Modena: differenze tra le versioni

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'''Modena''' (<small>AFI:</small> {{IPA|/ˈmɔdena/|it}} {{audio|It-Modena.ogg}}, ''Mòdna'' in [[dialetto modenese]]<ref>{{cita libro|autore1=Teresa Cappello|autore2=Carlo Tagliavini|wkautore2=Carlo Tagliavini|titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani|città=Bologna|editore=Pàtron|anno=1981|p=326|sbn=UMC0979712}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Giulio Bertoni|wkautore=Giulio Bertoni|titolo=Profilo storico del dialetto di Modena&thinsp;: con un'appendice di giunte al vocabolario modenese|url=https://archive.org/details/BertoniDialettoModena_201802/page/n5/mode/2up|collana=Biblioteca dell'Archivum Romanicum|città=Genève|editore=[[Leo S. Olschki]]|anno=1925|p=3|sbn=RMS2640622|via=Internet Archive}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti,<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" />,<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> capoluogo dell'[[provincia di Modena|omonima provincia]] in [[Emilia-Romagna]].
 
Nelle fonti le prime notizie su Modena risalgono alla guerra tra [[Civiltà romana|Romani]] e [[Boi]] che abitavano nel territorio chiamato fin dalla prima epoca repubblicana [[Gallia cisalpinaCisalpina]] o Gallia citerioreCiteriore. Il centro fungeva da presidio militare anche prima della fondazione ufficiale della città da parte dei romani.
La [[Città d'Italia#Emilia-Romagna|città]], infatti, è stata ritualmente fondata nel [[183 a.C.]], come colonia di diritto romano, ([[colonia (diritto internazionale)]]) dai triumviri [[Marco Emilio Lepido (console 187 a.C.)|Marco Emilio Lepido]], Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino i quali condussero da Roma duemila cittadini.<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita, XXXIX,55, 6-8''</ref> Dal VI secolo Modena è una città ducale del [[Regno Longobardolongobardo]] ([[Ducati longobardi]]) al confine con i possedimenti dell'[[Impero romano d'orienteOriente]] cioè l'[[Impero bizantino]]. ([[Storia di Modena]]). Come la maggior parte dei comuni lombardi nel 1167 Modena aderisce alla [[Lega Lombarda]] contro [[Federico Barbarossa]]. Dal [[1598]] al [[1859]] fu capitale del [[Ducato di Modena e Reggio]] ed è un'antica sede [[Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia|universitaria]] ed [[Arcidiocesi di Modena-Nonantola|arcivescovile]]. Nel 1757 il Duca [[Francesco III d'Este]] fondò l'Accademia militare per la formazione degli ufficiali dell'esercito Estense con sede nel palazzo ducale. Con l'unità d'Italia il Palazzo Ducale fu sede della Scuola militare del sabaudo [[Regno di Sardegna]] di [[Vittorio Emanuele II]], poi [[Regno d'Italia]], evolutasi nei decenni fino a divenire nel 1947 [[Accademia Militare di Modena|Accademia Militare]] dell'[[Esercito Italiano|Esercito]] e dell'[[Arma dei Carabinieri]].
 
Il [[Duomo di Modena|Duomo]], la [[Ghirlandina|Torre Civica]] e la [[Piazza Grande (Modena)|Piazza Grande]] della città sono inserite, dal [[1997]], nella [[Patrimoni dell'umanità d'Italia|lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità]] dall'[[UNESCO]].
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Le prime propaggini dell'Appennino Modenese si trovano tra i 15 e i 20&nbsp;km a sud della città, già fuori dal territorio comunale, nei comuni non confinanti di [[Sassuolo]], [[Fiorano Modenese]], [[Maranello]] e [[Castelvetro di Modena]].
 
Fino alla metà del [[XIX secolo]], la città aveva due darsene: una interna alle mura, nell'attuale Corso Vittorio Emanuele, e una esterna (il ''bacino'') all'altezza del cavalcaferrovia della Sacca, interrata nel [[1936]]. Dei canali di Modena rimane traccia nei nomi delle strade, in particolare nel Centro Storico: esistono infatti vie chiamate Canal Grande, Canal Chiaro, Canalino, Canaletto e così via.
 
