Papa Pio XII: differenze tra le versioni

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|stemma=C o a Pius XII.svg
|titolo=260º papa della Chiesa cattolica
|elezione=2 marzo [[1939]]
|incoronazione =12 marzo [[1939]]
|fine pontificato=9 ottobre [[1958]]<br /><small>({{Età e giorni|1939|3|2|1958|10|9}})</small>
|motto=''Opus iustitiae pax''
|cardinali=vedi [[Concistori di papa Pio XII]]
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|successore=[[papa Giovanni XXIII]]
|nome nascita=Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli
|data di nascita=2 marzo [[1876]]
|luogo di nascita=[[Roma]]
|ordinato=2 aprile [[1899]] dal [[Patriarca (cristianesimo)|patriarca]] [[Francesco di Paola Cassetta]] (poi [[cardinale]])
|nomarcivescovo=23 aprile [[1917]] da [[papa Benedetto XV]]
|arcconsacrato=13 maggio [[1917]] da [[papa Benedetto XV]]
|creato=16 dicembre [[1929]] da [[papa Pio XI]]
|data di morte={{Calcola età3|1958|10|9|1876|3|2}}
|luogo di morte=[[Castel Gandolfo]]
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|Attività3 = cardinale
|Nazionalità = italiano
|FineIncipit = è stato il 260º [[papa]] della [[Chiesa cattolica]] e [[monarchia|sovrano]]Diocesi dellodi [[Stato della Città del Vaticano]] dal [[1939]] alla sua morte. Nel [[1990]], a conclusione della prima faseRoma|vescovo di [[beatificazioneRoma]], ha ricevuto il titolo di [[servo di Diomonarchia|sovrano]]. Neldello [[2009]], a conclusioneStato della secondaCittà fase,del ha ricevuto il titolo di [[venerabileVaticano]], chedal ne2 attestamarzo l'eroicità1939 delle virtù per la Chiesa. La causa di canonizzazione è affidatafino alla [[Compagnia di Gesù]]morte
}}
Nel 1990, a conclusione della prima fase di [[beatificazione]], ha ricevuto il titolo di [[servo di Dio]]. Nel 2009, a conclusione della seconda fase, ha ricevuto il titolo di [[venerabile]], che ne attesta l'eroicità delle virtù per la Chiesa. La causa di canonizzazione è affidata alla [[Compagnia di Gesù]].
 
== Biografia ==
=== Nascita e studi ===
{{dx|[[File:Eugenio1882Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli (Pius XII), 1882.jpg|thumb|left|upright=0.5|Eugenio Pacelli a 6 anni, nel 1882]]}}
Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli dei Principi di Acquapendente nacque a [[Roma]] il 2 marzo 1876 da nobile famiglia, terzogenito dell'avvocato della [[Tribunale della Rota Romana|Sacra Rota]] [[Filippo Pacelli]] e di Virginia Graziosi (1844-1920).
 
La famiglia Pacelli si era guadagnata un posto di rilievo negli ambienti curiali nel periodo della [[Repubblica Romana (Risorgimento)|seconda Repubblica Romana]] (1848-1849), durante la quale il nonno di Eugenio, [[Marcantonio Pacelli]], avvocato rotale originario di [[Onano]] e cugino del futuro cardinale [[Prospero Caterini]], aveva seguito [[papa Pio IX]] nel suo esilio a [[Gaeta]], allora parte del [[Regno delle Due Sicilie]], guadagnandosi la fiducia del pontefice che, tornato in possesso del regno, lo aveva nominato vice ministro agli Interni. Marcantonio, insignito della nobiltà di [[Acquapendente]] e di [[Sant'Angelo in Vado]] nel 1853 e 1858, era rimasto in carica dal 1851 al 1870, fino alla [[Presa di Roma]], ed era stato nel 1861 tra i fondatori dell{{'}}''[[L'Osservatore Romano|Osservatore Romano]]''. Dal figlio di Marcantonio, Filippo, anch'esso avvocato rotale e poi decano degli avvocati, erano nati due maschi, [[Francesco Pacelli|Francesco]] ed Eugenio. La carriera legale del primogenito l'avrebbe portato nel 1929, per il suo ruolo fondamentale nella stipula dei [[Patti Lateranensi]], ad essere creato da [[Papa Pio XI|Pio XI]] Marchese e Nobile Romano; i Pacelli, con l'ascesa al papato di Eugenio, avrebbero infine ricevuto il titolo principesco da [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] nel 1941<ref>{{Cita libro|titolo=Libro d'Oro della Nobiltà Italiana|edizione=XXIV|data=2010-2014|editore=Collegio Araldico|città=Roma|pp=250-251|volume=XXX}}</ref>.
 
Eugenio sentì sin da piccolo la vocazione sacerdotale.: Parepare che nei momenti liberi amasse far finta di celebrare la [[messa]]. Determinante per la sua formazione fu l'influenza che ebbe, a partire dall'età di 8 anni, il reverendo [[Giuseppe Lais]], scienziato astronomo, discendente da una storica famiglia romana di origine sassone. Questi fu per molti anni precettore e mentore delin futuro Pio XII e in seguito insignito della medaglia d'oro pontificia da [[Papa Benedetto XV|Benedetto XV]].
 
Dopo le elementari, frequentate in una scuola privata cattolica, e la frequenza al [[Liceo classico Ennio Quirino Visconti|liceo di Stato "Ennio Quirino Visconti"]], Eugenio Pacelli entrò nel [[Almo collegio Capranica|Collegio Capranica]]. Dal 1894 al 1899 studiò [[teologia]] alla [[Pontificia Università Gregoriana|Gregoriana]]. Il 2 aprile 1899 (domenica di [[Pasqua]]) fu ordinato sacerdote per l'imposizione delle mani del vescovo [[Francesco di Paola Cassetta]]. Si addottorò in teologia nel 1901. Nel 1902 si laureò in [[giurisprudenza]] ''[[in utroque iure]]'', cioè sia in [[diritto civile]], sia in quello [[diritto canonico|canonico]]. Non ebbe mai modo di praticare l'avvocatura, al contrario del fratello maggiore Francesco, giurista per la Santa Sede e uno dei principali negoziatori dei Patti Lateranensi del 1929.
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Il 13 ottobre 1914 [[papa Benedetto XV]] nominò Gasparri [[Segretario di Stato (Santa Sede)|segretario di Stato]]. Pacelli ne fu il collaboratore principale sino alla sua [[Vescovo|ordinazione vescovile]], il 13 maggio 1917, lo stesso giorno della prima apparizione della [[Madonna di Fátima|Madonna a Fátima]]. Benedetto XV lo elevò in pari data alla dignità arcivescovile con il titolo di [[arcivescovo titolare|arcivescovo]] di [[Arcidiocesi di Sardi|Sardi]] ''in partibus'' nominandolo [[nunzio apostolico]] in [[Baviera]].
[[File:Bundesarchiv Bild 102-00535, Bamberg, 900 Jahr-Feier der Stadt.jpg|miniatura|Nel luglio 1924, in occasione del 900º anniversario della città di [[Bamberga]] in [[Baviera]], si svolse una grande processione alla presenza dell'ex principe ereditario [[Rupprecht di Baviera]], dell'ex re [[Ferdinando I di Bulgaria|Ferdinando di Bulgaria]], del [[Nunziatura apostolica in Germania|nunzio per l'intera Germania]] Pacelli, di tutti gli arcivescovi di Germania e di alti prelati e dignitari. Nella foto Pacelli prega per strada]]
Durante i dodici anni in Germania (1917-1929) l'arcivescovo Pacelli si avvicinò molto al mondo tedesco e conobbe bene la realtà politica della [[Repubblica di Weimar]]. Il 19 aprile 1919, nel corso della [[rivolta spartachista]], di ispirazione comunista, la nunziatura di [[Monaco di Baviera]] fu accerchiata da un gruppo di rivoluzionari, che intendevano farvi irruzione. Il leader del gruppo, Siedl, estrasse una pistola e la puntò al petto di Pacelli, il quale si era personalmente posto a difesa dell'entrata della nunziatura. Sebbene scosso, il nunzio non intendeva cedere, difeso dalla coraggiosa [[suora]] [[Germania|tedesca]] [[Pascalina Lehnert]], che si interpose tra i rivoluzionari e il medesimo. Siedl non se la sentì di andare avanti e ordinò agli spartachisti di ritirarsi<ref name="ReferenceC">''La Grande Storia''; puntata del 29 dicembre [[2006]] ''Pio XII Il Principe di Dio''.</ref>. Pacelli scriverà al riguardo: «Sono dei veri e propri russi bolscevichi».<ref name="ReferenceC"/>
 
Nel 1920 fu il primo a essere nominato [[Nunziatura apostolica in Germania|nunzio per l'intera Germania]] e si trasferì a [[Berlino]]. Nel 1925 fu nominato anche nunzio apostolico in [[Prussia]]. In tale doppia veste egli concluse i concordati con i Länder della [[Baviera]] (1924) e con la [[Prussia]] (1929). Dopo la ratifica parlamentare di tale atto lasciò la Germania richiamato a Roma dal Papa, per essere creato cardinale.<ref>Nazareno Padellaro, ''cit.'', p. 100</ref>
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[[File:Coat of arms of Eugenio Maria Pacelli.svg|thumb|left|Stemma cardinalizio di Eugenio Pacelli]]
[[File:Cardinale Pacelli in visita al Governatore di Roma 15 giugno 1932.jpg|upright=1.4|thumb|Il cardinale Pacelli in visita al Governatore di Roma (15 giugno 1932)]]
Pacelli fu creato cardinale da [[Papa Pio XI|Pio XI]] nel concistoro del 16 dicembre 1929 e il 7 febbraio 1930 succedette a Pietro Gasparri nella carica di [[Segretario di Stato (Santa Sede)|segretario di Stato]]. Proseguì nella linea del suo predecessore, negoziando e stipulando altri [[concordato|concordati]] al fine di regolare le relazioni tra la [[Santa Sede]] e le autorità statali. Nel 1932 stipulò quello con il Land tedesco del [[Repubblica di Baden|Baden]] e nel 1933 quello con l'[[Prima Repubblica austriaca|Austria]].
 
