Modena: differenze tra le versioni

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'''Modena''' (<small>AFI:</small> {{IPA|/ˈmɔdena/|it}} {{audio|It-Modena.ogg}}, ''Mòdna'' in [[dialetto modenese]]<ref>{{cita libro|autore1=Teresa Cappello|autore2=Carlo Tagliavini|wkautore2=Carlo Tagliavini|titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani|città=Bologna|editore=Pàtron|anno=1981|p=326|sbn=UMC0979712}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Giulio Bertoni|wkautore=Giulio Bertoni|titolo=Profilo storico del dialetto di Modena&thinsp;: con un'appendice di giunte al vocabolario modenese|url=https://archive.org/details/BertoniDialettoModena_201802/page/n5/mode/2up|collana=Biblioteca dell'Archivum Romanicum|città=Genève|editore=[[Leo S. Olschki]]|anno=1925|p=3|sbn=RMS2640622|via=Internet Archive}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti,<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" />,<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> capoluogo dell'[[provincia di Modena|omonima provincia]] in [[Emilia-Romagna]].
 
Nelle fonti le prime notizie su Modena risalgono alla guerra tra [[Civiltà romana|Romani]] e [[Boi]] che abitavano nel territorio chiamato fin dalla prima epoca repubblicana [[Gallia Cisalpina]] o Gallia Citeriore. Il centro fungeva da presidio anche prima della fondazione ufficiale della città da parte dei romani.
Modena, città arcivescovile e con un'importante tradizione universitaria, vanta una storia antica che affonda le radici nella guerra tra [[Civiltà romana|Romani]] e [[Boi]], abitanti della [[Gallia Cisalpina]]. Ufficialmente fondata come [[colonia romana]] nel [[183 a.C.]] dai triumviri [[Marco Emilio Lepido]], [[Tito Ebuzio Parro]] e [[Lucio Quinzio Crispino]], divenne in seguito una città ducale del [[Regno longobardo|Regno Longobardo]], situata al confine con i territori bizantini. Nel [[1167]] aderì alla [[Lega Lombarda]] contro [[Federico Barbarossa]], mentre dal [[1598]] al [[1859]] fu la capitale del [[Ducato di Modena e Reggio]]. Nel [[1757]] il Duca [[Francesco III d'Este|Francesco III d’Este]] istituì l’Accademia Militare, che fu ristabilita subito dopo il [[Risorgimento]] da [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]] e oggi è la sede della formazione degli ufficiali dell’[[Esercito Italiano|Esercito]] e dell’[[Arma dei Carabinieri]].
La [[Città d'Italia#Emilia-Romagna|città]], infatti, è stata ritualmente fondata nel [[183 a.C.]], come colonia di diritto romano, ([[colonia (diritto internazionale)]]) dai triumviri [[Marco Emilio Lepido (console 187 a.C.)|Marco Emilio Lepido]], Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino i quali condussero da Roma duemila cittadini.<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita, XXXIX,55, 6-8''</ref> Dal VI secolo Modena è una città ducale del [[Regno longobardo]] ([[Ducati longobardi]]) al confine con i possedimenti dell'[[Impero romano d'Oriente]] cioè l'[[Impero bizantino]]. ([[Storia di Modena]]). Come la maggior parte dei comuni lombardi nel 1167 Modena aderisce alla [[Lega Lombarda]] contro [[Federico Barbarossa]]. Dal [[1598]] al [[1859]] fu capitale del [[Ducato di Modena e Reggio]] ed è un'antica sede [[Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia|universitaria]] ed [[Arcidiocesi di Modena-Nonantola|arcivescovile]]. Nel 1757 il Duca [[Francesco III d'Este]] fondò l'Accademia militare per la formazione degli ufficiali dell'esercito Estense con sede nel palazzo ducale. Con l'unità d'Italia il Palazzo Ducale fu sede della Scuola militare del sabaudo [[Regno di Sardegna]] di [[Vittorio Emanuele II]], poi [[Regno d'Italia]], evolutasi nei decenni fino a divenire nel 1947 [[Accademia Militare di Modena|Accademia Militare]] dell'[[Esercito Italiano|Esercito]] e dell'[[Arma dei Carabinieri]].
 
Il [[Duomo di Modena|Duomo]], la [[Ghirlandina|Torre Civica]] e la [[Piazza Grande (Modena)|Piazza Grande]] della città sono inserite, dal [[1997]], nella [[Patrimoni dell'umanità d'Italia|lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità]] dall'[[UNESCO]].
Sul piano culturale e architettonico, Modena ospita la [[Biblioteca Estense universitaria di Modena|Biblioteca Estense]], ricca di volumi storici e manoscritti, e vanta un complesso monumentale riconosciuto dall’[[UNESCO]] dal [[1997]]: il [[Duomo di Modena|Duomo]], la [[Torre della Ghirlandina]] e [[Piazza Grande (Modena)|Piazza Grande]].
[[File:Palazzo Ducale, Modena.jpg|thumb|Palazzo Ducale, Modena.]]
 
Modena è celebre a livello mondiale per la sua industria automobilistica: qui o nelle vicinanze si trovano le sedi di prestigiosi marchi come [[Ferrari]], [[De Tomaso]], [[Pagani Automobili|Pagani]] e [[Maserati]], mentre [[Lamborghini]] ha il suo stabilimento a [[Sant'Agata Bolognese|Sant’Agata Bolognese]]. In onore della città, Ferrari ha chiamato uno dei suoi modelli “360 Modena”. La Scuderia Ferrari e lo stabilimento di produzione della casa automobilistica hanno invece sede a Maranello, a sud della città.
 
Infine, Modena è rinomata anche nel mondo della gastronomia per la produzione di [[Aceto Balsamico di Modena|aceto balsamico]], prodotto simbolo della sua tradizione culinaria.[[File:Palazzo Ducale, Modena.jpg|thumb|[[Palazzo Ducale (Modena)|Palazzo Ducale]], Modena.]]
 
