Rosacroce: differenze tra le versioni

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===La simbologia secondo l'AMORC===
Secondo l'[[Antico e Mistico Ordine Rosae Crucis|AMORC]], il simbolo della Rosacroce riveste una connotazione universale profonda e complessa, che sintetizza l'armonia tra l'aspetto materiale e quello spirituale dell'essere umano. Esso si compone di due elementi principali: una croce d'oro e una rosa. La croce rappresenta il corpo fisico dell'uomo, il suo aspetto terreno e concreto, mentre la rosa simboleggia l'anima, la dimensione spirituale e immortale che trascende la materia. Questo doppio simbolismo racchiude l'idea di un'unità profonda tra il corpo e l'anima, come due facce inseparabili di un unico essere.

La croce, simbolo tra i più antichi e universali, è rintracciabile fin dall'antichità in molteplici culture, inclusi gli obelischi egizi e le strutture monumentali di Roma. L'egittologo Christian Larré<ref>{{Cita libro|nome=Christian|cognome=Larré|titolo=L'Héritage spirituel de l'ancienne Egypte}}</ref>, nella sua interpretazione, sottolinea come l'asse verticale della croce congiunga simbolicamente il cielo e la terra, suddividendo il [[Cosmo]] in due polarità fondamentali. L'asse orizzontale, invece, traccia una divisione tra il mondo materiale, tangibile, e quello spirituale, immateriale, creando un confine che separa e al contempo connette queste due dimensioni. Al centro della croce, dove i due assi si incrociano, si trova la rosa. Questo punto di intersezione rappresenta l'anima, la quintessenza dell'essere umano, dove si realizza l'equilibrio tra il mondo fisico e quello spirituale. La rosa è il simbolo dell'anima come congiunzione degli opposti: un luogo sacro in cui la spiritualità e la materia si fondono in una sintesi superiore, in grado di rispecchiare l'unità dell'esistenza.

L'insegnamento dell'[[Antico e Mistico Ordine Rosae Crucis|AMORC]], che si sviluppa in un percorso progressivo, guida l'individuo alla scoperta e alla comprensione delle molteplici dimensioni dell'essere umano. L'approccio dell'[[Antico e Mistico Ordine Rosae Crucis|AMORC]] invita a un'esplorazione interiore che si arricchisce e si approfondisce nel tempo, per comprendere sempre meglio la propria natura e il proprio posto nell'universo. In questo contesto, il simbolo della Rosacroce rappresenta la prima, fondamentale divisione dell'essere umano nella sua essenza duale: da un lato la dimensione materiale e sensibile, dall'altro quella spirituale e invisibile, entrambe essenziali per la piena realizzazione dell'individuo. La rosa che progressivamente sboccia sulla croce rappresenta il raggiungimento dello stato di coscienza del Rosa-Croce, ossia l'illuminazione.<ref>{{Cita libro|nome=Harvey|cognome=Spencer Lewis|titolo=Rosicrucian Questions and Answers|anno=1954|url=https://archive.org/details/1932lewisrosicrucianquestionsandanswers2}}</ref>.
 
== Aspetti dibattuti ==
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* la [[combustione]] dello [[Zolfo (alchimia)|Zolfo]], cioè di qualunque sostanza [[infiammabile]], sotto l'effetto del fuoco, che egli interpretava come un segno con cui gli Esseri Spirituali operavano un [[sacrificio]] di se stessi in onore di più alte [[Gerarchia degli Angeli|Gerarchie]] divine.<ref name=rosenkreuz />
{{citazione|Quando in questo stato d'animo egli vedeva compiersi la salificazione, allora nell'animo suo sorgevano dei puri pensieri che purificavano anche lui. Nell'abbandonarsi alla contemplazione del processo di soluzione egli si sentiva incitato all'amorevolezza, mentre nel processo di combustione sentiva germogliare in sé la volontà di sacrificio al Tutto. E compito di questi processi naturali era appunto di risvegliare in lui questi sentimenti. Ora, il [[chiaroveggenza|chiaroveggente]] che avesse osservato, durante questi suoi esperimenti, il teosofo medioevale, avrebbe veduto quanto segue: avrebbe visto la sua [[aura (paranormale)|aura]], che prima del processo era un'aura normale trasformarsi dapprima in un'aura color [[rame]], poi colore dell'[[argento]] e poi in una lucentissima aura d'[[oro]]. Per questo gli alchimisti dicevano che dalla rozza aura avevano tratto argento ed oro soggettivo. [...]
L'uomo di oggi non ha nemmeno una giusta idea di ciò che si possa sentire davanti a simili fenomeni naturali. Il teosofo medioevale sperimentava un intero dramma dell'anima, mentre otteneva così un metallo nel suo laboratorio. Dal processo che occorreva, per esempio, per ottenere l'[[antimonio]] provenivano all'alchimista sperimentatore delle enormi esperienze morali.|Rudolf Steiner, ''{{cita testo|url=http://www.esolibri.it/testi/steiner%20ita/Steiner%20-%20Christian%20Rosenkreuz%20%5BITA%20Ebook%20esoterismo%20filosofia%5D.pdf|titolo=Mistero e personalità di Christian Rosenkreuz|accesso=2 dicembre 2017|dataarchivio=16 maggio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170516224504/http://www.esolibri.it/testi/steiner%20ita/Steiner%20-%20Christian%20Rosenkreuz%20&#91;ITA%20Ebook%20esoterismo%20filosofia&#93;.pdf|urlmorto=sì}}'', conferenze del 1912, Gruppo di San Remo, 1941, p. 21}}
Le conoscenze così acquisite sui processi della vita e della morte erano espresse dal teosofo alchimista in forma di [[simboli]], dalla forte carica evocativa, che evitassero di considerare quei fenomeni da un punto di vista riduttivo e meramente esteriore. Anche l'[[oro]] materiale così ottenuto non aveva alcun valore per lui in confronto alle esperienze vissute interiormente, da cui l'obbligo morale di non venderlo mai per denaro, bensì di donarlo.<ref name=rosenkreuz />
 
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L'esoterista [[René Guenon|René Guénon]], studioso di movimenti [[spiritualismo|spirituali]] e fautore di un ritorno alle forme di un'autentica [[perennialismo|Tradizione iniziatica]], non vedeva più alcun collegamento tra i nuovi ordini sedicenti rosacrociani e la confraternita dei secoli passati:
{{citazione|A dire il vero il Rosacrucianesimo non ha più, nella nostra epoca, un significato ben definito; una moltitudine di persone che si fanno chiamare "RosaCroce" o "Rosacruciani" non hanno alcun legame fra loro, non più che con le antiche organizzazioni dallo stesso nome, ed è esattamente la stessa cosa per coloro che si fanno chiamare "Templari". Senza tenere conto dei gradi massonici che, in diversi riti, portano il titolo di RosaCroce o qualche altro che ne è derivato, potremmo fornire [...] una lunga lista di società più o meno segrete che non hanno altro in comune che la stessa denominazione, accompagnata molto spesso da uno o più attributi.|[[René Guénon]], ''{{cita testo|url=http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/reneguenon/teosofismo.pdf|titolo=Il teosofismo|accesso=2 dicembre 2017|dataarchivio=4 febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190204011914/http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/reneguenon/teosofismo.pdf|urlmorto=sì}}'' [1921], § III, Parigi, Éditions Traditionnelle, 1965<ref>Trad. it. di Calogero Cammarata, Carmagnola, Edizioni Arktos, 1986.</ref>}}
 
=== Leggendari membri dell'Ordine ===