Proseguì nella linea del suo predecessore, negoziando e stipulando altri [[concordato|concordati]] al fine di regolare le relazioni tra la [[Santa Sede]] e le autorità statali. Nel 1932 stipulò quello con il Land tedesco del [[Repubblica di Baden|Baden]] e nel 1933 quello con l'[[Prima Repubblica austriaca|Austria]].
 
Pacelli aveva ricercato con costanza un concordato con l'intera Germania già nel periodo della sua nunziatura, negli [[Anni 1920|anni venti]]. [[Heinrich Brüning]], leader della ''[[Deutsche Zentrumspartei]]'', partito cattolico di centro, dichiarò nelle sue memorie che Pacelli, in occasione di un incontro del 1931 (quando Brüning era [[cancelliere]]), avrebbe insistentemente premuto per la dissoluzione dell'accordo di coalizione con il partito socialdemocratico, ponendola quasi come una condizione per la stipula del concordato. Il cancelliere in carica avrebbe respinto la sollecitazione considerando che il prelato fosse in grave errore di valutazione sulla situazione politica tedesca e, in particolare, sul peso del nascente partito nazista<ref>{{Cita web|url=http://www.testimonianzecristiane.it/teologia/vocabolario/bruning.htm|titolo=Heinrich Bruning - vocabolario teologico|autore=Massimiliano Salerno|sito=Testimonianze Cristiane|lingua=it|accesso=7 febbraio 2022}}</ref>.
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[[File:Bundesarchiv Bild 183-R24391, Konkordatsunterzeichnung in Rom.jpg|thumb|Foto della firma del [[Reichskonkordat]]. Da sinistra a destra: Monsignor [[Ludwig Kaas]], il Vice-cancelliere tedesco [[Franz von Papen]], il Sottosegretario ecclesiastico [[Giuseppe Pizzardo]], il Cardinal Segretario di Stato Eugenio Pacelli, [[Alfredo Ottaviani]] e il Segretario del Ministero degli Interni tedesco [[Rudolf Buttmann]]]]
 
Il 20 luglio 1933, a pochi mesi dall'ascesa di [[Adolf Hitler]] al potere (30 gennaio), Pacelli firmò a [[Roma]] il ''[[Reichskonkordat]]'' con la [[Germania]]. Questo concordato garantiva i diritti dei cattolici tedeschi e ripristinava le garanzie per la Chiesa e i fedeli, soppresse nell'[[XIX secolo|Ottocento]] per il [[Kulturkampf]]. Fu il concordato più discusso, perché accordava il riconoscimento della Chiesa al [[Nazismo|regime nazista]] che segnò la fine di ogni vita democratica in Germania e la proibizione di tutti i partiti politici, compreso quello cattolico del centro (''Zentrumspartei''). Successivamente, nel 1935, Pacelli sottoscrisse anche un concordato con il [[Regno di Jugoslavia]].
 
Come segretario di Stato, Pacelli fu spesso in viaggio sia con una serie di importanti missioni diplomatiche, come negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nel 1936, sia con la partecipazione a una serie di congressi eucaristici in [[Ungheria]] e [[Argentina]], o a manifestazioni religiose, come a [[Lourdes]] o a [[Lisieux]]. Tali viaggi gli permisero, tra l'altro, di farsi conoscere dalle gerarchie cattoliche esterne alla [[Curia romana]].
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Una lettera emersa dall'[[Archivio apostolico vaticano|Archivio vaticano]] dimostra che il cardinale Pacelli dette disposizione per distruggere il discorso già in tipografia. Autore della lettera, datata 15 febbraio 1939, è [[Domenico Tardini]], al tempo collaboratore della segreteria di Stato vaticana. Un estratto del testo è il seguente<ref>La foto della lettera appare sull'inserto ''Domenica'' de ''Il Sole 24 Ore'', n. 144 del 27 maggio 2007. L'articolo contiene anche una valutazione storica del reperto e l'annuncio di un saggio di Emma Fattorini (''Pio XI, Hitler e Mussolini. La solitudine di un papa'', Einaudi) che riporta il testo completo del manoscritto del discorso.</ref>: «''Mi telefona [[Papa Paolo VI|S.E. Mons. Montini]]. Gli ha telefonato il cardinal Pacelli per dare i seguenti ordini: 1) che [[Carlo Confalonieri|Mons. Confalonieri]] consegni tutto quel materiale che ha circa il discorso che S.S. Pio XI aveva preparato per l'adunanza dei vescovi dell'11 febbraio; 2) che la tipografia distrugga tutto il materiale che ha (bozze, piombi)'' [...]»<ref name=emma>Emma Fattorini, ''Pio XI, Hitler e Mussolini'', Torino, Einaudi, 2007</ref>.
 
Pio XI avrebbe dovuto ancheinoltre annunciare un'[[enciclica]] contro il razzismo e l'antisemitismo, intitolata ''[[Humani generis unitas]]''. Neanche essa ebbe corso. Una copia microfilmata dell'enciclica e dei documenti annessi fu però scoperta nel [[1967]] dal gesuita Thomas Breslin, mentre procedeva alla catalogazione degli archivi di John LaFarge<ref>{{cita web|url=https://www.washingtonpost.com/wp-srv/style/longterm/books/chap1/hiddenencyclicalofpiusxi.htm|titolo=The Hidden Encyclical of Pius XI|autore=Georges Passelecq e Bernard Suchecky|lingua=en|sito=Washington Post|editore=Harcourt Brace & Company|anno=1997|accesso=26 luglio 2015}}</ref>. In un lungo articolo di fondo, Gordon Zahn, uno specialista delle encicliche sociali, ha sostenuto che l'enciclica ritrovata «è forse la più forte dichiarazione cattolica su quel male morale» che è l'antisemitismo. Ciò può collocarsi «in un nuovo contesto, poiché ora non si tratta più solamente della mancata protesta di Pio XII di fronte alla sistematica eliminazione degli ebrei, ma piuttosto del suo esplicito rifiuto di raccogliere la volontà del suo riverito predecessore e protettore»<ref>G. Passelecq e B. Suchecky. ''L'enciclica nascosta di Pio XI. Un'occasione mancata dalla chiesa cattolica nei confronti dell'antisemitismo'', Milano, 1997</ref>. Peraltro,Una Piovolta XIIeletto al soglio pontificio, Pacelli ripreseriprenderà alcuni concetti dell'"enciclica nascosta" e la inserìinserirà nella parte antirazzista della sua prima enciclica, contenente il programma del suo appena iniziato pontificato, la ''[[Summi Pontificatus]]''<ref>Andrea Tornielli, ''Pio XII - il papa degli ebrei'', Casale Monferrato, 2001</ref>.
 
[[File:Pacellis_unglückliche_Liebe_(aus_"Männer_um_den_Papst",_S._11).png|thumb|Nell'opuscolo del partito nazista ''Männer um den Papst'' pubblicato nel 1938 Pacelli, ancora cardinale seppur influente, venne accusato di nostalgia per la passata Repubblica di Weimar, nonché di avere effettuato negli anni precedenti diversi viaggi all'estero -inclusi Nord e Sudamerica, Sri Lanka e Francia- in funzione antinazista, nonché di essere ancora il principale oppositore dell'Asse Roma-Berlino]]
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''Di azzurro, alla colomba con la testa rivolta d'argento, imbeccante un ramoscello d'ulivo di verde e posata su un monte di tre cime d'argento, movente da una fascia di verde posta su un mare ondato al naturale.''
}}
[[File:Correio da Manhã AN 432.jpg|sinistra|miniatura|Papa Pio XII si affaccia dalla loggia delle benedizioni dopo la sua elezione il 2 marzo 1939.]]
In qualità di [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|camerlengo]], fu Pacelli che diresse il [[conclave]] che seguì alla morte di Piopapa XIRatti. Il 2 marzo 1939, giorno del suo 63º compleanno, dopo solo tre scrutini e un giorno di votazioni, la scelta ricadde su di lui. Pacelli scelse il nome di Pio XII, a voler significare una sostanziale continuità con l'operato del precedente capo della Chiesa. Fatto insolito per un conclave, fu eletto colui che, alla vigilia, aveva le migliori possibilità di diventare papa. In effetti Pacelli rappresentava un'ottima scelta politica in quanto era il più esperto in diplomazia tra i cardinali del [[Collegio cardinalizio|Collegio]]. Pacelli fu il primo segretario di Stato dal 1667 ([[papa Clemente IX|Clemente IX]]) e il terzo camerlengo (dopo [[papa Innocenzo VII|Innocenzo VII]] e [[papa Leone XIII|Leone XIII]]) a venir eletto papa.
 
Il giorno stesso dell'elezione del nuovo pontefice, il conte [[Galeazzo Ciano|Ciano]], ministro italiano degli affari esteri, annotava nel suo diario che alla vigilia Pignatti di Custoza, ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, gli aveva detto essere Pacelli il cardinale favorito dai tedeschi<ref>[[Saul Friedländer]], ''Pio XII e il Terzo Reich'', Milano, Feltrinelli, 1965. Secondo Friedländer, è possibile che tali reazioni contrastanti siano dovute a una divergenza di opinioni tra Goebbels e Ribbentrop in merito all'atteggiamento che il segretario di Stato di Pio XI avrebbe assunto verso il Reich, nel caso fosse stato eletto papa.</ref>: «2 marzo – Viaggio di ritorno. A Tarvisio ricevo la notizia dell'elezione alla tiara del cardinale Pacelli. Non mi sorprende: ricordo il colloquio ch'ebbi con lui il 10 febbraio. Fu molto conciliante. E pare che nel frattempo abbia anche notevolmente migliorate le relazioni con la Germania, al punto che Pignatti ha ieri riferito essere il Pacelli il cardinale favorito dai tedeschi. A tavola avevo detto a Edda e ai miei collaboratori: "Il Papa sarà eletto entro oggi. È Pacelli, che assumerà il nome di Pio XII". La realizzazione della mia previsione ha interessato tutti»<ref>Galeazzo Ciano, [[Renzo De Felice]] (a cura di), ''Diario 1937-1943'', Milano, Rizzoli, 1980, p. 259.</ref>.
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[[Joseph Goebbels|Goebbels]] riporta nel suo Diario che Hitler aveva pensato all'abrogazione del concordato se Pacelli fosse stato eletto papa.<ref>{{cita libro|curatore=Fred Taylor|titolo=Diari di Goebbels (1939-1941)|editore=Sperling & Kupfer|p= 20}}</ref> L'[[Reichssicherheitshauptamt|Ufficio centrale per la sicurezza del Reich]] (RSHA) descrisse l'elezione di Pacelli al soglio pontificio con accenti molto negativi: il nuovo papa veniva considerato un amico delle democrazie, che esultavano per la sua elezione. Nel rapporto dell'RSHA veniva riferito il commento favorevole sul nuovo pontefice de ''[[L'Humanité]]'', l'organo ufficiale del [[Partito Comunista Francese]]. Si ricordava inoltre che Pacelli, da segretario di Stato, si fosse fatto notare per i suoi attacchi al nazionalsocialismo<ref>''SD Lage-Bericht, I trimestre 1939, dossier 58/717'', Coblenza, Archivi della Germania Federale, pp. 22-23.</ref>.
 
