il maestro lasciò definitivamente il paese.
 
Nel [[1932]], [[Luigi Lorenzo Secchi]] progettò le "scale degli specchi" che collegano il [[foyer]] al [[ridotto (architettura)|ridotto]] dei palchi, anch'esso al centro di importanti lavori nel [[1936]]<ref>Descrizione dell'intervento, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00035/|titolo=Ridotti del Teatro alla Scala}}</ref><ref>Disegni del progetto di intervento, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA007F36/?tab=riproduzioni|titolo=Palchi e scala degli specchi (1936 - 1973)}}</ref>
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Solo un anno più tardi, nel 1979, Abbado lasciò la direzione artistica, mantenendo però quella musicale.
In tale veste, nel 1982 fondò, sul modello dei [[Wiener Philharmoniker]], la [[Filarmonica della Scala]]. Nel [[1986]], ultimo anno della direzione Abbado, fu promotore di un importante "Omaggio a [[Claude Debussy|Debussy]]", coinvolgendo anche il coreografo [[Maurice Béjart]].<ref>[http{{Cita web|lingua=it|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/06/11/il-lungo-addio-di-abbado-sotto-una.html?ref=search |titolo=Il lungo addio di Abbado sotto una pioggia di fiori],|sito=Archivio ''La- Repubblica'',la 11 giugno 1986Repubblica.it|data=1986-06-11|accesso=2025-03-17}}</ref>
 
A sostituire Abbado fu chiamato il maestro napoletano [[Riccardo Muti]], il quale promosse una stagione di riscoperta di opere come ''[[Lodoïska]]'' di [[Luigi Cherubini]], ''[[Alceste (Gluck)|Alceste]]'' e ''[[Ifigenia in Aulide (Gluck)|Iphigénie en Aulide]]'' di [[Christoph Willibald Gluck]], con regie di ricerca e rinnovamento.
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Gli elementi architettonici che caratterizzano la facciata includono il timpano, le lesene e le semicolonne visibili quando il teatro sorgeva su una lunga e stretta strada, successivamente, dopo la costruzione della piazza antistante, diventano meno evidenti, poiché la prospettiva angolare lascia il passo al punto di vista centrale.
Con portico e terrazza aggettanti il teatro è una costruzione funzionale con emiciclo interno per la diffusione dei suoni.
I caratteri stilistici del Piermarini si possono riassumere nella sobrietà della struttura e degli elementi decorativi usati con rapporti modulari.<ref>[{{Cita libro|nome=Marcello|cognome=Tomei|titolo=TUTTO - Architettura|url=https://books.google.it/books?id=Q8faOpguBtIC&pg=PA194&dq=teatro+la+scala+architettura&hl=it&sa=X&ei=dA4QVZXHHIPXPJSwgdgE&ved=0CEUQ6AEwBw#v=onepage&q=teatro%20la%20scala%20architettura&f=false]|accesso=2025-03-17|data=2011-05-18|editore=De Agostini|lingua=it|ISBN=978-88-418-6930-7}}</ref>
 
La facciata principale è la parte del teatro che ha subito, rispetto al progetto originario, il minor numero di modifiche. L'unica aggiunta è stata quella dei due piccoli corpi laterali sormontati da terrazzi (1835), i quali, se alterano lievemente la visione laterale rompendo la scansione dei tre diversi volumi della facciata, fanno salva la percezione frontale. L'aspetto più innovativo del progetto è sicuramente la galleria che l'architetto antepone agli accessi del teatro. Un tempo era possibile, grazie a questo accorgimento, arrivare a pochi metri dall'ingresso, e al coperto, con la carrozza.
I piani sono scanditi da cornicioni e dal diverso rivestimento murario. Al piano terreno e al [[mezzanino (architettura)|mezzanino]], su un basso [[bugnato]] si aprono sette arcate cieche, intonacate di chiaro come le superfici dei piani superiori. Originariamente le porte di accesso al teatro erano solo due, in corrispondenza delle arcate laterali della galleria. All'interno delle altre cinque aperture si aprivano, invece, altrettante finestre. Oggi, ogni [[fornice]] ospita un portone, sormontato dalle finestrelle arcuate del mezzanino. In corrispondenza dei [[piedritto|piedritti]] delle arcate corre un corso di blocchi più sporgenti. Sporgente è anche il [[Concio (architettura)|concio]].
[[File:Milano - Teatro alla Scala 0187.jpg|miniatura|destra|Particolare del timpano col bassorilievo di [[Giuseppe Franchi]]]]
 