== Geografia fisica ==
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Le prime propaggini dell'Appennino Modenese si trovano tra i 15 e i 20&nbsp;km a sud della città, già fuori dal territorio comunale, nei comuni non confinanti di [[Sassuolo]], [[Fiorano Modenese]], [[Maranello]] e [[Castelvetro di Modena]].
 
La città è economicamente una delle maggiori realtà europee. Infatti, nella provincia hanno sede importanti industrie alimentari (tra cui [[Grandi Salumifici Italiani]], [[Gruppo Cremonini|Cremonini]] e [[Gruppo Fini S.p.A.|Fini]], centri di [[produzione del Parmigiano Reggiano]] e della lavorazione del maiale - a cui [[Castelnuovo Rangone]], il cuore di questo settore, ha dedicato addirittura un monumento), metalmeccaniche (Modena, così come la sua provincia, può essere considerata la Capitale Mondiale dell'Automobilismo Sportivo con le sedi della [[Ferrari]] a [[Maranello]], della [[Maserati]] in città, della [[Pagani (casa automobilistica)|Pagani]] a [[San Cesario sul Panaro]] e fino a pochi anni fa la [[De Tomaso]] in periferia e la [[Bugatti]] a [[Campogalliano]]. Inoltre ad una decina di chilometri dalla città, ma già in [[provincia di Bologna]], nel comune di [[Sant'Agata Bolognese]] si trova la sede di un'altra storica azienda del settore, la [[Lamborghini]]). Viene anche considerata la capitale mondiale delle ceramiche (o della piastrella), grazie alle aziende di spicco che si trovano nei territori di [[Sassuolo]] e [[Fiorano Modenese]]. Notevole l'industria tessile nel territorio di [[Carpi]] e quella biomedica nel comune di [[Mirandola]].
 
Fino alla metà del [[XIX secolo]], la città aveva due darsene: una interna alle mura, nell'attuale Corso Vittorio Emanuele, e una esterna (il ''bacino'') all'altezza del cavalcaferrovia della Sacca, interrata nel [[1936]]. Dei canali di Modena rimane traccia nei nomi delle strade, in particolare nel Centro Storico: esistono infatti vie chiamate Canal Grande, Canal Chiaro, Canalino, Canaletto e così via.
 
Nel [[1949]] venne costruito, subito fuori delle mura, un ''[[Aerautodromo di Modena|Aerautodromo]]'', con le funzioni di pista di volo per usi commerciali e pista di gare internazionali di auto e moto e di prova per le industrie automobilistiche locali di allora ([[Ferrari]], [[Maserati]] e [[Stanguellini]]). È rimasto in uso fino al [[1962]], ma anche molto oltre per le gare motociclistiche ed esibizioni varie attinenti ai motori. Ora al suo posto vi è un grande parco dedicato ad [[Enzo Ferrari]].
 
==== Sismicità ====
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== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Modena}}
[[File:Modena Palazzo Comunale e Duomo.jpg|thumb|[[Palazzo Comunale (Modena)|Palazzo Comunale]] e [[Duomo di Modena|Duomo]]|241x241px]]
[[File:Modena portici.jpg|thumb| Portici del Collegio, in [[Via Emilia]] centro]]
 
{{Citazione|Firmissimam et splendidissimam populi Romani coloniam|[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], ''[[Filippiche (Cicerone)|Filippiche]]''}}
=== Età antica e Medioevo ===
Le origini più antiche sembrano liguri o [[celto-liguri]]. Successivamente fu un insediamento [[etruschi|etrusco]], poi [[galli]]co ([[Galli Boi]]). Nel 183 a.C. venne fondata come colonia [[Civiltà romana|romana]] da mille cives provenienti da Roma guidati dai triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino. Divenne capoluogo dell’ex Gallia Cisalpina e sede del governatore per due secoli. Successivamente Modena venne abbandonata fra il V e il VII secolo, causa le numerose inondazioni dei fiumi [[Secchia]] e [[Panaro]], gli abitanti si rifugiarono nel vicino borgo più a ovest, Cittanova.<ref name=Mutina /> Tornò a ripopolarsi gradualmente intorno alla sede vescovile, che aveva assunto la guida della città e il vescovo Leodoino la fece cingere di mura nell'[[891]].<ref name=Mutina >{{Cita web|url= http://www.mutinaromana.it/it/tra-tarda-antichita-e-altomedioevo/|titolo=Tra Tarda Antichità e Alto Medioevo|accesso=25 aprile 2023|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230322221214/http://www.mutinaromana.it/it/tra-tarda-antichita-e-altomedioevo/|urlmorto=no}}</ref> Durante la signoria dei vescovi, venne eretta la nuova [[Duomo di Modena|cattedrale]]. Il potere vescovile ebbe termine con l'autonomia comunale nel [[1135]] ma, nel [[1249]], con la [[battaglia di Fossalta]], Modena ghibellina venne sconfitta da [[Bologna]] guelfa facendo tornare al potere il partito filovescovile degli Aigoni capitanato dal vescovo Alberto Boschetti, nel [[1288]], si consegnò agli [[Este]]nsi di [[Ferrara]]. Il 15 novembre [[1325]] nella [[battaglia di Zappolino]] Modena inflisse una pesante sconfitta ai bolognesi fino a giungere sotto le mura della città delle due torri e ad assediarla. Dopo una settimana i modenesi tolsero l'assedio e tornarono in città portando come trofeo un secchio di legno sottratto da un pozzo fuori [[porta San Felice]], la "[[La secchia rapita|Secchia Rapita]]" che divenne spunto per l'omonimo poema eroicomico del poeta modenese [[Alessandro Tassoni]].
 
===Età moderna e contemporanea===
Modena diventò veramente la "città estense" solo dopo il [[1598]], quando il duca [[Cesare d'Este|Cesare]] [[Devoluzione di Ferrara|trasferì da Ferrara a Modena]] la [[Cesare d'Este#Modena capitale|capitale]] del suo [[Ducato di Modena e Reggio|ducato]]. Uno Stato destinato a barcamenarsi con alterne fortune nelle lotte tra le potenze italiane ed europee, e che malgrado le ripetute occupazioni da parte degli eserciti stranieri (i francesi nel [[1702]]; gli austriaci nel [[1742]]) resisterà fino all'unificazione dell'Italia, con una sola interruzione nel periodo napoleonico.
 
