Liutprando: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua}}
{{Citazione|Fu uomo di molta saggezza, accorto nel consiglio, di grande pietà e amante della pace, fortissimo in guerra, clemente verso i colpevoli, casto, virtuoso, instancabile nel pregare, largo nelle elemosine, ignaro sì di lettere ma degno di essere paragonato ai filosofi, padre della nazione, accrescitore delle leggi|[[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'', [[s:la:Historia Langobardorum - Liber VI|VI]], 58|Fuit vir multae sapientiae, consilio sagax, pius admodum et pacis amator, belli praepotens, delinquentibus clemens, castus, pudicus, orator pervigil, elemosinis largus, litterarum quidem ignarus, sed philosophis aequandus, nutritor gentis, legum augmentator|lingua=la}}
{{Monarca
|nome = Liutprando
|titolo = [[Re dei Longobardi]]<br />[[Sovrani d'Italia#Re dei Longobardi (568–774)|Re d'Italia]]<ref>Nei prologhi per anno delle sue leggi Liutprando si definì utilizzando formule come «excellentissimus christianus Langobardorum rex» ({{Cita|Bluhme|pp. 107-108}}); «excellentissimus rex gentis filicissimae ac catholicae Deoque dilectae Langobardorum» ({{Cita|Bluhme|p. 109}}); «in Christi nomine rex gentis Langobardorum» ({{Cita|Bluhme|p. 133}}).</ref>
|stemma = Corona ferrea monza (heraldry).svg
|immagine = Luitprand tremissis 661673.jpg
|legenda = [[Tremisse]] di Liutprando, coll'[[Culto micaelico presso i Longobardi|Arcangelo Michele]] in sostituzione della [[Vittoria (divinità)|Vittoria]]. [[Zecca di Pavia]].
|inizio regno = [[712]]
|fine regno = gennaio [[744]]
|incoronazione =
|investitura = [[712]] <small>(associato al trono con [[Ansprando]])</small>
|nome completo = ''Liutprand'' (in [[Lingua latina|latino]])
|altrititoli =
|data di nascita = [[690]] circa
|luogo di nascita = Milano
|data di morte = gennaio [[744]]
|luogo di morte = [[Pavia]]?
|sepoltura = [[Pavia]], [[basilica di San Pietro in Ciel d'Oro]]
|predecessore = [[Ansprando]]
|erede =
|successore = [[Ildebrando]]
|consorte = [[Guntrude]]
|consortedi =
|coniuge 1 =
|coniuge 2 =
|coniuge 3 =
|coniuge 4 =
|coniuge 5 =
|figli =
|casa reale =
|dinastia =
|motto reale =
|padre = [[Ansprando]]
|madre = [[Teodorada]]
|fratelli = [[Sigiprando]]
|nipoti = [[Ildebrando]]
}}
{{Bio
|Nome = Liutprando
|Cognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Milano
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[690]] circa
|LuogoMorte = Pavia?
