Don Camillo monsignore... ma non troppo: differenze tra le versioni

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|immagine = Don_Camillo_Peppone_il_ritorno.jpg
|didascalia = [[Fernandel]] e [[Gino Cervi]] in una scena del film
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Altra questione che Peppone deve risolvere al suo arrivo è quella del matrimonio di Walter, suo figlio maggiore: il padre, per una serie di questioni legate al partito in cui milita, vuole che il figlio si sposi nella sola forma civile, mentre la moglie di Peppone, così come la futura nuora e i genitori di lei, vorrebbero un matrimonio in chiesa. Peppone, per avere l'assenso del futuro [[consuocero]] alla forma civile, gli offre un posto di usciere in comune. Don Camillo, di contro, promette che gli farà avere la concessione di una pompa di benzina, giungendo a un'impasse.
 
Gisella, una militante del partito comunista di Brescello, ruba i vestiti di don Camillo, che era andato a cercare refrigerio dalla calura estiva con una nuotata nel fiume [[Po]]. Peppone, pensando di avere tolto di mezzo temporaneamente il rivale, si appresta a fare celebrare il matrimonio civile ma la notizia, che poi si scoprirà falsa, che don Camillo sia annegato nel fiume interrompe il matrimonio. La situazione sembra giunta a uno stallo, ma alla fine si trova un compromesso, dovuto anche al fatto che Peppone vince al [[totocalcio]], con lo pseudonimo di Pepito Sbazzeguti (ottenuto anagrammando il suo nome e cognome di battesimo Giuseppe Bottazzi), ma non sa come ritirare il premio senza essere scoperto dai "[[Compagno (politica)|compagni]]": don Camillo lo aiuta nell'intento, andando lui in città a ritirare i soldi e strappandogli la promessa di un matrimonio anche in forma religiosa, che viene celebrato in una [[Chiesa di San Martino (Godezza)|chiesina di campagna]], mentre la cerimonia civile avviene in pompa magna in municipio.
 
Intanto da don Camillo si presenta il marito di Gisella, disperato perché la moglie è troppo presa dalla politica e non sta mai a casa trascurando così la famiglia; nell'esternare la sua disperazione di marito si fa scappare che è stata proprio la moglie a rubare i vestiti al monsignore, così che don Camillo prende ancora più a cuore la vicenda dell'uomo. Il giorno dopo arriva la notizia che Gisella è stata aggredita: viene infatti trovata in un bosco con un sacco in testa e le terga dipinte di rosso con il [[minio]]. La donna si ritrova così coperta di vergogna per via dello scherno dei compaesani e non ha più il coraggio di uscire di casa.
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===Riprese===
Per le riprese in esterna è nuovamente [[Brescello]] il luogo principale e in luoghi lontani dalla Bassa Padana [[Godezza]] (casa dei Grotti e [[chiesa di San Martino (Godezza)|chiesa San Lucio]]), [[Boretto]], [[Castelnovo di Sotto]] ([[Stazione di Castelnovo Sotto|ex stazione]] e dintorni) e [[Roma]] ([[Palazzo Madama (Roma)|Palazzo Madama]], [[Arcispedale di Santo Spirito in Saxia|Palazzo del Commendatore]]).
 
== Distribuzione ==
=== Data di uscita ===
In Italia il film fu proiettato in pubblico per la prima volta il 7 ottobre 1961.
 
== Accoglienza ==
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[[Categoria:Film commedia italiani]]
[[Categoria:Film ambientati in Emilia-Romagna]]
[[Categoria:Film girati in Emilia-Romagna]]