==== Sismicità ====
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== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Modena}}
[[File:Modena Palazzo Comunale e Duomo.jpg|thumb|[[Palazzo Comunale (Modena)|Palazzo Comunale]] e [[Duomo di Modena|Duomo]]|241x241px]]
[[File:Modena portici.jpg|thumb| Portici del Collegio, in [[Via Emilia]] centro]]
 
{{Citazione|Firmissimam et splendidissimam populi Romani coloniam|[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], ''[[Filippiche (Cicerone)|Filippiche]]''}}
=== Età antica e Medioevo ===
Le origini più antiche sembrano liguri o [[celto-liguri]]. Successivamente fu un insediamento [[etruschi|etrusco]], poi [[galli]]co ([[Galli Boi]]). Nel 183 a.C. venne fondata come colonia [[Civiltà romana|romana]] da mille cives provenienti da Roma guidati dai triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino. Divenne capoluogo dell’ex Gallia Cisalpina e sede del governatore per due secoli. Successivamente Modena venne abbandonata fra il V e il VII secolo, causa le numerose inondazioni dei fiumi [[Secchia]] e [[Panaro]], gli abitanti si rifugiarono nel vicino borgo più a ovest, Cittanova.<ref name=Mutina /> Tornò a ripopolarsi gradualmente intorno alla sede vescovile, che aveva assunto la guida della città e il vescovo Leodoino la fece cingere di mura nell'[[891]].<ref name=Mutina >{{Cita web|url= http://www.mutinaromana.it/it/tra-tarda-antichita-e-altomedioevo/|titolo=Tra Tarda Antichità e Alto Medioevo|accesso=25 aprile 2023|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230322221214/http://www.mutinaromana.it/it/tra-tarda-antichita-e-altomedioevo/|urlmorto=no}}</ref> Durante la signoria dei vescovi, venne eretta la nuova [[Duomo di Modena|cattedrale]]. Il potere vescovile ebbe termine con l'autonomia comunale nel [[1135]] ma, nel [[1249]], con la [[battaglia di Fossalta]], Modena ghibellina venne sconfitta da [[Bologna]] guelfa facendo tornare al potere il partito filovescovile degli Aigoni capitanato dal vescovo Alberto Boschetti, nel [[1288]], si consegnò agli [[Este]]nsi di [[Ferrara]]. Il 15 novembre [[1325]] nella [[battaglia di Zappolino]] Modena inflisse una pesante sconfitta ai bolognesi fino a giungere sotto le mura della città delle due torri e ad assediarla. Dopo una settimana i modenesi tolsero l'assedio e tornarono in città portando come trofeo un secchio di legno sottratto da un pozzo fuori [[porta San Felice]], la "[[La secchia rapita|Secchia Rapita]]" che divenne spunto per l'omonimo poema eroicomico del poeta modenese [[Alessandro Tassoni]].
 
===Età moderna e contemporanea===
Modena diventò veramente la "città estense" solo dopo il [[1598]], quando il duca [[Cesare d'Este|Cesare]] [[Devoluzione di Ferrara|trasferì da Ferrara a Modena]] la [[Cesare d'Este#Modena capitale|capitale]] del suo [[Ducato di Modena e Reggio|ducato]]. Uno Stato destinato a barcamenarsi con alterne fortune nelle lotte tra le potenze italiane ed europee, e che malgrado le ripetute occupazioni da parte degli eserciti stranieri (i francesi nel [[1702]]; gli austriaci nel [[1742]]) resisterà fino all'unificazione dell'Italia, con una sola interruzione nel periodo napoleonico.
 