A questo periodo risalgono le enormi [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche del ducato di Modena]]: furono sottratte collezioni di opere d'arte, beni archivistici e librari, ma anche la collezione [[glittica]] degli [[Este]]. Durante l'occupazione francese, diverse opere d'arte presero la via della Francia.<ref>{{Cita libro|titolo=Notice de tableaux dont plusieurs ont été recueillis à Parme et à Venise : exposés dans le grand salon du Musée Napoléon, ouvert le 27 thermidor an XIII|edizione=De l'imprimerie des sciences et des arts, Paris}}</ref> Secondo il catalogo pubblicato nel ''Bulletin de la Société de l'art français'' del [[1936]],<ref>{{Cita libro|autore=Marie-Louise Blumer|titolo=Catalogue des peintures transportées d'Italie en Francce de 1796 à 1814 |url= https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k4237081q/f296.item|collana=Bulletin de la Société de l'art français, 1936, fascicule 2}}</ref> delle 20 opere d'arte provenienti da Modena e inviate in Francia nel giugno [[1796]], solo 10 fecero ritorno in Italia dopo il [[Congresso di Vienna]], mentre delle 30 opere d'arte trafugate nell'ottobre del 1796, solo 11 fecero ritorno.
 
Il [[Risorgimento]] poté contare su larghe adesioni fra i Modenesi, tra cui [[Ciro Menotti]] e i numerosi gruppi mazziniani e carbonari della città che votarono compattamente per l'Unità d'Italia nel [[Plebiscito]] del [[1860]]. Tra fine Ottocento e inizio Novecento l'Emilia (e in particolare la provincia di Modena) divenne un baluardo socialista prima e comunista poi.
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Il 9 gennaio [[1950]], sei operai vennero uccisi dai [[carabinieri]] nell'[[eccidio delle Fonderie Riunite di Modena]], avvenuto durante una manifestazione che chiedeva la riapertura delle [[Fonderie Riunite]].
 
Negli anni del [[dopoguerra]] Modena conosce con il [[miracolo economico italiano|boom economico]] un periodo di benessere senza precedenti. Il successo della città è legato soprattutto all'affermarsi di piccole industrie dai prodotti unici al mondo, come [[Ferrari]] o [[Maserati]] o [[Panini (azienda)|Panini]], o come i poli ceramico di Sassuolo, tessile di Carpi e biomedicale di Mirandola, e alla valorizzazione dei prodotti tipici della regione. <!-- Recentemente negli ultimi anni si è avviata una trasformazione profonda coinvolgendo attori pubblici e privati in modalità economiche ancora in fase di ricerca ed evoluzione.<ref>{{cita video|url=https://video.gelocal.it/gazzettadimodena/locale/modena-la-citta-smart-inizia-dal-data-center/95453/96055?ref=hfmomoev1-1|titolo=Modena, la città smart inizia dal Data Center|data=16 aprile 2018|autore=Gino Esposito|editore=[[Gazzetta di Modena]]|accesso=20 dicembre 2018}}</ref> -->
 
=== Simboli ===
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{{Citazione|D'oro, alla croce d'azzurro, accollato da due trivelle di ferro e oro in croce di Sant'Andrea, sormontato da una corona aurea ducale tempestata di gemme sostenente nove fioroni d'oro, cinque visibili, caricato ciascuno di una perla nel cuore. Motto “Avia Pervia”}}
 
Le trivelle, come strumenti usati per scavare i pozzi, {{cnSenza fonte|alludono alla grande ricchezza d'acqua del territorio modenese, un tempo ricco di canali e affioramenti spontanei (fontanazzi). Questa abbondanza è andata decrescendo a partire dalla seconda metà del [[XX secolo]], soprattutto a causa dello sfruttamento a fini industriali e abitativi della falda freatica, che ne ha provocato l'abbassamento}}.
 
