Massimo D'Alema: differenze tra le versioni
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Ha ricoperto successivamente la carica di [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Italiana|ministro degli affari esteri]] e [[Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|vicepresidente del Consiglio]] del [[governo Prodi II]] (17 maggio 2006 - 8 maggio 2008).
È stato segretario
È stato deputato per sette legislature e più volte vicepresidente dell'[[Internazionale Socialista]].
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=== Infanzia ed istruzione ===
Nato a [[Roma]], figlio di [[Giuseppe D'Alema]] (1917-1994), [[Partigiani italiani|partigiano]] [[gappista]], funzionario e
A causa del lavoro del padre
Nei primi giorni di scuola si dichiarò [[Ateismo|ateo]] e non partecipò alle lezioni di [[religione]], cominciando uno scontro con la maestra, che, a suo dire, faceva ogni giorno "''la solita propaganda [[Democrazia Cristiana|democristiana]] e [[Anticomunismo|anticomunista]]''".<ref name=fa/>
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=== Prime attività politiche ===
A Roma, a [[Monteverde Vecchio]], era iscritto ai [[Associazione Pionieri Italiani|Pionieri]] (associazione democratica per ragazzi e ragazze fino ai 15 anni) con i figli di [[Gian Carlo Pajetta]]. Quando in quel quartiere si tenne un congresso del partito, fu scelto - aveva appena nove anni - come rappresentante dei Pionieri: la madre ricorda che volle scriversi da solo il discorso per poi saperlo meglio, e che fece un'ottima figura, tanto da far dire a [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] «''Capirai, se tanto mi dà tanto questo farà strada''»
La sua militanza politica cominciò nel
A [[Genova]],
==== A Pisa ====
Dopo aver conseguito la [[Esame di maturità|maturità]] [[Liceo classico|classica]], si trasferì nell'ottobre
All'esame di ammissione conobbe [[Fabio Mussi]], che era appena dietro di lui in graduatoria ed ebbe una camera proprio a fianco alla sua. I due fecero subito amicizia e parteciparono assieme, in posizione eminente, alle grandi contestazioni degli studenti della Normale in quel periodo: recentemente era stato espulso [[Adriano Sofri]], per aver infranto le rigidissime regole del collegio, che vietavano, fra l'altro, l'ingresso di ragazze nelle camere.
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Grazie a queste esperienze, i due entrarono quasi subito nella dirigenza locale del PCI (il cui segretario, fra l'altro, era amico del padre di D'Alema) e organizzarono molte iniziative e manifestazioni rischiando spesso il [[reclusione|carcere]] e scontrandosi coi più radicali elementi di [[Lotta Continua]], che ritenevano D'Alema troppo allineato alla posizione del PCI.<ref name=fa/>
D'Alema si ritirò dagli studi poco prima di discutere la tesi, che avrebbe dovuto vertere sull'opera ''Produzione di merci a mezzo di merci'' dell'economista [[Piero Sraffa]], amico di [[Antonio Gramsci]]. Secondo l'amico del tempo [[Marco Santagata]], D'Alema vi rinunciò per non essere sospettato di favoritismi, poiché l'intellettuale del PCI [[Nicola Badaloni (politico 1924)|Nicola Badaloni]] era diventato preside di Lettere e Filosofia
Nel
Alle [[elezioni amministrative in Italia del 1970|elezioni amministrative del 1970]]
Con questo
Nel 2013 D'Alema ha così rievocato gli anni attorno al 1968: «''Faccio parte della generazione del Sessantotto. Noi eravamo antisovietici, ma nel partito c'era gente che aveva rapporti stretti con l'Unione Sovietica. Erano legami personali e culturali profondi, creati durante la guerra, una guerra antifascista. In seno allo stesso partito, per anni, hanno convissuto diverse culture politiche. Enrico Berlinguer aveva capito qual era il vero volto dell'URSS. Ma prevalse in lui la preoccupazione che una rottura con quel mondo avrebbe portato a una spaccatura nel partito. Questa preoccupazione ha finito per rallentare il rinnovamento necessario del PCI. E così all'appuntamento con la storia siamo arrivati in ritardo''».<ref>''[[L'Espresso]]'', 7 febbraio 2013.</ref>
==== Segretario della FGCI ====
Nel
In quel periodo il motto della FGCI era "''stare nel movimento''": D'Alema cercò di mediare fra la [[sinistra extraparlamentare]] e il partito per evitare una rottura definitiva, inizialmente senza risultati di rilievo. Per dare consistenza a questa prova di dialogo, si creò il [[settimanale]] ''Città futura'', che arrivò a vendere 50.000 copie: era diretto da [[Ferdinando Adornato]] e ospitava articoli di persone dalle opinioni più varie, animato da [[Umberto Minopoli]], [[Claudio Velardi]], [[Giovanni Lolli]], [[Goffredo Bettini]], [[Marco Fumagalli]], [[Walter Vitali]], [[Giulia Rodano]], [[Livia Turco]], [[Leonardo Domenici]]: secondo D'Alema «''l'ultima generazione di quadri del partito. Lì si formò un legame umano [...] quel tipo di solidarietà non si è spezzato, anche se abbiamo preso strade diverse''». Il giornale chiuse poco dopo.
Nel [[1978]], dopo il [[rapimento di Aldo Moro]], la FGCI prese maggiormente le distanze dagli autonomi, scegliendo di emarginare i terroristi. D'Alema, tuttavia, cercò di recuperare parte del movimento proseguendo la propria opera di mediazione: ebbe occasione di parlare con Berlinguer, che era colpito personalmente dal conflitto generazionale, dato che il figlio Marco Berlinguer si era avvicinato a posizioni estremistiche: in un famoso discorso a [[Genova]] preparò alla rottura dell'unità nazionale, con un forte richiamo ai giovani, che «in fondo sono figli nostri», anche nelle esagerazioni.
