Tullio Calcagno: differenze tra le versioni

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Don Calcagno, dopo aver inutilmente cercato un contatto con [[Carlo Borsani]]<ref name="cita-Massimo-Zannoni-p254"/>, iniziò a collaborare attivamente con riviste e quotidiani fascisti, finché non approdò al ''[[Regime fascista (giornale)|Regime fascista]]''<ref name=giannini/>, diretto da [[Roberto Farinacci]], segnalandosi subito per i suoi articoli molto aggressivi denunciando come "infame" l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]]<ref name="archiviostorico.corriere.it"/>.
 
==== La "''Crociata Italica''" ====
[[File:Don Tullio Calcagno inverno 1944-45 a Venezia Teatro La Fenice.jpg|thumb|right|Don Calcagno a Venezia parla ai fascisti veneziani.]]
Calcagno, in forte contrasto con il vescovo di Cremona, rispose fondando nel [[1944]] un nuovo settimanale, la ''[[Crociata Italica]]''<ref name=giannini/>. Ricevette il sostegno di Farinacci, che gli fece ottenere i finanziamenti iniziali tramite il [[Ministero della cultura popolare]] e gli mise a disposizione la tipografia de "''Il Regime fascista''"<ref name="archiviostorico.corriere.it"/><ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 453}}.</ref>. Il primo numero del periodico uscì il 9 gennaio [[1944]]; in breve tempo raggiunse la tiratura - record per l'epoca - tra le cento e le centocinquantamila copie<ref name=autogenerato2 /><ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 453: raggiunse 150mila copie di tiratura ed era sostenuto da un movimento con qualche migliaio di aderenti}}.</ref> e diventando il giornale più venduto nel territorio della Repubblica Sociale<ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/fascismo/fascismo12a.htm Fascismo: biografie, don Calcagno<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>{{cita|Massimo Zannoni|p. 255: "fra le 100.000 e le 125.000 copie"}}.</ref>. In esso ribadì la propria fedeltà alla [[Chiesa cattolica romana]]: