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{{NN|scrittori|dicembre 2016}}
{{Citazione|Sin dall'infanzia, mi sembra d'aver sempre avuto, molto netto, il doppio sentimento che doveva dominarmi durante tutta la prima parte della mia vita: quello cioè di vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile.|Victor Serge, incipit dell'autobiografia ''Memorie di un rivoluzionario''}}
{{Bio
|Nome = Victor
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Victor fu avversario e testimone della presa del potere da parte di [[Iosif Stalin|Stalin]] e del «tradimento della rivoluzione» (''Da Lenin a Stalin. 1917-1937: Cronaca di una rivoluzione tradita''). Originariamente [[Anarchismo individuale|anarco-individualista]], si avvicinò gradualmente al [[marxismo]], entrando poi nel [[partito bolscevico]] al suo arrivo a [[Pietrogrado]], nel febbraio del [[1919]], ponendosi, in seguito
== Biografia ==
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Nel lungo periodo all'opposizione, non avendo la possibilità di partecipare apertamente alla vita politica, ricostruisce testimonianze utili della rivoluzione e inizia a lavorare come storico.
La creazione letteraria diventa per lui diretta prosecuzione con altri mezzi e in un contesto radicalmente mutato di un impegno politico, privilegiando la ricerca della verità: {{Citazione| la letteratura, se vuole compiere nella nostra epoca tutta la sua missione, non può chiudere gli occhi sui problemi interni della rivoluzione | Victor Serge, ''Letteratura e Rivoluzione''}}
Adotta tecniche di suddivisione dei testi, scritti in parti separate e subito mandate all'estero per essere ricomposte e pubblicate, per paura del sequestro del materiale. Del [[romanzo francese]] critica la banalità del dramma d'amore o di interesse, al massimo legato al contesto familiare, e indica questi romanzi come esempi da non seguire assolutamente. Il romanzo per Serge è uno strumento pedagogico, per la conservazione di una memoria storica al di fuori della quale non esiste possibilità di riscatto. Cerca negli anni ispirazione per la creazione di una tipologia di romanzo nuovo, ma subisce una doppia critica: all'estero da parte dell'intellighenzia borghese
Per la pubblicazione del suo primo romanzo, si presenta alle [[Edizioni letterarie della Libreria dello Stato]], il cui direttore era il suo vecchio amico [[Ionov]], che gli conferma che nessuno dei suoi libri verrà pubblicato perché non rientrano nella linea del partito. Durante la pubblicazione del suo secondo libro a [[Parigi]], pone il problema ad [[Averbach]], segretario generale dell'Associazione degli scrittori proletari, il quale gli assicura che le sue opere non verranno boicottate. Ma la [[Libreria di Leningrado]] proibisce le sue pubblicazioni. Serge, estenuato, pubblica a Parigi un librettino "Letteratura e Rivoluzione" in cui si scaglia contro il conformismo della cosiddetta letteratura proletaria. A seguito di questa pubblicazione il Comitato Centrale fa sciogliere le associazioni di scrittori.
Secondo Serge, "lo scrittore" dovrebbe avere un posto rilevante nelle lotte sociali: rinunciando al lato "artistico" (intento a tradurre il subconscio ed a seguire e valorizzare l'irrazionalità), dovrebbe invece privilegiare lo sviluppo di un'intelligenza politica razionale, creando personaggi che arricchiscano di valori e convinzioni, e che abbiano come scopo principale la comunicazione di questi alle masse.
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* Peter Sedgwick, ''The Unhappy Elitist: Victor Serge's Early Bolshevism'', "History Workshop", No. 17 (Spring, 1984), pp. 150–156
* Christopher Z. Hobson, ''Victor Serge (1890-1947)'', "Prairie Schooner", Vol. 62, No. 1 (Spring 1988), pp. 26–27
* Claudio Albertani, Il giovane Victor Serge (1890-1919). Ribellione e anarchia, Ghezzano, BFS edizioni, 2024
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