Sopra alla galleria e ai corpi aggiunti dal Pestagalli, un parapetto a [[parapetto|balaustra]], il cui disegno è ripreso anche come [[Zoccolo (architettura)|zoccolo]] per le semicolonne e le lesene [[ordine corinzio|corinzie]] che scandiscono il ritmo dei diversi volumi al primo piano. In corrispondenza del terrazzo, in mezzo alle quattro coppie di semicolonne, si aprono tre porte [[timpano (architettura)|timpanate]]. Sulla parete del volume intermedio e sui terrazzi laterali si aprono altre quattro luci, sempre decorate da timpani triangolari, due a destra e due a sinistra. In corrispondenza dei capitelli corre un [[fregio]] spezzato a festoni in [[stucco]]. Al di sopra corre un'importante [[trabeazione]] su cui poggiano le basi delle basse lesene e le cornici delle aperture dell'odierno ridotto delle gallerie.
[[File:Teatro della Scala in Milano.jpg|miniatura|upright=0.7|La pianta del teatro nell'incisione in rame di Gaetano Mercoli (1789)]]
 
Corona il prospetto, in corrispondenza della galleria delle carrozze, un [[timpano (architettura)|timpano]] decorato, sempre su disegno del Piermarini, a [[bassorilievo]] in stucco da [[Giuseppe Franchi]]. Il soggetto è l'allegoria de ''Il carro del Sole inseguito dalla Notte'' (altrove detto ''Il carro di [[Apollo]]'' o ''di [[Fetonte]]'').<ref>{{cita|Pisaroni|p. 23}}.</ref> Ai due lati una balaustra interrotta, in corrispondenza delle sottostanti lesene, da parapetti ciechi decorati da vasi fiammati.
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=== Interno ===
[[File:Teatro della Scala in Milano.jpg|miniatura|upright=0.7|sinistra|La pianta del teatro nell'incisione in rame di Gaetano Mercoli (1789)]]
 
==== Foyer ====
La decorazione neoclassica e la stessa disposizione degli ambienti al piano terreno non sono quelle previste dal Piermarini. Originariamente, passato uno stretto corridoio parallelo alla facciata, analogo a quello attuale, si accedeva a due ambienti oblunghi. Sul lato esterno di quello di sinistra si trovavano il «camerino dei biglietti», la «camera per gli impresari» con l'attigua «camera per gli accordi», l'alloggio del custode. Sul lato esterno di quello di destra, il locale per il corpo di guardia con il «camerino per l'ufficiale» e la «bottega del caffè» per la platea. Al centro, una sala di transito dove il pubblico attendeva l'arrivo delle carrozze. Percorsi fino al fondo i due corridoi, si entrava nell'atrio, o «vestibolo per la servitù», oblungo e non molto ampio, e finalmente, attraverso tre porte, nella sala. Sempre da qui si accedeva ai palchi, grazie a un duplice sistema di scale, e a due «botteghe per chincaglierie».<ref name="G16">{{Cita|Carlo Gatti|p. 16}}.</ref><ref>Sezione longitudinale prima dell'intervento di Luigi Lorenzo Secchi, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA007F57/?tab=riproduzioni|titolo=Palcoscenico (1939 - 1963)}}</ref>
[[File:Teatro alla scala, foyer.jpg|miniatura|sinistra|Panoramica del ridotto dei palchi]]
 