Al contrario, l'elezione fu accolta favorevolmente negli ambienti della diplomazia tedesca. Il capo del Dipartimento degli Affari vaticani presso il Ministero degli affari esteri del Reich, il consigliere Du Moulin, redasse un memorandum<ref>Pier Luigi Guiducci, ''cit.'', p. 89.</ref> sulle tendenze politiche e sulla personalità del nuovo pontefice, descrivendo il neoeletto come «molto amico della Germania». A Berlino ci si ricordò che Pacelli era stato il promotore del [[Reichskonkordat|Concordato fra la Santa Sede e il Terzo Reich]] e che, quando le relazioni fra Chiesa e regime nazionalsocialista si erano fatte tese, l'atteggiamento del segretario di Stato era stato sempre - secondo i dispacci dell'ambasciatore Bergen - molto più conciliante di quello di Pio XI.
 
=== Primi atti del pontificato ===
[[File:PioPaus Pius XII geeft zijn zegen op het balkon van het Vaticaan, SFA022825379.jpg|destra|miniatura|RitrattoPio XII si affaccia alla loggia per benedire il popolo dopo delll'[[incoronazione papale]] di Pio XII il 12 marzo 1939.]]
Il novello papa nominò alle cariche da lui ricoperte in precedenza il cardinale [[Luigi Maglione]] segretario di Stato e [[Lorenzo Lauri]] cardinale camerlengo. Eletto in un periodo di grandi tensioni internazionali, il 15 marzo 1939 - tre giorni dopo la sua incoronazione - il regime nazista [[Occupazione tedesca della Cecoslovacchia|invase la Cecoslovacchia]].
 
Uno dei suoi primi atti fu, nell'aprile del 1939, quello di togliere dall{{'}}''[[Index librorum prohibitorum|Indice]]'' i libri di [[Charles Maurras]], animatore del gruppo politico [[antisemitismo|antisemita]] e [[anticomunismo|anticomunista]] di estrema destra ''[[Action française]]'', che aveva molti simpatizzanti e seguaci cattolici. Agli aderenti revocò, tra l'altro, l'interdizione dai [[sacramenti]] irrogata da Pio XI. Secondo la sociologa e storica francese Jeannine Verdès-Leroux, furono i discorsi antisemiti dell{{'}}''[[Action française]]'' che contribuirono «a rendere "possibile", "accettabile", l'introduzione, nell'ottobre 1940, dello [[Storia degli ebrei in Francia#Misure antisemitiche tedesche e di Vichy|statuto degli ebrei]] da parte del governo di collaborazionista francese di Vichy<ref>Fin dall'indomani della sua costituzione, infatti, il governo di Vichy emanò alcuni decreti che facevano chiaramente presagire le sue intenzioni riguardo agli ebrei. Tra il luglio e l'agosto del 1940 fu disposta la revisione delle naturalizzazioni accordate dopo il 1927 e venne abrogato il decreto Marchandeau che puniva l'ingiuria "verso un gruppo di persone che, per la loro origine, appartengono a una determinata razza o religione". Nell'ottobre del 1940 con l'adozione dello Statuto degli ebrei e la legge sugli stranieri di razza giudaica, il governo di Vichy avviò una politica antiebraica. Gli ebrei furono allontanati dalla scuola, dalla pubblica amministrazione e dalle professioni liberali. I loro beni furono "arianizzati", cioè espropriati. Gli israeliti stranieri vennero internati nei campi di concentramento. In seguito, previo accordo con i tedeschi, il governo di Vichy permise la deportazione degli ebrei, stranieri e francesi, nei campi di sterminio, ove ne saranno massacrati 75.000. Roberto Finzi, ''L'antisemitismo: dal pregiudizio contro gli ebrei ai campi di sterminio'', Giunti, Firenze, 1997; {{Cita|Miccoli|p. }}.</ref>. L'assuefazione ai discorsi di Maurras e dei suoi accoliti che si erano diffusi e avevano oltrepassato la cerchia degli adepti, mise in secondo piano il carattere mostruoso di quelle misure».<ref>Jeannine Verdès-Leroux, ''Refus et violences: politique et littérature à l'extrême droite des années trente aux retombées de la Libération'', Paris, Gallimard, 1996, p. 55; {{Cita|Miccoli|p. 297}}.</ref> Alcuni storici, invece, tendono a leggere questo episodio non tanto in chiave antisemita quanto pragmaticamente anticomunista, stante la necessità di favorire gruppi e aggregazioni che sapessero competere, quanto a organizzazione e rapidità di azione politica, con quelli di ispirazione marxista, la cui capacità di mobilitazione nelle [[Brigate Internazionali]] nella recente [[guerra civile spagnola]] era chiaramente emersa. Altri storici, comunque, sono del parere che il provvedimento fosse in linea con una minore riprovazione nei confronti del pregiudizio antisemita, in un periodo storico in cui anche l'Italia incominciava a dar concreta applicazione alle cosiddette [[Leggi razziali fasciste|leggi per la difesa della razza]].<ref>Michael Phayer, ''La chiesa cattolica e l'olocausto'', Roma, Newton & Compton, 2001, pp. 35-36.</ref>
 
Sempre nel 1939, Pio XII proclamò [[Francesco d'Assisi|san Francesco d'Assisi]] e [[santa Caterina da Siena]] [[Santo patrono|patroni]] d'[[Italia]].
 
Il 7 maggio 1940, il segretario di Stato Maglione firmò il concordato con il Portogallo di [[António de Oliveira Salazar]]. In giugno, il Papa citò le [[Madonna di Fátima|apparizioni di Fátima]] nella sua enciclica ''[[Saeculo Exeunte Octavo]]'', scritta per invitare la Chiesa portoghese a incrementare la sua attività missionaria in terra straniera. Nel [[1941]] trasformò la Commissione delle Opere Pie, nata nel [[1887]], nell'[[Istituto per le Opere di Religione]] (IOR). Nell'ottobre del 1942, in risposta a un messaggio inviatogli da suor [[Lucia dos Santos|Lúcia dos Santos]] nel 1940, Pio XII consacrò il mondo al [[Cuore Immacolato di Maria]] (Radiomessaggio al [[Estado Novo (Portogallo)|Portogallo]] del 31 ottobre 1942)<ref name="fat">La richiesta riguardava la consacrazione della sola Russia, da parte del Papa in unione con tutti i vescovi del mondo. Pertanto le consacrazioni effettuate da Pio XII nel 1942 e nel 1952 non furono ritenute sufficienti dalla veggente di Fatima [http://www.fatima.it/essentials/opposed/chronofcover.asp]</ref>.
 
=== La seconda guerra mondiale ===
{{vedi anche|Radiomessaggio rivolto ai governanti ed ai popoli nell'imminente pericolo della guerra|Alla vigilia del Santo Natale del 1942}}
{{Citazione|Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra.|Dal {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/speeches/1939/documents/hf_p-xii_spe_19390824_ora-grave_it.html|titolo=discorso radiofonico}} del papa del 24 agosto 1939}}
[[File:PiusThe PPInfallible (Pope Pius XII) – Sept. 1945.jpg|thumb|left|Papa Pio XII, fotografiasul ditrono [[Yousufpontificio Karsh]]nel settembre (1945).]]
Agli inizi di agosto del 1939, l'Europa era a un passo dalla guerra. Ad accrescere le preoccupazioni del Papa, il nunzio apostolico a Berlino, il vescovo [[Cesare Orsenigo]], scriveva: ''"I tedeschi sono tutti pronti alla guerra con una freddezza terrificante. Incontro alla guerra, marcia, quasi esultante un popolo di 80 milioni di tedeschi armati fino ai denti"''.<ref name="raiplay.it"/> Pacelli fece un ultimo tentativo inviando un messaggio personale a Hitler, ricordandogli gli anni passati con piacere in Germania ed esortandolo a occuparsi del vero benessere spirituale del popolo tedesco.<ref name="raiplay.it"/>
 
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Il 1º settembre, la [[germania nazista|Germania]] invase la [[seconda Repubblica di Polonia|Polonia]] e il 3 [[terza Repubblica francese|Francia]] e [[Regno Unito]] risposero all'attacco: fu l'inizio della [[seconda guerra mondiale]].
 
Il dissenso del papa fu espresso dopo alcune settimane nella sua prima [[enciclica]], la ''[[Summi Pontificatus]],'' delpubblicata il 20 ottobre 1939. Pio XII, senza nominare espressamente i regimi totalitari, lamentò le conseguenze dell'attuale crisi spirituale e la diffusione delle «ideologie anticristiane». Il Papa individuava gli errori della società moderna nel suo rifiuto di Dio, con la conseguente diffusione di un «paganesimo corrotto e corruttore». Tra le righe Pio XII condannava ogni discriminazione razziale, affermando la «comune origine in Dio» di tutto il genere umano; introdusse il concetto di [[convivenza pacifica]] e, soprattutto, elevò il suo straziante lamento per la [[Polonia]], nazione fedele alla Chiesa, in attesa di «una risurrezione corrispondente ai princìpi della giustizia e della vera pace»<ref>Testo della "Summi pontificatus"[http://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20101939_summi-pontificatus.html].</ref>.
 