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Il 19 marzo [[1980]] D'Alema arrivò a [[Bari]], dove venne accolto dal segretario locale della FGCI, Renato Miccoli, con cui avrebbe convissuto per quasi quattro anni. Come primo atto da responsabile di stampa e propaganda acquistò la televisione locale ''TvZeta'', finanziata anche con dei concerti. Poco dopo fu promosso responsabile dell'organizzazione. Come tale, partecipava a tutti i comizi, manifestazioni e incontri del partito, per costruire un rapporto diretto con la base del partito ed essere indipendente dal resto della dirigenza, che gli era ostile, ritenendo il suo arrivo un commissariamento.<ref name=fa/>
I suoi discorsi inizialmente furono giudicati troppo freddi, ma presto apprese le tecniche oratorie e conquistò la base, così che quando, dopo le fallimentari [[Elezioni amministrative in Italia del 1981|
Poco dopo, Berlinguer sferrò pesanti accuse al PSI e alla politica clientelare in generale (la cosiddetta [[Cleptocrazia|questione morale]]), in particolare in un'intervista a [[Eugenio Scalfari|Scalfari]] ne ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'' del 28 luglio 1981<ref>{{cita web|url=http://www.metaforum.it/berlinguer/questionemorale.htm|titolo=La questione morale Enrico Berlinguer - Repubblica, 1981|sito=Metaforum - Enrico berlinguer|accesso=15 dicembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110809151835/http://www.metaforum.it/berlinguer/questionemorale.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Con questo curriculum, al XVI congresso del PCI
=== Periodo post-Berlinguer ===
Nel
=== Elezione a deputato ===
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Il 30 aprile [[1988]] D'Alema - in quel periodo [[L'Unità#Direttori|direttore de ''L'Unità'']] - quando Natta venne colpito da un [[infarto]], a [[Italia Radio]] parlò per primo della sua successione, senza tuttavia discuterne con lui. Nel frattempo D'Alema, assieme a [[Achille Occhetto|Occhetto]], avevano spinto per modificare la linea del partito, rendendola più aggressiva verso il [[Partito Socialista Italiano|PSI]] di [[Bettino Craxi]] e più aperta verso un cambiamento del sistema politico imperniato sul maggioritario.
===
Nel
D'Alema divenne subito coordinatore della segreteria del neonato partito, acquistandovi una posizione eminente (anche grazie al controllo delle leve organizzative) e quasi facendo ombra a Occhetto, tanto da essere considerato il vicesegretario
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1992|politiche del 1992]] si ricandidò alla Camera, come capolista del [[Partito Democratico della Sinistra]] (PDS) nella [[circoscrizione Lecce-Brindisi-Taranto|medesima circoscrizione]], venendo rieletto con 30.819 preferenze<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=C&dtel=05/04/1992&tpa=I&tpe=I&lev0=0&levsut0=0&levsut1=1&es0=S&es1=S&ms=S&ne1=25&lev1=25|titolo=Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT|sito=Eligendo|accesso=2025-04-23}}</ref>. Nel corso della [[XI legislatura della Repubblica Italiana|XI legislatura]] ha fatto parte della [[Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati|5ª Commissione Bilancio, tesoro e programmazione]], oltre a ricoprire l'incarico di capogruppo del [[gruppo parlamentare]] PDS a [[Montecitorio]]. Ad aprile 1992 venne escluso dalla direzione del partito per diventare capogruppo alla Camera. Contemporaneamente [[Walter Veltroni]], Responsabile della propaganda, venne promosso da Occhetto alla direzione de ''L'Unità''.
=== Transizione dalla prima alla seconda Repubblica ===
[[File:Scalfaro D'Alema Biondi 1992.jpg|thumb|D'Alema
Durante l'[[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1992|elezione del Presidente della Repubblica del 1992]], nel clima di instabilità esacerbata dalla [[strage di Capaci]], D'Alema sostenne, assieme al [[Presidente del Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana|presidente della DC]] [[Ciriaco De Mita]], la candidatura del [[Presidente della Camera dei deputati (Italia)|presidente della Camera]] [[Oscar Luigi Scalfaro]] rispetto a quella del [[Presidente del Senato della Repubblica|presidente del Senato]] [[Giovanni Spadolini]] caldeggiata da [[Achille Occhetto|Occhetto]] ma entrambe in ottica anti-[[andreotti]].<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/17/colle-11-presidenti-scalfaro-al-quirinale-per-672-elett/566215/|titolo=Colle, gli 11 presidenti - Scalfaro, l'uomo dell'emergenza|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2013-04-17|lingua=it-IT|accesso=2024-06-19}}</ref>
Quando nacque il [[governo Amato I|primo governo]] di [[Giuliano Amato]], D'Alema non votò la [[Fiducia parlamentare|fiducia]], ma cominciò una fase di dialogo e collaborazione per superare le difficoltà politiche e finanziarie del momento: dopo la [[crisi
In seguito alla vittoria del PDS alle [[Elezioni amministrative in Italia del 1993|
=== Segretario del Partito Democratico della Sinistra ===
==== Elezione a segretario ====
In seguito alla sconfitte elettorali del PDS alle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche]] ed [[Elezioni europee del 1994 in Italia|europee del 1994]], Occhetto si dimise da segretario e, nella successione apertasi, D'Alema si candidò alla segreteria del partito, contendendosela con [[Walter Veltroni|Veltroni]], direttore de ''L'Unità'' e sostenuto dall'uscente Occhetto e da diversi dirigenti come [[Piero Fassino|Fassino]].
[[Eugenio Scalfari]] su ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'' suggerì di scegliere il segretario tramite un [[referendum]], che la direzione del partito decise di tenere fra tutti i 19.000 dirigenti centrali e locali del partito. Scalfari scriveva che se fosse stato eletto D'Alema non sarebbe cambiato nulla; esperti di immagine lo bocciavano; [[Giampaolo Pansa]] lo soprannominava «''baffino di ferro''» (riferimento al nomignolo attribuito a [[Stalin]] «''baffone''»), alludendo ad un suo presunto attaccamento ad una vecchia concezione della politica e del partito.
