Economia della Repubblica Democratica Tedesca: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Zona di occupazione sovietica}}Ciascuna potenza alleata assunse il pieno controllo delle rispettive [[zone di occupazione della Germania]] a partire dal giugno del 1945. Gli Alleati adottarono una politica comune, incentrata sulla [[denazificazione]] del territorio, per gettare le basi di un futuro stato tedesco democratico.
 
Tuttavia, già dal 1946, le zone occidentali e sovietiche presero strade divergenti sul piano economico. Nella zona sovietica, la [[produttività totale dei fattori]] risultava inferiore rispetto a quella occidentale. Durante la guerra, l'industrializzazione aveva favorito principalmente l'economia orientale, che subì danni meno gravi rispetto a Ovest.<ref name="ritschl14" /> Nonostante ciò, entro il 1948, le aree occidentali avevano raggiunto un livello di prosperità significativamente superiore.<ref name="ritschl14">{{Cita pubblicazione|autore=A. Ritschl|data=17 aprile 2014|titolo=The roots of economic failure: what explains East Germany's falling behind between 1945 and 1950?|rivista=European Review of Economic History|volume=18|numero=2|pp=166-184166–184|lingua=en|doi=10.1093/ereh/heu004|url=https://academic.oup.com/ereh/article-abstract/18/2/166/405398?redirectedFrom=fulltext|autore2=T. Vonyo}}</ref>
 
Le ragioni del ritardo economico della Germania orientale erano molteplici. Mentre ingenti somme di denaro, principalmente provenienti dagli [[Stati Uniti d'America]], venivano investite nella [[Germania Ovest]], l'[[Unione Sovietica]] non solo non finanziò l'economia della sua zona d'occupazione, ma utilizzò le risorse locali per coprire i costi delle riparazioni e dell'occupazione. Tra il 1946 e il 1953, il costo complessivo delle riparazioni, dirette e indirette, sostenuto dalla [[Germania Est]] ammontò a 14&nbsp;miliardi&nbsp;$ (cambio del 1938).<ref>{{Cita|Berghoff e Balbier|p. 19}}.</ref>
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Al plenum del SED del luglio 1956, fu confermata la leadership di [[Walter Ulbricht]].
 
Il regime annunciò lo sviluppo del settore dell'[[energia nucleare]], e nel 1957 venne attivato il primo reattore nucleare della RDT.<ref>{{Cita|Burant 1988|pp. 47-4847–48}}.</ref> Contestualmente, le quote di produzione industriale vennero incrementate del 55%, con un rinnovato focus sull'industria pesante.<ref name=":5">{{Cita|Burant 1988|p. 48}}.</ref> In politica estera, strinse accordi di cooperazione economica all'interno del [[blocco orientale]] con [[Repubblica Popolare di Polonia|Polonia]], [[Repubblica Socialista Cecoslovacca|Cecoslovacchia]], [[Repubblica Popolare d'Ungheria|Ungheria]] e [[Repubblica Popolare di Bulgaria|Bulgaria]].<ref name=":14" />
 
Il piano quinquennale intensificò la collettivizzazione agricola e accelerò la completa nazionalizzazione del settore industriale.<ref name=":5" /> Nel 1958, l’agricoltura della RDT era composta principalmente da 750&nbsp;000 fattorie private, che coprivano il 70% delle terre coltivabili, e da sole 6&nbsp;000 fattorie collettive.<ref name=":5" /> Tra il 1958 e il 1959, il SED stabilì delle quote per i contadini privati e inviò gruppi nei villaggi per promuovere la collettivizzazione volontaria. Tuttavia, nei mesi di novembre e dicembre 1959, la [[Stasi]] arrestò alcuni contadini che si opponevano al processo.<ref name=":5" />
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La crescita industriale annuale iniziò a diminuire costantemente dopo il 1959. In risposta, l'Unione Sovietica raccomandò alla Germania Est di adottare le riforme proposte dall'economista sovietico [[Ovsij Liberman]], sostenitore del principio di redditività e dell'introduzione di elementi di mercato nelle economie socialiste.<ref name=":5" />
 