Tra il 1881 e il 1884 furono rinnovate le decorazioni di questi ambienti seguendo i disegni di ornato previsti in un progetto del 1862 degli architetti Savoia e Pirola. Oggi, varcata la soglia di uno dei cinque portoni centrali (i due laterali danno accesso ad altrettanti ambienti minori ricavati nei corpi aggiunti nel [[1835]]) si accede a un ambiente, coperto da una volta a botte, lungo quanto l'originale corpo aggettante della facciata, assai stretto e basso. Da qui altrettante porte introducono nel [[foyer]] della platea e dei palchi. L'ambiente è diviso, parallelamente alla facciata, da una fila di sei alte colonne in marmo. Le pareti sono decorate a stucco con paraste che sorreggono fregi e una ricca trabeazione in parte dorata. Diversi specchi riflettono la luce dei lampadari di cristallo che pendono dalle volte.<ref>L'ingresso prima, durante e dopo gli interventi di restauro del XX secolo, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA007F48/?current=1&tab=riproduzioni|titolo=Platea (1934 - 1982)}}</ref>
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Fino al bombardamento del [[1943]] si era conservata la struttura originaria della [[volta (architettura)|volta]], costituita da uno spesso strato di intonaco pressato su "bacchette", strisce larghe circa {{M||ul=cm}} ricavate da tondelli di castagno non del tutto essiccati e lasciati a macerare nell'acqua, inchiodate a [[centina|centine]] in legno di pioppo. Queste erano a loro volta appese mediante sottili tiranti in legno ai travettoni appoggiati sulle grandi [[capriata|capriate]] poste a sostegno delle falde del tetto. Questo sistema, quasi un [[controsoffitto]], è stato per certi versi ripreso nel [[Teatro degli Arcimboldi]], dove il soffitto che vede lo spettatore è in realtà composto da pannelli riflettenti rivolti verso la platea e fonoassorbenti rivolti verso l'orchestra.
[[File:Scala5.JPG|miniatura|upright=1.4|sinistra|"Spaccato per lungo", dal progetto originale (1789)]]
 
La semplice volta della sala era intonacata, come pure le pareti dei quattro ordini di palchi e le quattro grandi colonne che racchiudono i palchi di proscenio. La sala appariva all'origine in modo molto diverso da quanto si vede oggi: numerosi sono stati gli interventi, tra cui quello curato da [[Luigi Canonica]] ([[1808]]) e quello dello scenografo [[Alessandro Sanquirico]] (1830), ammirabile nel suo complesso ancora oggi.
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Il palcoscenico, originariamente in assi di pioppo solcato dalle guide per i pannelli mobili delle scene, aveva dimensioni ragguardevoli (oltre {{M|30|u=m}} di lunghezza e quasi ventisei di larghezza) e si prolungava un tempo nella sala fino oltre il proscenio, nello spazio oggi occupato dalla buca d'orchestra. In base al progetto iniziale avrebbe dovuto avere non sei ma sette campate, ridotte in corso d'opera a causa di difficoltà nell'acquistare i terreni necessari. Lunghi ballatoi permettevano ai macchinisti di manovrare le scene.
[[File:Teatro alla Scala interior Milan.jpg|thumb|left|upright=1.4|Da destra: vista globale della sala, con palchi, platea, fossa e palcoscenico]]
 
L'orchestra suonava fino agli inizi del [[XX secolo]] allo stesso livello della platea, dalla quale era separata grazie a un'"assata in pendio" che poteva essere rimossa in occasione delle feste da ballo. L'attuale fossa fu costruita all'inizio del Novecento.
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I sei livelli sono oggi organizzati in quattro ordini di palchi e due gallerie.
I primi tre ordini contano trentasei palchi, diciotto a destra e diciotto a sinistra, numerati in ordine crescente a partire dal proscenio; il quarto ordine ne conta invece trentanove, giacché tre palchi occupano lo spazio che negli ordini sottostanti è riservato al palco reale. Su entrambi i lati del proscenio si affacciano ulteriori quattro palchi di proscenio, corrispondenti ai primi quattro ordini.
[[File:Scala3.JPG|miniatura|upright=1.4|sinistra|Spaccato della sala nell'incisione di Mercoli (1789)]]
 
I palchi e i retrostanti camerini erano un tempo decorati dai singoli proprietari con tappezzerie di differenti colori, tappeti, mobili, specchi e sedie di loro scelta.
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La cromia prevalente delle pareti dei corridoi e delle scale è giallo/arancio, mentre le zoccolature sono nere. Sulle pareti delle scale d'accesso al primo ordine, invece, il [[marmorino]] è grigio-verde con la fascia verticale in prossimità del corridoio gialla, in continuità con la tinta delle pareti di quel piano.<ref name="Lonati171">Elisabetta Fabbri, Alessandra Favero, Giancarlo Lazzaretti, Pasquale Mariani Orlandi, ''Intonaci a marmorino'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 171}}.</ref> I pavimenti dei palchi sono oggi in cotto, lo stesso materiale previsto da Piermarini, i corridoi e i pianerottoli delle scale sono invece in [[terrazzo alla veneziana|terrazzo veneziano]].
[[File:0007sala4 011.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.2|sinistra|Una delle sale dell'attiguo [[Museo teatrale alla Scala]]]]
 
