José Antonio Primo de Rivera: differenze tra le versioni

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|professione = [[avvocato]]
|didascalia =
|carica2carica = [[Falange Española y de las JONS#Capi della Falange|Capo Nazionalenazionale della [[Falange Española y de las JONS]]
|carica = [[Deputato]] alle ''Cortes de la [[Seconda Repubblica Spagnola|Segunda República]]'' per [[Cadice]]
|mandatoinizio = 3029 novembreottobre [[1933]]
|mandatofine = 720 gennaionovembre [[1936]]
|predecessore2predecessore = ''carica creataistituita''
|carica2 = Capo Nazionale della [[Falange Española y de las JONS]]
|successore2successore = [[Manuel Hedilla]]
|mandatoinizio2 = 29 ottobre 1933
|carica2 = Deputato alle Cortes republicanas
|mandatofine2 = 20 novembre 1936
|mandatoinizio2 = 2930 ottobrenovembre [[1933]]
|predecessore2 = ''carica creata''
|mandatofine2 = 207 novembregennaio [[1936]]
|successore2 = [[Manuel Hedilla]]
|collegio2 =[[Provincia di Cadice|Cadice]]
|partito = [[Falange Española y de las JONS]]
|partito = Unione Monarchica Nazionale<small><br/>(1930-1933)</small> <br> Movimento Sindacalista Spagnolo<small><br/>(1933)</small> <br> Falange Española<small><br/>(1933-1934)</small> <br> [[Falange Española y de las JONS]]<small><br/>(1934-1936)</small>
|alma mater = [[Università Complutense di Madrid|Università di Madrid]]
}}
{{Bio
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Il 4 ottobre 1934 si inaugurò il 1º congresso nazionale della Falange che decise di unificare il comando nella persona di Primo de Rivera, che fu nominato "Jefe nacional", ponendo quindi fine al [[triumvirato]]. Primo de Rivera era solito leggere ai propri attivisti alcuni passi della [[Se (poesia)|poesia "If"]] di [[Rudyard Kipling|Joseph Rudyard Kipling]] prima delle manifestazioni o in vista di scontri politici<ref name=autogenerato4 />.
 