Il VI Congresso del SED, tenutosi nel gennaio 1963, adottò il Programma del partito per la costruzione globale del socialismo e tracciò un piano di sviluppo dell’economia nazionale fino al 1970, con l’obiettivo di affrontare questioni fondamentali di natura scientifica, tecnica, economica e sociale.<ref name=":14" /> Il premier e segretario [[Walter Ulbricht]] applicò quindi le teorie di Liberman introducendo il [[Nuovo sistema economico di pianificazione e gestione]] (''Neues Ökonomisches System der Planung und Leitung'', abbreviato in NÖS o NÖSPL), un programma di riforme volto a decentralizzare parzialmente il processo decisionale e a integrare criteri di mercato e produttività. L'obiettivo era quello di rendere il sistema economico più efficiente e trasformare la RDT in una potenza industriale.<ref>{{Cita|Burant 1988|pp. 48-4948–49}}.</ref>
 
Con il NÖS, la pianificazione centrale continuava a fissare gli obiettivi generali di sviluppo, ma il potere decisionale venne in parte trasferito dalle autorità centrali — come la Commissione per la pianificazione e il Consiglio economico del popolo — alle organizzazioni affiliate all'Associazione delle Aziende del Popolo (''Vereinigungen Volkseigener Betriebe'', VVB), al fine di favorire la specializzazione nei diversi settori produttivi.<ref name=":6">{{Cita|Burant 1988|p. 49}}.</ref> Le VVB, pur vincolate a quote di produzione stabilite centralmente, gestivano in autonomia le finanze interne, le tecnologie, l'allocazione della manodopera e delle risorse. Agivano anche da intermediarie, sintetizzando e trasmettendo dati e raccomandazioni dalle VEB. Il sistema prevedeva che le decisioni produttive fossero guidate dalla redditività, che i salari riflettessero la produttività e che i prezzi fossero determinati secondo la domanda e l'offerta.<ref name=":6" />
 
Il NÖS favorì l'emergere di una nuova élite di politici ed economisti. Nel 1963, Ulbricht introdusse una nuova linea politica per l'accesso ai vertici del SED, aprendo il [[Politbüro]] e il [[Comitato centrale]] ai giovani iscritti con un'istruzione superiore rispetto ai predecessori e con competenze tecniche e gestionali.<ref>{{Cita|Burant 1988|pp. 49-5049–50}}.</ref> Questa svolta portò alla formazione di fazioni all'interno del partito, tra cui una nuova componente [[Tecnocrazia|tecnocratica]]. L'enfasi posta sulla professionalizzazione modificò la composizione del partito: nel 1967, oltre 250&nbsp;000 iscritti (il 14% su 1,8 milioni) avevano completato gli studi universitari, tecnici o commerciali.<ref name=":7">{{Cita|Burant 1988|p. 50}}.</ref>
 
