Belluno: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = Belluno
|Panorama =
|Didascalia =
|Voce bandiera =
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La città fu fondata come ''[[Municipio (storia romana)|municipium]]'' [[Roma (città antica)|romano]] nel [[I secolo a.C.]]<ref>{{cita news|url=http://www.webdolomiti.net/storia/storia_origini_romani.htm|titolo=Dalle origini ai romani|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110905080231/http://www.webdolomiti.net/storia/storia_origini_romani.htm}}</ref> Oggi è il comune più abitato della sua provincia, e il settimo e più settentrionale tra i [[capoluogo|capoluoghi di provincia]] del [[Veneto]]. La città è situata alla confluenza del torrente [[Ardo (torrente)|Ardo]] e del fiume [[Piave]], posizione difensiva strategica per la quale è stata protagonista nelle due [[guerra mondiale|guerre mondiali]].
L'area più settentrionale del territorio comunale fa parte sia del [[Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi]] dal [[1988]] (si tratta, tra l'altro, di uno dei due capoluoghi di provincia in [[Italia]], insieme a [[Latina]], il cui territorio comunale sia in un parco nazionale) sia del [[patrimonio dell'umanità]] delle [[Dolomiti]] dichiarato dall'[[UNESCO]] nel [[2009]]. Belluno, inoltre, è stata insignita del titolo di [[città alpina dell'anno]] nel [[1999]].
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== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:DBPiavaTal3.jpg|sinistra|miniatura|La città con i primi contrafforti delle [[Dolomiti]], ripresa dal [[Col Visentin]] sulla dorsale prealpina
[[File:Belluno - panorama.jpg|thumb|sinistra|Panorama]]La parte antica della città di Belluno sorge su uno sperone di roccia in prossimità della confluenza del [[Ardo (torrente)|torrente Ardo]] con il fiume [[Piave]]. A nord si trova il gruppo [[dolomiti]]co della [[monte Schiara|Schiara]] (2565 s.l.m.) con la Gusela del Vescovà, il [[monte Serva]] (2133 s.l.m.) e il [[monte Talvena]], mentre a sud le Prealpi separano il Bellunese dalla Val Lapisina. Sempre a sud, nella zona del Castionese, si alza il colle del [[Nevegal]] sul quale sono situati [[impianti di risalita]] e [[pista da sci|piste da sci]].
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=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Belluno}}
Belluno è indicata come la città capoluogo di provincia più fredda d'[[Italia]] nelle temperature medie invernali. Anche la temperatura media annua è spesso la più bassa fra quelle dei capoluoghi di [[Provincia (Italia)|provincia italiani]] con punte massime che posso essere anche inferiori ai -15°. Nel [[1998]], ad esempio, essa fu di 9,8 °C, mentre la media mensile di gennaio fu di circa -1 °C. Nel torrido [[2003]] la temperatura media annua non raggiunse i 10,0º<ref>dati Arpav rilevati alla stazione di Pra Magri</ref>. Assai consistente è la piovosità: su Belluno cadono annualmente circa 1400–1500 mm di precipitazioni (1355 mm nel 2005), concentrate nei mesi da aprile a novembre, che possono anche raggiungere i 2000 mm, mentre l'inverno è siccitoso con cielo sereno. Il clima della città complessivamente è perciò piuttosto freddo e caratterizzato da precipitazioni piovose e nevose.