|LuogoMorteLink = Pavia
|GiornoMeseMorte = gennaio
|AnnoMorte = 744
|Epoca = 700
|Attività = re
|Nazionalità = longobardo
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato [[re dei Longobardi]] e [[Sovrani d'Italia#Re dei Longobardi (568–774)|re d'Italia]] dal [[712]] al [[744]]
}}
Tra i più grandi sovrani [[longobardi]], [[cattolico]], fu "''litterarum quidem ignarus''" ("alquanto ignorante nelle lettere", secondo quanto dice [[Paolo Diacono]] nella sua ''[[Historia Langobardorum]]''), ma intelligente, energico ed ambizioso. La sua volontà di potere derivava dalla
Accentrò il governo del regno longobardo nelle sue mani, limitando fortemente l'autonomia dei [[Duca (Longobardi)|duchi]], arricchendo la legislazione e portando avanti con decisione l'integrazione tra
==
==
Il luogo natale di Liutprando non è noto con certezza, ma è probabile che sia nato a Milano, come viene suggerito dal [[Versum de Mediolano civitate|Versum de Mediolano Civitate]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Andrea Gamberini|nome=Quaderni Ssmd|data=2019-04-04|titolo=Il Versum de Mediolano civitate e le origini
di re Liutprando. Una proposta di lettura|rivista=Studi di storia medioevale e di diplomatica - Nuova Serie|accesso=2024-09-14|doi=10.54103/2611-318X/11409|url=https://riviste.unimi.it/index.php/SSMD/article/view/11409}}</ref>. Figlio di [[Ansprando]], scampò in giovanissima età alla vendetta di [[Ariperto II]], che fece imprigionare e mutilare la madre e i fratelli; Liutprando fu invece riconsegnato al padre, esule in [[Baviera]]. Rientrò in [[Italia]] nel [[712]], quando il padre sconfisse Ariperto subentrandogli, e venne immediatamente associato al trono. Ansprando morì dopo appena tre mesi, lasciando Liutprando unico re<ref name="DBI">{{Cita|Berto}}.</ref>.
=== Il regno ===
==== L'organizzazione del potere ====
Rafforzò la struttura del [[Palazzo Reale (Pavia)|palazzo reale]] di [[Pavia]] trasformandolo nel vero centro politico del [[Regno longobardo|regno]], ampliando la cancelleria (equivalente medievale del moderno [[governo]]) in modo da poter sostenere le esigenze di un regno sempre più basato sull'uso di documenti scritti. Nucleo dell'attività di palazzo erano il maresciallo (''strator'' o ''marphais''), lo scudiero regio (''spatharius''), il tesoriere (''vesterarius'') e il [[maggiordomo di palazzo]], capo dell'amministrazione.
Accentuò il carattere sacro del [[Palazzo Reale (Pavia)|Palazzo regio]] (''sacrum palatium'') e la centralità della [[Capitale (città)|capitale]]. [[Pavia]], sede del re, della corte e dell'annuale assemblea del popolo, venne arricchita da costruzioni adatte a sottolinearne la funzione. Già i re della [[Bavarese (dinastia)|dinastia Bavarese]] avevano eretto edifici di rappresentanza; Liutprando diede ulteriore impulso all'attività, facendo di [[Pavia]] anche la capitale architettonica del regno<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/958195/Piero_Majocchi_Sviluppo_e_affermazione_di_una_capitale_altomedievale_Pavia_in_et%C3%A0_gota_e_longobarda_Reti_Medievali_Rivista_XI_2010_2_url_http_www_rmojs_unina_it_index_php_rm_article_view_54_357_|titolo=Sviluppo e affermazione di una capitale altomedievale: Pavia in età gota e longobarda}}</ref>.
Ristrutturò con leggi apposite le cariche dei funzionari regionali, definendone la gerarchia e le funzioni per ottenere una più equa amministrazione della giustizia, una più completa registrazione degli obblighi militari e una più stabile sicurezza interna. Lo [[sculdascio]] amministrava la giustizia in un villaggio; i decani e i ''saltarii'' erano responsabili di un distretto rurale e i sindaci di una città. Entrambi erano sottoposti agli ''iudices'', ovvero [[Duca (Longobardi)|duchi]] e [[gastaldo|gastaldi]] che esercitavano il dominio su una ''civitas'' (città sede vescovile) e sul suo contado. Gli ''iudices'' rispondevano direttamente al re, vertice dell'intero sistema. Il potere di Liutprando si fondò anche sul rafforzamento del [[demanio]] regio, fonte di sostentamento per la corte e per l'intera struttura amministrativa che da essa dipendeva<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/4690285/Le_basi_economiche_del_potere_pubblico_in_et%C3%A0_longobarda_in_Pablo_C_D%C3%ADaz_and_I%C3%B1aki_Mart%C3%ADn_Viso_eds_Taxation_and_Rent_Fiscal_problems_from_Late_Antiquity_to_Early_Middle_Ages_Entre_el_impuesto_y_la_renta_Problemas_de_la_fiscalidad_tardoantigua_y_altomedieval_Edipuglia_Bari_2011_pp_71_85|titolo=Le basi economiche del potere pubblico in età longobarda}}</ref>.
