Strade romane: differenze tra le versioni

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Nel corso dei secoli il tracciato delle strade ha subito diverse modifiche, con variazioni di percorso e prolungamenti.<ref>{{Cita web|url=http://atlante.chelliana.it/alberese_vie.htm|titolo=Atlante Storico Topografico del Comune di Grosseto|sito=atlante.chelliana.it|accesso=21 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160623150355/http://atlante.chelliana.it/alberese_vie.htm|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Leggi e tradizioni di fornite viva i nabbozzi con la mitraglietta ===
Le prime regole per la costruzione e l’utilizzo delle strade vennero emanate fin dai tempi più antichi del periodo repubblicano. Le [[Leggi delle XII tavole|leggi delle Dodici tavole]], datate attorno al 450 a.C., specificavano le caratteristiche dimensionali delle strade, stabilendo che la larghezza non fosse inferiore a otto piedi (2,1 m) nei tratti rettilinei e di sedici (4,2 m) nelle curve<ref name="fasolo"/><ref>[https://www.unina.it/documents/11958/7736779/Salomone_01.pdf Testo delle XII tavole] su www.unina.it</ref> e per la prima volta indicavano diritti e limitazioni per il loro utilizzo.<ref name="fasolo"/> Queste erano le larghezze minime ma nella tarda repubblica larghezze di circa 12 piedi erano comuni per le strade pubbliche, tali da permettere senza interferenze il passaggio di due carri.<ref>{{cita libro|cognome=Laurence|nome=Ray|titolo=The roads of Roman Italy: mobility and cultural change|url=https://archive.org/details/roadsromanitalym00laur|anno=1999|editore=Routedge|isbn=978-0-415-16616-4|pp=[https://archive.org/details/roadsromanitalym00laur/page/n72 58]–59}}</ref>
La legge romana prevedeva delle servitù di passaggio, distinte in ''iter'' (diritto di transito a piedi), ''actus'' (diritto di condurre veicoli o animali) e ''via'' (combinazione di entrambe le servitù), che garantivano, a determinate condizioni, il diritto di transito su terreni privati.<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/servitu_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo=Servitù}}</ref>
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==== ''Viae glareatae'' ====
Le ''viae glareatae'', chiamate anche ''glarea strata'', erano strade in terra battuta con una superficie ricoperta da uno strato di [[ghiaia]] o sassi o talvolta con una pavimentazione in superficie posta su un sottofondo di ghiaia.<ref name="petrucci"/> Livio afferma che i censori del suo tempo furono i primi a commissionare la pavimentazione delle strade di Roma con pietre di selce, a posare la ghiaia sulle strade fuori città e a creare i marciapiedi rialzati ai lati.<ref>Graham, Alexander. Roman Africa; An Outline of the History of the Roman Occupation of North Africa, Based Chiefly Upon Inscriptions and Monumental Remains in That Country. London: Longmans, Green, and co, 1902. [https://archive.org/details/bub_gb_PT1CAAAAIAAJ/page/n106 Page 66].</ref> In queste strade, la superficie era indurita con ghiaia e i blocchi di pietra erano semplicemente adagiastiadagiati su un letto di pietrisco.<ref name="GBnREI">Great Britain, and Royal Engineers' Institute (Great Britain). Professional Papers of the Corps of Royal Engineers: Royal Engineer Institute, Occasional Papers. Chatham: Royal Engineer Institute, 1877. [https://books.google.com/books?id=Kup-AAAAMAAJ&pg=PA57 Page 57–92].</ref><ref name="thinkarchaeology42">[http://www.thinkarchaeology.net/42/ancient-roman-street-colleferro/archaeology-italy/#more-42 Ancient Roman Street re-emerges close to Colleferro] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131015181845/http://www.thinkarchaeology.net/42/ancient-roman-street-colleferro/archaeology-italy/#more-42 |date=15 ottobre 2013 }}. thinkarchaeology.net. October 10, 2007.</ref> Un esempio di questo tipo di strada si trova lungo la [[Via Prenestina]] e vicino alla [[Via Latina]].<ref name="thinkarchaeology42"/>
 
==== ''Viae terrenae'' ====
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* [[Via Minucia]] (110 a.C.): da [[Benevento]] a [[Brindisi]]; ad eccezione di alcune rettifiche o varianti di tracciato, il percorso sarà poi ricalcato (in epoca imperiale) dalla [[Via Traiana|via Appia Traiana]].
* [[Via Pompeia]] o Pompea ([[II secolo a.C.]]): da [[Messina]] a [[Siracusa]]<ref>[https://books.google.it/books/about/Via_Pompeia.html?id=3MWORAAACAAJ&redir_esc=y ''Via Pompeia: l'antico tracciato stradale tra Messina e Siracusa''], G. Sirena, [[Bonanno Editore]], 2011</ref>
* [[Via Capua-Regium|Via Popilia]] (132 a.C.): portava da [[Capua (città antica)|Capua]] fino a [[Reggio Calabria]]<ref name="TCI"/><ref>[{{Cita web |url=http://www.lavocedisantonofrio.it/2018/06/28/s-onofrio-amministrazione-comunale-lions-club-di-vibo-valentia-e-museo-presentano-il-cippo-miliare-romano-di-santonofrio/ |titolo="Il cippo miliare romano di Sant’Onofrio: La via Appia-Popilia del territorio di Valentia", su www.lavocedisantonofrio.it] |accesso=21 gennaio 2019 |dataarchivio=6 gennaio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190106010512/http://www.lavocedisantonofrio.it/2018/06/28/s-onofrio-amministrazione-comunale-lions-club-di-vibo-valentia-e-museo-presentano-il-cippo-miliare-romano-di-santonofrio/ |urlmorto=sì }}</ref>. In un'iscrizione commemorativa trovata a [[Polla]], nel [[Vallo di Diano]], il suo costruttore (che si ritiene fosse il console Popilio, sebbene non sia stato identificato con certezza), vanta di aver costruito lungo tutto il percorso (320 miglia) i ponti, le mansiones, le pietre miliari, ed associa la realizzazione di quest’opera alla riforma agraria.<ref name="TCI2"/>
* [[Via Traiana Calabra]], prolungamento della [[Via Traiana|via Appia Traiana]] da [[Brindisi]] a [[Otranto]]<ref>[https://bari.repubblica.it/cronaca/2010/12/08/news/via_traiana_dai_fasti_dellantichit_allabbandono_di_oggi-9961301/ "Il declino della Via Traiana dai fasti dell'antichità all'abbandono"], articolo su [[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] dell'8 dicembre 2010</ref>
* [[Via Valeria]] ([[II secolo a.C.]]), percorreva il litorale tirrenico della [[Sicilia]], da [[Messina]] a [[Lilibeo]]<ref name="TCI1"/>