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Al referendum parteciparono solo 12.000 aventi diritto, di cui circa 6.000 votarono per Veltroni e circa 5.000 per D'Alema; poiché nessuno aveva conseguito la maggioranza, la decisione fu rimandata al Consiglio nazionale, composto di 480 membri, che furono pressati da una parte da Fassino e dall'altra da [[Claudio Velardi]] (divenuto il più fedele collaboratore di D'Alema che conosceva fin dall'inizio della sua carriera parlamentare), aiutato da una squadra di ''dalemiani'', quasi tutti ex esponenti della FGCI.<ref name="fa" />
Il 1º luglio
Come segretario D'Alema si avvicina al [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]], sostenendo insieme a loro il [[Governo Dini|governo]] tecnico di [[Lamberto Dini]] con la [[Lega Nord]] e contribuendo alla nascita della [[Coalizione (politica)|coalizione]] di [[Centro-sinistra in Italia|centro-sinistra]] [[L'Ulivo]], perseguendo, a differenza di Occhetto, una politica di alleanza con le forze di centro-sinistra d'ispirazione cattolica e accettando che il candidato premier fosse l'ex [[IRI#Presidenti|presidente dell'IRI]] [[Romano Prodi]] (figura più rassicurante per l'elettorato moderato), benché il PDS fosse nettamente la componente preponderante, dal punto di vista elettorale, all'interno della coalizione.
==== L'Ulivo al governo ====
[[File:Romano Prodi Lamberto Dini Massio D'Alema 1996.jpg|thumb|D'Alema ([[Partito Democratico della Sinistra#Segretario|segretario del PDS]]) insieme a [[Romano Prodi]] (candidato [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|premier]] per [[L'Ulivo]]) e [[Lamberto Dini]] (premier uscente) nel
Il 21 aprile [[1996]], a seguito di una nuova [[Elezioni politiche in Italia del 1996|tornata elettorale]] che vide prevalere la coalizione de [[L'Ulivo]] sul centro-destra, riconfermò il proprio seggio. Sotto la sua guida, nel [[1996]], il [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] diventò il primo partito nazionale (21,1%), prima e unica volta per un partito di sinistra in elezioni politiche (il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] lo fu ma nelle elezioni europee del 1984).[[File:Massimo D'Alema 1996.jpg|thumb|left|Massimo D'Alema rieletto alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] nel 1996.]]Il 5 febbraio [[1997]] D'Alema viene eletto presidente della [[Commissione parlamentare bicamerale per le riforme istituzionali]], dopo aver convinto il leader di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] [[Silvio Berlusconi]] a sostenere la sua candidatura. Il 9 ottobre
Alle [[Elezioni amministrative in Italia del 1997|amministrative del 1997]] si candida al consiglio comunale di Roma, come capolista del PDS a sostegno del [[Sindaci di Roma|sindaco uscente]] [[Francesco Rutelli]], venendo eletto consigliere comunale come il più votato e rimanendo in carica fino allo scioglimento del [[Comune (Italia)|comune]] nel 2001.<ref>{{Cita web|url=https://amministratori.interno.gov.it/index.php?page=InfoAnagrafica&IdAnagrafica=896675|titolo=Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali|sito=amministratori.interno.gov.it|accesso=2025-04-23}}</ref>
Nel [[1998]] D'Alema guida il PDS verso gli "''Stati Generali della Sinistra''", per unificare il PDS con altre forze della sinistra italiana e creare un unico soggetto politico<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/02/02/sara-una-cosa-un-grande-pds.html|titolo=Sarà una Cosa 2 o un grande Pds? - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=6 novembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/scheda/70285/organizzare-la-speranza-i-cristiani-nella-coalizione-democratica-i-assemblea-nazionale|titolo="Organizzare la speranza: i cristiani nella coalizione democratica" I Assemblea Nazionale dei Cristiano Sociali|autore=Radio Radicale|sito=Radio Radicale|data=18 febbraio 1995|accesso=6 novembre 2020}}</ref>. Il partito si apre in tal modo ai contributi di altre culture [[Riformismo|riformiste]], dandosi una svolta in chiave moderna, eliminando i riferimenti ad un [[comunismo]] deteriorato dall'età, infatti decide di "ammainare", ossia togliere dal simbolo lo stendardo recante la falce e il martello ed al suo posto viene inserita la rosa, vessillo del [[socialismo europeo]], e proponendosi come efficace forza [[Socialdemocrazia|socialdemocratica]]. Il rinnovato soggetto politico prese il nome di [[Democratici di Sinistra]] (DS), al quale aderisce oltre il PDS, la [[Federazione Laburista]], il [[Movimento dei Comunisti Unitari]], i [[Cristiano Sociali]], la [[Sinistra Repubblicana (Italia)|Sinistra Repubblicana]], ossia molti esponenti di estrazione [[Socialismo|socialista]], [[Repubblicanesimo|repubblicana]], [[Cristianesimo democratico|cristiano-sociale]] e [[Ambientalismo|ambientalista]]: il 13 febbraio si celebra il congresso costitutivo dei DS, che si presenta quale partito ''leader'' della sinistra e del centro-sinistra italiano.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/02/13/il-tempo-dell-unita.html|titolo=È il tempo dell'unità - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=6 novembre 2020}}</ref>▼
▲
=== Presidente del Consiglio dei ministri ===
{{Vedi anche|Governo D'Alema I|Governo D'Alema II}}[[File:Elezione Ciampi.jpg|thumb|Massimo D'Alema
[[File:25th G8 family pictures 1.jpg|sinistra|miniatura|D'Alema (secondo da destra) al [[G8]] del [[1999]] a [[Colonia (Germania)|Colonia]] ([[Germania]])]]
Il 19 ottobre il [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]] [[Scalfaro]] diede l'[[Presidente del Consiglio incaricato|incarico di formare un governo]] a Massimo D'Alema, che accettò con riserva, e il 21 ottobre 1998 entrò in carica, diventando a 49 anni e 6 mesi uno dei più giovani [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidenti del Consiglio]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://pagellapolitica.it/articoli/non-e-un-governo-per-giovani-tutti-i-dati-sugli-esecutivi-italiani-per-eta|titolo=Non è un governo per giovani: tutti i dati sugli esecutivi italiani per età|sito=Pagella Politica|accesso=2025-03-29}}</ref>, oltreché il primo nato dopo la nascita dell'[[Italia Repubblicana]] e il primo (e finora unico) esponente dell'ex PCI ad assumere la carica, tant'è che Cossiga (riconoscendone il significato storico) regalò a D'Alema nell’aula di [[Palazzo Madama (Roma)|palazzo Madama]] un [[bambino]] di [[zucchero]], ironizzando sulla diceria secondo cui i comunisti mangiano i bambini<ref>{{Cita web|autore=Adnkronos|url=https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1998/10/27/Politica/COSSIGA-REGALA-A-DALEMA-UN-BAMBINO-DI-ZUCCHERO_192000.php|titolo=COSSIGA: REGALA A D'ALEMA UN BAMBINO DI ZUCCHERO...|sito=Adnkronos|data=1998-10-27|accesso=2025-03-26}}</ref>.
