Montegiorgio: differenze tra le versioni

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Nel 1816 Montegiorgio venne assegnato alla delegazione apostolica di Macerata.
 
[[Papa Pio VII]] con la riforma dello Stato Pontificio<ref name="MotoProprio">[http{{Cita libro|lingua=it|nome=Papal|cognome=States|nome2=Catholic Church Pope (1800-1823 : Pius|cognome2=VII)|titolo=Moto proprio della santità di nostro signore papa Pio settimo in data de 6. luglio 1816: sulla organizzazione dell'amministrazione pubblica esibito negli atti del nardi segretario di camera nel di 14. del mese ed anno suddetto|url=https://books.google.it/books?id=wyIsAAAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_v2_summary_r&cadhl=0#vit|accesso=onepage&q2025-05-02|data=&f1816|editore=falsePresso MotoVincenzo proprioPoggioli stampatore della SantitàRev. diCam. Nostro Signore papa Pio VII sulla organizzazione dell'amministrazione pubblica]Apost.}}</ref>, assegnò Montegiorgio alla [[delegazione apostolica di Fermo]].
 
Fu annessa al [[Regno d'Italia]] nel [[1860]].
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==== Cascata del Sasso ====
Nei pressi del ponte sul [[Tenna (fiume)|fiume Tenna]] che conduce a [[Belmonte Piceno]], vicino ai cipressi calvi, sul [[Tenna (fiume)]], c'è la cascata del Sasso.<ref>{{Cita|Ramadori|p. 78}}.</ref>
Grandi massi rimasti bloccati nell'ansa del fiume crearono una cascatella che calmava la corrente tanto da creare a valle una specie di laghetto.
Le massaie venivano qui per il bucato fino agli anni '50.
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==== Querciabella ====
Querciabella, ''cerquavella'' in dialetto, è l'appellativo di una pianta della specie [[Roverella]] che fu secolare, si stima dai 5 agli 8 secoli.<ref name="Marche">Valido Capodarca, ''Marche: cinquanta alberi da salvare'', Firenze, Vallecchi editore, 1984.</ref> Fu censita dalla Regione Marche.<ref>{{cita libro|autore= Sandro Ballelli |etal= sì |titolo= Il patrimonio vegetale della Marche |città= Ancona |editore= Regione Marche |anno= 1981 }}</ref>
Per la sua maestosità, bellezza e grandezza meritò un tondino di localizzazione sulle carte del Touring Club Italiano.<ref>{{Cita|Ramadori|p. 11}}.</ref>
Insisteva su un terreno privato lungo la strada statale Faleriense, di proprietà anticamente dei Conti Passari, poi Ganucci.
Negli ultimi anni vegetativi, la circonferenza del fusto era di 5,6 metri, mentre il diametro della chioma arrivava a 34 metri, l'altezza era di 19 metri<ref name="Marche" />.