A questo periodo risalgono le enormi [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche del ducato di Modena]]: furono sottratte collezioni di opere d'arte, beni archivistici e librari, ma anche la collezione [[glittica]] degli [[Este]]. Durante l'occupazione francese, diverse opere d'arte presero la via della Francia.<ref>{{Cita libro|titolo=Notice de tableaux dont plusieurs ont été recueillis à Parme et à Venise : exposés dans le grand salon du Musée Napoléon, ouvert le 27 thermidor an XIII|edizione=De l'imprimerie des sciences et des arts, Paris}}</ref> Secondo il catalogo pubblicato nel ''Bulletin de la Société de l'art français'' del [[1936]],<ref>{{Cita libro|autore=Marie-Louise Blumer|titolo=Catalogue des peintures transportées d'Italie en Francce de 1796 à 1814 |url= https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k4237081q/f296.item|collana=Bulletin de la Société de l'art français, 1936, fascicule 2}}</ref> delle 20 opere d'arte provenienti da Modena e inviate in Francia nel giugno [[1796]], solo 10 fecero ritorno in Italia dopo il [[Congresso di Vienna]], mentre delle 30 opere d'arte trafugate nell'ottobre del 1796, solo 11 fecero ritorno.
 
Il [[Risorgimento]] poté contare su larghe adesioni fra i Modenesi, tra cui [[Ciro Menotti]] e i numerosi gruppi mazziniani e carbonari della città che votarono compattamente per l'Unità d'Italia nel [[Plebiscito]] del [[1860]]. Tra fine Ottocento e inizio Novecento l'Emilia (e in particolare la provincia di Modena) divenne un baluardo socialista prima e comunista poi.
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Il 9 gennaio [[1950]], sei operai vennero uccisi dai [[carabinieri]] nell'[[eccidio delle Fonderie Riunite di Modena]], avvenuto durante una manifestazione che chiedeva la riapertura delle [[Fonderie Riunite]].
 
Negli anni del [[dopoguerra]] Modena conosce con il [[miracolo economico italiano|boom economico]] un periodo di benessere senza precedenti. Il successo della città è legato soprattutto all'affermarsi di piccole industrie dai prodotti unici al mondo, come [[Ferrari]] o [[Maserati]] o [[Panini (azienda)|Panini]], o come i poli ceramico di Sassuolo, tessile di Carpi e biomedicale di Mirandola, e alla valorizzazione dei prodotti tipici della regione. <!-- Recentemente negli ultimi anni si è avviata una trasformazione profonda coinvolgendo attori pubblici e privati in modalità economiche ancora in fase di ricerca ed evoluzione.<ref>{{cita video|url=https://video.gelocal.it/gazzettadimodena/locale/modena-la-citta-smart-inizia-dal-data-center/95453/96055?ref=hfmomoev1-1|titolo=Modena, la città smart inizia dal Data Center|data=16 aprile 2018|autore=Gino Esposito|editore=[[Gazzetta di Modena]]|accesso=20 dicembre 2018}}</ref> -->
 
=== Simboli ===
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{{Citazione|D'oro, alla croce d'azzurro, accollato da due trivelle di ferro e oro in croce di Sant'Andrea, sormontato da una corona aurea ducale tempestata di gemme sostenente nove fioroni d'oro, cinque visibili, caricato ciascuno di una perla nel cuore. Motto “Avia Pervia”}}
 
Le trivelle, come strumenti usati per scavare i pozzi, {{cnSenza fonte|alludono alla grande ricchezza d'acqua del territorio modenese, un tempo ricco di canali e affioramenti spontanei (fontanazzi). Questa abbondanza è andata decrescendo a partire dalla seconda metà del [[XX secolo]], soprattutto a causa dello sfruttamento a fini industriali e abitativi della falda freatica, che ne ha provocato l'abbassamento}}.
 