La frase latina ''Avia pervia'' significa "Rendiamo facili le cose difficili": probabilmente ideato dal letterato [[Giovanni Maria Barbieri]] nel [[1561]], fu ufficialmente adottato nel secolo XVII, quando il sigillo accompagnato dalle trivelle e dal motto venne apposto ad un codice degli statuti dei calzolai.<ref>[http://www.comune.modena.it/~astor000/attivita/scuole/2i.htm Lo stemma di Modena su www.comune.modena.it] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070927000058/http://www.comune.modena.it/~astor000/attivita/scuole/2i.htm |data=27 settembre 2007 }}.</ref>
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* Modena Organ Festival: costituisce una serie di appuntamenti nelle chiese più importanti della città, ove si esibiscono validi organisti di fama internazionale. Solitamente si svolge nei mesi giugno - settembre. Il festival è organizzato dall'Associazione Amici dell'Organo "J.S.Bach".<ref>{{cita web|url=http://www.associazionebachmodena.it/|titolo=Associazione Bach Modena}}</ref>
* Modena Terra di Motori. Ogni anno in aprile o maggio.<ref>[http://www.modenaterradimotori.com Modena Terra di Motori] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151027052931/http://www.modenaterradimotori.com/ |data=27 ottobre 2015 }}</ref>
*Il Carnevale, di [[giovedì grasso]] con la presenza della maschera cittadina, [[Sandrone]] e la famiglia Pavironica.
*[[NODE festival]], festival musicale annuale.
* Modena Smart Life, iniziato nel 2016, è un evento annuale di fine settembre a carattere economico.<ref>http://www.modenasmartlife.it/</ref>
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* [[Chiesa del Voto]]. Sorge sulla via Emilia di fronte a corso Duomo e prende il nome da un voto del Comune modenese e del duca [[Francesco I d'Este]] fatto nel 1630, quando la città fu investita da una gravissima epidemia di peste. Il voto del Comune fu appunto di costruire, se e quando fosse cessata l'epidemia, una chiesa. Il duca la fece costruire e fu dedicata alla [[Madonna della Ghiara]], protettrice di Reggio. Architetto fu [[Cristoforo Galaverna]] che nell'opera unì vari stili. [[Lodovico Lana]] dipinse una pala che rappresenta nella parte inferiore scene della peste e in quella superiore la Vergine col Bambino con santi, angeli. Su un piatto è l'offerta della città, riconoscibile dalle torri del duomo e del palazzo comunale. La pala di ''Santa Cecilia'', commissionata a [[Giuseppe Fantaguzzi]] e inizialmente nella chiesa del Voto è stata trasferita a [[Spilamberto]].
* [[Chiesa di Sant'Agostino (Modena)|Chiesa di Sant'Agostino]]. Di fianco al palazzo dei Musei si affaccia sul piazzale Sant'Agostino questa chiesa (chiamata anche Pantheon Atestinum, in quanto adornata con statue e busti di santi e beati della casa d'Este, o in qualche modo imparentati con essa), che, eretta nel Trecento (nel sito di una precedente "chiesa degli agostiniani" fondata nel 1245) e recante ancora sul fianco sinistro numerose tracce di quell'epoca, ha però attualmente una spiccata fisionomia seicentesca. Essa fu infatti profondamente modificata nel 1663, per volere della duchessa Laura Martinozzi, che volle che fossero qui celebrati i solenni funerali del duca Alfonso IV suo marito: la sobria struttura trecentesca è ornata da una ricca decorazione di stucchi e da un pregevole soffitto a cassettoni, sul quale più artisti dipinsero ritratti di nobili e santi. Spicca invece per intensità drammatica il gruppo scultoreo in terracotta della ''Deposizione della Croce'' (1476), capolavoro del modenese [[Antonio Begarelli]] (nella prima cappella a destra). La pale del secondo altare a destra è ''San Michele Arcangelo'' (1733) del pittore modenese [[Giacomo Zoboli]]. Altra traccia visibile dell'antica chiesa, conservata all'interno, è l'affresco trecentesco della ''Madonna della consolazione'', di [[Tommaso da Modena]]: una Maria ritratta con delicata naturalezza nell'atto di allattare il bambino.
* [[Chiesa di San Carlo (Modena)|Chiesa di San Carlo]]. Fu eretta a partire dal 1664 su disegno di [[Bartolomeo Avanzini]]. Alla sua morte la progettazione fu affidata al [[capomastro]] muratore, il confratello Giovanni Pietro Piazza. Terminati i lavori, che durarono più di un secolo, fu infine consacrata nel 1766. La chiesa ripropone in dimensioni ridotte la chiesa di San Carlo ai Catinari di Roma (ad esclusione della cupola), ed era stata voluta per dare al [[Collegio San Carlo (Modena)|Collegio San Carlo]], o Collegio dei Nobili (fondato nel 1626) un degno luogo di culto. La facciata è costruita in laterizio con fregi marmorei e timpano triangolare che chiude il prospetto della facciata, mentre l'interno è a tre navate, sorrette da arcate e delimitate da quattro grossi corpi centrali su cui si imposta la cupola. L'abside ospita l'altar maggiore in marmo rosso di [[Verona]], datato 1828. La monumentale ornamentazione in stucco che orna l'abside è opera di Antonio Traeri detto ''Il Cestellino'', e ospita una tela di Marcantonio Franceschini rappresentante la peste di Milano del 1576: la ''Madonna col Bambino siede in cielo'', sotto di lei l'infuriare del morbo e San Carlo Borromeo tra altri personaggi che prega inginocchiato presso la Croce. A seguito di numerosi interventi di restauro, l'ultimo dei quali risale dal 1980, la chiesa, non più officiata, è stata infine adibita ad auditorium. Fa parte di una struttura più ampia denominata complesso di San Carlo, che comprende anche una cappella, un teatro, una biblioteca, oltre allo scenografico porticato. Il complesso ospita la ''Fondazione Collegio San Carlo'' (già "Collegio dei Nobili di San Carlo"), istituto privato di ricerca che svolge funzioni di rilevanza pubblica in ambito formativo e culturale con particolare attenzione alla filosofia, alle scienze umane e sociali e alle scienze religiose.
* [[Chiesa di San Giovanni Battista (Modena)|Chiesa di San Giovanni Battista]]. Unica chiesa antica modenese completamente isolata (ossia senza edifici sorti addosso ai suoi muri), se si eccettua il Duomo (isolato agli inizi del secolo), è posta all'angolo tra via Emilia e l'odierna Piazza Matteotti. Sorta sul luogo di una più antica chiesa dedicata a San Michele, fu ricostruita nel Cinquecento, ma rivela nei decori e nella struttura (la cupola, ellittica e non circolare) le profonde modifiche subite nel Settecento. Notevole l'organo costruito dall'organaro [[Traeri|Agostino Traeri]]. Contiene tuttora il capolavoro dello scultore cinquecentesco modenese [[Guido Mazzoni]], la ''Deposizione dalla croce'' (1476), un gruppo di statue in terracotta policrome particolarmente interessanti.
* [[Chiesa di San Francesco (Modena)|Chiesa di San Francesco]]. I frati [[francescani]] arrivarono a Modena molto presto: si ha notizia di un convento fuori le mura già nel 1221, quando [[Francesco d'Assisi]] era ancora vivo. La chiesa fu costruita molto lentamente, a partire dal 1244, e due secoli dopo non era ancora terminata.<ref>http://www.laguidadimodena.it/guida/chiese-modena/san-francesco</ref> Di sobrio stile [[gotico]] all'esterno, le cui tracce restano visibili sul fianco settentrionale, ma principalmente nella facciata, che ha mantenuto pressoché integra la sua struttura, (ma in parte è dovuto a ristrutturazioni ottocentesche), all'interno è piuttosto rimaneggiata, e ospita uno dei capolavori del [[Antonio Begarelli|Begarelli]], la ''Deposizione del Cristo dalla Croce'': un gruppo di tredici statue "fotografate" in un momento intensamente drammatico. Fronteggia la facciata della chiesa una piacevole fontana con statua di San Francesco, opera di Giuseppe Graziosi (1920).
* [[Chiesa di San Pietro Apostolo (Modena, capoluogo)|Chiesa di San Pietro Apostolo]]. La tradizione vuole che la Chiesa sorga nel sito di un antichissimo tempio a Giove Capitolino. La chiesa attuale è stata però edificata a partire dal ''1476'' secondo un progetto dell'architetto Pietro Barabani di [[Carpi]]. Venne consacrata nel 1518.<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.monasteromodena.it/monastero/la-storia.html|titolo=La storia|accesso=12 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161113034020/http://www.monasteromodena.it/monastero/la-storia.html|dataarchivio=13 novembre 2016|urlmorto=sì}}</ref> Si tratta di un bell'esempio di architettura rinascimentale a Modena (oltre che di una delle più belle chiese in città), impreziosita all'interno da un organo cinquecentesco, con intagli in legno dorato e portelli molto ben dipinti, da una Madonna attribuita a [[Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato]],<ref>http://www.cultura.marche.it/CMDirector.aspx?id=1090</ref> e soprattutto dalle numerose opere in terracotta realizzate dal [[Antonio Begarelli|Begarelli]]: i sei santi disposti intorno alla navata centrale, la Pietà e soprattutto il cosiddetto Apogeo Begarelliano, un gruppo raffigurante l'[[Assunzione di Maria|assunzione]] della Madonna tra i santi [[Pietro apostolo|Pietro]], [[Paolo di Tarso|Paolo]], [[Benedetto da Norcia|Benedetto]] e [[Geminiano di Modena|Geminiano]].Il notevole campanile a vela fu eretto nel 1629. Adiacente alla chiesa si trova un'antica [[abbazia]] abitata da una congregazione di [[Ordine di San Benedetto|monaci benedettini]]. In origine il monastero di san Pietro venne fondato fuori le mura della città nel 996 come fondazione vescovile.<ref name=":0" />
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* Chiesa di Sant'Eufemia o dell'Adorazione. Secondo la tradizione, la chiesa e l'attiguo ex-monastero sorgono nel posto ove nel 681 era stato fondato, da una pia vedova con sette figlie, un ospizio per donne riunite sotto la regola di San Benedetto. La chiesa ha pianta ottagonale con lati disuguali, molti dei quali ospitano il presbiterio, due cappelle laterali e la porta. Nel presbiterio di fronte all'entrata si trova l'altar maggiore, in marmo bianco, e un dipinto che raffigura la Pietà del XVII secolo. Esternamente, nelle cornici a stucco, si trovano dipinti di figure simboliche risalenti al XX secolo, ad opera di Secondo Grandi. Vi sono rappresentati San Pietro che predica il [[Vangelo]], il martirio di Sant'Eufemia e quello di San Pietro.
* Chiesa di Santa Maria delle Asse o della SS. Trinità. Situata in corso Canalgrande, la Chiesa di Santa Maria delle Asse è una delle chiese più antiche della città e deve la sua denominazione alla presenza di un ponte di legno, situato ove sorge oggi la chiesa, che permetteva l'attraversamento del canale. L'edificio risale al 1599. L'interno è ad una sola navata, con sei cappelle laterali riccamente decorate.
* [[Chiesa di San Barnaba (Modena)|Chiesa di San Barnaba]]. Ricostruita nel 1660 ma completata solo successivamente. Al suo interno, dipinti e arredi del XVIII secolo. La volta porta i dipinti di Jacopo Antonio Manini, autore anche delle parti architettoniche e dell'ornato con prospettive di mensole e festoni a chiaroscuro. I sei medaglioni che raffigurano temi allegorici e gli scudetti a chiaroscuro furono realizzati da [[Sigismondo Caula]].
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie: Documentata sino dal XV secolo, la chiesa risale al Settecento. L'interno è ad una sola navata con abside semicircolare; a lato comprende quattro cappelle e due cappellette. La volta fu dipinta da Fermo Forti nel XIX secolo. Sull'altare maggiore si ammira un'icona seicentesca che raffigura la ''Madonna con santi'', opera di [[Francesco Vellani]].
* Chiesa di Gesù Redentore. Situata in viale Leonardo da Vinci, 270, è opera dell'architetto Mauro Galantino, vincitore di un concorso indetto dalla Conferenza Episcopale Italiana. Consacrata nel 2008, la sua architettura modernissima ha suscitato ampio e vivace dibattito nella cittadinanza per le soluzioni innovative nell'articolazione degli spazi liturgici. Si inserisce in modo armonico nel tessuto urbano periferico, in rottura e allo stesso tempo in continuità con la tradizione più antica degli edifici religiosi modenesi.
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=== Architetture civili ===
[[File:Francesco I d'Este, Duke of Modena in 1638 by Diego Velázquez.jpg|thumb|left|upright=0.7|Francesco I d'Este|253x253px]]
[[File:Palazzo ducale modena esterno.jpg|thumb|Facciata del Palazzo Ducale]]
[[File:06 Modena, Italy - モデナ イタリア.jpg|thumb|Portico di strada]]
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[[File:Monumento a Ciro Menotti.jpg|thumb|upright=0.7|Il monumento a [[Ciro Menotti]] di fronte al Palazzo Ducale]]
 