La protesta del Papa per l'invasione della cattolica Polonia fu quindi espressa con un documento religioso e in base alla dottrina cristiana. Il 30 novembre 1939, l'invasione sovietica della [[Finlandia]] fu invece condannata ufficialmente e con molto vigore. Il pontefice inviò dei telegrammi di solidarietà ai sovrani di [[Belgio]], Olanda e Lussemburgo per la violazione della loro neutralità a causa dell' occupazione tedesca nel maggio 1940. Per tutta la durata del conflitto, papa Pacelli organizzò aiuti alle popolazioni colpite e creò l'ufficio informazioni sui prigionieri e sui dispersi.
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Durante il conflitto, il Pontefice si mostrò preoccupato sia per un'eventuale vittoria della guerra da parte dell'Unione Sovietica, sia per un trionfo della Germania Nazista arrivando al punto da dichiarare, in un colloquio con il Ministro degli Esteri spagnolo nel 1942, che "la vittoria del nazionalsocialismo rappresenterebbe il più grande pericolo di persecuzione per i cristiani".<ref>{{Cita|Miccoli|p. 437, nota 326}}.</ref>
 
Il 19 luglio 1943, dopo il violento [[Bombardamento di Roma|bombardamento di San Lorenzo]] a [[Roma]], si recò nei quartieri colpiti. Fu un'uscita eccezionale del Ponteficepontefice dal Vaticano, soprattutto all'epoca (in seguito sarebbe uscito dal suo Stato solo in casi estremamente rari). Il Papa uscì nuovamente il 13 agosto, dopo il successivo bombardamento nel quartiere di San Giovanni. Durante tale visita spalancò le braccia alla folla recitando il [[salmi|salmo]] ''[[Salmo 130|De profundis]]'', in un gesto che rimase immortalato in una famosa foto. Papa Pacelli uscì nuovamente dal Vaticano il 13 agosto successivo, dopo il bombardamento nel quartiere di San Giovanni.
 
=== L'occupazione tedesca di Roma ===
{{vedi anche|Rastrellamento del ghetto di Roma|Operazione Rabat|Pio XII e l'eccidio delle Fosse Ardeatine}}
Dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] dell'8 settembre e [[Fuga di Vittorio Emanuele III|la fuga dei Savoia]] dalla capitale, Pio XII rimase ina Roma, all'interno della [[Città del Vaticano]]. Non elevò alcuna protesta per la cruenta occupazione nazista della città, effettuata in armi e causando la morte di alcune centinaia di difensori, tra militari e civili. Inviò però il Segretario di Stato Maglione, ai primi di ottobre del 1943, dall'ambasciatore tedesco [[Ernst von Weizsäcker]] per rappresentargli che i tedeschi, in qualità di protettori di Roma e del [[Città del Vaticano|Vaticano]], avevano la responsabilità di schierare forze di polizia sufficienti a prevenire o reprimere un [[Resistenza romana|moto insurrezionale partigiano]]<ref>{{Cita|Katz|p. 100}}.</ref>.
 
Nei giorni successivi, quando i tedeschi imposero agli ebrei romani di versare oro in cambio di un'effimera e temporanea salvezza, il Vaticano contribuì fornendo 20 dei 50 chili d'oro richiesti<ref>{{Cita web|url=http://www.ucei.it/uceinforma/rassegnastampa/2007/ottobre/il_piccolo/151007.asp|pubblicazione=Il Piccolo di Trieste|data=15 ottobre 2007|titolo=Gli ebrei e l'olocausto a Trieste|autore=Fabio Amodeo|autore2=Mario J. Cereghino|altri=citato in: ''Rassegna Stampa dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070806172250/http://ucei.it/uceinforma/rassegnastampa/2007/ottobre/il_piccolo/151007.asp|accesso=22 maggio 2014}}</ref>, secondo la testimonianza di Ugo Foà, rabbino capo della comunità romana, il Vaticano fece sapere ufficiosamente che se non fosse stato raccolto abbastanza oro avrebbe prestato la differenza per raggiungere i 50&nbsp;kg, ma non ce ne fu bisogno<ref>{{Cita|Zuccotti|p. 177}}.</ref>.
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Weizsäcker propose allora e ottenne che la protesta vaticana fosse affidata a una lettera del rettore della Chiesa tedesca a Roma [[Alois Hudal]], indirizzata al generale comandante militare di Roma [[Reiner Stahel]], in cui il prelato chiedeva la sospensione immediata degli arresti, per evitare un intervento pubblico del Papa contro di questi<ref>{{Cita|Katz|pp. 137-138}}.</ref>. Per il resto, Pio XII mantenne un riservato silenzio che ancor oggi reca imbarazzo alla [[Santa Sede]].
 
Durante il corso della guerra, nonostante le numerose informazioni ricevute Pio XII non condannò mai ufficialmente né si impegnò pubblicamente per fermare le deportazioni degli ebrei nei [[Campi di concentramento nazisti|campi di concentramento]]. Offrì però rifugio presso la [[Santa Sede]] a molti ebrei e a esponenti politici antifascisti, tra cui [[Alcide De Gasperi]] e [[Pietro Nenni]], appellandosi al fatto che la [[Città del Vaticano]] era uno Stato sovrano. Non sempre però i tedeschi rispettarono l'extra-territorialità di alcune altre aree a Roma di pertinenza della Santa Sede: nell'inverno del 1943 fecero irruzione nella basilica di [[San Paolo fuori le mura]] e vi presero alcuni prigionieri.
 
È stato scoperto di recente un piano segreto di [[Adolf Hitler|Hitler]] che prevedeva l'occupazione del [[Vaticano]] e l'arresto di Pio XII, il quale secondo il dittatore nazista ostacolava i piani della [[germania nazista|Germania]]<ref name="ReferenceA">''La Grande Storia. Pio XII - Il Principe di Dio'', puntata del 29 dicembre [[2006]].</ref>. A questo proposito, per evitare che Hitler e il regime nazista potessero tenere prigioniero il papa, Pio XII preparò una lettera di dimissioni da utilizzare in caso di propria cattura, dando istruzioni di tenere un successivo [[conclave]] a [[Lisbona]]. Inoltre, in questo periodo, il Pontefice si convinse che il ''Führer'' fosse posseduto dal demonio, tanto che più volte tentò di esorcizzarlo a distanza.<ref>{{Cita web|autore=Andrea Tornielli|url=https://30giorni.it/articoli_id_392_l1.htm|titolo=Hitler satanista e l’esorcismo del Papa|sito=30giorni.it|accesso=17 dicembre 2024}}</ref>
 
Alcuni autori hanno espresso forti critiche verso il comportamento tenuto dalla Santa Sede dopo l'[[Attentato di via Rasella|attentato di Via Rasella]] e l'[[eccidio delle Fosse Ardeatine]] (23 - 24 marzo 1944). Si è speculato che, almeno cinque ore prima dall'uccisione della prima vittima della rappresaglia tedesca, la segreteria di Stato vaticana fosse in possesso di un'autorevole informazione circa l'attentato e l'intenzione dei tedeschi di sopprimere dieci italiani per ogni tedesco ucciso<ref>{{Cita|Katz|p. 284}}.</ref>. [[Robert Katz]], autore dell'accusa, è stato condannato per diffamazione dalla magistratura italiana<ref>Cass., 29 settembre 1983, Katz, Cass. pen. 1984, 1404.</ref> la quale ha ritenuto tali affermazioni solamente un'intuizione storica e non fatti dimostrati.
[[File:Entry of Allied Troops Into Rome, 5 June 1944 TR1846.jpg|miniatura|Folla assiepata in [[Piazza San Pietro]] per ascoltare Pio XII dopo la [[liberazione di Roma]], 5 giugno 1944.]]
 
Il 26 marzo, ''[[L'Osservatore Romano]]'' pubblicò il comunicato tedesco che dava notizia dell'attentato e annunciava l'avvenuta rappresaglia, facendolo seguire dal seguente commento non firmato:{{citazione|Di fronte a simili fatti ogni animo onesto rimane profondamente addolorato in nome dell'umanità, e dei sentimenti cristiani. Trentadue vittime da una parte: trecentoventi persone sacrificate per i colpevoli sfuggiti all'arresto, dall'altra. Ieri rivolgemmo un accorato appello alla serenità e alla calma; oggi ripetiamo lo stesso invito con più ardente affetto, con più commossa insistenza. Al di fuori, al di sopra delle contese, mossi soltanto da carità cristiana, da amor di patria, da equità verso tutti i "fatti a sembianza d'uomo" e "figli d'un solo riscatto"; dall'odio ovunque nutrito, dalla vendetta ovunque perpetrata, aborrendo dal sangue dovunque sparso, consci dello stato d'animo della cittadinanza, persuasi del fatto che non si può, non si deve spingere alla disperazione ch'è la più tremenda consigliera ma ancora la più tremenda delle forze, invochiamo dagli irresponsabili il rispetto per la vita umana che non hanno il diritto di sacrificare mai; il rispetto dell'innocenza che ne resta fatalmente vittima; dai responsabili la coscienza di questa loro responsabilità verso se stessi, verso le vite che vogliono salvaguardare, verso la storia e la civiltà<ref>Giorgio Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', Milano, Mondadori, 1996, pp. 293-4.</ref>.}}
 
Osserva [[Giorgio Bocca]]: «L'appello, per quanto non firmato da Pio XII, ne rispecchia il pensiero reazionario. Il foglio ufficiale della Santa Sede esprime la sua condanna della violenza separando – nella Roma dell'occupazione nazista! – le "vittime" (i tedeschi) dai "colpevoli" (i partigiani), gli "irresponsabili" (i capi della Resistenza) dai "responsabili" (i comandi tedeschi e fascisti); e fa sua, volendolo o meno, la tesi fascista e attesista della "[[strage degli innocenti]]": dimenticando che la legalità dei "responsabili" a cui si appella è la medesima che sta sterminando sei milioni di ebrei innocenti, fatto di cui il Santo padre, nel marzo 1944, è perfettamente al corrente. Senza dire che via Tasso e i suoi orrori sono a due passi dai sacri palazzi»<ref>Giorgio Bocca, ''cit.'', p. 294.</ref>.
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[[Alessandro Portelli]] ritiene che l'editoriale costituisca un «testo esemplare e fondante» di un'interpretazione dell'attentato di via Rasella destinata ad avere grande fortuna nel dopoguerra. Scrive infatti Portelli: «Di chi sia la colpa che rende necessario il sacrificio non c'è dubbio: i "colpevoli sfuggiti all'arresto". ''L'Osservatore Romano'' dunque lascia intendere che i nazisti cercarono i "colpevoli" prima di decidersi al massacro; né sono a conoscenza di rettifiche, precisazioni o smentite successive. Nasce qui lo spostamento della colpa sui vili partigiani che sono andati a nascondersi lasciando ("irresponsabili") al loro destino le vittime della rappresaglia. Oltre alla destra politica, saranno proprio organi e fonti vicini alla Chiesa e al mondo cattolico, a partire dai [[Comitati civici]], a rilanciare nel corso degli anni questa versione, fino a farla penetrare nelle vene dell'immaginazione comune, contribuendo così ad avvelenare la memoria dell'evento, e con essa quella della resistenza, dell'identità e delle origini della repubblica. Che è poi il vero successo a lungo termine della rappresaglia nazista»<ref>Alessandro Portelli, ''L'ordine è già stato eseguito'', Milano, Feltrinelli, 2012, p. 11.</ref>. L'articolo dell'Osservatore Romano venne criticato però anche dai tedeschi perché parlava di "innocenti" uccisi nella rappresaglia nazista.<ref>{{Cita libro|autore=Andrea Riccardi|titolo=L'inverno più lungo. 1943-44|editore=Laterza|anno=2008|p=327}}</ref>
 