L'inclusione di tre ministri della [[CEDA]] nel governo guidato da [[Ricardo Samper]], avvenuta il 1º ottobre 1934, innescò il 5 ottobre lo [[sciopero generale]] voluto dai sindacati di sinistra. A [[Madrid]] vi fu il tentativo di occupare il ministero dell'Interno<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Torino, Edizioni Einaudi, 1963, p. 80</ref>, il Parlamento e la Banca di Stato,<ref name=autogenerato11>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 69</ref> ma furono tutti arrestati dalle forze di sicurezza.: Tratra gli arrestati anche [[Francisco Largo Caballero]]<ref name=autogenerato11 />.
Nelle Asturie assunseAssunse carattere di insurrezione nella [[Martiri di Turón|violenta]] [[Rivoluzione delle Asturie (1934)|rivolta dei minatori nelle Asturie]] che il 5 ottobre 1934 che avevano dato vita all'effimera "''Repubblica Socialista Asturiana''" e che fu smantellata dall'esercito due settimane dopo. In [[Catalogna]], nonostante l'assenza dei sindacati anarchici della [[Confederación Nacional del Trabajo|CNT]]<ref>Paul Preston, ''La guerra civile spagnola'', Cles (TN), Oscar, 2011, p. 85</ref>, [[Lluís Companys i Jover]], che era succeduto a [[Francesc Macià]], ne approfittò per proclamare l'indipendenza dello Stato catalano il 6 ottobre 1934.
Pur essendo nettamente contrapposti i fronti e nonostante i minatori militassero nelle file [[anarchia|anarchiche]] e [[socialismo|socialiste]], più ancora che in quelle [[comunismo|comuniste]], i falangisti si schierano con i lavoratori e non con il governo.<ref name=autogenerato5 /> Nominato "Jefe nacional", Primo de Rivera, vista la situazione generale in Spagna, dispose che tutti i falangisti, nel caso che vi fosse stata un'insurrezione generale delle sinistre, si sarebbero dovuti concentrare nelle caserme e in mancanza di queste nei presidi della [[Guardia Civil]] e per nessun motivo di recarsi presso l'autorità civile<ref>José Antonio Primo de Rivera, ''Scritti e discorsi di battaglia'' a cura di Primo Siena, Roma, Giovanni Volpe Editore, 1967, p. 59</ref>. poiPoi sciolse il congresso la sera del 6 e fece rientrare tutti i delegati nelle proprie provincieprovince. Il giorno seguente organizzò un corteo che, inquadrato militarmente, marciò per le strade di Madrid raggiungendo il ministero dell'Interno alla [[Puerta del Sol]] che il giorno precedente era stato assaltato dai manifestanti. Il corteo era preceduto da una vettura con a bordo Primo de Rivera, Ledesma Ramos, Ruiz de Alda e il colonnello Rada<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, pp. 89-90 (Thomas non specifica che la vettura facesse parte del corteo)</ref>. Primo de Rivera si rivolse alle autorità uscite dal balcone del ministero dell'Interno:
{{Citazione|Governo di Spagna! In un lontano sette ottobre si vinse la battaglia di Lepanto che assicurò l'unità d'Europa. In questo sette ottobre voi ci avete ridato l'unità della Spagna. Noi, un gruppo di giovani, ora questa moltitudine, siamo voluti venire, anche in mezzo agli spari, a ringraziarvi.|José Antonio Primo de Rivera il 7 ottobre 1934, discorso pronunciato presso il ministero dell'Interno alla [[Puerta del Sol]]<ref>José Antonio Primo de Rivera, ''Scritti e discorsi di battaglia'' a cura di Primo Siena, Roma, Giovanni Volpe Editore, 1967, p. 61</ref>}}
Nonostante l'aumento di popolarità e la visibilità ottenuta con le tradizionali parate della domenica, la cronica mancanza di fondi non permise una crescita del partito il cui numero di effettivi rimase invariato<ref name=autogenerato2>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 89</ref>.
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Nell'estate del 1935 i più importanti capi della Falange si riunirono nella Sierra di Gredos per costituire una organizzazione militare interna che potesse fronteggiare una nuova insurrezione delle sinistre o che potesse favorire la conquista dello Stato se ve ne fosse stata l'opportunità.
 
Il 10 novembre 1935 si svolse il secondo Congresso nazionale a [[Madrid]] e fu diffuso il programma in 27 punti della Falange in cui si evidenziò l'antagonismo sia col [[marxismo]] e della [[lotta di classe]] che del [[parlamentarismo]] e dell'[[individualismo]] borghese,. Così divenne leader dei giovani [[fascismo|fascisti]] spagnoli<ref>Adolfo Muñoz Alonso, ''Un pensatore per un popolo'', Volpe editore, 1972</ref> e scrisse sul giornale ''[[ABC (quotidiano)|ABC]]''.
 
===La vittoria del Fronte Popolare===
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{{Citazione|Bisogna saper prevedere i giorni duri e prepararsi per affrontare la tempesta. Se Azaña prende il potere, come tutto lascia supporre, ci daranno la caccia come ai cani. È necessario quindi organizzare l'apparato illegale del Movimento e approntare per la lotta armata una prima linea efficace, con i meravigliosi ragazzi che abbiamo nella Falange|José Antonio Primo de Rivera poco prima dell'elezioni del 1936<ref>José Antonio Primo de Rivera, ''Scritti e discorsi di battaglia'' a cura di Primo Siena, Roma, Giovanni Volpe Editore, 1967, p. 73</ref>}}
 