; [[Palazzo ducale (Modena)|Palazzo Ducale]]: Il Palazzo Ducale di Modena è stato sede della Corte Estense tra [[XVII secolo|Seicento]] ed [[XIX secolo|Ottocento]]. Dall'Unità d'Italia, il Palazzo ospita la prestigiosa [[Accademia militare di Modena]]. Tra i più illustri ex-allievi dell'Accademia troviamo 10 Marescialli d'Italia, un Maresciallo dell'Aria, 31 ministri, sei Presidenti del Consiglio, 31 Senatori del Regno e tre Senatori della Repubblica e 1 Deputato: di questi i nomi più illustri sono ricordati nella ''Galleria della memoria'' del museo storico dell'Accademia militare, ubicato nella sede stessa del Palazzo Ducale.<br>La sua costruzione fu iniziata da [[Francesco I d'Este]] nel 1634 e fu finita da [[Francesco V d'Austria-Este|Francesco V]]. Il Palazzo sorse su un precedente "Forte Estense" e la sua architettura fu creata anche da interventi di [[Bernini]] e [[Borromini]].<br>La maestosa facciata del Palazzo, alleggerita dal gioco cromatico dei marmi, è stata recentemente restaurata. Dalla porta centrale si accede all'elegante "Cortile d'onore", sede delle cerimonie militari, e al suggestivo "Scalone d'onore". Nel Salone centrale è degno di nota il soffitto, affrescato nel [[XVIII secolo|Settecento]] da Marco Antonio Franceschini con l'incoronazione di Bradamante, capostipite degli Este, già celebrata da Ariosto nell'Orlando furioso. Suggestiva testimonianza dello sfarzo della piccola corte modenese nel Settecento è il "Salottino d'oro", il gabinetto di lavoro del duca [[Francesco III d'Este|Francesco III]], che nel 1756 lo fece rivestire e decorare con pannelli rivestiti di oro zecchino.<br>Di fronte al Palazzo si alza una statua dedicata all'eroe risorgimentale [[Ciro Menotti]], mentre alle spalle si trovano i principali "Giardini pubblici" di Modena, anteriormente detti giardini botanici estensi.
 