Successivamente lascia la segreteria dei DS a Veltroni e assunse la [[Democratici di Sinistra#Presidente|presidenza del partito]], a cui venne confermato negli anni successivi fino allo scioglimento dei DS.
Sostenne l'abolizione del [[Servizio militare obbligatorio di leva in Italia|servizio militare obbligatorio di leva]] e l'intervento [[NATO]] nella [[guerra del Kosovo]], attirandosi così le critiche dell'ala [[pacifismo|pacifista]] della sua coalizione. Dopo la [[guerra del Golfo]], fu il secondo bombardamento italiano del dopoguerra, avviato da basi militari NATO presenti sul territorio nazionale e con la partecipazione di mezzi dell'[[Aeronautica Militare (Italia)|aeronautica Italiana]].<ref>{{cita web | autore = [[Orlando SAcchelli]] | url = http://www.ilgiornale.it/news/mondo/volta-che-dalema-fece-bombardare-serbia-1179616.html | titolo = Quella volta che D'Alema fece bombardare la Serbia | data = 6 ottobre 2015 | sito = Il Giornale | urlarchivio = https://archive.is/20151007234427/http://www.ilgiornale.it/news/mondo/volta-che-dalema-fece-bombardare-serbia-1179616.html | urlmorto = no | accesso = 7 luglio 2019 }}</ref>▼
▲Sostenne l'abolizione del [[Servizio militare obbligatorio di leva in Italia|servizio militare obbligatorio di leva]] e l'intervento [[NATO]] nella [[guerra del Kosovo]]
==== Rimpasto di governo e dimissioni ====
[[File:President Bill Clinton with Italian Prime Minister Massimo D'Alema.jpg|miniatura|Incontro bilaterale tra D'Alema, assieme al suo [[Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale della Repubblica Italiana|ministro degli esteri]] [[Lamberto Dini|Dini]], e il [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente statunitense]] [[Bill Clinton]] col [[segretario di Stato statunitense]] [[Madeleine Albright]] a [[Firenze]]]]
Il primo governo presieduto da D'Alema rimase in carica fino al 22 dicembre
Il secondo governo D'Alema giura al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]] il 22 dicembre
Il 19 aprile 2000, in seguito alla sconfitta de L'Ulivo alle [[Elezioni regionali in Italia del 2000|elezioni regionali di quell'anno]], rassegna le dimissioni da premier, affermando di farlo come «''atto di sensibilità politica, non certo per dovere istituzionale''»<ref>{{Cita web|url=http://leg13.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed712/s000r.htm|titolo=Sed. 712 s000r|sito=leg13.camera.it|accesso=26 dicembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=comunicato&key=4252|titolo=Comunicato del Presidente Ciampi|sito=presidenti.quirinale.it|accesso=26 dicembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://archivio.agi.it/articolo/a750b9472612ad27ae2ba65f36503026_20000419_crisi-la-giornata-di-d-alema/|titolo=Crisi: la giornata di d'alema {{!}} Agi Archivio|sito=archive.is|data=7 ottobre 2016|accesso=26 dicembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20161007090204/http://archivio.agi.it/articolo/a750b9472612ad27ae2ba65f36503026_20000419_crisi-la-giornata-di-d-alema/}}</ref>. In particolare D'Alema ricevette la delusione peggiore nel [[Lazio]], dove vinse per la [[Casa delle Libertà]] [[Francesco Storace]], ex [[missino]], deputato di [[Alleanza Nazionale]] (AN) e [[Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi|presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai]].
Il 26 aprile 2000 gli succede alla Presidenza del Consiglio [[Giuliano Amato]], che ricopriva l'incarico di [[Ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana|Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica]] durante i suoi governi.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfoglio.it/politica/2020/08/27/news/regionali-fatali-lo-spettro-di-d-alema-che-aleggia-su-conte-e-zingaretti-332055/|titolo=Regionali fatali. Lo spettro di D'Alema che aleggia su Conte (e Zingaretti)|accesso=26 dicembre 2020}}</ref>
Durante il suo secondo governo
=== Opposizione al governo Berlusconi ===
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=== Elezione al Parlamento europeo ===
Alle [[Elezioni europee del 2004 in Italia|elezioni europee del 2004]] D'Alema si candida al [[Parlamento europeo]], per la [[lista elettorale]] [[Uniti nell'Ulivo]] nella [[circoscrizione Italia meridionale]], risultando eletto [[europarlamentare]] come uno dei più votati per preferenze con 836.707<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=E&dtel=12/06/2004&tpa=Y&tpe=I&lev0=0&levsut0=0&levsut1=1&es0=S&es1=N&ms=S&ne1=4&lev1=4|titolo=Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT|sito=Eligendo|accesso=2025-03-26}}</ref>, dimettendosi da deputato il 19 luglio, per l'incompatibilità tre le due cariche, e venendo sostituito dall'ex [[Provincia di Lecce|presidente della Provincia di Lecce]] [[Lorenzo Ria]], eletto alle [[Elezioni politiche suppletive in Italia del 2004|elezioni suppletive di quell'anno]]. Nel corso del mandato è stato [[presidente]] della Delegazione per le relazioni con il [[Mercosur]], membro della [[Commissione per la pesca del Parlamento europeo|Commissione per la pesca]], della [[Commissione per il commercio internazionale del Parlamento europeo|Commissione per il commercio internazionale]] e della Conferenza dei presidenti di delegazione, membro sostituto della Delegazione per le relazioni con i paesi del [[Maghreb]] e l'[[Unione del Maghreb arabo]] (compresa la [[Libia]]) e ha fatto parte, sia come membro che come membro sostituto, della [[Commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo|Commissione per gli affari esteri]], della [[Sottocommissione per la sicurezza e la difesa del Parlamento europeo|Sottocommissione per la sicurezza e la difesa]]
=== Ministro degli affari esteri ===
[[File:D'Alema et Rice.jpg|thumb|D'Alema col [[
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 2006|elezioni politiche del 2006]] D'Alema si ricandida alla Camera,
"Via d'uscita non è inviare più truppe"|editore=''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]''|data=14 gennaio 2007|accesso=}}</ref>, la presenza dell'Italia nella missione di pace durante la [[guerra del Libano (2006)|guerra del Libano]]<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/esteri/medio-oriente-15/dalema-espresso/dalema-espresso.html|sito=Repubblica.it|titolo=D'Alema: in Libano rimarremo anni
ma sarà un'operazione di pace|editore=''la Repubblica''|data=17 agosto 2006|accesso=}}</ref>, e in seguito l'impegno per la promozione di una moratoria presentata all'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] sull'abolizione della [[pena di morte nel mondo]]<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/esteri/pena-di-morte2/dalema-task-force/dalema-task-force.html|titolo=Pena di morte, ribadito l'impegno dell'Italia "Una task force per accelerare la risoluzione"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |giorno=28|mese=09|anno=2007|accesso=27 aprile 2016}}</ref>.