Negli ultimi giorni di maggio del 1944, i tedeschi si preparavano alla fuga e avevano minato i ponti sul [[Tevere]] per impedire alle forze angloamericane di procedere nell'avanzata verso nord. C'era il pericolo che intendessero resistere a oltranza, con tutte le conseguenze per l'incolumità della "città eterna". Pacelli diede istruzioni ai due pro-segretari di Stato [[Papa Paolo VI|Montini]] e [[Domenico Tardini|Tardini]] di consigliare agli alleati di non attaccare e ai tedeschi di non difendersi.<ref>{{Cita|Katz|p. 144 e ss.<!--da verificare-->}}.</ref> Il giorno 2 giugno il Papa ammonì gli eserciti combattenti: «Chiunque osi levare la mano contro Roma, si macchierà di matricidio».<ref name="ReferenceA" /> Lo stesso giorno la giunta militare del [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]] si accordò con gli [[Alleati (seconda guerra mondiale)|alleati]] che non ci sarebbe stata l'insurrezione partigiana di Roma.<ref>{{Cita|Katz|p. 146<!--da verificare-->}}.</ref> Alle ore 22:30 del 3 giugno, Montini e Tardini acquisirono dall'ambasciatore von Weizsäcker la proposta tedesca di riconoscere il centro di Roma "città aperta". Pur ritenendola insufficiente, il Vaticano provvide a trasmettere tale proposta agli alleati. Non vi fu bisogno che questi l'accettassero perché: alle prime ore dell'alba del 4 giugno, i tedeschi lasciarono Roma, sostanzialmente senza colpo ferire.<ref>{{Cita|Katz|p. 147 e ss.<!--da verificare-->}}.</ref> Per intercessione di papa Pio XII, al momento della loro partenza da Roma, le [[Schutzstaffel|SS]] rilasciarono dal carcere di [[via Tasso]], dove era stato sottoposto a pesanti [[tortura|torture]], il comandante partigiano delle [[Brigate Matteotti]] [[Giuliano Vassalli]], futuro presidente della [[Corte costituzionale (Italia)|Corte costituzionale]]<ref>Dichiarazioni di Giuliano Vassalli al Processo Priebke, in: Corriere della Sera, 11 giugno 1997 [http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/11/Giuliano_Vassalli_cosi_Karl_Hass_co_0_97061115901.shtml]</ref>.
 
Il 5 giugno [[1944]], dopo la Liberazione, Pio XII ricevette in [[Vaticano]] i soldati alleati. La [[domenica]] successiva i romani si recarono in massa a [[Piazza San Pietro]] a salutare e a festeggiare il Papa, che, di fatto, era stata l'unica autorità, non solo religiosa, ma anche morale e politica, a essere rimasta nella capitale nei mesi bui dell'occupazione nazista<ref>Enzo Biagi, ''Racconto di un secolo'', [[Rai|Rai-Eri]], [[1999]]</ref>. Per questo Pio XII fu anche soprannominato ''Defensor civitatis''<ref>''Defensor civitatis'' (o ''defensor urbis'') fu chiamato, durante la Seconda guerra mondiale, papa Pio XII in quanto si adoperò per evitare a Roma i massimi orrori bellici [http://www.treccani.it/enciclopedia/defensor-civitatis/].</ref>.
 
Tra gli altri interventi, documenti recentemente venuti alla luce testimoniano il cordoglio del Papa nei confronti delle donne della [[Ciociaria]] e del basso [[Lazio]] che avevano subito violenze da parte dei soldati marocchini arruolati nell'esercito francese.<ref>Intervista a Pier Luigi Guiducci [http://www.papapioxii.it/pio-xii-defensor-civitatis-intervista-al-prof-guiducci/].</ref>
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====La scomunica ai comunisti====
{{vedi anche|Scomunica ai comunisti}}
[[File:CorreioPius daPP Manhã AN 445XII.jpg|thumb|Papa Pio XII, confotografia undi [[cardellinoYousuf Karsh]] sulla mano(1949)]]
Dopo la morte del cardinale [[Luigi Maglione]] (1944) e di [[Lorenzo Lauri]] (1941), Pio XII non aveva nominato nessun nuovo segretario di Stato né un cardinale camerlengo. Si avvalse per anni unicamente del supporto dei due pro-segretari di Stato [[Papa Paolo VI|Giovanni Battista Montini]] e [[Domenico Tardini]]. A quest'ultimo rivolse una perentoria affermazione: «Non voglio collaboratori ma esecutori!»<ref>Antonio Spinosa, ''Pio XII, l'ultimo Papa'', Milano, Mondadori, 1992</ref>.
 
A guerra finita, si schierò con determinazione a favore della [[Democrazia Cristiana]]. Tale fu il contenuto di due articoli de ''L'Osservatore Romano'', in data 2 gennaio e 6 maggio 1945, nei quali si affermava che solo la DC aveva titolo per rappresentare i cattolici nella politica italiana; in essi, infatti, si sconfessava il partito della [[Sinistra Cristiana]], dove erano confluiti i cosiddetti "cattolici comunisti", tanto che dopo pochi mesi (7 dicembre 1945) tale partito si sciolse<ref>Adriano Ossicini, ''Un'isola sul Tevere'', Roma, Editori Riuniti, 1999, pp. 265-306</ref>.
 
Il 18 febbraio 1946 tenne il suo primo concistoro per la creazione di nuovi cardinali: per la prima volta dopo secoli, il numero di cardinali [[italiani]] risultò inferiore a quello dei cardinali non italiani. Tra essi, il primo cardinale cinese, [[Thomas Tien Ken-sin]]. Con la bolla ''Quotidie Nos'' dell'11 aprile 1946 definì la [[gerarchia ecclesiastica]] della [[Chiesa cattolica in Cina]], la quale era oggetto della persecuzione da parte del regime comunista nato dalla [[guerra civile cinese#Lo scontro finale (1946 - 1950)|rivoluzione cinese]]<ref>Andrea Riccardi, ''Il secolo del martirio'', Milano, Mondadori, 2009, pp. 250-252.</ref>.
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Nel dopoguerra dovette fronteggiare la nascita della [[guerra fredda]] e della divisione del mondo in due blocchi contrapposti. Il Papa si schierò decisamente contro il [[comunismo]], di cui fu un fermo oppositore. Nelle [[elezioni politiche in Italia del 1948]] appoggiò con slancio la [[Democrazia Cristiana]], favorendone la schiacciante vittoria.
 
In occasione della vigilia di Natale del 1948, Pio XII pronunciò un discorso rivolto alle componenti [[neutralismo (relazioni internazionali)|neutraliste]] di questo [[partito]], onde evitare una loro paradossale convergenza con [[Fronte Democratico Popolare|partiti social-comunisti]] relativamente al coinvolgimento dell'Italia nell'[[North Atlantic Treaty Organization|Alleanza Atlantica]]<ref>Livio Zeno, ''Ritratto di Carlo Sforza'', Firenze, Le Monnier, 1975, pp. 287-289</ref>: «Un popolo minacciato o già vittima di una ingiusta aggressione, se vuole pensare ed agire cristianamente, non può rimanere in una indifferenza passiva; tanto più la solidarietà della famiglia dei popoli interdice agli altri di comportarsi come semplici spettatori in un atteggiamento d'impassibile neutralità»<ref>''Radiomessaggio di S.S. Pio XII al mondo intero, in occasione del Natale'', Venerdì 24 dicembre 1948.</ref>.
 
Nel 1949, con un atto clamoroso a livello mondiale, [[Scomunica ai comunisti|scomunicò i cristiani che si dichiaravano comunisti]] e, in seguito alle persecuzioni dei cristiani nell'[[Europa Orientale|Europa dell'Est]], i capi di governo a essi riferiti. Cercò di attivare contatti e di salvare i cattolici dalle deportazioni nei [[gulag]] sovietici, pur senza riuscirci.
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=== L'Anno Santo del 1950 ===
{{vedi anche|Evoluzione e chiesa cattolica#Pio XII e l'enciclica Humani Generis}}
[[File:Assumption's dogmatic proclamation.jpg|miniatura|upright=1.4|Pio XII proclama la definizione dogmatica dell'[[Assunzione di Maria]] il 1º novembre 1950.]]
Negli anni successivi, anche per il suo carattere schivo e introverso, Pio XII ridusse all'osso l'organizzazione della [[Curia romana]]. Tuttavia fu un papa particolarmente amato dalla gente.: Graziegrazie alla conoscenza di numerose lingue, infatti, fu uno dei primi a rivolgersi in lingua straniera ai pellegrini che venivano a Roma. In un mondo ancora segnato dalle ferite della guerra, intuì che, più che un papa politico, la gente aveva bisogno di una guida verso la pace.
 
Su iniziativa del cardinale [[Ernesto Ruffini]] e di monsignor [[Alfredo Ottaviani]], prese inizialmente in considerazione l'ipotesi di convocare un concilio ecumenico<ref>Roberto De Mattei, ''Il concilio Vaticano II, una storia mai scritta'', Torino, Lindau, 2010, p. 123</ref>. Nominò un'apposita commissione che si riunì in tutta segretezza senza giungere ad alcuna conclusione sulle prerogative da attribuire al sacro consesso<ref>Alberto Melloni, ''Il concilio e la grazia, saggi di storia sul Vaticano II'', Milano, Jacabook, 2016, pp. 122-123</ref>.
 