; [[Palazzo Comunale (Modena)|Palazzo Comunale]]: Non si tratta in realtà di un unico palazzo, ma del risultato della ristrutturazione [[Secolo XVII|sei]]-[[Secolo XVIII|settecentesca]] di numerose costruzioni sorte a partire dal [[1046]], tutte con la medesima funzione di edifici amministrativi e di rappresentanza. L'antica ''Torre civica'' (oggi ''Torre Mozza'') crollò nel [[1671]] in seguito a un terremoto.<br>Interessante nell'ala nord è la ''Sala delle Bifore'', ambiente in cui è tornata alla luce parte della precedente facciata medievale, arretrata di alcuni metri rispetto alla precedente.
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; [[Teatro comunale Pavarotti-Freni]]: Il teatro, concepito nel [[1838]], fu costruito su iniziativa del [[podestà di Modena]] (il marchese Ippolito Livizzani) e con il contributo del duca [[Francesco IV di Modena]]. L'architetto [[Francesco Vandelli (architetto)|Francesco Vandelli]] lo progettò su un'area cittadina di oltre duemila metri quadri, ottenuta acquisendo e demolendo alcune abitazioni.<br>Fu inaugurato tre anni dopo, il 2 ottobre [[1841]], con il nome di "Teatro dell'Illustrissima Comunità".
 
[[File:Mercato Albinelli cancellata.JPG|thumb|left|upright=0.7|Mercato Albinelli|155x155px]]
; [[Mercato Albinelli]]: Il "Mercato Albinelli" è un mercato ortofrutticolo nel centro storico di Modena, esistente dal [[1931]]. Ha numerosi stand che forniscono al pubblico pane, formaggio, pesce fresco, carne, latte, uova, frutta e verdura. Vi si trovano anche una para-farmacia e un'edicola. Nel [[2022]] dispone di cinque ristoranti, dotati di posti a sedere sia all'interno che all'esterno. I modenesi lo chiamano familiarmente anche "Mercato coperto". Spesso, quindi, si parla di "Mercato coperto Albinelli".
 
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; Palazzo di Santa Margherita: Il Palazzo di Santa Margherita si trova in corso Canalgrande, in pieno centro storico, nel sito ove trovava posto anticamente una chiesa dedicata a Santa Margherita. Adibito nel XII secolo a convento, è divenuto poi caserma; successivamente, dal [[1874]] è stato sede del Patronato dei Figli del Popolo. Ora ospita la [[Galleria civica di Modena|Galleria Civica]], la Biblioteca Delfini,<ref>[https://www.comune.modena.it/biblioteche/biblioteche-comunali/delfini Sito ufficiale Biblioteca Delfini, 23 agosto 2022]</ref> il [[Museo della Figurina]] e l'Istituto Musicale Orazio Vecchi. Gli spazi dedicati alla Galleria Civica comprendono la Sala Grande, che ospita le attività principali della Galleria; le sale al piano superiore, aperte nel 2004; un laboratorio didattico; una [[Libreria (negozio)|libreria]].
 
; [[Foro boario (Modena)|Foro Boario]]: [[File:Foro-boario-modena.jpg|miniatura|Vista in lontananza del Foro Boario]]Il Foro Boario è un edificio di notevole interesse architettonico e urbanistico, poiché costruzione unica nel panorama negli interventi di architettura ducale per dimensioni, tipo e collocazione. È costituito da un lunghissimo edificio (circa 250 metri) perfettamente bifronte, con quattro facciate, uguali a due a due. Nel corpo centrale, che si estende per circa 45 metri, si trova nel fastigio un orologio e panoplia, opera di Luigi Righi, che vi ha raffigurato le ''Allegorie delle Armi, della Fertilità, delle Arti e del Tempo''.<br>FuPassaggio porticato del lapidarioFu costruito nella prima metà dell'Ottocento per volontà di Francesco IV d'Austria d'Este (duca di Modena, Reggio e Mirandola dal 1815) che ne affidò la progettazione all'architetto [[Francesco Vandelli (architetto)|Francesco Vandelli]], autore di numerosi altri edifici pubblici e privati della città. A tutt'oggi sul lato che costeggia il versante sinistro di viale Berengario c'è una lapide voluta dal duca stesso, che riporta la data di edificazione (1831) e la dedica agli agricoltori (''Honori et comodo fidelium agricolarum'') impegnati nella costruzione del complesso.<br>La struttura era inizialmente destinata al mercato bovino e all'immagazzinamento di prodotti agricoli, ma dopo poco più di un decennio l'edificio fu trasformato in caserma. In seguito, i cittadini ne rivendicarono l'uso (secondo ciò che peraltro il duca stesso aveva voluto) durante il regno di Umberto I. Nel [[1989]] vi iniziarono i lavori di restauro e riuso per la nuova sede della Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Modena, inaugurata nel [[1994]] presso i piani superiori dell'edificio. A piano terra si trovano ora, nell'ala est, la biblioteca della Facoltà, e l'area adibita ad esposizioni temporanee, nella parte ovest.<br>Dal [[2002]] al [[2015]] la struttura, attualmente in ristrutturazione, ha ospitato mostre promosse dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, [[Fondazione Fotografia Modena]] e da altre istituzioni culturali del territorio.
 