Nel febbraio del 1936 il [[Fronte popolare (Spagna)|Fronte Popolare]] sconfisse di misura il [[Fronte Nazionale Controrivoluzionario]]. La Falange che si era presentata da sola alle elezioni perse il seggio alle [[Cortes Generales]] di Primo de Rivera. Violenze si scatenarono nel paese, in parte dovute alle sinistre che in preda all'euforia della vittoria assaltarono le chiese e le proprietà private dei ricchi<ref>Arrigo Petacco, ''Viva la muerte!'', collana Le Scie, Arnoldo Mondadori Editore, 2006, p. 16: "Secondo un resoconto delle Cortes, dal 16 febbraio al 17 giugno 1936 si registrarono 269 morti, 1287 feriti, 160 chiese distrutte e 251 saccheggiate"</ref><ref name=autogenerato8>Paul Preston, ''La guerra civile spagnola'', Cles (TN), Oscar, 2011, p. 92</ref> e aggredirono i militanti della "''Falange Española''"<ref>Arrigo Petacco, ''Viva la muerte!'', collana Le Scie, Arnoldo Mondadori Editore, 2006, p. 15</ref>,e in parte agli operai che frustrati dalle lunghe attese per le riforme proclamarono scioperi che iniziarono a susseguirsi con maggiore violenza<ref>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 80</ref><ref name=autogenerato6>Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 54</ref>, così come le richieste esagerate di aumenti salariali<ref name=autogenerato6 />. Il nuovo governo presieduto da [[Manuel Azaña]] favorì le accelerazioni rivoluzionarie comuniste diventando ben presto incapace di contenerle e condizionarle.<ref name=autogenerato7 />
 
===L'arresto di Primo de Rivera===
Il 10 marzo una squadra di falangisti comandata da Alberto Ortega tentò di assassinare il professor Luis Jiménez de Asúa, un deputato socialista, ma uccise invece un uomo della sua scorta. Quattro giorni dopo esponenti della Falange tentarono di uccidere [[Francisco Largo Caballero]], e mentre José Antonio era a colloquio con Franco allo scopo di organizzare un colpo di Stato, il 14 marzo 1936 la ''[[Falange Española y de las JONS]]'' fu messa fuori legge e Primo de Rivera fu arrestato insieme al fratello [[Miguel Primo de Rivera y Sáenz de Heredia|Miguel]] con l'accusa di detenzione abusiva di armi<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 104</ref><ref>Anthony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Bur, 2006, p. 56</ref> eed entrambi furono tradotti nel [[Cárcel Modelo]] di [[Madrid]]. L'obiettivo era quello di "mettere sotto controllo la Falange"<ref>Paul Preston, ''La guerra civile spagnola'', Cles (TN), Oscar, 2011, p. 102</ref>. Si racconta che qualche giorno prima dell'arresto Primo de Rivera fosse stato avvertito da [[Manuel Azaña]] ed invitato a lasciare la [[Spagna]]. Alla proposta il leader della Falange oppose un fermo diniego dicendo "''Non posso, mia madre sta male''". Alla replica di Azaña, che stupito gli replicò che sua madre era morta ormai da molti anni, Primo de Rivera rispose "''Mia madre è la Spagna, non posso lasciarla''"<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, pp. 104-105 in nota</ref>. Di sicuro negli stessi giorni Primo de Rivera fu invitato a lasciare il proprio paese dall'amico Eduardo Aunòs, ma anche in questo caso ottenne risposta negativa: "''No davvero, la Falange non è uno di quei vecchi partiti di cospiratori i cui capi se ne stanno all'estero''"<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 105 in nota</ref>.
 