Con questi intenti di pace, Pio XII proclamò il [[Giubileo]] del 1950, cui molti si dichiararono contrari.: Inin tanti sostenevano che l'[[Italia]], ancora distrutta dalla [[guerra]], non fosse in grado di reggere una manifestazione di respiro mondiale. Invece il Giubileo, con il suo messaggio di riconciliazione e di speranza, fu un vero trionfo, con oltre un milione e mezzo di pellegrini e, tra l'altro, contribuì a far conoscere le bellezze italiane all'estero, favorendo i primi boom turistici. Durante il Giubileo, con la [[costituzione apostolica]] ''[[Munificentissimus Deus]]'', proclamò il [[dogma]] dell'[[Assunzione di Maria]], il 1º novembre, ricorrendo per l'unica volta in tutto il Novecento all'[[infallibilità papale]]. Il papa poi scrisse che il giorno precedente la proclamazione del dogma e per altre tre volte, mentre passeggiava nei [[Giardini Vaticani]] avrebbe assistito stupefatto a un fenomeno simile a quello del "[[miracolo del sole]]", narrato dai presenti alle apparizioni della [[Madonna di Fátima]], nel 1917.<ref>La Stampa, ''Pio XII e Fatima, l’appunto segreto sul “miracolo del sole”'', 12 maggio 2017.</ref>. Inoltre, venendo incontro alle numerose richieste dei fedeli, [[Canonizzazione|canonizzò]] la beata [[Maria Goretti]], sebbene fossero passati solo due anni dalla sua [[beatificazione]]<ref>All'epoca il diritto canonico prevedeva che passassero almeno vent'anni.</ref>.
 
Durante il Giubileo, con la [[Bolla pontificia|bolla]] ''[[Munificentissimus Deus]]'', proclamò il [[dogma]] dell'[[Assunzione di Maria]], il 1º novembre, ricorrendo per l'unica volta in tutto il [[XX secolo|Novecento]] all'[[infallibilità papale]]. Il papa poi scrisse che il giorno precedente la proclamazione del dogma e per altre tre volte, mentre passeggiava nei [[Giardini Vaticani]] avrebbe assistito stupefatto a un fenomeno simile a quello del "[[miracolo del sole]]", narrato dai presenti alle apparizioni della [[Madonna di Fátima]], nel 1917.<ref>La Stampa, ''Pio XII e Fatima, l’appunto segreto sul “miracolo del sole”'', 12 maggio 2017.</ref>. Inoltre, venendo incontro alle numerose richieste dei fedeli, [[Canonizzazione|canonizzò]] la beata [[Maria Goretti]], sebbene fossero passati solo due anni dalla sua [[beatificazione]]<ref>All'epoca il diritto canonico prevedeva che passassero almeno vent'anni.</ref>.
 
Nel 1950, nell'enciclica ''[[Humani Generis]]'', Pio XII affermò la compatibilità tra fede cattolica ed [[evoluzione|evoluzionismo]], nondimeno considerando l'evoluzione una teoria scientifica e non una realtà già dimostrata, e la necessità di doverose ulteriori chiarificazioni concettuali. Fu il primo papa ad ammettere ricerche sull'[[evoluzione|evoluzionismo]] applicato al [[corpo umano]], invocando comunque prudenza nel trattare tale questione: {{Citazione|Per queste ragioni il Magistero della Chiesa non proibisce che in conformità dell'attuale stato delle scienze e della teologia, sia oggetto di ricerche e di discussioni, da parte dei competenti in tutti e due i campi, la dottrina dell'evoluzionismo, in quanto cioè essa fa ricerche sull'origine del corpo umano, che proverrebbe da materia organica preesistente (la fede cattolica ci obbliga a ritenere che le anime sono state create immediatamente da Dio). Però questo deve essere fatto in tale modo che le ragioni delle due opinioni, cioè di quella favorevole e di quella contraria all'evoluzionismo, siano ponderate e giudicate con la necessaria serietà, moderazione e misura e purché tutti siano pronti a sottostare al giudizio della Chiesa, alla quale Cristo ha affidato l'ufficio di interpretare autenticamente la Sacra Scrittura e di difendere i dogmi della fede.|Enciclica ''Humani generis''<ref>[http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12081950_humani-generis_it.html]</ref>}}
 
=== Gli anni cinquanta ===
[[File:KSA-Romebedevaart-1950-Castelgandolfo.jpg|miniatura|Papa Pio XII riceve in udienza diverse centinaia di ragazzi dell'Azione cattolica fiamminga (KSA) nella residenza estiva di Castelgandolfo nel 1950.]]
Nel 1951, in un discorso alle [[ostetrica|ostetriche]], offrì delle considerazioni contro i tentativi di procurare la sterilità nell'atto coniugale, ma ammise la liceità dei [[rapporto sessuale|rapporti sessuali]] non finalizzati alla procreazione scegliendo per essi il periodo di [[sterilità]] naturale della [[donna]].<ref>Discorso di S.S. Pio XII alle partecipanti al congresso della Unione Cattolica Italiana delle Ostetriche, Lunedì 29 ottobre 1951.[https://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/speeches/1951/documents/hf_p-xii_spe_19511029_ostetriche.html]</ref> Inoltre, in molti discorsi ai giovani [[matrimonio|sposi]], rilanciò il ruolo della [[famiglia]] e del [[matrimonio]] e indicò la [[Sacra Famiglia]] come modello di [[santità]] per le famiglie.
 
Venendo incontro alle richieste del mondo moderno autorizzò diversi provvedimenti, preludio delle riforme del [[Concilio Vaticano II]]. Permise la celebrazione della [[messa]] nelle ore serali, apportò modifiche alla traduzione dei [[salmi]] nel [[Breviario romano|breviario]] dei [[sacerdote|sacerdoti]], riorganizzò la pratica del [[digiuno eucaristico]] riducendolo a tre ore per i cibi solidi, a un'ora per le bevande non alcoliche ed eliminandolo del tutto per l'acqua e i medicinali.
[[File:Papa Pio XII nel 1953.jpg|miniatura|Pio XII nel 1953.]]
 
Consapevole dei benefici apportati dal progresso, ma anche dei pericoli insiti in esso, aggravati dall'instabilità della situazione internazionale dovuta alla [[guerra fredda]], Pio XII era convinto che la vera pace avrebbe potuto scaturire solo da un nuovo ordine cristiano del mondo. Un tale ordine gli sembrava minacciato dalla perdita del senso di responsabilità individuale, schiacciato dalla [[massificazione]] sociale, in cui ognuno era come diventato una semplice ruota di organismi privi di [[consapevolezza]], e in cui la [[libertà]] risultava dunque svuotata:
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Nello stesso anno procedette alla consacrazione della Russia al [[Cuore Immacolato di Maria]], a seguito delle ulteriori richieste di suor [[Lucia dos Santos|Lúcia dos Santos]]<ref name=fat />.
[[File:Correio da Manhã AN 445.jpg|miniatura|Pio XII con un [[cardellino]] sulla mano]]
 
Il 12 gennaio 1953 tenne il suo secondo e ultimo concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Non ve ne furono altri per gli oltre cinque anni che lo separarono della sua scomparsa. Impose la porpora a due prelati "tradizionalisti" quali [[Giuseppe Siri]] e [[Alfredo Ottaviani]] ma non ai due pro-segretari di Stato, [[Domenico Tardini]] e [[Papa Paolo VI|Giovanni Battista Montini]], che risultarono di fatto esclusi da una possibile successione. Inoltre, nel 1954, Montini fu nominato [[Arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]] e, di conseguenza, estromesso dalla Segreteria di Stato e allontanato dalla Curia romana. La straordinaria personalità del Papa volle così evitare il formarsi di una linea alternativa alla sua visione monolitica della Chiesa. Tutto ciò non bastò perché non gli succedesse un pontificato oggettivamente differente, quello del futuro [[Papa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]], che luiPio XII stesso creò cardinale proprio nell'ultimo concistoro.
 
Il 27 agosto 1953 fu sottoscritto dal pro-segretario monsignor Tardini il concordato con la Spagna di [[Francisco Franco]]. Con l'enciclica ''[[Ad Sinarum Gentem]]''<ref>{{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_07101954_ad-sinarum-gentem_it.html|titolo=Testo dell'enciclica ''Ad Sinarum Gentem''}}</ref>, il 7 ottobre 1954, Pio XII si rivolse ai cattolici cinesi esortandoli a sopportare ogni persecuzione per rimanere fedeli alla legge divina.
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In seguito rivolse la sua attenzione anche alle vicende dei [[Chiesa cattolica in Ungheria|cattolici ungheresi]], colpiti dalla repressione militare successiva alla [[Rivoluzione ungherese del 1956|rivoluzione del 1956]]. Ai fatti dell'Ungheria dedicò, infatti, tre encicliche: la ''[[Luctuosissimi Eventus]]'', la ''[[Laetamur Admodum]]'' e la ''[[Datis Nuperrime]]''. Inoltre, nella primavera del 1957, su richiesta dell'interessato, accordò a [[padre Pio da Pietrelcina]] la dispensa dal voto di povertà, affinché si occupasse dell'appena inaugurata [[Casa Sollievo della Sofferenza]] anche sotto il profilo gestionale<ref>Renzo Allegri, ''Padre Pio. L'uomo della speranza'', Milano, Mondadori, 1984, p. 171.</ref>.
 
La salute di Pio XII si aggravò durante la fine del decennio: fu afflitto per molto tempo da un [[singhiozzo]] continuo, dovuto forse a una [[gastrite]]. Tra i suoi ultimi atti ufficiali, l'[[enciclica]] ''[[Fidei donum (enciclica)|Fidei donum]]'' (1957) con la quale invitò la Chiesa intera a riprendere lo slancio missionario soprattutto condividendo i sacerdoti con le giovani chiese. Il 3 maggio dello stesso anno, emanò un significativo [[breve apostolico]], con il quale nominò il martire [[san Sebastiano]], patrono dei [[vigili urbani]]: «Che in Italia sono preposti al mantenimento dell'ordine pubblico».
 