[[File:G8 foreign minister Potsdam 2007d.jpg|miniatura|D'Alema (terzo da sinistra) alla [[conferenza stampa]] del [[G8 del 2007]] degli [[Affari Esteri|esteri]] a [[Potsdam]]]]
Il 21 febbraio [[2007]] è stato chiamato in [[Senato della Repubblica|Senato]] a riferire sulle linee guida di [[politica estera]] del governo, dopo aver dichiarato pubblicamente che qualora non si fosse raggiunta la maggioranza sulla mozione il governo si sarebbe dovuto dimettere. L'esito della votazione seguita alla sua relazione (158 favorevoli, 136 contrari e 24 astenuti) ha visto battuto il governo (non essendo stato raggiunto il quorum di voti favorevoli necessario, pari a 160 voti), motivo per cui il
▲Il 21 febbraio [[2007]] è stato chiamato in [[Senato della Repubblica|Senato]] a riferire sulle linee guida di [[politica estera]] del governo, dopo aver dichiarato pubblicamente che qualora non si fosse raggiunta la maggioranza sulla mozione il governo si sarebbe dovuto dimettere. L'esito della votazione seguita alla sua relazione (158 favorevoli, 136 contrari e 24 astenuti) ha visto battuto il governo (non essendo stato raggiunto il quorum di voti favorevoli necessario, pari a 160 voti), motivo per cui il presidente del consiglio [[Romano Prodi]] ha rassegnato le dimissioni. Rinnovata la fiducia al governo, D'Alema ha ripreso a ricoprire la carica di [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Italiana|Ministro degli affari esteri]] fino alla caduta del Governo Prodi il 24 gennaio [[2008]].
Da Ministro degli Esteri, il 18 dicembre [[2007]], ottiene un importante successo come promotore di una [[Moratoria universale della pena di morte|moratoria sulla pena di morte]] approvata per la prima volta nella storia dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] (104 voti a favore, 54 contrari e 29 astenuti) dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto per il mancato raggiungimento del quorum.
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=== Nascita e Primi anni del Partito Democratico ===
[[File:Massimo D'Alema daticamera.jpg|thumb|Massimo D'Alema rieletto alla Camera dei deputati nel 2008.]]
Nel
Alle [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2009 (Italia)|elezioni primarie del PD nel 2009]] sostiene la mozione di [[Pier Luigi Bersani]], ex [[Ministri dello sviluppo economico della Repubblica Italiana|ministro dello sviluppo economico]] nel [[Governo Prodi II|secondo governo Prodi]], che risulterà vincente con il 53,23% dei voti.
Il 26 gennaio
In vista delle [[elezioni politiche in Italia del 2013|elezioni politiche del 2013]] decide, in caso di vittoria di [[Pier Luigi Bersani|Bersani]] alle [[Elezioni primarie di "Italia. Bene Comune" del 2012|primarie di "Italia. Bene Comune"]], di non ricandidarsi al
▲In vista delle [[elezioni politiche in Italia del 2013|elezioni politiche del 2013]] decide, in caso di vittoria di [[Pier Luigi Bersani|Bersani]] alle [[Elezioni primarie di "Italia. Bene Comune" del 2012|primarie di "Italia. Bene Comune"]], di non ricandidarsi al [[Parlamento italiano|Parlamento]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.today.it/politica/massimo-d-alema-non-si-candida.html|titolo=Effetto Renzi: anche D'Alema non si candida|sito=Today|accesso=2025-03-29}}</ref>. Durante l'[[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013|elezione del Presidente della Repubblica del 2013]] il suo nome è circolato tra i candidati come convergenza tra [[Partito Democratico (Italia)|PD]], [[Popolo della Libertà]] e [[Scelta Civica]] come [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]]. Il suo nome era in una rosa di nomi presentata dal segretario del PD Bersani al quale il presidente del PdL [[Berlusconi]] aveva ristretto poi una terna in cui oltre a D'Alema comparivano i nomi di [[Giuliano Amato]] e [[Franco Marini]], che poi sarà scelto, per una ampia intesa al primo scrutinio con il quorum più alto.