L'importanza data alle competenze tecniche permise alla nuova élite tecnocratica di accedere ai vertici della burocrazia, precedentemente dominati da politici ideologicamente ortodossi. I dirigenti delle VVB venivano selezionati principalmente per merito professionale, più che per adesione ideologica.<ref name=":7" /> Anche nelle singole imprese aumentò la domanda di personale qualificato: Il SED indirizzò l’istruzione verso le scienze applicate e la gestione, rendendola un mezzo per l’avanzamento sociale, l’accesso a benefici materiali e il miglioramento delle condizioni di vita. Tra il 1964 e il 1967, gli stipendi crebbero e aumentò la disponibilità di beni di consumo, compresi articoli di lusso.<ref name=":7" />
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I risultati della riforma si rivelarono inferiori alle aspettative del partito, poiché la crescita fu trainata principalmente dall'aumento degli investimenti, piuttosto che dall'efficacia del nuovo sistema di controllo.<ref name=":1">{{Cita|Berghoff e Balbier|p. 30}}.</ref> Nell'aprile 1967, il VII Congresso del SED definì un nuovo piano per la costruzione del socialismo e venne introdotto il [[Sistema economico del socialismo]] (''Ökonomische System des Sozialismus''), che individuava i settori strategici prioritari nell'accesso a fondi e risorse.<ref name=":14" /><ref name=":1" /><ref name=":8">{{Cita|Burant 1988|p. 51}}.</ref><ref>{{Cita web|lingua=de|url=https://library.fes.de/FDGB-Lexikon/texte/sachteil/o/%25D6konomisches_System_des_Sozialismus_(%25D6SS).html|titolo=Ökonomisches System des Sozialismus (ÖSS)|sito=FDGB-Lexikon|accesso=2025-05-01|urlarchivio=http://web.archive.org/web/20240715153705/http://library.fes.de/FDGB-Lexikon/texte/sachteil/o/%D6konomisches_System_des_Sozialismus_(%D6SS).html|dataarchivio=2024-07-15}}</ref> Inizialmente, questi settori comprendevano l’industria chimica, ingegneristica ed elettronica, ma a seguito delle pressioni esercitate dalle imprese per includere altri progetti strategici, l’elenco si ampliò.<ref>{{Cita|Berghoff e Balbier|p. 31}}.</ref> Furono costituite partnership industriali integrate verticalmente per coordinare le filiere produttive nei settori chiave, mentre vennero reintrodotti sussidi per ridurre i costi e accelerare la crescita nei settori favoriti.<ref name=":8" /> Il piano annuale del 1968 stabilì quote di produzione nei settori determinanti superiori del 2,6% rispetto agli altri, e obiettivi ancora più ambiziosi furono fissati per l’alta tecnologia nel biennio 1969–1970. Il Sistema Economico del Socialismo verrà dismesso nel 1970.<ref name=":8" /> Ciò indebolì la posizione di Ulbricht all'interno del partito.<ref name=":8" />
 
Nel frattempo, verso la fine degli anni Sessanta, la scoperta del [[giacimento di gas naturale di Altmark]] aprì nuove opportunità commerciali con l’estero e contribuì a un significativo incremento delle entrate in valuta estera per lo Stato.<ref>{{Cita|Berghoff e Balbier|pp. 89-9089–90}}.</ref> Nel novembre 1970, fu stipulato un nuovo accordo commerciale tra l'Unione Sovietica e la RDT per il quinquennio 1971-1975, con un fatturato complessivo previsto superiore a 22 miliardi di rubli.<ref name=":14" />
 
===Anni Settanta===
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Nel giugno 1971, le relazioni economiche e commerciali della RDT si estendevano a oltre 100 Paesi, tra cui molti paesi in via di sviluppo.<ref name=":14" /> I principali partner commerciali restavano i Paesi socialisti, in particolare l’Unione Sovietica.<ref name=":14" /> La RDT dipendeva in larga misura dalle importazioni per coprire il proprio fabbisogno di materie prime: il 90% del petrolio e del minerale di ferro, il 40% dell’acciaio laminato, il 70% dello zinco, il 60% dell’alluminio primario e del piombo, il 40% del legname e l’85% del cotone.<ref name=":14" />[[File:KaffeeMix.jpg|sinistra|miniatura|197x197px|La miscela tedesca orientale ''Kaffee Mix'' costituita al 51% da caffè, prodotto a causa delle carenze]]
Il neo eletto segretario [[Erich Honecker]] introdusse il [[Compito principale|Compito]] [[Compito principale|principale]] (''Hauptaufgabe''), che definì la politica nazionale del decennio, riaffermando il [[marxismo-leninismo]] e la lotta di classe internazionalista.<ref name=":9">{{Cita|Burant 1988|p. 52}}.</ref> Il SED lanciò una vasta campagna di propaganda per rafforzare il sostegno al socialismo filo-sovietico e rilanciare la centralità del lavoratore. La politica mantenne come obiettivo lo sviluppo industriale, ma sempre all'interno della pianificazione statale.<ref name=":9" /> Con il "socialismo di consumo" (''Konsumsozialismus''), parte integrante del Compito principale, si puntò a soddisfare i bisogni materiali della classe operaia, intervenendo su salari e ampliando la disponibilità di beni di consumo.<ref name=":9" />
 