=== La morte ===
[[File:Correio da Manhã AN 439 (2).jpg|thumb|La salma di Pio XII appena composta]]
Nell'autunno del 1958 la salute di Pio XII iniziò a declinare: il pontefice si trasferì quindi al [[Palazzo Pontificio]] di [[Castel Gandolfo]] per osservare un periodo di riposo<ref name=scenario />.
 
La mattina del 5 ottobre, dopo aver celebrato come di consueto la [[messa]] alla presenza di collaboratori e familiari, diede udienza ad un folto stuolo di [[notaio|notai]]; concluso l'impegno, pur sentendosi già affaticato e respirando con difficoltà per via di un acuto [[singhiozzo]], officiò comunque l'[[Angelus|orazione mariana]] di mezzogiorno. Sul calare della sera non rinunciò ad affacciarsi alla finestra del cortile interno del palazzo per impartire la [[benedizione apostolica]] ai fedeli che vi si trovavano. A tarda notte fu colto da un'[[ischemia]] che lo fece sprofondare in stato [[coma]]toso, sicché gli venne amministrata l'[[estrema unzione]]: la notizia circolò rapidamente e già prima del mattino seguente una grande folla si assiepò a [[Castel Gandolfo]]<ref name="scenario">{{Cita news|autore =|url = https://www.lastampa.it/2016/10/20/vaticaninsider/castel-gandolfo-lo-scenario-del-dramma-finale-di-tre-pontificati-f2yMLpQ4lYQV1bkii7TedP/pagina.html|titolo = Castel Gandolfo, lo scenario del dramma finale di tre pontificati|pubblicazione = [[La Stampa]] Vaticaninsider|data = 20 ott 2016|accesso = 9 marzo 2019|cid =}}</ref>.
 
A tarda notte fu colto da un'[[ischemia]] che lo fece sprofondare in stato [[coma]]toso, sicché gli venne amministrata l'[[estrema unzione]]: la notizia circolò rapidamente e già prima del mattino seguente una grande folla si assiepò a [[Castel Gandolfo]]<ref name=scenario>{{Cita news|autore =|url = https://www.lastampa.it/2016/10/20/vaticaninsider/castel-gandolfo-lo-scenario-del-dramma-finale-di-tre-pontificati-f2yMLpQ4lYQV1bkii7TedP/pagina.html|titolo = Castel Gandolfo, lo scenario del dramma finale di tre pontificati|pubblicazione = [[La Stampa]] Vaticaninsider|data = 20 ott 2016|accesso = 9 marzo 2019|cid =}}</ref>.
 
In questo frangente l'[[archiatra]] [[Riccardo Galeazzi Lisi]] scattò segretamente al papa (semincosciente e [[intubazione|intubato]]) una ventina di fotografie, vendendole poi al rotocalco ''[[Paris Match]]''.
 
Tra il pomeriggio del 6 ottobre e la mattina del 7 il pontefice riprese conoscenza e lucidità: si levò dal letto e trascorse la giornata in preghiera e ascoltando musica. Fu però solo una parentesi: già il mattino dell'8 sopraggiunse una crisi cardio-circolatoria più acuta e alle ore 11:11 un dispaccio d'[[agenzia di stampa|agenzia]] annunciò la morte del papa. La notizia venne prontamente divulgata da alcuni giornali in edizione straordinaria, ma a stretto giro la Santa Sede provvide a smentirla: l'equivoco si era originato dacchéperché alcuni giornalisti si erano messi d'accordo col dottor Galeazzi Lisi, il quale aveva promesso loro di annunciare il decesso del papa "in anteprima" agitando un fazzoletto da dietro una finestra del palazzo pontificio. Una suora della famiglia pontificia, all'oscuro di tale patto, aveva però tratto in inganno gli astanti aprendo anzitempo l'anta della finestra prescelta<ref name=scenario />.
 
L'agonia di Pio XII in realtà durò ancora per circa 16 ore ulteriori, terminando alle ore 3:52 del 9 ottobre<ref name=scenario />.
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===Il presunto silenzio sull'Olocausto===
{{Vedi anche|Pio XII e l'Olocausto}}
[[File:Papst Pius XII., Krönung 1939JS.jpg|miniatura|Papa Pio XII sulla [[sedia gestatoria]], nel 1949.]]
Nel 1963 la rappresentazione a Berlino della ''pièce'' teatrale ''[[Il Vicario]]''<ref>Titolo originale: ''Die Stellvertreter''</ref> ha segnato il culmine della polemica nei confronti di Pio XII, accusato di non essersi adeguatamente adoperato nella difesa degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, fino al punto di essere definito "Il papa di [[Hitler]]".<ref>John Cornwell, ''Il papa di Hitler. La storia segreta di Pio XII'', New York, 1999.</ref>
 
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====Evoluzione della questione====
 
Col passare dei decenni i rapporti tra Israele e la figura storica di Pio XII si sono rasserenati, grazie a varie recenti analisi storiche<ref name="Eamon Duffy p.407">Eamon Duffy, ''La Grande Storia dei Papi'', Milano, Mondadori, 2001 ISBN 88-04-49052-7 p. 407.</ref><ref>[[Battista Mondin]], ''Nuovo Dizionario Enciclopedico dei Papi'', Città Nuova, Roma 2006 ISBN 88-311-9230-2 pp. 518-540.</ref><ref>[[Andrea Tornielli]], ''Pio XII. Eugenio Pacelli. Un uomo sul trono di Pietro'', Milano, Mondadori, 2008 ISBN 88-04-58206-5 pp. 309-448.</ref>. Non è un caso che quest'opera imponente di carità sia riconosciuta dagli ebrei stessi. Ma già il 10 ottobre 1958, in seguito alla morte del Papa, [[Golda Meir]], ministro degli Esteri dello [[Stato d'Israele]], affermò: «Durante il decennio del terrore nazista, il nostro popolo ha subito un martirio terribile. La voce del Papa si è alzata per condannare i persecutori e per invocare pietà per le vittime». Tra le altre, si ricorda il riconoscimento del rabbino capo di Roma [[Elio Toaff]], subito dopo la morte di Pio XII: «Più che in ogni altra occasione, abbiamo avuto l'opportunità di sperimentare la grande compassione e la grande generosità di questo papa durante gli anni della persecuzione e del terrore, quando sembrava non ci fosse per noi più alcuna speranza».
 
Lo studioso ebraico [[Pinchas Lapide]] ha ricordato delle stime per cui tra il 70 e il 90% dei {{formatnum:950000}} ebrei europei sopravvissuti all'[[olocausto]] lo devono a iniziative cattoliche, incoraggiate e sostenute dallo stesso Pio XII. Numerose furono le [[Testimonianze dal mondo ebraico in favore di Pio XII|attestazioni di riconoscenza]] e gratitudine subito dopo la guerra<ref>{{cita testo|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/anti-semitism/piusdef2.html|titolo=A Question of Judgment - Pius XII & the Jews | Jewish Virtual Library<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref><ref>L'autore dell'anonimo articolo ''Un rifugiato'' (''A Papal Audience in Wartime'') pubblicato sul ''Palestine Post'' del 28 aprile 1944 che racconta del suo incontro con papa Pacelli è Howard Heinz Wisla, un ebreo tedesco nato nel 1920, arrestato dalla Gestapo nel 1940, internato nel campo di Sachsenhausen, fuggito. E poi protagonista di un episodio poco conosciuto ma altrettanto avventuroso, dell'ultimo conflitto mondiale: la fuga (lungo il Danubio), di un gruppo di ebrei dalla Slovacchia verso la Palestina a bordo della nave ''Pentcho''. Naufragata nel mar Egeo, l'imbarcazione fu soccorsa da militari italiani. A Wisla venne concesso un visto di espatrio per Roma... Partecipò ad un'udienza con Pio XII. Salutato dal Pontefice, che mostrò di conoscere bene le sue peripezie, udì da questi le seguenti parole poi registrate nel sopradetto articolo: «Tu sei ebreo. So cosa significa questo nel tempo che viviamo. Spero tu possa essere sempre fiero di essere ebreo». (''Avvenire'' 17 gennaio 2012 – Agorà)</ref>.
 