L'originaria unica galleria era collegata al vestibolo per la servitù tramite due scale a chiocciola. Gli spettatori con biglietti di galleria entrano oggi attraverso l'ingresso del [[Museo teatrale alla Scala|Museo teatrale]], in largo Ghiringhelli. Nello spazio occupato nei piani sottostanti dai camerini, si trovano in corrispondenza delle due gallerie i guardaroba, non dissimili da quelli della platea. Differente è invece il disegno delle rampe che collegano i due ultimi piani, ridisegnate nel corso del XX secolo.
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Ottenne in questo modo, secondo le fonti, un'[[acustica]] pressoché perfetta in ogni punto della sala, considerata tra le migliori dei suoi tempi.<ref>{{cita|Pisaroni|p. 22}}.</ref>
 
Secondo uno studio del 1962, firmato Beranek, il Teatro alla Scala ha un'acustica eccellente, comparabile, tra i maggiori teatri europei, alla sola, ma ben più tarda, [[Wiener Staatsoper|Staatsoper]] di [[Vienna]] (1869).<ref>L. L. Beranek, ‘'Music, Acoustics & Architecture'’, 1962.</ref> È stato all'epoca rilevato un tempo iniziale di ritardo (Initial Time Delay Gap) di soli {{M|0.015|ul=s}} secondi e solo tre [[Riflessione (fisica)|riflessioni]] nell'arco di 60 millesimi di secondo. I valori del T30 ({{M|1.2|u=s}}), del tempo di decadimento iniziale (Early Decay Time: {{M|1.3|u=s}}) e C80 (che, essendo la sala [[Riverbero|riverberante]], risultava pari a {{M|-0.11|u=[[Decibel|dB]]}}) permettevano di equiparare la sala scaligera a quella del [[Teatro della Pergola]] di [[Firenze]].<ref name="Pezzi">Alfonso Pezzi, ''[http://acustica.ing.unibo.it/Researches/room/tesinaAPezzi/AcusticaSale.pdf Considerazione sull'acustica delle sale] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130512085540/http://acustica.ing.unibo.it/Researches/room/tesinaAPezzi/AcusticaSale.pdf |datedata=12 maggio 2013 }}'', 2002.</ref> Il “calore” del suono, cioè la ricchezza dei toni a bassa [[frequenza]], era garantito da un lungo RT alle basse frequenze ({{M|125|and|25|ul=Hz}}).<ref name="Pezzi" />
 
In occasione degli ultimi lavori è stato inclinato il piano della platea per migliorare l'acustica in sala, oltre la visibilità. Si è provveduto, per lo stesso motivo, a rimuovere la moquette. A diretto contatto con il [[massetto]] in [[cemento]] (listoni in legno annegati in cemento magro) è stato posto uno strato di [[compensato marino]] dello spessore di {{M|15|ul=mm}} e quindi un «sandwich elastico», il cui foglio inferiore di [[gesso (materiale)|gesso]] e [[truciolato]] (spessore {{M|15|u=mm}}) è reso solidare con il compensato sottostante. Lo strato successivo, di [[polietilene]] reticolato ({{M|5|u=mm}}), non ha agganci rigidi con un secondo strato di gesso e truciolato, fissato invece a un ulteriore strato di compensato marino ({{M|16|u=mm}}). Sopra quest'ultimo, uno strato di granulato di gomma, attraversato dai supporti delle poltrone, fa da base ai listoni di [[Quercus petraea|rovere]] del ''parquet'' (spessore {{M|22|u=mm}}).<ref>Higini Arau, Alessandro Cocchi, ''Le attenzioni riservate all'acustica'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 76}}.</ref>
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{{vedi anche|Prime stagionali al Teatro alla Scala}}
{{Citazione|Di tanti palpiti e di tante pene è davvero cosparso il cammino che conduce non a una semplice prima, ma alla Prima per antonomasia<ref name="Prima">''La prima alla Scala'', Rizzoli, 2008.</ref>|[[Plácido Domingo]]}}
 