Il regime accelerò la costruzione di nuove abitazioni e la ristrutturazione di quelle esistenti, destinando il 60% degli alloggi alle famiglie operaie. Gli affitti, fortemente sussidiati, restavano molto bassi.<ref name=":10">{{Cita|Burant 1988|p. 53}}.</ref> Considerando che le donne rappresentavano il 50% della forza lavoro, furono aperti nuovi asili e introdotti congedi di maternità retribuiti da sei mesi a un anno. Anche le pensioni annuali furono aumentate.<ref name=":10" />
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Nel 1972, le ultime piccole e medie imprese private ancora parzialmente indipendenti furono nazionalizzate.<ref>{{Cita|Berghoff e Balbier|p. 33}}.</ref> L'anno successivo, Honecker comunicò con orgoglio il risultato al nuovo leader sovietico [[Leonid Brežnev]]. In alcuni casi, i vecchi proprietari rimasero alla guida delle aziende, ma in qualità di direttori stipendiati dallo Stato, con una perdita di efficienza. Imprese che avevano mostrato capacità di iniziativa, reattività al mercato e che generavano valuta forte furono sottoposte alla pianificazione e al controllo statale, malgrado la stagnazione economica.
 
Negli anni Settanta, l’aumento globale dei prezzi al consumo colpì anche la RDT, sebbene con ritardo a causa della politica dei prezzi del Comecon.<ref>{{Cita|Berghoff e Balbier|pp. 34-3534–35}}.</ref> Il caffè, bene molto richiesto, divenne un problema strategico per via della necessità di importarlo con valuta forte. Il forte rincaro del caffè tra il 1976 e il 1977 quadruplicò i costi di importazione, causando la cosiddetta “[[Crisi del caffè della Repubblica Democratica Tedesca|crisi del caffè]]”. In risposta, il Politbüro ritirò molti marchi di qualità, limitandone l’uso nella ristorazione e negli uffici pubblici, e introdusse la ''Mischkaffee'' (o ''Kaffee-Mix''), una miscela composta per il 51% da caffè e per il 49% da additivi come [[Cichorium intybus|cicoria]], [[Secale cereale|segale]] e [[Barbabietola da zucchero|barbabietole da zucchero]], ampiamente criticata per il gusto sgradevole.
 
La crisi si risolse dopo il 1978, con la discesa dei prezzi internazionali e l’aumento dell’importazione grazie a un accordo con il [[Vietnam]].
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[[File:Bundesarchiv Bild 183-1987-0213-002, Trostadt, Poltern von Bruchholz.jpg|thumb|[[Suhl]], 1987: Cooperativa di boscaioli raccoglie la legna dalle foreste della [[Turingia]]. ]]Il crescente debito estero della RDT divenne fonte di instabilità. Dopo la bancarotta della [[Repubblica Popolare di Polonia|Polonia]], i paesi occidentali imposero un boicottaggio finanziario ai membri del blocco orientale, inclusa la Germania Est.<ref name="B35">{{Cita|Berghoff e Balbier|p. 35}}.</ref> Anche la vendita di petrolio grezzo sovietico, una delle principali fonti di valuta forte, divenne meno redditizia a causa dei mutamenti del mercato globale.<ref name="B35" /> La carenza di investimenti nella ricerca e nella produzione di beni di consumo rese i prodotti della RDT meno competitivi sui mercati occidentali, aumentando la dipendenza economica dall'Unione Sovietica.<ref name="B35" />
 