;[[Cimitero di San Cataldo]]: [[File:San Cataldo 4.jpg|thumb|[[Cimitero di San Cataldo]] (Monumentale Cesare Costa e Aldo Rossi)]][[File:Image Vecchio cimitero di San Cataldo.png|miniatura|Vecchio cimitero di San Cataldo]]Poco fuori dal centro storico si trova il [[cimitero di San Cataldo]], cimitero della città. È composto da due parti, un'antica e una recente. La prima porta il nome dell'architetto [[Cesare Costa]] ed è stata realizzata tra il [[1858]] e il [[1876]]; vi si trovano numerose opere d'arte di notevole valore artistico. Tra i defunti seppelliti in questa parte si trova anche [[Enzo Ferrari]], in una tomba a fianco di quella del figlio [[Dino Ferrari|Dino]]; nonché [[Alberto Braglia]] (atleta) e [[Virginia Reiter]] attrice che visse molti anni a Modena. La parte recente, il cimitero monumentale "Aldo Rossi", è costruita in base al progetto dell'architetto [[Aldo Rossi]].<br>La costruzione del cimitero è oggi parzialmente completata ed è articolata in modo da limitare gli ampi spazi verdi contrassegnati da sentieri di croci riservati ai pedoni.<br>All'interno del cimitero ha sede la chiesa.
 
; [[Teatro Storchi]]: [[File:Teatro Storchi Modena Largo Garibaldi.jpg|miniatura|224x224px|Teatro Storchi visto da Largo Garibaldi]]Il teatro prende il nome da Gaetano Storchi, un ricco commerciante modenese che ne finanziò la costruzione. Sorge su un terreno della nuova area edificabile ricavata con la costruzione della barriera Garibaldi ([[1884]]), a seguito dell'abbattimento di porta Bologna ([[1882]]). L'ubicazione del teatro influenzò la singolare originale struttura dell'edificio, che presenta una doppia facciata: a settentrione si trova la facciata principale, che guarda su piazza Garibaldi, mentre quella da lato ovest si affaccia su viale Martiri della Libertà, un tempo il passeggio delle mura, ed è opera dell'architetto Maestri.<br>L'edificio è nato sulla base di un progetto particolarmente ricercato, che prevedeva locali di servizio, ridotto, ''[[fumoir]]'', caffè; tuttavia, la realizzazione avvenne in economia, su un terreno che apparve instabile fin dall'inizio, e soprattutto con l'impiego di materiali scadenti che ne compromisero ben presto la stabilità. A ciò si devono i numerosi successivi interventi di ristrutturazione e recupero dell'edificio. Tra i più rilevanti, si ricordano il rifacimento della copertura e la modifica della curvatura della sala ad opera dell'ingegnere Luigi Sfondrini di Milano; il restauro dell'esterno con rifacimento dell'intonaco e delle cornici del [[1929]], e un successivo intervento sulla sala nel [[1931]].
 
== Società ==
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano {{formatnum:28412}}, ovvero il 15,39% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=RCS&l=it|titolo=Popolazione residente per cittadinanza o paese di nascita|accesso=14 luglio 2025}}</ref>
Secondo dati [[Istituto nazionale di statistica|ISTAT]] i cittadini stranieri a Modena al 1º gennaio 2022 erano {{formatnum:28604}} (15,5% tra tutti i residenti).<ref>[https://www.tuttitalia.it/emilia-romagna/61-modena/statistiche/cittadini-stranieri-2022/]</ref>
Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:
 
* {{ROU}},[[Romania]] {{formatnum:35403355}}
* {{MAR}},[[Filippine]] {{formatnum:29022777}}
* {{PHL}},[[Marocco]] {{formatnum:28482647}}
* {{GHA}},[[Ghana]] {{formatnum:22662099}}
* {{ALB}},[[Ucraina]] {{formatnum:20691999}}
* {{UKR}},[[Albania]] {{formatnum:18241893}}
* {{MOL}},[[Moldavia]] {{formatnum:15721394}}
* {{TUN}},[[Tunisia]] {{formatnum:12901275}}
* {{NGA}},[[Nigeria]] {{formatnum:11831141}}
* {{CHN}},[[Cina]] {{formatnum:11251124}}
 
=== '''Persone notevoli''' ===
Tra i modenesi più celebri possiamo citare Maria di Modena, regina consorte d'Inghilterra e Scozia; Luciano Pavarotti e Mirella Freni, entrambi nati a Modena e figure di spicco nel mondo dell'opera lirica; Enzo Ferrari, fondatore della celebre casa automobilistica che porta il suo nome; il sacerdote cattolico Gabriele Amorth; il rinomato chef Massimo Bottura; il fumettista Franco Bonvicini; la band Modena City Ramblers e il cantautore Francesco Guccini, che ha vissuto in città per molti anni.
 