La sua personalità e l'organizzazione che diede al regno segnarono un periodo aureo dell'Italia longobarda, evidente anche ai contemporanei che potevano paragonare la solidità del dominio di Liutprando ai conflitti che avevano caratterizzato gli anni precedenti. Tale istanza di stabilità venne ribadita da Liutprando anche quando accettò l'associazione al trono di suo nipote [[Ildebrando]], nel [[737]]. L'iniziativa fu presa dalla nobiltà longobarda in occasione di una grave malattia del re, che aveva sposato Guntruda, figlia del [[duca di Baviera]] Teodeberto (l'antico protettore di suo padre [[Ansprando]]), ma non aveva avuto figli maschi. Secondo quanto riferisce [[Paolo Diacono]], Liutprando reagì dapprima infuriandosi, ma poi riconoscendo la necessità di quell'atto per garantire una successione pacifica.
==== L'attività legislativa ====
Fin dal suo primo anno di regno intervenne sul [[Diritto longobardo|''corpus'' legislativo longobardo]], emanando sei norme giuridiche di integrazione all'[[Editto di Rotari]]<ref name="DBI"/>. Tra il [[713]] e il [[735]] promulgò altre centocinquantatré leggi, divenendo dopo [[Rotari]] il più attivo legislatore longobardo. Introdusse riforme legali ispirate al [[diritto romano]] e le nuove leggi erano contenute in dodici volumi. Rese efficienti i [[tribunale|tribunali]] (Corti di giustizia) e modificò la tradizione longobarda del ''[[guidrigildo]]'', ovvero del denaro dato in risarcimento per offese o omicidi, aggiungendo alla pena pecuniaria anche la confisca dei beni del reo (di cui una metà andava ai parenti della vittima, l'altra metà nelle casse reali).
I numerosi provvedimenti miravano sia a rimediare a carenze del diritto longobardo, sia a realizzare quella che considerava una sua funzione primaria: adempiere alla volontà divina<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/23227480/lOrdalia_del_duello_nelle_leggi_Longobarde_lEditto_di_Rotari_e_le_leggi_di_Liutprando|titolo=l'Ordalia del duello nelle leggi Longobarde: l'Editto di Rotari e le leggi di Liutprando.}}</ref>. Secondo le sue parole, "le leggi che un principe cristiano e cattolico ha deciso di stabilire e valutare con saggezza non le ha concepite nell'animo, ponderate nella mente e rese proficuamente compiute con le opere per la propria previdenza, ma per volontà e ispirazione di Dio, perché il cuore del re è nelle mani di Dio" (prologo alle ''Liutprandi Leges'' raccolte nelle ''Leges Langobardorum'').
L'attività di redazione e di promulgazione delle nuove leggi erano eventi che rafforzavano l'unità dei Longobardi, poiché avvenivano in occasione dell'assemblea del popolo che si teneva ogni anno a [[Pavia]] il primo marzo<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/8336300/Piero_Majocchi_Pavia_capitale_del_regno_longobardo_strutture_urbane_e_identit%C3%A0_civica|titolo=Pavia capitale del regno longobardo: strutture urbane e identità civica}}</ref>. Liutprando presentava le nuove leggi come frutto di un accordo con i [[Duca (Longobardi)|duchi]] e i [[gastaldo|gastaldi]] e si mostrava all'assemblea dei suoi guerrieri come il saggio signore, guidato da Dio, di un regno saldo e coeso.