[[File:Συνάντηση Αντιπροέδρου Κυβέρνησης και ΥΠΕΞ Ευ. Βενιζέλου με πρώην Π-Θ της Ιταλίας Massimo D’Alema (12362344233).jpg|thumb|D'Alema insieme al [[vice primo ministro]] e [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Ellenica|ministro degli affari esteri greco]] [[Evangelos Venizelos]] il 7 febbraio
Alle [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2013 (Italia)|primarie del PD del 2013]] appoggia la mozione di [[Gianni Cuperlo]], ex segretario della [[
A settembre
▲=== Opposizione a Matteo Renzi e Scissione di Articolo Uno ===
▲[[File:Συνάντηση Αντιπροέδρου Κυβέρνησης και ΥΠΕΞ Ευ. Βενιζέλου με πρώην Π-Θ της Ιταλίας Massimo D’Alema (12362344233).jpg|thumb|D'Alema insieme al [[vice primo ministro]] e [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Ellenica|ministro degli affari esteri greco]] [[Evangelos Venizelos]] il 7 febbraio [[2014]]|sinistra]]
▲Alle [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2013 (Italia)|primarie del PD del 2013]] appoggia la mozione di [[Gianni Cuperlo]], ex segretario della [[Federazione Giovanile Comunista Italiana]] e della [[Sinistra Giovanile]], nonché collaboratore di D'Alema fin dai tempi del [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2013/09/10/gianni-cuperlo/|titolo=Da dove viene Gianni Cuperlo|sito=Il Post|data=2013-09-10|lingua=it|accesso=2024-06-19}}</ref>, ma che risulterà perdente arrivando secondo al 18,21% dei voti contro il 67,55% dell'allora [[Sindaci di Firenze|sindaco di Firenze]] [[Matteo Renzi]]. Successivamente aderisce alla ''minoranza Dem'' (opposizione interna alla maggioranza di [[Matteo Renzi|Renzi]] nel PD) assieme a [[Pier Luigi Bersani|Bersani]], [[Roberto Speranza]] (capogruppo del PD alla Camera) e [[Rosy Bindi]] ([[Commissione parlamentare antimafia|presidente della Commissione parlamentare antimafia]]), diventando uno dei principali esponenti.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2015/03/23/pd-dalema-orfini/|titolo=Quelli del PD che non stanno con Renzi|sito=Il Post|data=2015-03-23|lingua=it|accesso=2024-06-19}}</ref>
=== Scissione di Articolo Uno ===
▲A settembre [[2016]], in vista del [[Referendum costituzionale in Italia del 2016|referendum del 4 dicembre]] sulla [[riforma costituzionale Renzi-Boschi]], torna alla politica attiva, promuovendo, insieme alla ''minoranza Dem'', il "''No''" e la relativa campagna elettorale in opposizione al suo partito guidato da Renzi (diventato [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] nel [[2014]]), organizzando un relativo comitato.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2016/10/10/direzione-pd-complicata-bersani-referendum-italicum/|titolo=Cosa succede oggi nel PD|sito=Il Post|data=2016-10-10|lingua=it|accesso=2024-06-19}}</ref>
Il 20 febbraio
Alle [[elezioni politiche in Italia del 2018|elezioni politiche del 2018]] viene candidato al [[Senato della Repubblica]] nel [[Collegio uninominale Puglia - 06 (Senato della Repubblica)|collegio uninominale Puglia - 06 (Nardò)]] per [[Liberi e Uguali]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.lastampa.it/politica/2018/01/30/news/nei-collegi-sfide-senza-big-1.33973974/|titolo=Nei collegi sfide senza big|sito=La Stampa|data=2018-01-30|accesso=2025-10-02}}</ref>, [[lista elettorale]] guidata dal [[Presidente del Senato della Repubblica|presidente del Senato uscente]] [[Pietro Grasso]], ma raccoglie il 3,91% dei voti e viene sconfitto giungendo quarto dietro ai candidati del [[Movimento 5 Stelle]] [[Barbara Lezzi]] (39,88%), del [[Coalizione di centro-destra alle elezioni politiche in Italia del 2018|centro-destra]] Luciano Cariddi (35,2%) e del [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche italiane del 2018|centro-sinistra]], in quota PD,
▲Il 20 febbraio [[2017]] abbandona il Partito Democratico, a causa di un acceso dibattito con la maggioranza per la linea attuata dal partito sotto la segreteria di Renzi. Cinque giorni dopo, assieme a Bersani, Speranza, [[Arturo Scotto]], [[Guglielmo Epifani]], [[Enrico Rossi]] e [[Vasco Errani]] crea un nuovo partito chiamato [[Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista]], formato da parlamentari fuoriusciti dal PD e [[Sinistra Italiana]].<ref>{{Cita web|url=https://articolo1mdp.it/rassegna-stampa/speranza-pd-renzi-partito-dei-moderati/|titolo=Speranza: Il Pd di Renzi è il partito dei moderati|sito=Articolo Uno|data=2017-04-26|lingua=it-IT|accesso=2024-06-19}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.today.it/politica/mdp-nuovo-partito-bersani-movimento-democratico-progressista.html|titolo=Centrosinistra in frantumi, nasce Mdp: 37 tra deputati e senatori lasciano il Pd|sito=Today|lingua=it|accesso=2024-06-19}}</ref>
Alle [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2019 (Italia)|primarie del PD del 2019]] esprime il suo [[endorsement]] per [[Nicola Zingaretti]]<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/30/primarie-pd-endorsement-di-dalema-per-zingaretti-tweet-tra-i-dem-torna-la-ditta-ora-tutto-piu-chiaro/4935500/|titolo=Primarie Pd, endorsement di D'Alema per Zingaretti. Renziani: "Torna la ditta, ora tutto più chiaro"|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2019-01-30|accesso=2025-10-02}}</ref>, [[presidente della Regione Lazio]] e candidato con la carriera amministrativa più lunga alle spalle, che risulterà vincente con il 66% dei voti.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.quotidiano.net/politica/pd-assemblea-nazionale-2019-28c9ef43|titolo=Pd, Zingaretti proclamato segretario. Gentiloni eletto presidente|sito=Quotidiano Nazionale|data=2019-03-17|accesso=2025-10-02}}</ref>
▲Alle [[elezioni politiche in Italia del 2018|elezioni politiche del 2018]] viene candidato al [[Senato della Repubblica]] nel [[Collegio uninominale Puglia - 06 (Senato della Repubblica)|collegio uninominale Puglia - 06 (Nardò)]] per [[Liberi e Uguali]], [[lista elettorale]] guidata dal [[Presidente del Senato della Repubblica|presidente del Senato uscente]] [[Pietro Grasso]], ma viene sconfitto giungendo quarto dietro ai candidati del [[Movimento 5 Stelle]] [[Barbara Lezzi]], del [[Coalizione di centro-destra alle elezioni politiche in Italia del 2018|centro-destra]] Luciano Cariddi e del [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche italiane del 2018|centro-sinistra]], in quota PD, la [[Viceministro|viceministra]] dello [[Ministero dello sviluppo economico|sviluppo economico]] [[Teresa Bellanova]] ([[Matteo Renzi|''renziana'']] ed ex ''dalemiana'').
