Cyberstalking: differenze tra le versioni

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== Definizione di cyberstalking ==
Il primo utilizzo in un documento pubblico del termine, è riscontrato all’interno del ''Report on Cyberstalking'', redatto nel 1999 dal Procuratore Generale Janet Reno su richiesta dell’allora Vicepresidente USA [[Al Gore]]<ref>De Fazio, Laura, and Chiara Sgarbi. "Nuove prospettive di ricerca in materia di atti persecutori: il fenomeno del cyberstalking." ''Rassegna Italiana di Criminologia'' 3 (2012): 146-159.</ref>. Con il termine cyberstalking “ci si riferisce generalmente all'uso di [[internet]], della [[posta elettronica]] o di altri dispositivi elettronici per perseguitare un'altra persona (''to stalk another person'') per mezzo di comportamenti molesti e/o minacciosi che un individuo mette in atto ripetutamente, come ad esempio seguire una persona, presentarsi inaspettatamente a casa o sul posto di lavoro della stessa, vandalizzare oggetti di proprietà della vittima”. Reno cita anche quello che sembrerebbe essere stato il primo caso di condanna di un cyberstalker e cioè di un uomo californiano, ex guardia di sicurezza, che per il tramite di internet aveva sollecitato lo stupro di una donna, rea di avere rifiutato le sue avances agite nel mondo reale. Sostituendosi alla sua vittima aveva pubblicato su alcuni siti "dedicati" l'indirizzo e il numero di telefono della donna, oltre ad un messaggio in cui fantasticava di essere violentata. In almeno sei occasioni degli sconosciuti si presentarono a casa della donna dichiarandosi disposti ad aderire alle sue richieste. La ex guardia di sicurezza ha poi patteggiato la pena autoaccusandosi di stalking e incitazione alla violenza sessuale.
 
Il primo utilizzo in una pubblicazione scientifica risale al 2002, che così recita: “il cyberstalking comprende una serie di comportamenti attraverso i quali un singolo soggetto, un gruppo di individui oppure una organizzazione, avvalendosi della [[comunicazione mediata dal computer]], molesta altri soggetti, gruppi di individui oppure organizzazioni. Questi comportamenti includono, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la trasmissione di minacce e di false accuse, il danneggiamento di dati oppure dei dispositivi elettronici, il [[Furto d'identità|furto di identità]], il furto dei dati, il monitoraggio delle attività poste in essere dai soggetti molestati per mezzo del computer o di altri dispositivi elettronici, le molestie ai minori per scopi sessuali e qualsiasi forma di aggressione verbale. La molestia è da intendere come quel comportamento che una persona ragionevole, potendolo commettere, non commetterebbe poiché consapevole del fatto che la persona destinataria di tale comportamento, potrebbe ragionevolmente manifestare distress emotivo”. Ma soprattutto “sebbene correlato allo stalking e ad altre forme di molestia, il cyberstalking è una nuova forma di comportamento deviante di cui si sa relativamente poco”<ref>Bocij, Paul, and LeRoy McFarlane. "Online harassment: Towards a definition of cyberstalking." ''Prison Service Journal'' (2002): 31-38.</ref>.
 
=== Confronto con lo stalking ===
Cyberstalking e stalking consistono entrambi nella ripetuta messa in atto da parte di singoli individui oppure congiuntamente ad altri, di comportamenti intenzionali e non autoregolati, nei confronti di una o più vittime, tali da ingenerare in queste la credenza di essere ossessivamente seguite e osservate, e stimolare pertanto uno stato mentale di fastidio, preoccupazione e finanche paura per la propria incolumità o per quella di persone o animali verso le quali la vittima è legata affettivamente<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Chanelle|cognome=Wilson|nome2=Lorraine|cognome2=Sheridan|nome3=David|cognome3=Garratt-Reed|data=2022-06|titolo=What is Cyberstalking? A Review of Measurements|rivista=Journal of Interpersonal Violence|volume=37|numero=11-12|pp=NP9763–NP9783|lingua=en|accesso=2022-12-10|doi=10.1177/0886260520985489|url=http://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0886260520985489}}</ref>
 
Il fastidio o la preoccupazione possono anche riguardare semplicemente il fatto che la vittima si senta in un qualche modo a disagio oppure impedita della libertà di condurre serenamente e come d'abitudine il proprio percorso di vita<ref name=":1">{{Cita libro|nome=J. Reid|cognome=Meloy|titolo=The psychology of stalking : clinical and forensic perspectives|url=https://www.worldcat.org/oclc/39351972|accesso=2022-12-10|data=1998|editore=Academic Press|OCLC=39351972|ISBN=0-12-490560-9}}</ref>
 
Il termine stalking non è una definizione scientifica, ma l'invenzione riuscita di uno sconosciuto titolista di tabloid, una tipologia di giornali molto diffusi nei paesi di cultura e lingua anglosassone e rivolti ad un pubblico culturalmente poco esigente, maggiormente interessato ad argomenti che spaziano dalle notizie locali allo sport ma in particolare fatti criminosi e gossip sulle celebrità o presunte tali<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Brian H.|cognome=Spitzberg|nome2=William R.|cognome2=Cupach|data=2003-07|titolo=What mad pursuit?|rivista=Aggression and Violent Behavior|volume=8|numero=4|pp=345-375|lingua=en|accesso=2022-12-10|doi=10.1016/S1359-1789(02)00068-X|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S135917890200068X}}</ref>.
 
Uno ''stalking horse'' era nell'uso letterale un cavallo avvolto in bardature e addestrato per consentire a un uccellatore di nascondersi dietro di esso per catturare la selvaggina; in senso figurato era una persona che agiva in un determinato modo per nascondere il suo reale scopo<ref>{{Cita web|url=https://www.etymonline.com|titolo=Etymonline}}</ref>.
 
L'utilizzo del termine stalking associato a un comportamento violento e criminale risale all'indomani del 18 luglio 1989, giorno in cui a Hollywood (Los Angeles) venne commesso un efferato omicidio ai danni di [[Rebecca Schaeffer]], una nota attrice cinematografica e televisiva, da parte di un fan squilibrato che la perseguitava da anni<ref name=":1" />.
 
Una traduzione non letterale del termine stalking è [[molestia]], cioè l'atto di "infastidire con atti, parole, comportamenti indesiderati e sgradevoli" ma anche "fare oggetto di attenzioni sessuali non desiderate" e infine "impedire la prosecuzione tranquilla di un'azione, disturbare lo svolgimento normale di un'attività e simili".
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== Il cyberstalking come reato ==
Dal punto di vista giuridico, il reato di cibermolestie ossessive trova collocazione nel nostro ordinamento all'interno del Titolo XII del Codice Penale (dei delitti contro la persona), Capo III (dei delitti contro la libertà individuale), Sezione III (dei delitti contro la libertà morale) all'articolo 612 bis ([[atti persecutori]]).
Tale articolo è stato introdotto con decreto-legge 23 febbraio 2009 n. 11 e successivamente convertito in legge il 23 aprile 2009 – legge n. 38/2009.
 
Negli anni a seguire sono state apportate diverse integrazioni e/o modificazioni ma l'intenzione originaria del legislatore era quella di disciplinare esclusivamente il reato di molestie ossessive, definite dal legislatore atti persecutori<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|autore=Carmelo Minnella|anno=2013|titolo=Lo stalking tra criminologia, giurisprudenza e recenti modifiche normative|rivista=Rassegna penitenziaria e criminologica|volume=17|numero=3|pp=69-104}}</ref>.
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