L'obiettivo generale dell'attività legislativa fu di garantire la certezza del diritto, per ridurre i rischi di conflitti interni. Operò quindi in particolare negli ambiti più frequentemente forieri di contrapposizioni: il diritto di famiglia, la compravendita e l'abigeato, la validità dei documenti, il diritto di pegno. Favorì l'attività dei giudici per ottenere sentenze rapide e si prodigò per i deboli, senza limitarsi ad affermazioni di principio: tutelò dal rischio di perdita di beni i minorenni e le donne libere, difese i debitori dagli interventi troppo brutali dei creditori, proibì la vendita di ex liberi come schiavi al di fuori dell'Italia, difese l'integrità del matrimonio tra i membri delle classi inferiori ([[aldio|aldii]] e schiavi).
Tutelò la [[Chiesa cattolica]], nella quale ormai si riconosceva la stragrande maggioranza dei Longobardi, riconoscendo tra l'altro alle chiese l'inviolabilità, ponendo le monache sotto la sua diretta e particolare protezione, vietando alcune pratiche [[paganesimo|pagane]] e introducendo nel diritto matrimoniale longobardo le prescrizioni del [[diritto canonico]].
Per rafforzare la tutela del [[demanio]] regio, emanò norme che impedivano ai
==== Le campagne militari ====
[[
Insediatosi dopo un periodo di guerre civili, in un primo momento perseguì una politica di pacificazione con l'[[Impero bizantino]] e con [[Roma]], tanto da costringere il [[Ducato di Spoleto|duca di Spoleto]], [[Faroaldo II]], a restituire ai bizantini il porto
La debolezza dell'[[Impero bizantino]], sconvolto dalle lotte
In seguito ([[726]]) Liutprando sfruttò le agitazioni causate dalla politica [[Iconoclastia|iconoclasta]] dell'imperatore bizantino [[Leone III
Nell'Italia
Il crollo del regno longobardo
di fronte ai Franchi e al papato|accesso=8 settembre 2021|dataarchivio=13 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200713162909/http://www.rmojs.unina.it/index.php/rm/article/view/5003/5579|urlmorto=sì}}</ref>. Orchestrò poi la riappacificazione tra il papa e l'esarca, sancendo così l'apice della potenza del regno longobardo: non soltanto egli esercitava un effettivo potere su tutti i [[ducati longobardi]], ma era anche arbitro delle poche e divise aree bizantine rimaste in [[Italia]] (l'[[Esarcato d'Italia|Esarcato di Ravenna]] comprendente [[Roma]]).
Intorno al [[732]], mentre Liutprando si trovava a [[Benevento]] per
Con la nomina a papa di [[papa Zaccaria|Zaccaria]] Liutprando tornò a cercare il consenso pontificio<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/papa-zaccaria_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=ZACCARIA, papa}}</ref>: i due si incontrarono, nel [[743]], a [[Terni]] dove il re longobardo fece atto di rinuncia al possesso di alcune città umbre occupate nel [[742]], allorché aveva annesso i [[ducato di Spoleto|ducati di Spoleto]] e [[Ducato di Benevento|di Benevento]], donando al ducato romano [[Narni]], [[Blera]], [[Orte]], [[Bomarzo]] e [[Terni]]. Per la seconda volta è il pontefice il rappresentante supremo degli ex-territori bizantini nel Lazio<ref>Sull'importanza storica dei contenuti dell'incontro si può vedere un vecchio saggio ancora molto importante come quello di Oreste Bertolini, ''Il problema delle origini del potere temporale dei papi nei suoi presupposti teoretici iniziali: il concetto di 'restitutio' nelle prime cessioni territoriali alla chiesa di Roma'' in ''Scritti scelti di storia medievale'', vol II, 'Il Telegrafo', Livorno 1968, pp. 487-550</ref>