Nel 1989, il rapporto debito/PIL raggiunse il 20%, un livello ancora gestibile ma sostenuto solo grazie alla capacità della RDT di esportare beni in occidente e ottenere valuta forte per ripagare i debiti.<ref>{{Cita|Berghoff e Balbier|pp. 37-3837–38}}.</ref> Nell'ottobre dello stesso anno, un documento del Politbüro (lo ''Schürer-Papier'') stimava che, per mantenere la stabilità del debito, il surplus delle esportazioni avrebbe dovuto passare da 2 miliardi di marchi nel 1990 a oltre 11 miliardi nel 1995, obiettivo ritenuto difficilmente raggiungibile senza sforzi straordinari, soprattutto in un contesto politico ormai instabile.[[File:Cheque east germany.jpg|thumb|Assegno della RDT emesso nel 1988.|sinistra]]Gran parte del debito era stato accumulato nel tentativo di affrontare i problemi economici importando componenti, tecnologie e materie prime, e al contempo mantenere gli standard di vita tramite l’importazione di beni di consumo. Nonostante ciò, la RDT restava competitiva a livello internazionale in settori come l’ingegneria meccanica e le tecnologie di stampa.
 
Un altro fattore rilevante fu la perdita di una fonte stabile di valuta forte derivante dalla rivendita all'estero del petrolio sovietico, che fino al 1981 era fornito a prezzi inferiori rispetto al mercato mondiale. La fine di questo vantaggio compromise ulteriormente le entrate in valuta pregiata, contribuendo a un rallentamento evidente nel miglioramento delle condizioni di vita.
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A parte alcuni piccoli appezzamenti privati a gestione familiare, l’agricoltura era stata interamente [[Collettivizzazione|collettivizzata]] dopo la seconda guerra mondiale.<ref name=":11" /> Al 1º luglio 1954, si contavano 4.974 fattorie collettive, con 147.000 membri, che coltivavano il 15,7% delle terre arabili. Le fattorie collettive godevano di un'autonomia formale e avevano un'importanza maggiore rispetto alle normali fattorie statali,<ref name=":11" /> ma erano comunque subordinate al Consiglio dei Ministri tramite il Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e dell’Alimentazione. Nel 1984 occupavano circa l'85,8% della superficie agricola totale, mentre le aziende agricole statali ne detenevano solo il 7%.<ref name=":12">{{Cita|Burant 1988|p. 139}}.</ref> Gli altri terreni del settore agricolo socialista, che nel 1984 costituivano il 95% dei terreni totali, erano detenuti da cooperative orticole e da varie altre unità specializzate.<ref name=":12" /> Un articolato sistema di relazioni legava le fattorie ad altre cooperative e alle industrie di trasformazione dei prodotti agricoli.
 
Esistevano tre tipi di aziende agricole collettive, il tipo I, II e III: nelle aziende agricole di tipo I, solo i terreni arati dovevano essere utilizzati collettivamente mentre tutte le altre terre e risorse produttive venivano lasciate all'uso individuale dei membri.<ref name=":12" /> Nelle fattorie di tipo II, tutti i terreni agricoli venivano utilizzati collettivamente, tranne i piccoli appezzamenti privati tenuti da ogni famiglia, che doveva però cedere tutti i macchinari e le attrezzature necessarie.<ref name=":12" /> Le aziende agricole di tipo III erano completamente collettivizzate: tutte le risorse produttive (compresi i terreni arati, le foreste, i prati, le risorse idriche, i macchinari e gli immobili), ad eccezione di piccoli appezzamenti privati e di alcuni capi di bestiame, venivano utilizzate collettivamente.<ref name=":12" /> Per entrare a far parte di un collettivo di tipo III, un agricoltore doveva contribuire con beni - strutture, bestiame e macchinari - di un determinato valore, che diventavano proprietà dell'organizzazione.<ref name=":12" /> I membri il cui patrimonio non era sufficiente a soddisfare questo requisito potevano dare il loro contributo obbligatorio con il reddito guadagnato in un determinato periodo di tempo.<ref name=":12" /> I lavori sugli appezzamenti privati dovevano essere svolti solo in orario extra-lavorativo, e i proprietari di appezzamenti privati potevano venderli e lasciarli in eredità.<ref>{{Cita|Burant 1988|pp. 139-140139–140}}.</ref>
 