{{ClimaAnnuale
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=== Il dominio veneziano ===
{{Vedi anche|Storia della Repubblica di Venezia}}
[[File:Belluno Piazza Duomo Tommaso Salmon.jpg|thumb|Stampa di Piazza Duomo di Tommaso Salmon (1750), si può notare l'antico palazzo del governo cittadino detto "la Caminada", oggi perduto
[[File:Belluno Capitale del Bellunese Tommaso Salmon.jpg|thumb|Vista della città di Belluno su una stampa antica del 1750 (si può notare ancora il castello)]]
Belluno si diede al dominio della [[Repubblica di Venezia]] in modo spontaneo nel [[1404]] a causa del vuoto politico venutosi a creare in tutta la [[Provincia di Belluno|provincia]] e l'impossibilità per le città bellunesi di creare un'autonomia politica che tenesse conto di tutte le esigenze interne e di politica estera. Iniziò così la pace più lunga e duratura di sempre, interrotta in sole due occasioni, tra il [[1411]] e il [[1420]], quando venne dominata dalle truppe di [[Sigismondo di Lussemburgo]], venuto in [[Italia]] per una campagna contro la [[Repubblica di Venezia]], e tra il [[1509]] e il [[1511]], quando l'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo]] assediò la città durante la [[Guerra della Lega di Cambrai|Lega di Cambrai]]. Con la [[Battaglia di Cadore]] nel 1508 i veneziani vinsero clamorosamente la battaglia contro l'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo]] mentre tentava di invadere i territori della Serenissima
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Nel frattempo era incominciato un costante aumento demografico, tale da dare via al fenomeno dell'[[emigrazione]], iniziato alla fine del [[XIX secolo]] e conclusosi solo con il [[miracolo economico italiano|boom economico]] [[italia]]no degli [[anni 1950|anni cinquanta]]. La principale meta di emigrazione era l'[[Austria]], dove era richiesta manodopera per la costruzione di nuove ferrovie.
Sempre a livello di opere pubbliche, si ebbero delle importanti trasformazioni urbanistiche: vennero abbattute le mura della città e interrato il fossato, così che divenne più semplice il collegamento della città con la zona [[nord]] del ''Campitello''. Quest'ultimo divenne il nuovo centro gravitazionale della città, anche se i servizi rimasero in piazza del Duomo. Inoltre vennero costruiti vari ponti sul [[Piave]] e sull'[[Ardo (torrente)|Ardo]].
Il 18 marzo 1848 giunse a Belluno l'annuncio dei moti viennesi e veneziani, suscitando grande scalpore in municipio<ref>{{Cita libro|autore=Riccardo Pasqualin|titolo=Antonio Maresio Bazolle. Antirisorgimento veneto|anno=2025|editore=Club di Autori Indipendenti|città=Castellammare di Stabia (Napoli)|p=35}}</ref>. Il dominio austriaco durò cinquant'anni, a parte, appunto, la breve parentesi della rivoluzione del [[1848]], quando Belluno si dichiarò ''Libero Municipio nella risorta Repubblica Veneta'', momento insurrezionale chiusosi nel [[1849]] con la resa di [[Venezia]].
Il 5 maggio 1849 Belluno ebbe il suo primo podestà non nobile: Antonio Maresio Bazolle, ricordato come importante memorialista<ref>{{Cita libro|titolo=Ivi|p=51}}</ref>.
Nel [[1866]] Belluno, con tutto il [[Regno Lombardo-Veneto]], entrò a far parte del [[Regno d'Italia]] unificato dal [[Piemonte]].
{{citazione|Essi fecero la scelta italiana, perché sentivano di appartenere alla nazione italiana e perché compresero presto che la provincia bellunese, agli occhi dell'Impero, non aveva grande valore politico, economico e militare, quindi non era meritevole di piani di sviluppo. I Bellunesi si sentirono emarginati.|Gigetto De Bortoli, ''Belluno: storia, architettura, arte'', p.22}}
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Nel frattempo il partito socialista si indebolì per le conseguenze del [[XVII Congresso del Partito Socialista Italiano|congresso di Livorno]], e fu costretto nel [[1922]] ad introdurre una tassa-famiglia antidisoccupazione. Il 24 settembre [[1922]] si tenne l'ultimo consiglio comunale democratico, dopo di che i fascisti si impadronirono di [[Palazzo Rosso (Belluno)|Palazzo Rosso]]. Dopo la [[marcia su Roma]] la situazione precipitò: il 29 ottobre dello stesso anno i fascisti armati presidiavano Belluno, e il 30 il sindaco [[Vincenzo Lante]] si dimise. La città fu guidata da [[commissario prefettizio|commissari prefettizi]] fino al [[1927]].