[[File:Inauguration of the 2022-2023 opera and ballet season of the Teatro alla Scala (11).jpg|miniatura|Inaugurazione della stagione 2022-2023]]
 
Tradizionalmente la stagione di Carnevale cominciava il 26 dicembre. L'attuale consuetudine di inaugurare la stagione lirica il 7 dicembre, giorno di [[Sant'Ambrogio]], patrono di Milano, fu introdotta nel [[1940]] e poi, stabilmente, per volere di [[Victor de Sabata]], a partire dal [[1951]].<ref>{{Cita web |url=http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/storia_slide_6.html |titolo=teatroallascala.org |accesso=7 settembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130401213857/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/storia_slide_6.html |dataarchivio=1º aprile 2013 |urlmorto=sì }}</ref> Proprio il 7 dicembre di quell'anno [[Maria Callas]], che aveva debuttato sul palcoscenico meneghino pochi mesi prima, ottenne il suo primo trionfo milanese cantando ne ''[[I vespri siciliani]]'' diretti dallo stesso De Sabata.<ref>[http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=4edceddc559a9 cinquantamila.it]</ref>
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Lo spettacolo della sera di Sant'Ambrogio è insieme un evento culturale, istituzionale e mondano profondamente radicato nella vita italiana.<ref name="Prima" />
 
A partire dal [[2008]] la serata inaugurale è preceduta dall{{'}}''anteprima giovani'', una recita dell'opera inaugurale dedicata al pubblico con meno di trent'anni.<ref>[http{{Cita web|url=https://wwwst.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2008/05/scala.shtml?uuid=f7b97e5e-2cca-11dd-92a8-00000e251029&DocRulesView=Libero |titolo=Teatro alla Scala: il Don Carlo apre la stagione. Anteprima il 4 dicembre], [[Il Sole 24 Ore]], 28 maggio 2008|sito=st.ilsole24ore.com|accesso=2025-03-17}}</ref>
 
Nel [[2020]], a causa della [[Pandemia di COVID-19 del 2019-2021|pandemia di COVID-19]], la "prima" è stata annullata e sostituita da un concerto a porte chiuse intitolato ''A riveder le stelle''.<ref>{{Cita web |url=https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2020/12/Rai-e-Scala-insieme-A-riveder-le-stelle--c34f6781-12a5-4eae-8f02-cf4b8b91cb93-ssi.html|titolo=Rai e Scala insieme "A riveder le stelle"|sito=Ufficio Stampa [[Rai]]|data=7 dicembre 2020}}</ref>
 
== Responsabili del teatro ==
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* Mauro Meli (2005)
* [[Stéphane Lissner]] (2005-2014)<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/04/21/meli-si-dimette-arriva-lissner.html?ref=search Meli si dimette, arriva Lissner], ''La Repubblica'', 21 aprile 2005.</ref><ref>[http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/10/08/news/lissner_confermato_laddio_alla_scala_passer_allopera_di_parigi_dal_2015-44098863/?ref=HREC1-4 Lissner, ufficiale l'addio alla Scala], ''La Repubblica'', 8 ottobre 2012.</ref>
* [[Alexander Pereira]] (2014-2020)<ref name="Chi siamo">''Chi siamo'' in [http://www.teatroallascala.org/it/fondazione/chi-siamo/chi-siamo.html teatroallascala.org] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120720114950/http://www.teatroallascala.org/it/fondazione/chi-siamo/chi-siamo.html |datedata=20 luglio 2012 }}.</ref><ref>[http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/06/04/news/pereira_da_salisburgo_alla_scala_sar_lui_il_nuovo_sovrintendente-60354563/ Pereira da Salisburgo alla Scala, sarà lui il nuovo sovrintendente], ''La Repubblica'', 4 giugno 2013.</ref>
* [[Dominique Meyer]] (2020-in carica2025)<ref name="Chi siamo" />
* [[Fortunato Ortombina]] (2025-2030)<ref name="teatroallascala.org">[https://www.teatroallascala.org/it/media/la-scala-rivista-del-teatro/il-teatro-d-opera-ha-un-grande-futuro-intervista-fortunato-ortombina.html], ''Teatro alla Scala'', Marzo 2025.</ref>
 
;Primi violini capo d'orchestra
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* [[Riccardo Muti]] (1986-2005)<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/12/27/la-scala-saluta-muti-direttore.html?ref=search La Scala saluta Muti direttore], ''La Repubblica'', 27 dicembre 1985.</ref><ref>[http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/spettacoli_e_cultura/scala/dimissioni/dimissioni.html?ref=search Riccardo Muti si dimette], ''La Repubblica'', 2 aprile 2005.</ref>
* [[Daniel Barenboim]] (2011-2015)<ref name="Chi siamo" /><ref>"Maestro Scaligero" dal 2007.</ref>
* [[Riccardo Chailly]] (2015-in carica2026)<ref>Direttore Principale dal 1º gennaio 2015</ref><ref>[http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/12/10/news/scala_pisapia_conferma_chailly_sar_direttore_musicale_dal_2015-73212244/ Al vertice della Scala arriva Chailly. Sarà il direttore musicale del teatro], ''La Repubblica'', 10 dicembre 2013.</ref>
* [[Myung-Whun Chung]] (2027-2030)<ref>[https://www.teatroallascala.org/it/myung-whun-chung-prossimo-direttore-musicale-dal-2027.html], ''Teatro alla Scala'',</ref><ref>[https://tg24.sky.it/spettacolo/2025/05/12/myung-whun-chung-direttore-scala], ''Spettacolo Sky tg24'', 12 maggio 2025</ref>
<ref>[https://www.avvenire.it/agora/pagine/chi-e-myung-whun-chung-il-nuovo-direttore-della-scala], ''Avvenire'', 12 maggio 2025</ref>
<ref>[https://www.ilpost.it/2025/05/12/nuovo-direttore-scala-milano-myung-whun/], ''Il Post'', 12 maggio 2025</ref>
 
;Direttori artistici
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* [[Victor de Sabata]] (1949-1952) ''ad interim''
* [[Victor de Sabata]] (1953-1957)<ref>Sovrintendente artistico. Dal 1957 al 1963 Alto commissario artistico, cfr. {{treccani|victor-de-sabata_(Dizionario-Biografico)|Victor de Sabata}}</ref>
* [[Francesco Siciliani]] (1957-1966)<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0020/articleid,0672_01_1996_0348_0022_9164252/ Siciliani, l'inventore della Callas], ''La Stampa'', 19 dicembre 198961996</ref>
* [[Gianandrea Gavazzeni]] (1966-1968)
* [[Luciano Chailly]] (1968-1971)<ref>{{treccani|luciano-chailly|Luciano Chailly}}</ref>
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* [[Alexander Pereira]] (2014-2020)
* [[Dominique Meyer]] (2020-2025)<ref name="Chi siamo" />
* [[Fortunato Ortombina]] (2025-in carica2030)<ref name="teatroallascala.org"/>
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* {{Cita libro|autore=Giampietro Tintori|titolo=Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), Cronologia completa degli spettacoli e dei concerti|città=Milano|editore=Ricordi|volume=II|anno=1964}}
* Luigi Lorenzo Secchi, ''1778- 1978. Il Teatro alla Scala: architettura, tradizione, società'', Milano, Electa, 1977.
* [[Remo Giazotto]], ''Le carte della Scala. Storie di impresari e appaltatori (1778-1860)'', Lucca, Akademos e Lim, 1990.
* {{Cita libro|autore=AA. VV. |titolo=Studi verdiani|città=Parma|editore=Istituto di studi verdiani|anno=2002|cid=Istituto di studi verdiani|url=http://books.google.it/books?id=5Yc9yxGbU30C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* ''Salieri sulle tracce di Mozart'', Catalogo della Mostra, Milano, Palazzo Reale 2 dicembre 2004-30 gennaio, Bärenreiter, 2004. ISBN 978-3-7618-1833-6.
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* Lorenzo Arruga, ''Placido Domingo alla Scala'', Scala, 2001.
* ''Verdi e la Scala'', Rizzoli, 2001.
* [[Vittoria Ottolenghi]], ''Nureyev alla Scala'', Scala, 2002.
* Vittoria Crespi Morbio, ''Usellini alla Scala'', Allemandi, 2003.
* Vittoria Crespi Morbio, ''Picasso alla Scala'', Allemandi, 2004.