In tutte le fattorie collettive della Germania Est, la distribuzione del reddito residuo — dopo i contributi obbligatori a vari fondi specializzati — si basava sulla quantità di terra conferita da ciascun membro e sulla quantità di lavoro svolto per il collettivo.<ref name=":13">{{Cita|Burant 1988|p. 140}}.</ref> La proprietà terriera individuale restava garantita da una base giuridica: in caso di esproprio per usi industriali, i membri ricevevano un indennizzo.<ref name=":13" />
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==== Energia ed estrazione ====
La Germania Est disponeva di abbondanti risorse di [[lignite]], di cui era il maggior produttore mondiale,<ref>{{Cita|Burant 1988|pp. 136-137136–137}}.</ref> e copriva l'80% della produzione di energia elettrica nazionale.<ref name=":14" /> I principali giacimenti si trovavano nei [[Distretto di Cottbus|distretti di Cottbus]] e [[Distretto di Dresda (Repubblica Democratica Tedesca)|Dresda]], mentre altri depositi significativi erano localizzati nei distretti di [[Distretto di Halle|Halle]] e [[Distretto di Lipsia (Repubblica Democratica Tedesca)|Lipsia]]. Il solo giacimento di Cottbus rappresentava il 45% dell’estrazione di lignite e il 37% della produzione di energia elettrica.<ref name=":14" /> Nel 1985, la produzione di lignite grezza raggiunse i 312 milioni di tonnellate, in aumento rispetto ai 267 milioni di tonnellate del 1981, all'inizio del piano quinquennale.<ref name=":18">{{Cita|Burant 1988|p. 137}}.</ref> La lignite era impiegata soprattutto per alimentare le centrali termoelettriche, per la produzione di gas di carbone e come materia prima nell'industria chimica.
 
Altre risorse estratte includevano [[carbone fossile]] ([[Zwickau]]-[[Oelsnitz (Monti Metalliferi)|Oelsnitz]]), [[ferro]] ([[Harz]], [[Selva di Turingia]]), [[nichel]] ([[Glauchau]]), [[Stagno (elemento chimico)|stagno]], [[zinco]] e [[piombo]] ([[Monti Metalliferi]]), oltre all'[[uranio]] ([[Elbsandsteingebirge]]). I giacimenti di [[potassa]] si concentravano nella zona sud-occidentale e ai piedi dell’Harz. Era inoltre iniziata l’estrazione di petrolio a [[Stralsund]].<ref name=":14" /> I giacimenti di [[minerali ferrosi]] erano diffusi ma caratterizzati da filoni a basso tenore, che rendevano l’estrazione costosa e poco efficiente. Negli anni Ottanta, la produzione annuale di ferro risultava largamente insufficiente a coprire il fabbisogno industriale, costringendo la DDR a importarne consistenti quantità.<ref name=":18" /> Il Paese dipendeva inoltre quasi interamente dalle importazioni per il [[manganese]], il [[cromo]] e altre [[Ferrolega|ferroleghe]].<ref name=":18" /> Per sopperire alla limitata produzione nazionale, la Germania Est importava rilevanti volumi di metalli non ferrosi, principalmente dall’Unione Sovietica.<ref name=":18" />
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== Organizzazione ==
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1988-0126-018, Infografik, Rohholz für die Volkswirtschaft.jpg|thumb|Produzione del legname: da 7 milioni di metri cubi nel 1970 a 11 milioni nel 1990 (poster di [[propaganda]] del 1988).]]La principale forza direttiva dell’economia e dell’intera società della RDT era il [[Partito Socialista Unificato di Germania]] (SED), che esercitava formalmente la propria leadership attraverso i congressi del partito, durante i quali approvava i rapporti del segretario generale e adottava le linee guida per il successivo piano quinquennale.<ref>{{Cita|Burant 1988|pp. 123-124123–124}}.</ref> Un ruolo ancor più centrale era svolto dal [[Politbüro]], che supervisionava e orientava il processo economico in corso. Tuttavia, il suo intervento si concentrava sulle questioni generali o di maggiore rilevanza, poiché era impegnato anche nella gestione di altri ambiti fondamentali dello Stato.<ref name=":15" />
 
