Appio Claudio (Roma): differenze tra le versioni

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I film del [[neorealismo (cinema)|neorealismo]] degli anni del dopoguerra ci mostrano i paesaggi di una zona non edificata in prossimità degli stabilimenti di Cinecittà. Spesso, sullo sfondo delle scene si riconosce la cupola della vicina [[Basilica di San Giovanni Bosco|chiesa di Don Bosco]], allora ancora solitaria in mezzo alla campagna. Ad esempio, [[Pier Paolo Pasolini]], nel suo film ''[[Mamma Roma]]'', ha scelto la zona dove adesso sorge la chiesa di San Policarpo, per realizzare molte scene del film.
 
Il quartiere fu costruito in massima parte negli [[anni 1950|anni cinquanta]] anche grazie all'intervento dell'[[INA-Casa]]. La nascita del quartiere fu seguita da una lenta crescita delle infrastrutture. La zona era, fin dall'inizio, afflitta da problemi di piccola criminalità e da conflitti tra gli abitanti del quartiere e quelli degli insediamenti, detti all'epoca ''baraccati''; si trattava di luoghi nei quali immigrati, provenienti prevalentemente da regioni come Abruzzo, Molise e Calabria, riuscirono a trovare una prima, seppur precaria, abitazione a ridosso della grande città. Questi dormivano sotto l'acquedotto Felice, dove avevano costruito delle casette, chiamate appunto baracche. Proprio in queste improvvisate costruzioni che sorgevano alle spalle della parrocchia di San Policarpo, un prete, [[Roberto Sardelli|don Roberto Sardelli]], realizzò una scuola per i residenti della zona all'interno della baracca 725, che prese appunto in nome di Scuola 725. Lo smantellamento di questa comunità iniziò negli anni settanta con l'occupazione della parrocchia di San Policarpo e l'assegnazione di appartamenti grazie all'interessamento del parroco di allora Monsmons. Sisto Gualtieri; una parte degli sfollati si recò a vivere in appartamenti a [[Ostia (Roma)|Ostia Lido]], altri in appartamenti vicini alla parrocchia stessa.
 
Oggi, l'area ristrutturata totalmente è chiamata [[parco degli Acquedotti]], in quanto ne sono presenti diversi: uno di epoca romana ([[IV secolo]]), l'[[acquedotto Claudio]]; un secondo venne fatto restaurare da [[papa Sisto V]] Felice Peretti nel [[XVI secolo]] e per questo fu denominato [[acquedotto Felice]]. Nel 1980 una consistente spinta allo sviluppo urbano fu data dall'apertura della [[Linea A (metropolitana di Roma)|Linealinea A]] della [[metropolitana di Roma]], di importanza vitale per il quartiere. Il completamento dei lavori avvenne in vent'anni, tra interruzioni, blocchi della viabilità a ridosso delle stazioni e polemiche. Sempre agli [[anni ottanta]] risalgono gli interventi di valorizzazione del parco, con la demolizione delle ultime baracche. Nel 2007 gli ultimi orti abusivi presenti all'interno del parco furono smantellati ridonando la bellezza ed il libero uso a tutti i cittadini di un parco dotato di notevoli ricchezze archeologiche.
 
Diventa ufficialmente quartiere nel 1961, soppiantando parte del [[suburbi di Roma|suburbio Tuscolano]], di cui si possono ancora trovare alcune targhe stradali con la numerazione '''S. V'''.