[[File:21.06.2023 - Audiência com o Ex-Primeiro-Ministro da República Italiana Massimo D'Alema (52990530781).jpg|miniatura|D'Alema col [[presidente del Brasile]] [[Lula]] al [[Palácio do Planalto]] nel 2023]]
A gennaio 2022, durante un evento online dei dirigenti di Articolo Uno, D’Alema auspica il suo scioglimento e il ritorno dei suoi politici e militanti dentro il PD per costruire «''una grande forza progressista''»<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ilpost.it/2022/01/02/dalema-articolo-uno-pd/|titolo=D'Alema vuole che Articolo Uno torni dentro il PD|sito=Il Post|data=2022-01-02|accesso=2025-03-29}}</ref>, cosa che poi avviene il 10 giugno 2023 dopo le [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2023 (Italia)|primarie del PD di quell'anno]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://napoli.repubblica.it/cronaca/2023/06/10/news/napoli_speranza_si_commuove_ho_servito_il_mio_paese_con_disciplina_e_onore-403947172/|titolo=Napoli, Speranza "Articolo 1 non è più un partito, daremo forza al Pd". Poi si commuove: "Ho servito il Paese con onore"|sito=la Repubblica|data=2023-06-10|accesso=2025-03-29}}</ref>, dove durante la fase congressuale, ha ribadito di non esserne interessato e di essere "''in pensione''".<ref>{{Cita web|lingua=It|url=https://www.fanpage.it/politica/massimo-dalema-dice-che-non-si-interessera-delle-primarie-del-pd-sono-in-pensione/|titolo=Massimo D’Alema dice che non si interesserà delle primarie del Pd: “Sono in pensione”|sito=Fanpage.it}}</ref>
=== Attività extra-politiche ===
Parallelamente all’esperienza politica, D’Alema con la moglie e i figli investe nel settore [[Vinicoltura|vinicolo]] nella cantina “La Madelaine” che si trova tra [[Narni]] e [[Otricoli]]
Terminata l'attività politica attiva, D’Alema inizia a operare come [[consulente]] e [[
Successivamente apre un'altra società in [[Albania]], la ''A&I'', che offre consulenze istituzionali alle imprese che vogliono internazionalizzarsi e quindi investire in quel paese.<ref>{{Cita web|url=https://www.open.online/2024/06/02/massimo-d-alema-nuova-societa-tirana/|titolo=Una nuova società aperta a Tirana, la cena faccia a faccia con Edi Rama. L’italiano più famoso a fare business in Albania è Massimo D’Alema|autore=Franco Bechis|sito=Open|data=2 giugno 2024|lingua=it|accesso=4 giugno 2024}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/cronache/dalema-spa-tutti-affari-baffo-doro-1946695.html|titolo=D'Alema spa: tutti gli affari del Baffo d'oro|sito=ilGiornale.it|data=15 maggio 2021|lingua=it|accesso=4 giugno 2024}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/politica/2021/05/13/news/il_senso_di_d_alema_per_gli_affari-5103509/|titolo=Il senso di D'Alema per gli affari (di S. Baldolini)|sito=HuffPost Italia|data=13 maggio 2021|lingua=it|accesso=4 giugno 2024}}</ref>
== Vita privata ==
[[Tifoso]] della [[Roma]], con cui ha fatto dei paragoni con la [[Sinistra (politica)|sinistra]] [[Italia|italiana]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.repubblica.it/sport/2018/10/11/news/torna_d_alema_e_parla_di_calcio_la_roma_e_come_la_sinistra_-300974486/|titolo=Torna D’Alema e parla di calcio: “La Roma è come la sinistra”|sito=Sport - La Repubblica|data=2018-10-11|accesso=2025-09-13}}</ref>, è sposato con Linda Giuva, [[foggia]]na, [[Docente in Italia|professoressa associata]] di [[archivistica]], [[bibliografia]] e [[biblioteconomia]] all'[[Università di Roma "La Sapienza"]], e ha due figli: Giulia e Francesco.
=== Passione per la vela ===
Appassionato di [[vela (sport)|vela]], D'Alema è stato proprietario di una prima barca a vela, il ''Margherita''. Successivamente, nel 1997, ha acquistato, con il leccese Roberto De Santis ed il romano Vincenzo Morichini, la ''Ikarus'', una Baltic di seconda mano<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/07/06/il-segretario-salpa-su-una-nuova.html|titolo=E IL SEGRETARIO SALPA SU UNA NUOVA BARCA A VELA <!--creato automaticamente, da ricontrollare manualmente -->|data= |accesso=|}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1998/04/16/LF302.html |titolo=«Ikarus», una viareggina per il giro del mondo |accesso=29 ottobre 2010 |dataarchivio=11 maggio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150511174222/http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1998/04/16/LF302.html |urlmorto=sì }}</ref>.▼
In seguito - con i proventi della vendita della stessa integrati dalla vendita di una casa nel frattempo ereditata dal padre e da un ''[[leasing]]'' - ha acquistato, in comproprietà, una nuova barca a vela, la ''Ikarus II'', lunga 18 metri, che è stata pagata la metà del prezzo preventivato: i cantieri "Stella Polare" di [[Fiumicino]] gliel'avrebbero regalata come promozione pubblicitaria ma lui ha voluto comunque almeno pagarne la metà<ref name="Oggi">«Regalerei la barca a D'Alema, ma lui ha preferito pagarla. "Almeno la metà" così disse, con convinzione. Gennaro De Stefano (da ''[[Oggi (periodico)|Oggi]]'', anno 2002)</ref>.▼
== Vicende giudiziarie ==
=== Finanziamento illecito ai partiti ===
Secondo un'[[inchiesta]] di
=== Sospetto di concorso in aggiotaggio nella scalata alla BNL ===
Per D'Alema è stato ipotizzato dal [[Giudice per le indagini preliminari|GIP]] [[Clementina Forleo]] il concorso in [[aggiotaggio]] nell'ambito della scalata alla [[Banca Nazionale del Lavoro]] (BNL) organizzata dalla [[Unipol]] di [[Giovanni Consorte]]<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_27/forleo_trasferimento_1e93a66e-4439-11dd-b2f6-00144f02aabc.shtml|titolo=Il Csm assolve la Forleo E lei: «La giustizia trionfa»|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |giorno=27|mese=06|anno=2008|accesso=15 dicembre 2009}}</ref>
