Unni: differenze tra le versioni
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{{Popolo
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== Origini ==
In passato è stata proposta un'identificazione con gli [[Xiongnu]] 匈奴 (una variante arcaica o una tribù completamente diversa), una popolazione nomade che, riportano fonti cinesi, nel [[I secolo a.C.]] minacciava la Cina. Durante la [[dinastia Han]] 漢 ([[206 a.C.]]-[[220]] d.C.), gli Xiongnu fondarono un regno nelle regioni a nord dell'Impero cinese sconfiggendo nel 162 a.C. gli [[Yuezhi]] ([[popolo indoeuropeo]]). Il potere degli Xiongnu si indebolì durante i secoli seguenti e alla fine, nel 48 a.C., si scisse in due gruppi: uno venne sottomesso e inglobato dai Cinesi, mentre l'altro, i Xiongnu meridionali, combatté contro l'Impero cinese ancora per un altro secolo fino a che non fu costretto a migrare verso occidente in seguito a una sconfitta subita ad opera degli Hsieng-Se, alleati dei Cinesi, nel 93 d.C. Durante la migrazione verso occidente attraverso la valle dell'[[Ili (fiume)|Ili]] - se l'identificazione con gli Unni è corretta - gli Unni si sarebbero poi stabiliti lungo il corso del [[Volga]], invadendo i territori degli [[Alani]] (in cinese: Ālánliáo 阿蘭聊), degli [[Ostrogoti]] e dei [[Visigoti]]. I Xiongnu orientali invece rimasero sotto l'influenza politica dell'Impero cinese.
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==== Indumenti ====
[[File:Hunnish - Bracelet - Walters 571082 - Detail Front.jpg|alt=Questo superbo bracciale tubolare si chiude con un fermaglio decorato con granulazione, un segno distintivo dell'artigianato unno, attorno a un granato rotondo centrale. I dorsi degli emisferi sono decorati con una filigrana. Mentre anche le donne unne indossavano gioielli, le grandi dimensioni di questo braccialetto suggeriscono che sarebbe stato indossato da un uomo, in alto sul braccio.|sinistra|miniatura|Bracciale Unno - del V secolo - Dettaglio frontale]]
Buone descrizioni degli abiti
Utilizzando reperti
{{Citazione|un berretto rotondo, come lo vediamo raffigurato in Ulisse, come se una palla fosse divisa a metà e una delle parti posta sulla testa. Questo i greci e il nostro popolo lo chiamano τιάραν, alcuni lo chiamano Galerus|[[San Girolamo]], Epistulae LXIV, 13|Rotundum pilleolum quale pictum in Ulixe conspicimus, quasi sphaera media sit divisa, et pars altera ponatur in capite. Hoc Graeci et nostri τιάραν, nonnulli galerum vocant|lingua=Latino}}
Poiché l'abbigliamento nomade non aveva bisogno di spille, l'assenza di questo oggetto altrimenti comune in alcune sepolture barbariche potrebbe indicare un'influenza culturale unna.<ref>{{Cita libro|nome=Aleksander|cognome=Bursche|nome2=John|cognome2=Hines|nome3=Anna|cognome3=Zapolska|titolo=The Migration Period between the Oder and the Vistula (2 vols)|url=https://brill.com/view/title/56858|accesso=5 aprile 2024|data=17 marzo 2020|editore=BRILL|pp=389, 398|ISBN=978-90-04-42242-1|doi=10.1163/9789004422421_011}}</ref> Secondo Maenchen-Helfen, le scarpe degli Unni erano probabilmente
==== Abitazioni ====
Ammiano riferisce che gli Unni non avevano edifici, ma menziona di sfuggita
=== Religione ===
Non si sa quasi nulla della religione degli Unni. Ammiano Marcellino sostenne che gli Unni non avevano religione, mentre lo scrittore cristiano del V secolo [[Salviano di Marsiglia|Salviano]] li classificò come [[Paganesimo|Pagani]]. La ''Getica'' di [[Giordane]] riporta anche che gli Unni adoravano "la spada di Marte", un'antica spada che significava il diritto di Attila di governare il mondo intero. Maenchen-Helfen nota un diffuso culto di un [[dio della guerra]] sotto forma di spada tra i popoli della steppa, inclusi gli [[Xiongnu]]. Denis Sinor, tuttavia, ritiene che il culto di una spada tra gli Unni sia apocrifo. Maenchen-Helfen sostiene anche che, mentre gli Unni stessi non sembrano aver considerato Attila divino, alcuni dei suoi sudditi lo facevano chiaramente.