La frase latina ''Avia pervia'' significa "Rendiamo facili le cose difficili": probabilmente ideato dal letterato [[Giovanni Maria Barbieri]] nel [[1561]], fu ufficialmente adottato nel secolo XVII, quando il sigillo accompagnato dalle trivelle e dal motto venne apposto ad un codice degli statuti dei calzolai.<ref>[http://www.comune.modena.it/~astor000/attivita/scuole/2i.htm Lo stemma di Modena su www.comune.modena.it] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070927000058/http://www.comune.modena.it/~astor000/attivita/scuole/2i.htm |data=27 settembre 2007 }}.</ref>
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* Modena Organ Festival: costituisce una serie di appuntamenti nelle chiese più importanti della città, ove si esibiscono validi organisti di fama internazionale. Solitamente si svolge nei mesi giugno - settembre. Il festival è organizzato dall'Associazione Amici dell'Organo "J.S.Bach".<ref>{{cita web|url=http://www.associazionebachmodena.it/|titolo=Associazione Bach Modena}}</ref>
* Modena Terra di Motori. Ogni anno in aprile o maggio.<ref>[http://www.modenaterradimotori.com Modena Terra di Motori] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151027052931/http://www.modenaterradimotori.com/ |data=27 ottobre 2015 }}</ref>
*Il Carnevale, di [[giovedì grasso]] con la presenza della maschera cittadina, [[Sandrone]] e la famiglia Pavironica.
*[[NODE festival]], festival musicale annuale.
* Modena Smart Life, iniziato nel 2016, è un evento annuale di fine settembre a carattere economico.<ref>http://www.modenasmartlife.it/</ref>
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=== Architetture civili ===
[[File:Francesco I d'Este, Duke of Modena in 1638 by Diego Velázquez.jpg|thumb|left|upright=0.7|Francesco I d'Este|253x253px]]
[[File:Palazzo ducale modena esterno.jpg|thumb|Facciata del Palazzo Ducale]]
[[File:06 Modena, Italy - モデナ イタリア.jpg|thumb|Portico di strada]]
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; [[Teatro comunale Pavarotti-Freni]]: Il teatro, concepito nel [[1838]], fu costruito su iniziativa del [[podestà di Modena]] (il marchese Ippolito Livizzani) e con il contributo del duca [[Francesco IV di Modena]]. L'architetto [[Francesco Vandelli (architetto)|Francesco Vandelli]] lo progettò su un'area cittadina di oltre duemila metri quadri, ottenuta acquisendo e demolendo alcune abitazioni.<br>Fu inaugurato tre anni dopo, il 2 ottobre [[1841]], con il nome di "Teatro dell'Illustrissima Comunità".
 
[[File:Mercato Albinelli cancellata.JPG|thumb|left|upright=0.7|Mercato Albinelli|155x155px]]
; [[Mercato Albinelli]]: Il "Mercato Albinelli" è un mercato ortofrutticolo nel centro storico di Modena, esistente dal [[1931]]. Ha numerosi stand che forniscono al pubblico pane, formaggio, pesce fresco, carne, latte, uova, frutta e verdura. Vi si trovano anche una para-farmacia e un'edicola. Nel [[2022]] dispone di cinque ristoranti, dotati di posti a sedere sia all'interno che all'esterno. I modenesi lo chiamano familiarmente anche "Mercato coperto". Spesso, quindi, si parla di "Mercato coperto Albinelli".
 
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; Palazzo di Santa Margherita: Il Palazzo di Santa Margherita si trova in corso Canalgrande, in pieno centro storico, nel sito ove trovava posto anticamente una chiesa dedicata a Santa Margherita. Adibito nel XII secolo a convento, è divenuto poi caserma; successivamente, dal [[1874]] è stato sede del Patronato dei Figli del Popolo. Ora ospita la [[Galleria civica di Modena|Galleria Civica]], la Biblioteca Delfini,<ref>[https://www.comune.modena.it/biblioteche/biblioteche-comunali/delfini Sito ufficiale Biblioteca Delfini, 23 agosto 2022]</ref> il [[Museo della Figurina]] e l'Istituto Musicale Orazio Vecchi. Gli spazi dedicati alla Galleria Civica comprendono la Sala Grande, che ospita le attività principali della Galleria; le sale al piano superiore, aperte nel 2004; un laboratorio didattico; una [[Libreria (negozio)|libreria]].
 