Secondo il [[Parlamento europeo]] - chiamato dal Parlamento italiano a pronunciarsi in materia, in quanto D'Alema era parlamentare europeo all'epoca dei fatti - i testi delle telefonate tra D'Alema e Consorte
=== Vendita di vino e libri alla cooperativa CPL Concordia ===
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===Causa contro ''L’Espresso'' per l’inchiesta sugli appalti della Tav di Firenze===
A ottobre
===Vendita di sistemi militari alla Colombia===
A marzo 2022
L'11 aprile == Controversie ==
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=== Appartamento romano ===
Nel
Il 4 maggio
=== Vendita e reimmatricolazione della barca di proprietà sotto bandiera britannica ===
A giugno 2018 D'Alema viene riconosciuto e fotografato in crociera nell'arcipelago di La Maddalena con la sua storica barca a vela Ikarus che però ora, sotto il nuovo nome di "Giulia G" (il nome della figlia di D'Alema), batte bandiera britannica e risulta immatricolata a Londra. Diverse inchieste giornalistiche suggeriscono che l'operazione di reimmatricolazione sotto bandiera straniera sia stata fatta per convenienza fiscale. La scelta, da parte di un personaggio che ha ricoperto i massimi incarichi istituzionali e politici della Repubblica, è fonte di scandalo.<ref>{{cita news|autore=Paolo Bracalini|url=http://www.ilgiornale.it/news/cronache/mistero-barca-inglese-dalema-1555153.html|titolo=Il mistero della barca (inglese) di D'Alema|editore=ilgiornale.it|data=19 luglio 2018|accesso=20 dicembre 2018}}</ref>
▲Appassionato di [[vela (sport)|vela]], D'Alema è stato proprietario di una prima barca a vela, il ''Margherita''. Successivamente, nel 1997, ha acquistato, con il leccese Roberto De Santis ed il romano Vincenzo Morichini, la ''Ikarus'', una Baltic di seconda mano<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/07/06/il-segretario-salpa-su-una-nuova.html|titolo=E IL SEGRETARIO SALPA SU UNA NUOVA BARCA A VELA <!--creato automaticamente, da ricontrollare manualmente -->|data= |accesso=|}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1998/04/16/LF302.html |titolo=«Ikarus», una viareggina per il giro del mondo |accesso=29 ottobre 2010 |dataarchivio=11 maggio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150511174222/http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1998/04/16/LF302.html |urlmorto=sì }}</ref>.
▲In seguito - con i proventi della vendita della stessa integrati dalla vendita di una casa nel frattempo ereditata dal padre e da un ''[[leasing]]'' - ha acquistato, in comproprietà, una nuova barca a vela, la ''Ikarus II'', lunga 18 metri, che è stata pagata la metà del prezzo preventivato: i cantieri "Stella Polare" di [[Fiumicino]] gliel'avrebbero regalata come promozione pubblicitaria ma lui ha voluto comunque almeno pagarne la metà<ref name="Oggi">«Regalerei la barca a D'Alema, ma lui ha preferito pagarla. "Almeno la metà" così disse, con convinzione. Gennaro De Stefano (da ''[[Oggi (periodico)|Oggi]]'', anno 2002)</ref>.
== Opere principali ==
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-->
{{Box successione
|tipologia =
|carica = [[COPASIR#Presidenti|Presidente del
|immagine =
|periodo =
|precedente = [[
|successivo = [[
}}
{{Box successione
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|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = 17 maggio 2006 – 8 maggio 2008
|precedente = [[Gianfranco Fini]]<br
|successivo = [[Angelino Alfano]]
}}
{{Box successione
Riga 454 ⟶ 466:
}}
{{Box successione
▲|carica = [[COPASIR#Presidenti|Presidente del COPASIR]]
|carica = [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana]]
|periodo = 26 gennaio 2010 – 15 marzo 2013▼
|immagine = Flag of the Prime Minister of Italy.svg
|precedente = [[Francesco Rutelli]]▼
|successivo = [[Giacomo Stucchi]]▼
}}▼
{{Box successione▼
▲|tipologia = incarico parlamentare
|carica = [[Partito Democratico della Sinistra#Capogruppo alla Camera|Capogruppo del Partito Democratico della Sinistra alla Camera dei deputati]]▼
|periodo = 30 aprile 1992 – 14 aprile 1994 ▼
|precedente = [[Giulio Quercini]] ▼
|successivo = [[Luigi Berlinguer]] ▼
}}
{{Box successione
|tipologia = incarico di partito
|carica = [[Democratici di Sinistra#Segretario|Segretario dei Democratici di Sinistra]]
|immagine =
|periodo = 14 febbraio 1998 – 6 novembre 1998
|precedente = ''
|successivo = [[Walter Veltroni]]
}}
Riga 477 ⟶ 484:
|tipologia = incarico di partito
|carica = [[Partito Democratico della Sinistra#Segretario|Segretario del Partito Democratico della Sinistra]]
|immagine =
|periodo = 1º luglio 1994 – 12 febbraio 1998
|precedente = [[Achille Occhetto]]
|successivo = ''
}}
{{Box successione
|tipologia = incarico
▲|carica = [[Partito Democratico della Sinistra#Capogruppo alla Camera|Capogruppo del Partito Democratico della Sinistra]] alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]]
|carica = [[Federazione Giovanile Comunista Italiana#Segretari nazionali|Segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana]]▼
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|periodo =
|precedente = [[
|successivo = [[
}}
{{Box successione
Riga 496 ⟶ 503:
|precedente = [[Gerardo Chiaromonte]]
|successivo = [[Renzo Foa]]
▲}}
▲{{Box successione
|tipologia = incarico di partito
▲|carica = [[Federazione Giovanile Comunista Italiana#Segretari nazionali|Segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana]]
|immagine = Emblem of FGCI.svg
}}
{{Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana}}
|