{{Citazione| Mentre, così, stava giungendo [papa Zaccaria] nella città di Interamna, dove il re si era già attestato con tutto il suo esercito, il re, che era venuto a sapere del suo arrivo, mandò tutti i suoi comandanti di grado più alto fino all'ottavo miglio per accoglierlo. Ma lo stesso re procedette incontro al sommo pontefice Zaccaria e lo accompagnò all'interno della città con grande gioia e massimo rispetto. Dopo essersi assisi ambedue nella chiesa del Beato Valentino.....colpito dalle sante parole persuasive di costui [papa Zaccaria] il re longobardo restituì al pontefice le città che aveva tolto ai Romani. |''Pauli Continuationes, III '', 9-18| Veniens itaque ad civitatem Interamnis, ubi tunc dictus rex cum suis exercitibus erat, cum rex audiret eius adventum, omnes duces exercituum suorum maiores usque ad octo miliaria misit obviam illi. Sed et ipse rex usque ad medium miliare processit obvia Zachariae summo pontifice, illumque cum gaudio magno et summa reverentia intra civitatem suscepit. Cumque in ecclesia beati valentini ambo consedissent.....huius autem sanctis persuasionibus compunctus rex langobardus, ad mandatum pontificis civitates, quas Romanis abstulerat, restituit. | lingua = la}}
Invase quindi l'[[Esarcato d'Italia|Esarcato]], occupò [[Cesena]] e assediò [[Ravenna]]. Zaccaria intervenne tuttavia come mediatore e, appellandosi alla religiosità del sovrano, indusse Liutprando a conservare lo ''status quo''<ref name="DBI"/>.
==== L'opposizione interna ====
Nonostante il largo seguito di cui godeva tra il suo popolo, Liutprando fu oggetto di diversi attacchi personali. All'inizio del suo regno scampò miracolosamente a un attentato ordito da un suo parente, Rotari.
Nel [[732]], dopo la morte del [[Ducato di Benevento|duca di Benevento]] [[Romualdo II di Benevento|Romualdo II]] (
Altre minacce alla sua opera di consolidamento del potere centrale gli vennero dal potente [[Ducato del Friuli|duca del Friuli]], [[Pemmone]]. Negli anni Trenta sfruttò una contesa che opponeva il duca al [[Patriarcato di Aquileia|patriarca di Aquileia]] Callisto, per deporre Pemmone e sostituirlo con il fedele [[Rachis]], nipote del re ([[737]]).
Nel [[739]], un'altra rivolta del [[Ducato di Spoleto|duca di Spoleto]], [[
Liutprando non accettò un simile ridimensionamento della sua opera unificatrice e tornò ad attaccare [[Ravenna]], devastando l'[[Esarcato d'Italia|Esarcato]] e il [[ducato romano]]. Nel [[741]], quando preparava un nuovo attacco a [[Roma]], [[papa Gregorio III]] morì e il suo successore, [[Papa Zaccaria|Zaccaria]], abbandonò [[
==== La politica religiosa e la
{{vedi anche|Donazione di Sutri}}
Definiva se stesso ''re cattolico'' e i Longobardi ''popolo cattolico'' e si adoperò per il rafforzamento della [[Chiesa cattolica|Chiesa]]<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/39736742/F_Dell_Acqua_C_Gantner_Resenting_Iconoclasm_Its_Early_Reception_in_Italy_through_an_Inscription_from_Corteolona_in_Medieval_Worlds_9_1_2019_160_86_The_final_publication_is_available_at_Medieval_Worlds_via_http_dx_doi_org_10_1553_medievalworlds_no9_2019s160_|titolo=Resenting Iconoclasm. Its Early Reception in Italy through an Inscription from Corteolona}}</ref>. Accanto all'attività legislativa, favorì il consolidamento delle strutture ecclesiastiche. Istituì la [[diocesi di Ceneda]] trasferendola da [[diocesi di Oderzo|Oderzo]] e si propose come mediatore nei conflitti che opponevano, in [[Toscana]], quella di [[Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino|Siena]] ad [[Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro|Arezzo]] e quella di [[Arcidiocesi di Lucca|Lucca]] a [[Diocesi di Pistoia|Pistoia]].
