Codice napoleonico: differenze tra le versioni
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Alla fine del [[XVIII secolo]] in Europa era ancora vigente il sistema di [[diritto comune]] di [[diritto medievale|elaborazione medievale]] che fondava le sue radici nel [[diritto romano]] come era giunto attraverso il ''[[corpus iuris civilis]]'' di [[Giustiniano]]. Per tutta l'[[diritto dell'età moderna|età moderna]] questo era stato affiancato da una moltitudine di altre [[fonte (diritto)|fonti giuridiche]] quali [[scuola dei commentatori|commentari]], raccolte di ''[[consilia]]'', trattati, pareri, compendi a cui si aggiungevano le legislazioni dei monarchi. Tutto ciò aveva causato una sostanziale imprevedibilità nei giudizi che rendeva ancora più frequenti le ingiustizie e le disuguaglianze in un mondo, detto spesso di ''[[Ancien Régime]]'', ancora diviso per classi e basato su un [[monarchia assoluta|potere assoluto]] del sovrano. Già nel settecento molti pensatori, in particolare gli [[illuminismo|illuministi]], avevano messo in luce le criticità del sistema proponendo delle soluzioni adottabili che talvolta [[Dispotismo illuminato|alcuni principi]] cercarono di mettere in pratica.<ref>{{cita|Padoa-Schioppa, 2007|pp. 305-306}}.</ref><ref>{{treccani|illuminismo|Illuminismo}}</ref><ref>{{cita|Del Frate et al., 2018|pp. 220-221}}.</ref><ref name=TreccaniNapoleonico/>
Già nel corso del settecento erano stati fatti dei tentativi di riordinare il materiale normativo esistente in maniera chiara e concisa cancellando, o più spesso relegandolo a un ruolo residuale, il vecchio diritto comune. Spesso si trattò, tuttavia, di semplici "consolidazioni" del diritto precedente con il «semplice scopo di facilitare la pratica forense nel reperimento di un materiale spesso disperso o difficile rinvenimento».<ref>{{cita|Del Frate et al., 2018|p. 206}}.</ref><ref name=treccanicodificazione>{{treccani|il-problema-della-codificazione_(Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Diritto)|Il problema della codificazione}}</ref> Ad esempio, nel 1756 era stato promulgato il codice civile bavarese (noto come ''[[Codex Maximilianeus Bavaricus Civilis]]''), moderno per il suo linguaggio chiaro e preciso, ma rimandava ancora al diritto comune in caso di [[Lacuna (diritto)|lacune]],<ref name="Ascheri pp. 250-251">{{cita|Ascheri, 2008|pp. 250-251}}.</ref> mentre nel [[Ducato di Modena e Reggio]], intorno alla metà del XVIII secolo, si realizzò una "consolidazione" finalizzata a riorganizzare il materiale giuridico già esistente, ma senza l'ambizione di sostituire la produzione precedente che rimase in vigore.<ref name="Ascheri pp. 250-251"/> [[Federico II di Prussia|Federico II il Grande]], sul trono di [[regno di Prussia|Prussia]] dal 1740 al 1786, aveva tentato di far redigere un codice civile finalizzato alla «pubblica felicità dei sudditi» in cui le norme fossero espresse in maniera chiara, ma l'impresa naufragò<ref>{{cita|Padoa-Schioppa, 2007|pp. 434-436}}.</ref><ref>{{cita|Ascheri, 2008|pp. 249-250}}.</ref> così come fallì l'analogo progetto del ''[[Codex theresianus]]'' promosso da [[Maria Teresa d'Austria]] per l'opposizione del cancelliere
[[File:Carte du pays de droit coutumier et du pays de droit écrit (fr).png|miniatura|verticale|sinistra|Gli ordinamenti giuridici in Francia sotto l{{'}}''Ancien Regime'': regioni di diritto consuetudinario e regioni di diritto scritto]]
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Una pietra miliare nella [[codificazione]] fu il [[codice leopoldino|codice penale leopoldino]] promulgato nel [[Granducato di Toscana]] il 30 novembre 1786<ref>{{cita|Padoa-Schioppa, 2007|p. 444}}.</ref><ref>{{cita|Ascheri, 2008|pp. 267-268}}.</ref> sebbene che dal punto di vista formale giuridico, anch'esso mancasse degli elementi necessari per essere definito un vero e proprio [[Codice (diritto)|codice]] (nel senso contemporaneo), poiché non abrogava interamente le leggi previgenti ma si limitava a prescrivere la loro interpretazione conforme.<ref name="nota1">{{cita|Di Simone, 2012|p. 70}}.</ref>
In questo panorama la [[Francia]] viveva una situazione ancora più stantia, nonostante fosse il «cuore pulsante» dell'illuminismo e degli [[enciclopedisti]]. Da una parte il problema dell'incertezza del diritto si presentava particolarmente critico, tanto che
== Genesi ==
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Passato il Congresso di Vienne nel 1815, la Santa Alleanza (Russia, Prussia, Austria) tentò di ripristinare la situazione politica prima della Rivoluzione Francese. L'Italia fu separata di nuovo in Regno di Sardegna (Piemonte, Sardegna, Liguria), in Stato Pontificio, Granducato di Toscana e Regno delle Due Sicilie. La Lombardia ed il Veneto furono annesse dall'Austria. L'epoca tra il regime napoleonico e l'unificazione nel 1861 è caratterizzata da mutamenti sociali e politici, che partirono grazie alla Rivoluzione e che la Restaurazione non poté fermare. Oltre alla repressione del potere nobiliare da parte della borghesia, che ricevette importanza già con Napoleone, in Europa sbocciarono il libero mercato e l'industrializzazione. Con breve ritardo rispetto alla Germania, la Francia e l'Inghilterra, la rivoluzione industriale raggiunse a metà del secolo gli stati dell'Italia Settentrionale. Da un lato furono le leggi liberali del periodo napoleonico a fare in modo che si potesse creare un'economia di mercato, dall'altro lato si dovette riguardare la legislazione civile della Restaurazione per stare al passo dei fenomeni socio-economici che offrica l'industrializzazione.
Il primo periodo dopo il 1815 è caratterizzato da un
== Note ==
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