Alla fine del [[1923]] non esistevano ormai più il Psi, [[sindacato|sindacati]] e i [[Partito Radicale Italiano|radicaldemocratici]], e gli ultimi sussulti di questi partiti avvennero con l'assassinio di [[Giacomo Matteotti]], ma furono repressi con la forza. Dopo una fugace apparizione a Belluno nel giugno [[1923]], fu assegnata la [[cittadinanza onoraria]] di Belluno a [[Benito Mussolini]] il 24 maggio [[1924]]. Tra il [[1921]] e il [[1936]] l'emigrazione ridusse i bellunesi di oltre 1500 unità. Il regime considerò la [[provincia di Belluno|provincia]] zona difensiva, quindi non la dotò di infrastrutture ma si limitò a favorire la pianificazione integrata tra montagna e pianura. Il fabbisogno di abitazioni costrinse il governo della città a far costruire il nuovo Quartier Cadore con 200 alloggi e 600 locali, mentre furono costruiti o completati alcuni edifici pubblici, tra i quali l'edificio delle [[Poste]], una delle opere più significative del [[XX secolo|Novecento]] in città.<br />
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Il 19 luglio [[1943]] si tenne nella località di San Fermo a Belluno il tredicesimo incontro tra [[Benito Mussolini]] e [[Adolf Hitler]], nella villa ''Gaggia''. Nell'incontro, definito controverso, il [[duce]] non osò interrompere l'alleanza con la [[Terzo Reich|Germania]] e, visti gli insuccessi in [[Africa]] e in [[Sicilia]], invocò l'aiuto militare da un alleato furioso per le disfatte italiane. Il 25 luglio [[1943]] la caduta del [[fascismo]] fu accolta -come scrisse il questore cittadino- ''con indubbi segni di giubilo come una liberazione''.
Dall'8 settembre (data dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]]) al 13 settembre [[1943]] Belluno fu occupata da 80
Nel frattempo sulle montagne attorno al capoluogo si organizzava la [[resistenza partigiana]], sostenuta sia dal [[clero]] che dalla popolazione che offrì viveri, ospitalità ed informazioni ai partigiani. Nell'[[inverno]] [[1943]]-[[1944]] i partigiani si prepararono all'azione, sperando nell'arrivo degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Alcuni di questi si paracadutarono nel settembre del 1944: tra di loro fu molto caro ai bellunesi il [[maggiore]] [[Bill Tilman|Harold William Tilman]], che conquistò anche delle cime [[himalaya]]ne nella sua vita. Il 15 giugno [[1944]] ben 73 partigiani furono liberati dal carcere di [[Baldenich]] in un'operazione condotta da Mariano Mandolesi. Si ebbero episodi altamente dolorosi per la Resistenza, come quello del 14 settembre [[1944]], del 1º maggio [[1945]], che costò la vita a 17 civili inermi a Fiammoi, quello del 10 marzo [[1945]], quando 10 partigiani furono impiccati agli alberi in località Bosco delle Castagne, e quello del 17 marzo [[1945]], quando 4 partigiani furono impiccati ad altrettanti lampioni di [[Strage di piazza Campitello|piazza Campitello]] (poi ribattezzata, in ricordo di questo evento, piazza dei Martiri); la sera della stessa giornata il vescovo [[Girolamo Bartolomeo Bortignon]], incurante dei pericoli, si recò in piazza per baciare e benedire le salme dei partigiani.
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
[[File:Duomo di Belluno.jpg|miniatura|La [[basilica cattedrale di San Martino]], con il campanile progettato da [[Filippo Juvarra]]
[[File:Piazza Martiri Belluno.jpg|thumb|Piazza dei Martiri innevata con la chiesa di San Rocco in primo piano
[[File:Chiesa di San Pietro, Belluno.jpeg|thumb|La chiesa di San Pietro
[[File:Chiesa di San Pietro Apostolo (Sargnano, Belluno) 01.jpg|thumb|La chiesa di San Pietro Apostolo a Sargnano]]
* [[Basilica cattedrale di San Martino]]: edificata sul luogo ove sorgeva un'antichissima chiesa [[Architettura paleocristiana|paleocristiana]], si hanno successive testimonianze di un edificio religioso costruito nell'850 ed intitolato a [[Martino di Tours|San Martino]]. L'attuale costruzione è la realizzazione di un progetto del [[1517]] di [[Tullio Lombardo]], mentre il vicino campanile è di un periodo successivo: infatti il suo progetto, di [[Filippo Juvarra]], venne realizzato tra il [[1732]] e il [[1743]], mentre la cupola si completò solo nel [[1756]].
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=== Architetture civili ===
==== Palazzi ====
[[File:Le torri in piazza Duomo.jpg|thumb|La Torre del Palazzo dei Rettori e quella Civica in piazza Duomo
[[File:San Giostà e i Rettori.jpg|miniatura|Il Palazzo dei Rettori costruito dalla [[Repubblica di Venezia]], oggi sede della Prefettura
[[File:05A7570001 Palazzo Rosso 3.jpg|miniatura|Palazzo Rosso di [[Giuseppe Segusini]], sede del consiglio cittadino
* [[Palazzo dei Rettori]]: edificio realizzato a varie riprese partendo dal [[1409]] fino al [[1536]], non si è ancora sicuri sul nome dell'architetto, che potrebbe essere o il [[venezia]]no [[Giovanni Candi]] o il [[Firenze|fiorentino]] [[Lorenzo Ghiberti]]. Inoltre tra il [[1536]] e il [[1547]] venne innalzata la ''Torre dell'Orologio'', su progetto del [[Fiesole|fiesolano]] Valerio da San Vittore. Fu sede per quasi quattrocento anni dei [[reggimento (Repubblica di Venezia)|rettori di Belluno]], attualmente ospita la [[prefettura italiana|prefettura]].
* Palazzo Rosso: edificio costruito nel [[1833]] dall'architetto [[Feltre|feltrino]] [[Giuseppe Segusini]], in stile [[neogotico]], nell'area ove sorgeva l'antica sede comunale, la ''Caminada'', riutilizzando anche il materiale ottenuto dalla demolizione di quest'ultima. Ivi si trova la sede del comune di Belluno<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Jacopo De Pasquale|autore2=Simone Osta|autore3=Giorgio Reolon|titolo=Palazzo municipale di Belluno: storia, architettura e arte|rivista=Dolomiti - Rivista di cultura e attualità della Provincia di Belluno|editore=Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali|numero=2|data=aprile 2021}}</ref>.
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==== Ponti ====
[[File:BL Ponte della Vittoria Lato Est.jpg|miniatura|Il Ponte della Vittoria a campata unica, completato nel 1926 ad opera dell'ingegnere [[Eugenio Miozzi]]
[[File:BL Ponte Vecchio Sud.jpg|miniatura|Le rovine di Ponte Vecchio sulle rive di Borgo Piave
* Ponte della Vittoria: realizzato tra il [[1923]] e il [[1926]] su progetto dell'ingegnere [[Eugenio Miozzi]], si tratta di un ponte a campata unica in cemento armato, mentre le decorazioni (curate dall'architetto [[Riccardo Alfarè]]) sono in calcestruzzo. Il ponte si trova in zona [[Borgo Piave]] dove il fiume [[Piave]] compie un tratto rettilineo tra due anse, ed è percorribile al traffico solo verso il centro cittadino e non in direzione opposta.<ref>{{cita news|url=http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/7.pdf|titolo=Il Ponte della Vittoria|pubblicazione=draupiave.eu|accesso=18 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111117161049/http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/7.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
* Ponte degli Alpini: realizzato durante gli [[anni 1960|anni sessanta]] ed aperto al traffico nel [[1971]], collega le due sponde del [[Ardo (torrente)|torrente Ardo]]. Con la sua costruzione è stato aperto il nuovo tratto della [[Strada statale 50 del Grappa e del Passo Rolle|strada statale 50]], che evita così il centro cittadino. Nel [[2009]] si sono conclusi i lavori di ristrutturazione del ponte.
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==== Teatri ====
[[File:Teatro Comunale -.jpg|miniatura|Il Teatro Dino Buzzati in Piazza Vittorio Emanuele, opera dell'architetto [[Giuseppe Segusini]]
*[[Teatro Dino Buzzati|Teatro comunale Dino Buzzati]]: costruito in stile [[neoclassico]] su disegno di [[Giuseppe Segusini]] tra il [[1833]] e il [[1835]], demolendo l'antico ''Fondaco delle biade'', di misure molto minori. La facciata si ricollega ad altre opere che si trovano in [[Veneto]] e in [[Austria]], mentre la scalinata di ingresso è caratterizzata dalle statue di due leoni, rappresentanti la musica e la poesia. Gli interni del teatro vennero rifatti nel [[1866]], nel [[1948]] e un'ultima volta nel [[1993]].
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* Scuola elementare [[Aristide Gabelli]]: costruita su iniziativa di [[Pierina Boranga]], all'epoca della costruzione era un vanto nazionale per la modernità del fabbricato e per la didattica applicata nell'insegnamento, ispirata al metodo ideato da [[Giuseppina Pizzigoni]] e messo in opera nella Scuola Rinnovata di Milano. Alla cerimonia di inaugurazione, avvenuta il 28 ottobre 1934, contestualmente alle celebrazioni dell'anniversario della Marcia su Roma, era presente il Ministro dell'Educazione Nazionale [[Francesco Ercole]]. Del nuovo edificio scolastico si occuparono le maggiori riviste italiane d'architettura, dedicando alla nuova scuola, esemplare modello per le altre città d'Italia, articoli riccamente illustrati. Dal [[2009]] la Scuola è chiusa per la cattiva manutenzione che nel corso degli anni ha portato ad alcuni crolli nell'edificio<ref name="lavocedelnordest.it">{{cita news|url = http://www.lavocedelnordest.it/articoli/2009/05/30/2102/belluno-scuola-gabelli-inagibile-dopo-il-crollo-annunciato|titolo = Belluno, Scuola Gabelli inagibile dopo il crollo annunciato|giorno = 30|mese = 5|anno = 2009|accesso = 22 luglio 2011|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090602233626/http://www.lavocedelnordest.it/articoli/2009/05/30/2102/belluno-scuola-gabelli-inagibile-dopo-il-crollo-annunciato}}</ref>. Nel 2014 la Scuola Gabelli si è classificata al 20º posto nel censimento nazionale ''I Luoghi del Cuore'', promosso dal [[Fondo Ambiente Italiano|FAI - Fondo Ambiente Italiano]], totalizzando ben 15.533 voti.<ref name="iluoghidelcuore.it">{{Cita web|url = http://iluoghidelcuore.it/luoghi/belluno/belluno/scuola-elementare-aristide-gabelli-belluno/80855|titolo = SCUOLA ELEMENTARE ARISTIDE GABELLI, BELLUNO|accesso = 6 dicembre 2015|sito = I Luoghi del Cuore|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304092001/http://iluoghidelcuore.it/luoghi/belluno/belluno/scuola-elementare-aristide-gabelli-belluno/80855|urlmorto = sì}}</ref>
=== Architetture militari ===
[[File:Porta Dojona Lato Nord.jpg|miniatura|Porta Dojona
[[File:ID05A7570008 Porta Rugo 2.jpg|miniatura|Porta Rugo, antico accesso meridionale della città verso il suo porto fluviale
* [[Porta Dojona]]: prende il nome dal vicino torrione con cui costitutiva un complesso fortificato. L'arco interno venne innalzato nel [[1289]] da Vecello da Cusighe, mentre il raddoppio in stile [[rinascimentale]] è opera di [[Niccolò Tagliapietra]] nel [[1553]]. La copertura di collegamento venne costruita nel [[1609]], mentre i battenti in legno si crede siano ancora quelli fatti costruire dopo l'assedio imperiale del [[1509]]. La porta è stata recente oggetto di restauro.
* Porta Rugo: accesso meridionale della città, vi passava la via di collegamento con l'antico porto fluviale di Borgo Piave. All'inizio del [[XIX secolo]] vennero abbattute alcune costruzioni difensive vicino alla porta, a noi rimane l'arco acuto interno [[XIII secolo|duecentesco]]. Il progetto della facciata segue il progetto commissionato nel [[1622]] dal [[Reggimento (Repubblica di Venezia)|rettore veneto]] Federico Corner realizzata in cotto e non in pietra. L'ultimo restauro avvenne nel [[1902]].
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=== Altro ===
==== Fontane storiche ====
[[File:Fontana di San Giostà BELLUNO (ZOOM).jpg|miniatura|Fontana di San Gioatà, antico patrono della città
* Fontana di San Gioatà: si trova in Piazza Duomo. È sormontata dalla scultura di San Gioatà (co-patrono della città insieme al più celebre San Martino, le cui reliquie sarebbero state portate dall'[[Africa]] dal primo vescovo di Belluno, Teodoro). Dal punto di vista stilistico la fontana assomiglia a quella di Piazza Mercato (dedicata a San Lucano) ed è stata costruita, quasi contemporaneamente, nel 1411. Al centro della vasca è collocata una colonna sormontata da un capitello a forma di [[parallelepipedo]]. Sul lato ovest della fontana troviamo una data in stile gotico ''M CCCC LXJ''; tale scritta è situata sulla pietra da cui escono le canne. Nella parte superiore del parallelepipedo, sempre sul lato ovest, si trova lo stemma di Belluno e le lettere ''C'' e ''B'' indicanti la città di Belluno. Sul lato sud troviamo un leone scolpito e lo stemma del rettore ''Benedetto Trevisan''; a nord un altro stemma con le lettere C e B. Una delle canne da cui sgorga l'acqua è decorata, mentre le altre tre sono semplici<ref name="draupiave.eu">{{cita news|url=http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/146.pdf|titolo=Fontane a vasca di Belluno|pubblicazione=draupiave.eu|accesso=18 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111117161608/http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/146.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
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Inoltre a Belluno si trovano tre [[archivio|archivi]] di notevole interesse:
[[File:Ex-chiesa di Santa Maria dei Battuti, Belluno.jpeg|thumb|Ex Chiesa e Scuola di Santa Maria dei Battuti, oggi sede dell'Archivio di Stato
* ''Archivio di Stato'': questo archivio<ref>{{Cita web |url=http://www.asbelluno.beniculturali.it/ |titolo=Copia archiviata |accesso=7 gennaio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180509095147/http://www.asbelluno.beniculturali.it/ |urlmorto=sì }}</ref> statale, con sede nella soppressa scuola di [[Santa Maria dei Battuti]] nell'area orientale del centro storico, venne istituito il 1º dicembre [[1973]], ma la prima documentazione cominciò ad essere raccolta ivi solamente nel [[1978]]. I più cospicui trasferimenti dagli altri archivi del [[Triveneto]] avvennero negli [[Anni 1990|anni novanta]]. Attualmente il patrimonio documentario, che raccoglie la documentazione prodotta dagli organi periferici dei vari governi che hanno controllato la città sin dal [[XV secolo]], supera i 2000 metri lineari: tra i fondi di particolare interesse va segnalato quello [[notaio|notarile]], con atti sin dal [[1402]], ed un fondo diplomatico con [[pergamena|pergamene]] dal [[XII secolo]].
* ''Archivio storico del Comune di Belluno'': l'archivio comunale<ref>[http://archivio.comune.belluno.it/]</ref>, situato in una struttura provvisoria nella periferia occidentale della città, è stato istituito nel [[1988]] raccogliendo materiale di interesse archivistico prima conservato tra la Biblioteca e l'archivio di deposito comunale. Possiede la documentazione prodotta dai vari governi di ambito locale succedutisi nel corso dei secoli, risalente sino al [[XIV secolo]], ma anche alcuni fondi di soggetti privati e una parte dell'archivio del [[Reggimento (Repubblica di Venezia)|rettore]] di [[Repubblica di Venezia|età veneziana]], espressione del governo centrale della Serenissima.
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==== Musei ====
[[File:Sebastiano Ricci - Fall of Phaeton - WGA19423.jpg|miniatura|upright=1|La ''Caduta di Fetonte'', opera di [[Sebastiano Ricci]] conservata al Museo civico di Belluno
*Il [[Museo civico di Belluno]] si trova a [[Palazzo Fulcis De Bertoldi|Palazzo Fulcis]], affacciantesi su piazza Vittorio Emanuele, ed è stato aperto al pubblico il 26 gennaio [[2017]]. Precedentemente si trovava a [[Palazzo dei Giuristi]], sede storica sin dalla prima inaugurazione del [[1876]]. La collezione si articola su cinque piani e 24 sale (oltre ad un lapidario) nelle quali sono ospitate opere di artisti della città e foresti dalla fine del [[XIV secolo]] sino alle soglie del [[Novecento|'900]]: tra i più importanti si ricordano il [[Vicenza|vicentino]] [[Bartolomeo Montagna]], i [[venezia]]ni [[Domenico Tintoretto]], [[Palma il Giovane]], il [[Bassano del Grappa|bassanese]] [[Jacopo Bassano]] e gli artisti locali [[Simone da Cusighe]], [[Matteo Cesa]], [[Francesco Frigimelica il Giovane]], [[Gaspare Diziani]], [[Marco Ricci|Marco]] e [[Sebastiano Ricci]], [[Placido Fabris (pittore)|Placido Fabris]] ed [[Ippolito Caffi]]. Notevole anche il patrimonio di sculture ed intagli del museo, con opere di [[Andrea Brustolon]] (il ''Michelangelo del legno'' per [[Honoré de Balzac]]<ref>{{cita news|url=http://www.stilearte.it/andrea-brustolon-secondo-balzac-fu-il-michelangelo-del-legno/|titolo=Andrea Brustolon - Secondo Balzac fu il Michelangelo del legno|accesso=27 gennaio 2017}}</ref>) e dell'allievo [[Val di Zoldo|zoldano]] [[Valentino Panciera Besarel]].
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==== Legumi ====
Il [[Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese|Fagiolo di Lamon]] è un legume caratteristico della [[Valbelluna]] a [[Denominazione di origine protetta]] e ad [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|indicazione geografica protetta]]. Anche se la sua semenza viene coltivata solo nei comuni di [[Lamon]] e di [[Sovramonte]], la sua produzione riguarda anche il comune di Belluno. Il fagiolo è caratterizzato da una buccia finissima e solubile attribuibile all'alto tenore di [[potassio]] tipico dei suoi terreni di produzione<ref>{{cita news|url=http://www.fagiolodilamon.it/index.php?mod=home|titolo=Fagiolo di Lamon|accesso=4 agosto 2011}}</ref>.
[[File:MadonnaAddolorata-Belluno.JPG|miniatura|Statua processionale dell'Addolorata o Madonna dei sette dolori, [[Chiesa di Santo Stefano (Belluno)|Chiesa di Santo Stefano]]
=== Eventi ===
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[[File:Tracciato SR204.jpg|thumb|Il tracciato della SR 204]]
Il territorio del comune di Belluno è attraversato da una sola [[strada regionale]], la [[Strada statale 203 Agordina|strada regionale 204 Belluno-Mas]], ex ''strada statale 203 dir'' la cui gestione è stata devoluta il 1º agosto [[2006]] alla [[Regione del Veneto]]. L'ingresso nel territorio comunale avviene al confine con il comune di [[Sedico]] in località ''Vignole'', e termina all'incrocio con la sopra citata ''SS 50'' nel centro di Belluno, all'altezza del ''Ponte degli Alpini''.
'''Strade provinciali'''
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Le rappresentative sportive di Belluno portano generalmente i colori giallo e blu, mutuati dallo stemma cittadino.
Il {{Calcio Belluno|N}} è la storica squadra di [[calcio (sport)|calcio]] cittadina. Fondato nel 1905, vanta 9 partecipazioni alla [[Serie C]]. Nel 2021 si fonde con [[Union Feltre Società Sportiva Dilettantistica|Union Feltre]] e Union San Giorgio Sedico per dare vita alla {{Calcio Dolomiti Bellunesi|NB}}, che si prefigge di essere l'unica società calcistica espressione del territorio provinciale<ref>{{cita testo|url=https://www.ildolomiti.it/sport/2021/al-via-la-stagione-del-dolomiti-bellunesi-calcio-vacciniamoci-contro-covid-per-la-ripresa-in-sicurezza-dello-sport-il-messaggio-della-societa-nata-dalla-fusione-tra-belluno-san-giorgio-sedico-e-feltre|titolo=Al via la stagione del Dolomiti Bellunesi calcio: ''Vacciniamoci contro Covid per la ripresa in sicurezza dello sport'', il messaggio della società nata dalla fusione tra Belluno, San Giorgio Sedico e Feltre}}</ref>. Questa nuova compagine
La [[Pallavolo Belluno]], formazione di [[pallavolo]] maschile, disputò più volte il campionato di [[Serie A (pallavolo maschile)|Serie A1]] nel corso degli [[Anni 1980|anni ottanta]]. Nel [[2011]] è stato ufficializzato lo spostamento da [[Treviso]] a Belluno della [[Sisley Volley]], durato però solamente lo spazio di una [[Serie A1 2011-2012 (pallavolo maschile)|stagione]].
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=== Impianti sportivi ===
[[File:Nevegal01.JPG|miniatura|
Nel territorio del comune di Belluno sono presenti 8 impianti [[sport]]ivi adatti per le competizioni [[calcio (sport)|calcistiche]], tra i quali si segnala lo [[Stadio polisportivo di Belluno]], capace di 1747 persone. Il "polisportivo" è inoltre fornito di una pista a sei corsie e di tutte le altre strutture necessarie allo svolgimento delle gare d'atletica.
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