[[File:Epigrafe di re Liutprando rinvenuta all'interno della cripta del duomo di Pavia nel 2018.jpg|miniatura|Frammento dell'[[Epigrafia longobarda|epigrafe]] del re rinvenuta all'interno della cripta del [[duomo di Pavia]] nel 2018.]]
Fu il primo re longobardo ad avere una cappella palatina, dove ogni giorno veniva tenuto il servizio divino. Istituì chiese e monasteri; fondò quello di [[San Pietro in Ciel d'Oro]] a [[Pavia]] e sostenne quello del [[Monte Bardone]]. La religione cattolica divenne un nuovo elemento di coesione del regno, essendo ormai la fede comune tanto dei dominatori longobardi quanto dei sudditi romanici.
Nel [[728]], nel quadro della sua campagna espansionista ai danni dei domini [[Impero bizantino|bizantini]], occupò le fortificazioni di [[Sutri]], nella parte settentrionale del [[ducato romano]]. Dopo cinque mesi, e in seguito alle pressanti insistenze del [[Papa Gregorio II]], donò il borgo e alcuni castelli "agli apostoli [[San Pietro apostolo|Pietro]] e [[Paolo di Tarso|Paolo]]". Si trattava del primo nucleo del potere territoriale della [[Chiesa cattolica]], passato alla storia come [[Donazione di Sutri]]<ref name="treccani.it">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/gregorio-iii-papa-santo_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=GREGORIO III, papa, santo}}</ref>.
==== La politica estera ====
Dopo la morte di [[Pertarito]] i sovrani longobardi avevano dedicato scarse attenzioni alle relazioni con gli altri regni europei. Liutprando, al contrario, già prima di salire al trono aveva maturato ampia esperienza sia del [[Ducato di Baviera]], sia del regno [[Franchi|franco]]. Una volta salito sul trono, intervenne - unico tra i sovrani longobardi - più volte nelle vicende politiche europee, mirando soprattutto a mantenere un equilibrio di pace - ma che lo vedeva comunque protagonista - con i popoli confinanti (Franchi e [[Avari]]).
Nel [[717]] intervenne nei contrasti interni della [[Baviera]], sostenendo il fratello di sua moglie Guntrude, Ucberto, anche occupando alcune fortificazioni di confine nel territorio di [[Merano]].
Con il regno dei [[Franchi]], nominalmente governato dai [[Merovingi]] ma di fatto dai [[Maggiordomo di palazzo|maggiordomi di palazzo]] [[Carolingi]], i rapporti
Il legame con [[
Nel [[738]] Liutprando sostenne nuovamente [[
[[File:0495 - Pavia - S. Pietro - Tomba di Liutprando - Foto Giovanni Dall'Orto, Oct 17 2009.jpg|thumb|upright=1.2|La tomba tradizionalmente attribuita a Liutprando nella [[Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro]] a [[Pavia]]]]
I vantaggi dell'alleanza con i Carolingi, allora in piena ascesa, si videro immediatamente: nel [[739]], nel quadro delle azioni di Liutprando per affermare il proprio potere anche nel centro Italia, l'esercito longobardo saccheggiò il [[ducato romano]] e occupò varie roccaforti. [[Papa Gregorio III]] invocò l'aiuto di [[Carlo Martello]] offrendogli la sovranità sui domini bizantini in Italia, che avrebbe dichiarato decaduti<ref name="treccani.it" />. Ma il [[maggiordomo di palazzo]] franco non rispose all'appello.