Il [[Consiglio dei ministri della Repubblica Democratica Tedesca|Consiglio dei ministri]] (''Ministerrat der DDR'') era l'organo esecutivo del Paese ed era responsabile della supervisione e del coordinamento di tutte le attività economiche.<ref name=":15" /> Alle sue dipendenze operava la Commissione di Stato della pianificazione (''Staatliche Plankommission''), che proponeva strategie economiche alternative, trasformava gli obiettivi generali stabiliti dal Consiglio in direttive per i singoli ministeri e coordinava i piani a breve, medio e lungo termine. Aveva inoltre il compito di mediare eventuali conflitti tra i ministeri.<ref name=":15" /> I ministeri, all'interno delle rispettive aree di competenza, avevano la responsabilità principale nella gestione dei settori economici specifici. Erano incaricati della pianificazione, dell’allocazione delle risorse, dello sviluppo, dell’introduzione di innovazioni e del raggiungimento degli obiettivi fissati nei propri piani.<ref name=":15" />
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== Economia informale ==
Molto più difficile da valutare, a causa della sua natura informale e non pubblicaufficiale, era l'importanzail diruolo quelladella parte del settore privato nota come lacosiddetta "seconda economia"., Ilovvero terminequell'insieme usato include tutte ledi attività economiche che avvenivanosi disvolgevano nascostoal dietrodi ilfuori del controllo e ladella sorveglianzasupervisione dellostatale. stato,Questo datafenomeno lacomprendeva loropratiche informalitàinformali o illegali e, illegalità.pur Questoessendo fenomenopoco hadocumentato, ricevutoattirò l'attenzionel’attenzione deglidi diversi economisti occidentali, molti dei quali sono convintiritenevano che abbiaavesse unaun certapeso importanzanon trascurabile nelle economie pianificate.<ref Nellaname=":21">{{Cita|Burant 1988|p. 128}}.</ref> Tuttavia, a metà degli anni Ottanta, tuttavia,le eraprove difficileconcrete ottenereerano delle provescarse e moltoper spessolo questepiù tendevanobasate adsu esseretestimonianze per la maggior parte degli aneddotianeddotiche.<ref name="countrystudy88:21">{{Cita libro|autore=Stephen R. Burant|titolo=East Germany: a country study|url=https://archive.org/details/eastgermanycount00bura_0|data=1988|pp=115-158}}</ref>
 
Queste irregolarità non apparivanoerano percepite come ununa minaccia maggiorsignificativa problemaper economicol’economia, tuttavia, la stampa tedescadella orientaleGermania Est riportava casiepisodi dilegati attivitàalla all'interno“seconda di una "seconda economia"economia” illegale, chedescrivendoli coinvolgevanocome "crimini“crimini contro la proprietà socialista"socialista” eo altrecome attività che erano "in“in conflitto e contraddizione con gli interessi e le richiesteesigenze della società", come un articolo descriveva la situazionesocietà”.<ref name="countrystudy88:21" />
 
Un esempio tipico di economia informale riguardava piccoli privati che offrivano beni o servizi in cambio di denaro, spesso per lavori occasionali.<ref name=":21" /> Una donna anziana, ad esempio, poteva pagare un ragazzo del quartiere per trasportarle del carbone, oppure ci si poteva rivolgere a un conoscente per riparare un orologio, sistemare l’automobile o riparare il bagno. Poiché considerate innocue, tali pratiche non attiravano particolare attenzione da parte del governo.<ref name=":21" />
=== Il mercato nero ed il baratto ===
Un esempio di attività economica informale era quella di piccoli privati che fornivano beni e servizi in cambio di denaro, molto spesso ingaggiati per lavori occasionali: una donna anziana, per esempio, avrebbe potuto pagare un ragazzo del quartiere per trasportare del carbone fino al suo appartamento, oppure si poteva assumere una conoscenza per aggiustare un orologio, mettere a punto un'automobile o riparare il bagno. Queste tipologie di lavori possono trovarsi in qualsiasi società, e date le carenze del settore terziario della RDT, avrebbero potuto essere più necessarie qui che in occidente. Dato che venivano considerate innocue, non erano soggette a nessun interesse del governo.<ref name="countrystudy88"/>
 