; [[Foro boario (Modena)|Foro Boario]]: [[File:Foro-boario-modena.jpg|miniatura|Vista in lontananza del Foro Boario]]Il Foro Boario è un edificio di notevole interesse architettonico e urbanistico, poiché costruzione unica nel panorama negli interventi di architettura ducale per dimensioni, tipo e collocazione. È costituito da un lunghissimo edificio (circa 250 metri) perfettamente bifronte, con quattro facciate, uguali a due a due. Nel corpo centrale, che si estende per circa 45 metri, si trova nel fastigio un orologio e panoplia, opera di Luigi Righi, che vi ha raffigurato le ''Allegorie delle Armi, della Fertilità, delle Arti e del Tempo''.<br>FuPassaggio porticato del lapidarioFu costruito nella prima metà dell'Ottocento per volontà di Francesco IV d'Austria d'Este (duca di Modena, Reggio e Mirandola dal 1815) che ne affidò la progettazione all'architetto [[Francesco Vandelli (architetto)|Francesco Vandelli]], autore di numerosi altri edifici pubblici e privati della città. A tutt'oggi sul lato che costeggia il versante sinistro di viale Berengario c'è una lapide voluta dal duca stesso, che riporta la data di edificazione (1831) e la dedica agli agricoltori (''Honori et comodo fidelium agricolarum'') impegnati nella costruzione del complesso.<br>La struttura era inizialmente destinata al mercato bovino e all'immagazzinamento di prodotti agricoli, ma dopo poco più di un decennio l'edificio fu trasformato in caserma. In seguito, i cittadini ne rivendicarono l'uso (secondo ciò che peraltro il duca stesso aveva voluto) durante il regno di Umberto I. Nel [[1989]] vi iniziarono i lavori di restauro e riuso per la nuova sede della Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Modena, inaugurata nel [[1994]] presso i piani superiori dell'edificio. A piano terra si trovano ora, nell'ala est, la biblioteca della Facoltà, e l'area adibita ad esposizioni temporanee, nella parte ovest.<br>Dal [[2002]] al [[2015]] la struttura, attualmente in ristrutturazione, ha ospitato mostre promosse dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, [[Fondazione Fotografia Modena]] e da altre istituzioni culturali del territorio.
 
;[[Cimitero di San Cataldo]]: [[File:San Cataldo 4.jpg|thumb|[[Cimitero di San Cataldo]] (Monumentale Cesare Costa e Aldo Rossi)]][[File:Image Vecchio cimitero di San Cataldo.png|miniatura|Vecchio cimitero di San Cataldo]]Poco fuori dal centro storico si trova il [[cimitero di San Cataldo]], cimitero della città. È composto da due parti, un'antica e una recente. La prima porta il nome dell'architetto [[Cesare Costa]] ed è stata realizzata tra il [[1858]] e il [[1876]]; vi si trovano numerose opere d'arte di notevole valore artistico. Tra i defunti seppelliti in questa parte si trova anche [[Enzo Ferrari]], in una tomba a fianco di quella del figlio [[Dino Ferrari|Dino]]; nonché [[Alberto Braglia]] (atleta) e [[Virginia Reiter]] attrice che visse molti anni a Modena. La parte recente, il cimitero monumentale "Aldo Rossi", è costruita in base al progetto dell'architetto [[Aldo Rossi]].<br>La costruzione del cimitero è oggi parzialmente completata ed è articolata in modo da limitare gli ampi spazi verdi contrassegnati da sentieri di croci riservati ai pedoni.<br>All'interno del cimitero ha sede la chiesa.
 
; [[Teatro Storchi]]: [[File:Teatro Storchi Modena Largo Garibaldi.jpg|miniatura|224x224px|Teatro Storchi visto da Largo Garibaldi]]Il teatro prende il nome da Gaetano Storchi, un ricco commerciante modenese che ne finanziò la costruzione. Sorge su un terreno della nuova area edificabile ricavata con la costruzione della barriera Garibaldi ([[1884]]), a seguito dell'abbattimento di porta Bologna ([[1882]]). L'ubicazione del teatro influenzò la singolare originale struttura dell'edificio, che presenta una doppia facciata: a settentrione si trova la facciata principale, che guarda su piazza Garibaldi, mentre quella da lato ovest si affaccia su viale Martiri della Libertà, un tempo il passeggio delle mura, ed è opera dell'architetto Maestri.<br>L'edificio è nato sulla base di un progetto particolarmente ricercato, che prevedeva locali di servizio, ridotto, ''[[fumoir]]'', caffè; tuttavia, la realizzazione avvenne in economia, su un terreno che apparve instabile fin dall'inizio, e soprattutto con l'impiego di materiali scadenti che ne compromisero ben presto la stabilità. A ciò si devono i numerosi successivi interventi di ristrutturazione e recupero dell'edificio. Tra i più rilevanti, si ricordano il rifacimento della copertura e la modifica della curvatura della sala ad opera dell'ingegnere Luigi Sfondrini di Milano; il restauro dell'esterno con rifacimento dell'intonaco e delle cornici del [[1929]], e un successivo intervento sulla sala nel [[1931]].
 