==== Il mecenatismo ====
{{vedi anche|Rinascenza liutprandea}}
Legato al suo nome è il cosiddetto periodo della "[[Rinascenza liutprandea]]", momento di confronto dell'[[arte longobarda]] con i modelli classici romani, che produsse alcuni capolavori<ref name="Betti">{{Cita|Betti}}.</ref>; per esempio, a [[Cividale del Friuli]], il ''[[Tempietto Longobardo]]'' o il [[Frammento di pluteo con testa di agnello|frammento di pluteo con testa d'agnello]] e i ''[[Plutei di Teodote|plutei di Santa Maria Teodote]]'' a [[Pavia]]<ref>{{Cita web|url=http://www.monasteriimperialipavia.it/pavia-citta-regia/|titolo=Pavia città Regia}}</ref>.
[[File:Tempietto longobardo, stucchi del 760 circa, sante martiri e monache 03.jpg|thumb|right|300px|Due statue del [[Tempietto longobardo]] di [[Cividale del Friuli|Cividale]], raffiguranti sante oppure nobildonne longobarde (nella Cappella Palatina<ref>[https://www.tempiettolongobardo.it/it/tempietto_longobardo_cappella_palatina Figure femminili della Cappella Palatina]</ref> voluta dal mecenate Liutprando)]]
Liutprando, a partire dal 729, fece realizzare un sontuoso [[Palazzo Reale (Corteolona)|palazzo]] a [[Corteolona]], lungo l'[[Olona]] nella campagna [[Pavese (territorio)|pavese]], a circa 18 chilometri più ad est del [[Palazzo Reale (Pavia)|palazzo Reale]] e il vicino [[monastero di Santa Cristina]]. Il palazzo, nel quale soggiornarono re e imperatori fino al X secolo, era dotato di terme e di una chiesa, dedicata a Sant'Anastasio, presso la quale il sovrano istituì un monastero<ref name="Betti"/>.
=== La morte ===
Morì nel gennaio [[744]] e il suo corpo venne seppellito nella chiesa di Sant'Adriano a [[Pavia]]<ref name=":0">{{Cita web|url=https://santagostinopavia.wordpress.com/la-basilica/la-tomba-di-liutprando/|titolo=La tomba di Liutprando|sito=La tomba di sant'Agostino - Pavia|data=2010-08-25|lingua=it-IT|accesso=2019-02-26}}</ref><ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=Paolo de Vingo|titolo=Le forme di rappresentazione del potere e le ritualità funerarie aristocratiche nel regno longobardo in Italia settentrionale|rivista=Acta Archeologica Academiae Scientiarum Hungaricae, 2012|numero=63}}</ref>. Ad oggi non si sa chi sia stato il fondatore della chiesa, ma venne in ogni caso trasformata nel mausoleo di famiglia dal padre Ansprando,<ref name=":1" /> una scelta forse condizionata dal legame topografico con la necropoli della [[chiesa di Santa Maria alle Pertiche]],<ref name=":1" /> la più antica area funeraria longobarda a Pavia.<ref name=":1" /> I due sovrani vennero spostati da Ulrico<ref name=":0" />, abate di Ciel d’Oro dal 1169 al 1193<ref name=":0" /> nella [[basilica di San Pietro in Ciel d'Oro]], a [[Pavia]], accanto al monastero che fu fatto costruire per custodirvi le reliquie di [[Agostino d'Ippona|sant'Agostino]], prese in [[Sardegna]] nel [[723]] per evitare il pericolo di profanazione da parte dei [[Saraceni]] e donate alla città di Pavia. Nel 2018 le ossa del sovrano sono state al centro di una ricerca bioarcheologica e genetica<ref>{{Cita web|url=https://www.monasteriimperialipavia.it/le-ossa-di-liutprando/|titolo=Le ossa di Liutprando|sito=Pavia e i monasteri imperiali|lingua=it-IT|accesso=2021-05-04}}</ref>. Le analisi hanno dimostrato che i resti appartenevano a tre individui di ceto elevato, dotati di una robusta muscolatura e che assumevano proteine, provenienti principalmente da carne e pesce, in misura maggiore rispetto