== Cultura ==
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; Galleria Estense: {{vedi anche|Galleria Estense}}
[[File:Busto del Duca Francesco I, Bernini.jpg|alt=Francesco I°, Bernini|miniatura|Busto del Duca Francesco I, scultura di Gian Lorenzo Bernini, Galleria Estense, Modena]]
La Galleria estense, nazionale, è forse il maggiore tesoro portato dai duchi d'Este a Modena: tanto che alla grande collezione fece ricorso il duca Francesco III, che nel [[1746]] sanò il dissestato bilancio del ducato vendendo al [[Augusto III di Polonia|re di Polonia]] i cento quadri stimati più importanti. Malgrado la perdita di queste opere (oggi per lo più a [[Dresda]]) essa rimane una delle più importanti collezioni pubbliche italiane, ospitando opere di [[Tintoretto]], [[Paolo Veronese]], [[Guido Reni]], [[Jacopo Bassano]], [[Correggio (pittore)|Correggio]], [[Cosmè Tura]], [[Tommaso da Modena]], [[Lorenzo di Credi]], [[Palma il Giovane|Jacopo Palma il giovane]], [[Dosso Dossi]], [[il Guercino]], i fratelli [[Annibale Carracci|Carracci]], i primitivi emiliani e il celebre Trittico di [[El Greco]]. Ma le opere più celebri sono i due ritratti del duca [[Francesco I d'Este]]: il busto in marmo del [[Gian Lorenzo Bernini|Bernini]] e la tela di [[Diego Velázquez|Velázquez]]. La galleria espone anche oggetti antichi etruschi e romani, ceramiche, esempi del medagliere estense, strumenti musicali fra cui la famosa [[Arpa Estense]].
Altra pregevole raccolta è quella della [[Banca Popolare dell'Emilia Romagna]].
 
; Museo lapidario estense: {{vedi anche|Museo lapidario estense}}
Il Museo Lapidario Estense è la sezione in cui si trovano le lapidi trovate durante i lavori di costruzione del Novi Park.
[[File:Museo Lapidario Estense.jpg|miniatura|Passaggio porticato del lapidario]]
 
; Musei del Duomo di Modena: {{vedi anche|Musei del Duomo di Modena}}
Il Museo del Duomo di Modena raccoglie un ricco patrimonio costituito da opere d'arte, parati e suppellettili liturgiche, che testimonia la vitalità della Chiesa modenese nel corso dei secoli. Importante il lapidario con reperti dal cantiere di [[Wiligelmo]], [[Lanfranco (architetto)|Lanfranco]] e dei [[Maestri campionesi|Campionesi]].
 
Il Lapidario, costituito già alla fine dell'[[800]], integra il discorso storico-artistico del tempio, capolavoro della cultura romanica costruito dal [[1099]] dall'architetto Lanfranco con sculture del grande [[Wiligelmo]], sulla tomba di [[Geminiano di Modena|San Geminiano]], vescovo e patrono di Modena vissuto nel [[IV secolo]]. Raduna rilievi, sculture e iscrizioni d'età romana, medievale e rinascimentale, recuperati negli interventi al Duomo fra Otto e Novecento, rinvenuti in scavi o rimossi per motivi di conservazione; vi spiccano le "metope" romaniche, otto lastre a decoro del tetto scolpite da un seguace di Wiligelmo. Il Museo, inaugurato nell'anno giubilare [[2000]], racchiude il "tesoro" di straordinaria magnificenza, che vanta suppellettili e arredi come l'altarolo portatile del [[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]], l'Evangeliario romanico con coperta in argento e avorio, l'apparato in argento già sulla tomba del Santo, preziosi reliquiari, parati liturgici, gli arazzi con Storie della Genesi prodotti a Bruxelles fra il [[1560]] e il '70 e un'importante quadreria.
 
;
; Museo del volley:
Inaugurato nel settembre 2010 su iniziativa di Antonio Panini (figlio di [[Giuseppe Panini]], imprenditore e storico patron della pallavolo modenese), il Museo internazionale del Volley raccoglie quanto ha contribuito a scrivere la storia della pallavolo a Modena, e in altre città. Vi si trovano oggetti e ricordi da ex-giocatori, società, appassionati che hanno deciso di condividere oggetti e testimonianze della propria carriera, tra cui: maglie da gioco di varie epoche di squadre italiane e straniere, indumenti da gioco, medaglie olimpiche, trofei, gagliardetti, [[poster]] e locandine, nonché una videoteca che conta più di 500 filmati di partite della Nazionale e di club. È situato fuori Modena, tra Marzaglia e Cittanova.
 
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== Economia ==
La città è economicamente una delle maggiori realtà europee. Infatti, nella provincia hanno sede importanti industrie alimentari (tra cui [[Grandi Salumifici Italiani]], [[Gruppo Cremonini|Cremonini]] e [[Gruppo Fini S.p.A.|Fini]], centri di [[produzione del Parmigiano Reggiano]] e della lavorazione del maiale - a cui [[Castelnuovo Rangone]], il cuore di questo settore, ha dedicato addirittura un monumento), metalmeccaniche (Modena, così come la sua provincia, può essere considerata la Capitale Mondiale dell'Automobilismo Sportivo con le sedi della [[Ferrari]] a [[Maranello]], della [[Maserati]] in città, della [[Pagani (casa automobilistica)|Pagani]] a [[San Cesario sul Panaro]] e fino a pochi anni fa la [[De Tomaso]] in periferia e la [[Bugatti]] a [[Campogalliano]]. Inoltre ad una decina di chilometri dalla città, ma già in [[provincia di Bologna]], nel comune di [[Sant'Agata Bolognese]] si trova la sede di un'altra storica azienda del settore, la [[Lamborghini]]). Viene anche considerata la capitale mondiale delle ceramiche (o della piastrella), grazie alle aziende di spicco che si trovano nei territori di [[Sassuolo]] e [[Fiorano Modenese]]. Notevole l'industria tessile nel territorio di [[Carpi]] e quella biomedica nel comune di [[Mirandola]].<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.provincia.modena.it/pubblicazione/modena-economia-lavoro/|titolo=Modena, economia & lavoro|sito=Provincia di Modena|accesso=2025-03-27}}</ref>
 
=== Industria automobilistica ===
Soprattutto negli anni '50 e '60 a Modena sono nate e si sono sviluppate molte aziende nel settore automobilistico (carrozzerie e motori).