Rodolfo II d'Asburgo: differenze tra le versioni
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Rodolfo ritornò alla corte imperiale di Vienna solo nel 1571. Il soggiorno madrileno aveva profondamente toccato il giovane principe, i cui modi affettati stupirono il padre. Rodolfo venne comunque incoronato [[Sovrani d'Ungheria|re di Ungheria]] nel 1572 e [[re di Boemia]] nel 1575; eletto [[Re dei Romani]] il medesimo anno, succedette al padre nella carica di imperatore.
Come la contemporanea [[Elisabetta I d'Inghilterra]], Rodolfo passò la sua vita in solitudine: giocò sempre la carta di un possibile accordo matrimoniale nelle relazioni diplomatiche senza alla fine mai sposarsi. La sua vita solitaria ed il formale distacco dalle donne (ebbe comunque molte amanti che non gli lasciarono però degli eredi), unitamente alla sua condotta privata bizzarra ed alla sua passione per l'occulto, andarono ad alimentare pettegolezzi di una sua probabile omosessualità sapientemente
=== Praga capitale dell'Impero ===
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Sul personaggio e sulla sua epoca sono stati prodotti anche alcuni saggi: in particolare vanno ricordati ''Rodolfo II d'Asburgo, l'enigma di un imperatore'' di R. J. W. Evans, e ''[[Praga magica]]'' di [[Angelo Maria Ripellino]] (quest'ultima opera tratta solo in parte dell'argomento). Un saggio sulle collezioni imperiali è contenuto in "Tesori dei principi" di Geza Von Absburg.
In ambito teatrale va ricordata l'opera ''"
Rodolfo II ha ispirato lo scrittore [[Karel Čapek]] che in ''Věc Makropulos'' (''[[L'affare Makropulos]]'') lo mette all'origine di un dramma relativo ad un filtro, elisir di lunga vita, commissionato dall'imperatore ad un alchimista greco che sarà costretto a provarlo sulla figlia sedicenne. Il musicista cecoslovacco Leóš Janáček lo ha messo in musica nella sua penultima opera.
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