==== Tengri ====
[[File:Tengrism1.svg|miniatura|Un simbolo usato dai tengristi, che rappresenta la struttura dell'universo, il dio Tengri, l'apertura del tetto di una yurta e il tamburo di uno sciamano.]]
[[John Man]] sostiene che gli Unni del tempo di Attila probabilmente adoravano il cielo e la divinità della steppa [[Tengri]], che è anche attestata come adorata dagli Xiongnu. Maenchen-Helfen suggerisce anche la possibilità che gli Unni di questo periodo possano aver adorato Tengri, ma osserva che il dio non è attestato nei documenti europei fino al IX secolo.<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=ΘΕΓΡΙ e Tengri|url=https://archive.org/details/sim_american-journal-of-philology_1966-01_87_1/page/81 |autore=J. Otto Maenchen-Helfen |rivista=The American Journal of Philology |volume=87 |numero=1 |anno=1966 |p=81}}</ref> Il culto di Tengri sotto il nome di "T'angri Khan" è attestato tra gli Unni del Caucaso del nord nella cronaca armena attribuita a Movses Dasxuranci durante il tardo VII secolo. Movses registra anche che gli Unni del Caucaso adoravano gli alberi e bruciavano cavalli in sacrificio a Tengri, e che "facevano sacrifici al fuoco e all'acqua e ad alcuni dei delle strade, e alla luna e a tutte le creature considerate nel loro occhi per essere in qualche modo notevoli."
==== Altre religioni ====
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=== Matrimonio e ruolo delle donne ===
Le élite dominanti degli Unni praticavano la [[poligamia]], mentre i cittadini comuni erano probabilmente [[Monogamia|monogami]]. Ammiano Marcellino sosteneva che le donne unne vivevano in isolamento, tuttavia il resoconto di prima mano di [[Prisco di Panion|Prisco]] le mostra muoversi liberamente
Prisco attesta anche che la vedova di [[Bleda]], fratello di Attila, era al comando di un villaggio attraversato dagli ambasciatori romani: il suo territorio potrebbe aver incluso un'area più ampia
=== Lacrime di "Sangue" e deformazione cranica ===
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== Organizzazione militare degli unni ==
=== Tattiche e strategie ===
I metodi di guerra degli Unni nel
{{Citazione|Combattono alle volte se sono provocati ed ingaggiano battaglia in schiere a forma di cuneo con urla confuse e feroci. E come sono armati alla leggera ed assaltano all’improvviso per essere veloci, così, disperdendosi a bella posta in modo repentino, attaccano e corrono qua e là in disordine e provocano gravi stragi. Senza che nessuno li veda, grazie all’eccessiva rapidità attaccano il vallo e saccheggiano l’accampamento nemico. Potrebbero poi essere considerati senz’alcuna difficoltà i più terribili fra tutti i guerrieri poiché combattono a distanza con giavellotti forniti, invece che d’una punta di ferro, di ossa aguzze che sono attaccate con arte meravigliosa, e, dopo aver percorso rapidamente la distanza che li separa dagli avversari, lottano a corpo a corpo con la spada senz'alcun riguardo per la propria vita. Mentre i nemici fanno attenzione ai colpi di spada, quelli scagliano su di loro lacci in modo che, legate le membra degli avversari, tolgono loro la possibilità di cavalcare o di camminare.|Storie di Ammiano Marcellino, 31.2.8–9 (p. 385).}}
Basandosi sulla descrizione di Ammiano, [[Maenchen-Helfen]] sostiene che le tattiche degli Unni non differivano notevolmente da quelle usate da altri arcieri nomadi a cavallo. Egli sostiene che le "schiere a forma di cuneo" (''cunei'') menzionate da Ammiano erano probabilmente divisioni organizzate da clan e famiglie tribali, i cui capi potrebbero essere stati chiamati ''cur''. Questo titolo sarebbe stato quindi ereditato man mano che veniva tramandato al clan. Come Ammiano, anche lo scrittore del VI secolo [[Zosimo (storico)|Zosimo]] sottolinea l'uso quasi esclusivo degli arcieri a cavallo da parte degli Unni e la loro estrema rapidità e mobilità. Queste qualità differivano dagli altri guerrieri nomadi in Europa in quel momento: i [[Sarmati]], per esempio, facevano affidamento su [[catafratti]] pesantemente corazzati armati di lance. L'uso da parte degli Unni di terribili grida di guerra si
Gli eserciti unni facevano affidamento sulla loro elevata mobilità e «un accorto senso di quando attaccare e quando ritirarsi». Un'importante strategia usata dagli Unni
Lo stile di vita nomade degli Unni incoraggiava caratteristiche come l'eccellente abilità nell'equitazione, mentre gli Unni si addestravano alla guerra con la caccia frequente. Diversi studiosi hanno suggerito che gli Unni avessero difficoltà a mantenere la loro cavalleria
Gli Unni sono quasi sempre noti come combattenti al fianco di popoli non unni, come [[germani]] o [[iranici]] o, in tempi precedenti, alleati.[215] Come nota Heather, "la macchina militare degli Unni crebbe, e crebbe molto rapidamente, incorporando un numero sempre maggiore di Germani dell'Europa centrale e orientale"<ref>{{cita libro |lingua=en |autore=Peter Heather |anno=2005 |titolo=The fall of the Roman Empire : a new history of Rome and the barbarians |città=New York |editore=Oxford University Press |p=332 |ISBN=978-0-19-515954-7}}</ref>. Nella battaglia dei Campi Catalaunici, Giordane notò che Attila aveva posto i suoi sudditi nelle ali dell'esercito, mentre gli Unni avevano il centro.
Una delle principali fonti di informazioni sulla guerra delle steppe dal tempo degli Unni proviene dallo [[Strategikon]] del VI secolo, che descrive la guerra di "Trattare con gli Sciti, cioè Avari, Turchi e altri il cui stile di vita ricorda quello dei popoli unni". Lo Strategikon descrive gli Avari e gli Unni come subdoli e molto esperti in materia militare.
Secondo lo Strategikon, gli Unni non
[[Peter Heather]] nota che gli Unni furono in grado di assediare con successo città e fortezze fortificate nella loro campagna del 441: erano quindi in grado di costruire [[macchine d'assedio]].<ref>Heather, Peter (2005). ''The fall of the Roman Empire : a new history of Rome and the barbarians''. New York: Oxford University Press. pp. 301-302. ISBN <bdi>978-0-19-515954-7</bdi>.</ref> Heather annota i molteplici percorsi possibili per l'acquisizione di questa conoscenza, suggerendo che potrebbe essere stata riportata dal servizio sotto Ezio, acquisita da ingegneri romani catturati, o sviluppata attraverso la necessità di fare pressione sulle ricche città stato della via della seta, e trasferita in Europa. Lo storico David Nicolle è d'accordo con quest'ultimo punto, e suggerisce persino che gli unni avessero una serie completa di conoscenze ingegneristiche, comprese le abilità per la costruzione di fortificazioni avanzate, come la fortezza di Igdui-Kala in Kazakistan.<ref>{{cita libro |lingua=en |autore=David Nicolle |anno=2006 |titolo=Attila and the Nomad Hordes |città=Oxford |editore=Osprey Publishing |p=18}}</ref>
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==== Archi e frecce ====