Mentre si trovava in carcere Primo de Rivera fu portato a conoscenza dei piani di insurrezione dell'esercito e da un iniziale momento scettico espresso nella circolare del 24 giugno 1936 passò ad una sostanziale adesione il 29 giugno seguente<ref>Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 67</ref> che mantenesse paritari i rapporti con gli insorti e autonomi i reparti falangisti:
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L'ultima statua rimasta in Spagna di José Antonio Primo de Rivera è stata rimossa da [[Guadalajara (Spagna)|Guadalajara]] nel marzo 2005 per ordine del [[Governo Zapatero I|governo Zapatero]], che ritenne la statua "non adatta a uno Stato democratico". Rimangono ancora diverse vie intitolate, moltissime targhe e alcuni busti commemorativi del leader falangista. De Rivera è stato [[canonizzazione|canonizzato]] dalla [[Chiesa cattolica palmariana]], gruppo [[scisma]]tico scomunicato dalla [[Chiesa cattolica]] e guidato da un [[antipapa]].
 
Per volere della famiglia, il suo corpo è stato riesumato dalla [[Valle de los Caídos]] il 24 aprile 2023 per essere sepolto nel [[Cimitero di Sant'Isidoro|cimitero di San Isidro]] dia Madrid.
 
== Onorificenze ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Anthony Beevor, ''|titolo=La guerra civile spagnola'',|città= Milano,|editore= Bur,Biblioteca Universale Rizzoli|anno= 2006|ISBN=|cid=Beevor 2006}}
* {{Cita libro|autore=Gerald Brenan|titolo=Storia della Spagna 1874-1936|città=Torino|editore=Einaudi|anno=1070|ISBN=|cid=Brenan 1970}}
* {{cita libro|autore=Antonio Medrano, ''|titolo=La Falange spagnola: una via solare'', |editore=Raido,|città=|anno=1998|ISBN=|cid=Medrano 1998.}}
*Adolfo Muñoz Alonso, ''Un pensatore per un popolo'', Volpe editore, 1972.
* {{cita libro|autore=Adolfo Muñoz Alonso|titolo=Un pensatore per un popolo|editore=Giovanni Volpe|città=Roma|anno=1972|ISBN=|cid=Muñoz Alonso 1972}}
*Bernd Nellessen, ''La rivoluzione proibita (Falange spagnola)'', Volpe editore, 1965.
* {{cita libro|autore=Bernard Michal (a cura di)|titolo=La guerra di Spagna I|editore=Edizioni di Cremille|città=Ginevra|anno=1971|ISBN=|cid=Michal 1971}}
*Paul Preston, ''Le tre Spagne del '36'', Corbaccio, 2002.
* {{cita libro|autore=Bernd Nellessen, ''|titolo=La rivoluzione proibita (Falange spagnola)'', Volpe |editore,=Volpe|città=Roma|anno=1965|ISBN=|cid=Nellessen 1965.}}
* {{cita libro|autore=Arrigo Petacco|titolo=Viva la muerte!|editore=Arnoldo Mondadori Editore|città=Milano|anno=2006|ISBN=|cid=Petacco 2006}}
* {{cita libro|autore=Paul Preston|titolo=Le tre Spagne del '36|editore=Corbaccio|città=Milano|anno=2002|ISBN=|cid=Preston 2002}}
* {{cita libro|autore=Paul Preston|titolo=La guerra civile spagnola|editore=Arnoldo Mondadori Editore|città=Milano|anno=2011|ISBN=|cid=Preston 2011}}
* {{cita libro|autore=José Antonio Primo de Rivera|autore2=Primo Siena (a cura di)|titolo=Scritti e discorsi di battaglia|editore=Giovanni Volpe Editore|città=Roma|anno=1967|ISBN=|cid=de Rivera 1967}}
* {{cita libro|autore=Hugh Thomas|titolo=Storia della guerra civile spagnola|editore=Giulio Einaudi Editore|città=Torino|anno=1963|ISBN=|cid=Thomas 1962}}
;Periodici
* {{cita pubblicazione|autore=Stefano Baracchini|titolo=José Primo di Rivera|rivista=Storie & Battaglie|editore=Luca Poggiali Editore|città=Vicchio|data=luglio-agosto 2023|numero=246|pp=11-15|ISSN=|cid=Baracchini 2032}}
 
== Voci correlate ==