== Corruzione ==
Un'altraUn’altra attivitàpratica diffusa moltoe problematicapotenzialmente se non distruttivadannosa era la praticaquella di offrire una sommasomme di denaro extra oltre al prezzo diufficiale vendita alle persone cheper vendevanoottenere beni molto richiesti, oppure dandodi qualcosafornire diun specialebene “speciale” come unforma di pagamento parziale per i prodotti condi pochescarsa scorterepibiriltà, i cosiddetti ''Bückware'' (beni venduti "sotto banco"“sottobanco”).<ref Questename=":21" attività/> potevanoTali limitarsipratiche soltantopotevano nelassumere dareforme arelativamente qualcunoinnocue, come una ''Trinkgeld'' (mancia), ma potevanoin spingersialtri acasi daresi anchetrasformavano dellein ''Schmiergeld'' (tangenti) o adipendevano delleda ''Beziehungen'' (relazioni specialipersonali privilegiate).<ref name="countrystudy88:21" />
 
Le opinioni all'interno della RDTDDR variavanodifferivano insull'effettiva basegravità adel quanto fossero significativefenomeno, ma data la quantità di moneta in circolazione econsiderate le frequenti carenze di prodottibeni di lussoconsumo durevoli e di benilusso, diinsieme consumoall’elevata durevoli,circolazione ladi maggiormoneta, partemolti dellecittadini personesi eranosentivano occasionalmente tentatespinti a darericorrere a una "bustarella"tangente, soprattuttospecialmente per ottenere oggettiarticoli come ricambi per autoautomobili eo mobili.<ref name="countrystudy88:21" />
 
== Confronto con la Germania Ovest ==
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* {{Cita libro|autore=André Steiner|anno= 2010|titolo= The Plans that Failed: An Economic History of the GDR|editore= Berghahn Books|isbn= 978-1-84545-748-8|cid=Steiner}}
* {{Cita libro|autore=Jaap Sleifer|titolo=Planning ahead and falling behind : the East German economy in comparison with West Germany 1936-2002|url=https://www.worldcat.org/oclc/903958732|editore=Walter de Gruyter GmbH & Co KG|anno=2006|ISBN=9783050085395|cid=Sleifer}}
* {{Cita libro|autore=Peter Christian Ludz|autore2=Johannes Kuppe|titolo=DDR Handbuch|url=https://archive.org/details/ddrhandbuch0000unse|edizione=1|anno=1979|editore=Bundesministerium für innerdeutsche Beziehungen der BRD|città=Colonia|cid=Ludz e Kuppe 1979|ISBN=978-3-8046-8515-4}}
* {{Cita libro|autore=Vladimiro Giacché|titolo=Anschluss. L'annessione. L'unificazione della Germania e il futuro dell'Europa.|annooriginale=2014|anno=2019|editore=Diarkos|ISBN=9788832176377}}
* {{Cita libro|autore=Hans Modrow|titolo=La perestroika e la fine della DDR. Come sono andate veramente le cose|anno=2019|editore=Mimesis|ISBN=9788857557687}}
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* [[Nuovo sistema economico di pianificazione e gestione]]
* [[Consiglio di mutua assistenza economica]]
* [[Economia pianificata]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sull'}}
 
==Collegamenti esterni==
*[{{Cita web|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090221212745/http://www.osaarchivum.org/db/fa/300-3-1-1.htm |titolo=RFE/RL East German Subject Files: Industry] |sito=Open Society Archives|urlmorto=sì|url=http://www.osaarchivum.org/db/fa/300-3-1-1.htm|lingua=en, Budapestde}}
 
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