[[File:02019 0565 Reflexbogen, Fürsten-Grab von Jakuszowice.jpg|sinistra|miniatura|Un "arco unno" riflesso cerimoniale ricostruito da una lamina d'oro trovata in una sepoltura nomade a Jakuszowice, nella moderna Polonia.<ref name="brill.com">{{Cita libro|nome=Aleksander|cognome=Bursche|nome2=John|cognome2=Hines|nome3=Anna|cognome3=Zapolska|titolo=The Migration Period between the Oder and the Vistula (2 vols)|url=https://brill.com/view/title/56858|accesso=5 aprile 2024|data=17 marzo 2020|editore=BRILL|p=379|ISBN=978-90-04-42242-1|doi=10.1163/9789004422421_011}}</ref>]]
Le antiche fonti romane sottolineano l'importanza dell'arco per gli Unni,
Gli archi unni scagliavano frecce più grandi dei precedenti
==== Spade e altre armi ====
[[File:02019 0566 (2) Spatha of Jakuszowice.jpg|sinistra|miniatura|Una
Ammiano riferisce che gli Unni usavano spade di ferro,<ref>{{Cita libro|nome=E. A.|cognome=Thompson|nome2=Peter J.|cognome2=Heather|titolo=The Huns|collana=The peoples of Europe|data=1996|editore=Blackwell|p=59|ISBN=978-0-631-15899-8}}</ref> e spade cerimoniali, pugnali e foderi decorati sono reperti frequenti nelle sepolture del periodo degli Unni. Inoltre, molte spade sono adornate con delle perle; questi elementi decorativi potrebbero aver avuto un significato religioso.<ref>{{Cita libro|nome=Alexander|cognome=Sarantis|nome2=Neil|cognome2=Christie|titolo=War and Warfare in Late Antiquity (2 vols.): Current Perspectives|url=https://brill.com/view/title/24219|accesso=5 aprile 2024|data=19 agosto 2013|editore=BRILL|pp=518-519|ISBN=978-90-04-25258-5|doi=10.1163/9789004252585_016}}</ref> A partire da Joachim Werner, gli archeologi hanno sostenuto che gli Unni potrebbero aver originato la moda di decorare le spade con [[cloisonné]];<ref>{{Cita libro|nome=Hyun Jin|cognome=Kim|titolo=The Huns|collana=Peoples of the ancient world|data=2016|editore=Routledge|p=170|ISBN=978-1-138-84171-0}}</ref> tuttavia, Philip von Rummel sostiene che queste spade mostrano una forte influenza mediterranea, sono rare nel bacino dei Carpazi
Thompson è scettico sul fatto che gli Unni potessero fondere la ghisa da soli,<ref>{{Cita libro|nome=E. A.|cognome=Thompson|nome2=P. J.|cognome2=Heather|titolo=The Huns|collana=The peoples of Europe|data=1996|editore=Blackwell|p=59|ISBN=978-0-631-15899-8}}</ref> ma Maenchen-Helfen sostiene che "[l]'idea che i cavalieri unni si facessero strada fino alle mura di Costantinopoli e alla Marna con spade barattate e catturate è assurda."<ref>{{Cita libro|nome=Otto J.|cognome=Maenchen-Helfen|titolo=The World of the Huns|url=https://www.degruyter.com/document/doi/10.1525/9780520310773/html|accesso=5 aprile 2024|data=31 dicembre 1973|editore=University of California Press|p=12|ISBN=978-0-520-31077-3|doi=10.1525/9780520310773}}</ref> Una spada caratteristica usata dagli Unni e dai loro popoli sudditi era la lunga ''[[seax]]'' a lama stretta.<ref>{{Cita libro|nome=Aleksander|cognome=Bursche|nome2=John|cognome2=Hines|nome3=Anna|cognome3=Zapolska|titolo=The Migration Period between the Oder and the Vistula (2 vols)|url=https://brill.com/view/title/56858|accesso=5 aprile 2024|data=17 marzo 2020|editore=BRILL|p=396|ISBN=978-90-04-42242-1|doi=10.1163/9789004422421_011}}</ref> A partire dal lavoro di J. Werner negli anni '50, molti studiosi hanno
Alcuni Unni o le popolazioni a loro sottomesse potrebbero anche aver portato lance pesanti, come attestato per alcuni mercenari unni nelle fonti romane.<ref>{{Cita libro|nome=Otto J.|cognome=Maenchen-Helfen|titolo=The World of the Huns|url=https://www.degruyter.com/document/doi/10.1525/9780520310773/html|accesso=5 aprile 2024|data=31 dicembre 1973|editore=University of California Press|p=239|ISBN=978-0-520-31077-3|doi=10.1525/9780520310773}}</ref>
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