== Società ==
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano {{formatnum:28412}}, ovvero il 15,39% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=RCS&l=it|titolo=Popolazione residente per cittadinanza o paese di nascita|accesso=14 luglio 2025}}</ref>
Secondo dati [[Istituto nazionale di statistica|ISTAT]] i cittadini stranieri a Modena al 1º gennaio 2022 erano {{formatnum:28604}} (15,5% tra tutti i residenti).<ref>[https://www.tuttitalia.it/emilia-romagna/61-modena/statistiche/cittadini-stranieri-2022/]</ref>
Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:
 
* {{ROU}},[[Romania]] {{formatnum:35403355}}
* {{MAR}},[[Filippine]] {{formatnum:29022777}}
* {{PHL}},[[Marocco]] {{formatnum:28482647}}
* {{GHA}},[[Ghana]] {{formatnum:22662099}}
* {{ALB}},[[Ucraina]] {{formatnum:20691999}}
* {{UKR}},[[Albania]] {{formatnum:18241893}}
* {{MOL}},[[Moldavia]] {{formatnum:15721394}}
* {{TUN}},[[Tunisia]] {{formatnum:12901275}}
* {{NGA}},[[Nigeria]] {{formatnum:11831141}}
* {{CHN}},[[Cina]] {{formatnum:11251124}}
 
== Cultura ==
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; Galleria Estense: {{vedi anche|Galleria Estense}}
[[File:Busto del Duca Francesco I, Bernini.jpg|alt=Francesco I°, Bernini|miniatura|Busto del Duca Francesco I, scultura di Gian Lorenzo Bernini, Galleria Estense, Modena]]
La Galleria estense, nazionale, è forse il maggiore tesoro portato dai duchi d'Este a Modena: tanto che alla grande collezione fece ricorso il duca Francesco III, che nel [[1746]] sanò il dissestato bilancio del ducato vendendo al [[Augusto III di Polonia|re di Polonia]] i cento quadri stimati più importanti. Malgrado la perdita di queste opere (oggi per lo più a [[Dresda]]) essa rimane una delle più importanti collezioni pubbliche italiane, ospitando opere di [[Tintoretto]], [[Paolo Veronese]], [[Guido Reni]], [[Jacopo Bassano]], [[Correggio (pittore)|Correggio]], [[Cosmè Tura]], [[Tommaso da Modena]], [[Lorenzo di Credi]], [[Palma il Giovane|Jacopo Palma il giovane]], [[Dosso Dossi]], [[il Guercino]], i fratelli [[Annibale Carracci|Carracci]], i primitivi emiliani e il celebre Trittico di [[El Greco]]. Ma le opere più celebri sono i due ritratti del duca [[Francesco I d'Este]]: il busto in marmo del [[Gian Lorenzo Bernini|Bernini]] e la tela di [[Diego Velázquez|Velázquez]]. La galleria espone anche oggetti antichi etruschi e romani, ceramiche, esempi del medagliere estense, strumenti musicali fra cui la famosa [[Arpa Estense]].
Altra pregevole raccolta è quella della [[Banca Popolare dell'Emilia Romagna]].
 
; Museo lapidario estense: {{vedi anche|Museo lapidario estense}}
Il Museo Lapidario Estense è la sezione in cui si trovano le lapidi trovate durante i lavori di costruzione del Novi Park.
[[File:Museo Lapidario Estense.jpg|miniatura|Passaggio porticato del lapidario]]
 
; Musei del Duomo di Modena: {{vedi anche|Musei del Duomo di Modena}}
Il Museo del Duomo di Modena raccoglie un ricco patrimonio costituito da opere d'arte, parati e suppellettili liturgiche, che testimonia la vitalità della Chiesa modenese nel corso dei secoli. Importante il lapidario con reperti dal cantiere di [[Wiligelmo]], [[Lanfranco (architetto)|Lanfranco]] e dei [[Maestri campionesi|Campionesi]].