al resto della popolazione, come hanno evidenziati i confronti con i reperti ossei provenienti da alcune necropoli di [[Regno longobardo|età longobarda]] rinvenute nell'[[Italia settentrionale]]. Di questi tre individui, due (un uomo di mezza età e uno più giovane) risalgono al VI secolo, mentre il terzo soggetto, morto intorno ai 40/50 anni, era contemporaneo di Liutprando: è quindi possibile che le ossa del terzo individuo possano appartenere al sovrano longobardo<ref>{{Cita web|url=https://mattioli1885journals.com/index.php/MedHistor/article/view/9293/9342|titolo=Exhumation and anthropological study of the skeletal remains attributed to Liutprand, King of the Lombards(c. 690-744 AD)}}</ref>. Nel 2018, durante alcuni lavori di restauro, fu rinvenuto un frammento dell'epigrafe del sovrano all'interno della cripta del [[duomo di Pavia]]<ref>{{Cita libro|autore=Fabio Besostri|curatore=Saverio Lomartire|curatore2=Maria Teresa Mazzilli Savini|titolo=Un'epigrafe longobarda nella cripta del Duomo di Pavia|anno=2021|editore=Cisalpino|città=Milano|lingua=It|pp=125-130|opera=Sepolture di re longobardi e monasteri imperiali a Pavia. Studi, restauri, scavi|ISBN=978-88-205-1136-4}}</ref>.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
;Fonti primarie
* {{Cita libro|titolo=Leges Liutprandi regis|url=https://www.dmgh.de/mgh_ll_4/index.htm#page/96/mode/1up|edizione=edente [[Friedrich Bluhme|Friderico Bluhme]]|lingua=la|postscript=nessuno|cid=Bluhme}}, in {{Cita libro|titolo=[[Monumenta Germaniae Historica|Monumenta Germaniae Historica inde ab anno Christi quingentesimo usque ad annum millesimum et quingentesimum]]. Leges|volume=4|città=Hannoverae|editore=impensis bibliopolii aulici Hahniani|anno=1868|pp=96-182}}
* [[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'' (''Storia dei Longobardi'', Lorenzo Valla/Mondadori, Milano 1992)
* {{DBI|nome=LIUTPRANDO, re dei Longobardi|nomeurl=re-dei-longobardi-liutprando|autore=Luigi Andrea Berto|volume=65|anno=2005|cid=Berto}}
* {{Treccani|liutprando_(Enciclopedia-dell'-Arte-Medievale)|LIUTPRANDO|autore=Fabio Betti|volume=7|data=1996|cid=Betti}}
* {{Cita libro|autore=[[Jörg Jarnut]]|titolo=Storia dei Longobardi|traduttore=Paola Guglielmotti|città=Torino|editore=Einaudi|anno=1995|annooriginale=1982|isbn=88-06-13658-5}}
* Sergio Rovagnati, ''I Longobardi'', Milano, Xenia, 2003. ISBN 88-7273-484-3
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
*{{cita web | 1 = http://www.liutprand.it/liutprando.htm | 2 = La leggenda | accesso = 6 aprile 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071209051710/http://www.liutprand.it/liutprando.htm | dataarchivio = 9 dicembre 2007 | urlmorto = sì }}
*{{cita web|http://www.roth37.it/COINS/Longo/liutprando.html|Biografia di Liutprando}}
*{{cita web|url=http://www.30giorni.it/it/supplemento_articolo.asp?id=9935|titolo=Il riscatto delle reliquie di S. Agostino|accesso=13 febbraio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070929090941/http://www.30giorni.it/it/supplemento_articolo.asp?id=9935|dataarchivio=29 settembre 2007|urlmorto=sì}}
{{Box successione|tipologia = regnante|carica=[[Sovrani longobardi|Re dei Longobardi]]|immagine=Corona ferrea.png|periodo = [[712]] – [[744]]|precedente = [[Ansprando]]|successivo = [[Ildebrando]]}}
{{Re longobardi}}
{{Re d'Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Longobardi}}
[[Categoria:Re dei Longobardi]]
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