Il rabbino di [[New York]], [[David Gil Dalin]], nel corso del [[Meeting per l'amicizia fra i popoli]] del 2001, ha dichiarato: «Pio XII lanciò un grido d'allarme pubblicamente e privatamente contro i pericoli del nazismo e, nel corso dell'intera seconda guerra mondiale, si espresse sempre a favore degli ebrei. Quando il Papa apprese delle atrocità commesse dai nazisti in Polonia esortò i vescovi d'Europa a fare tutto quanto in loro potere per salvare gli ebrei, vittime della persecuzione nazista. Nel gennaio del 1940, su istruzione dello stesso Papa, Radio Vaticana e ''L'Osservatore Romano'' rivelarono al mondo le terribili atrocità commesse dalla disumana tirannia nazista verso gli ebrei e i cattolici polacchi e affermavano, secondo le parole del Papa, che queste atrocità avevano offeso la coscienza morale dell'uomo»<ref name=rimini />.
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* L'episodio della visita di Pio XII alle vittime del bombardamento del quartiere romano di San Lorenzo è ricordato da [[Francesco De Gregori]] nel [[San Lorenzo (brano musicale)|brano musicale San Lorenzo]].<ref>{{cita testo|url=https://www.youtube.com/watch?v=e7d6EPZG5Mc|titolo=Francesco De Gregori-San Lorenzo}}</ref>
[[File:PioXII Coppi Bartali.jpg|thumb|Pio XII riceve in udienza i ciclisti partecipanti al Giro del Giubileo 1950, tra cui [[Fausto Coppi]] e [[Gino Bartali]]]]
* Papa Pacelli era un appassionato di ciclismo: il 26 giugno 1946 fu il primo pontefice a ricevere in udienza i partecipanti al [[Giro d'Italia 1946|Giro d'Italia]], tra cui la maglia rosa [[Gino Bartali]] e il rivale [[Fausto Coppi]]. Bartali, fervente cattolico, fu addirittura citato dal Papa il 17 settembre 1947, in un discorso agli iscritti dell'[[Azione Cattolica]] in [[Piazza San Pietro]]: «Guardate il vostro Gino Bartali, membro dell'Azione Cattolica: egli ha più volte guadagnato l'ambita maglia. Correte anche voi in questo campionato ideale». Pio XII ricevette Coppi e Bartali il 19 aprile 1950, prima della partenza del Giro d'Italia dell'anno del Giubileo. Al termine della corsa, il 14 giugno, papa Pacelli ricevette nuovamente i ciclisti. Coppi era assente, essendo ricoverato in ospedale per una dolorosa caduta. Bartali fu accompagnato dal vincitore di quell'anno, il calvinista [[Hugo Koblet]], che si prostrò anch'egli in ginocchio di fronte al Papa.<ref>{{cita testo|url=https://www.gazzetta.it/Giroditalia/2014/it/30-04-2013/papa-benedice-giro-maglia-rosa-vaticano-20312864647_print.shtml|titolo=Il Papa benedice il Giro. La maglia rosa in Vaticano}}</ref><ref>[https://it.eurosport.com/ciclismo/tour-de-france/2015/fausto-coppi-e-quel-tour-de-france-indimenticabile-merito-anche-di-bartali_sto4824149/story.shtml]</ref>
* Il 15 agosto 1954, da Castel Gandolfo, recitò il primo [[Angelus]] radiofonico di un Papa e, in autunno, istituì l'Angelus [[domenica]]le dalla finestra di [[Piazza San Pietro]]<ref>[http://www.papapioxii.it/999/]</ref>.
* Pio XII fu il primo papa le cui immagini vennero trasmesse in [[televisione]], sul cui uso emise l'enciclica ''[[Miranda prorsus]]'' (1957).
* Diversi documentari hanno trattato la figura di Papa Pacelli. La [[Rai]], nell'ambito del ciclo ''[[La grande storia]]'', ha realizzato nel 2013 un documentario dal titolo ''Eugenio Pacelli, il Principe di Dio'', di Luigi Bizarri, che ripercorre la vita del papa dalla nascita alla morte. Nel 2022 viene realizzata la docu-fiction ''Il papa e il Diavolo''<ref>«Il Papa e il diavolo», la docu-serie sui silenzi di Pio XII[https://www.corriere.it/spettacoli/cinema-serie-tv/24_luglio_10/il-papa-e-il-diavolo-la-docu-serie-sui-silenzi-di-pio-xii-79f1e4c7-2620-4480-9927-4af62a764xlk.shtml]</ref>, per la regia di Max Serio, in 4 puntate, dove si analizza l'atteggiamento di Pio XII rispetto il regime nazista e quello comunista. Nel documentario intervengono vari studiosi che hanno avuto accesso ai documenti desecretati da papa Francesco nel 2020, tra cui [[Barbara Frale]], Johan Ickx e Matteo Luigi Napolitano. Nel 2023 è ancora la Rai a occuparsi della materia con ''Pio XII uomo della pace e Papa della guerra'', di Antonia Pillosio, per la serie ''[[Italiani (serie televisiva)|Italiani]]'', programma di Rai Cultura a cura di [[Paolo Mieli]].
* ''Pio XII uomo della pace e Papa della guerra'' è un documentario [[Rai]] di Antonia Pillosio, per "[[Italiani (serie televisiva)|Italiani]]", programma di Rai Cultura a cura di [[Paolo Mieli]].
* La figura di Pio XII sembra aver ispirato quella del Pontefice che appare nel film [[L'azioneuomo divenuto dal Kremlino]], interpretato da [[John Gielgud]], sebbene nella trama venga formalmente identificato come ''Pio XIII''. Pio XII viene interpretato da [[Angelo Maggi]] nella fiction [[Paolo VI - Il papa nella tempesta]] del 2008, dedicata a [[Paolo VI|Papa Montini]]. Nel 2011 nella fiction tedesca [[Suor Pascalina - Nel cuore della fede]], Pio XII è interpretato da [[Remo Girone]]. L'azione di Papa Pacelli nel periodo dell'occupazione tedesca di Roma è stata narrata in ''[[Sotto il cielo di Roma]]'', [[miniserie televisiva]] in due puntate co-prodotta da [[Italia]] e [[Germania]]. È stata trasmessa da [[Rai 1]] dal 31 ottobre al 1º novembre 2010. PapaIl Pacellipontefice è interpretato dall'attore statunitense [[James Cromwell]]. Nel 2015 il medesimo argomento è stato affrontato nel film tv ''Shades of Truth''<ref>Lambert e Giannini in 'Shades of Truth', film-inchiesta di Liana Marabini su Pio XII[https://www.agi.it/cultura/news/2014-07-19/lambert_e_giannini_in_shades_of_truth_film-inchiesta_di_liana_marabini_su_pio_xii-11195/]</ref>, diretto da ''Liana Marabini'' con [[Roberto Zibetti]] nei panni di Pio XII.
* Nella raccolta ''[[La religione del mio tempo]]'' (1961), [[Pier Paolo Pasolini]] pubblicò una poesia molto critica nei confronti di Pio XII, scritta in occasione della sua morte. La poesia termina con l'accusa al Papa di essere stato il più grande dei peccatori, per non aver fatto del bene pur avendone avuto tutta l'opportunità.<ref>Pier Paolo Pasolini, ''A un Papa''. Il poeta faceva riferimento alle condizioni dei baraccati nei pressi del Vaticano [http://oubliettemagazine.com/2013/02/11/a-un-papa-poesia-di-pier-paolo-pasolini/]</ref>
* Molte polemiche furono suscitate per la grande influenza sul papa esercitata dalla sua assistente, suor [[Pascalina Lehnert]], che ne gestiva l'agenda<ref>[[Indro Montanelli]], [[Mario Cervi]], ''L'Italia dell'asse'', Milano, Rizzoli, 1980, p. 272.</ref>. Suor Pascalina arrivava a interrompere gli incontri ufficiali di Pio XII per fargli rispettare l'orario dei pasti; un giorno, fece anche attendere per ore il cardinale Roncalli per permettere a [[Clark Gable]] di incontrare il papa e fece allontanare dalle guardie svizzere monsignor Tardini che voleva interrompere il colloquio di Pio XII con [[Gary Cooper]]. Il suo scarso riguardo per gli ospiti politici e i prelati della Curia le procurò il soprannome di "caporale tedesco".
 
== Concistori per la creazione di nuovi cardinali ==
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<div align="center">
{{Ascendenza
| 1 = Papa Pio XII (1876-1958)
| 2 = [[Filippo Pacelli]] (1837-1916)
| 4 = [[Marcantonio Pacelli]] (1804-1902)
| 8 = Gaetano Pacelli (1759-deceduto)
|16 = Marco Antonio Pacelli (1731-1803)
|17 = Maria Felice Mancini
| 9 = Maria Antonia Caterini
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|22 =
|23 =
| 3 = Virginia Graziosi (1844-1920)
| 6 = Luigi Graziosi (1820-deceduto)
|12 =
|24 =
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|26 =
|27 =
| 7 = Antonia Martini (1811-1883)
|14 = Luigi Martini
|28 =
|29 =
|15 = Margherita
|30 =
|31 =
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|immagine = SMR_Order_of_Saint_Marinus_-_Grand_Cross_BAR.png
|collegamento_onorificenza = Ordine equestre per il merito civile e militare
|data = 19 maggio [[1932]]<ref>[https://www.consolatosanmarino.uk/en/the-equestrian-order-of-san-marino/]</ref>
}}
 
Riga 614 ⟶ 610:
* [[Conclave del 1939]]
* [[Conclave del 1958]]
* ''[[La leggenda nera del Papa di Hitler]]'' (saggio del [[2005]])
* [[Operazione Rabat]]
* [[Pacelli (famiglia)]]
Riga 624 ⟶ 620:
* [[Scomunica ai comunisti]]
* ''[[Sotto il cielo di Roma]]'', miniserie televisiva su Pio XII
* ''[[Suor Pascalina - Nel cuore della fede]]'', film Tv ([[2012]])
* [[Teologia di papa Pio XII]]
* [[Testimonianze dal mondo ebraico in favore di Pio XII]]
 
== Altri progetti ==
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|tipologia=regnante
|carica=[[Papa]] della [[Chiesa cattolica]]
|periodo=2 marzo [[1939]] - 9 ottobre [[1958]]
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
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|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari|Pro-segretario della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari]]
|periodo=20 giugno [[1912]] - 1º febbraio [[1914]]
|precedente=[[Pietro Gasparri]]<br /><small>(segretario)</small>
|successivo=se stesso come segretario
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|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari|Segretario della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari]]
|periodo=1º febbraio [[1914]] - 20 aprile [[1917]]
|precedente=se stesso come pro-segretario
|successivo=[[Bonaventura Cerretti]]
Riga 692 ⟶ 687:
|tipologia=incarico diplomatico
|carica=[[Nunzio apostolico]] in [[Nunziatura apostolica in Baviera|Baviera]]
|periodo=20 aprile [[1917]] - 8 giugno [[1925]]
|precedente=[[Giuseppe Aversa]]
|successivo=[[Alberto Vassallo-Torregrossa]]
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|tipologia=episcopale
|carica=[[Arcidiocesi di Sardi|Arcivescovo titolare di Sardi]]
|periodo=23 aprile [[1917]] - 16 dicembre [[1929]]
|precedente=[[Giuseppe Aversa]]
|successivo=[[Arthur Hinsley]]
Riga 708 ⟶ 703:
|tipologia=incarico diplomatico
|carica=[[Nunzio apostolico]] nella [[Nunziatura apostolica in Germania|Repubblica di Weimar]]
|periodo=22 giugno [[1920]] - 16 dicembre [[1929]]
|precedente=-
|successivo=[[Cesare Orsenigo]]
Riga 716 ⟶ 711:
|tipologia=incarico diplomatico
|carica=[[Nunzio apostolico]] in [[Nunziatura apostolica in Prussia|Prussia]]
|periodo=22 giugno [[1926]] - 19 agosto [[1929]]
|precedente=-
|successivo=[[Cesare Orsenigo]]
Riga 724 ⟶ 719:
|tipologia=cardinale
|carica=[[Santi Giovanni e Paolo (titolo cardinalizio)|Cardinale presbitero dei Santi Giovanni e Paolo]]
|periodo=19 dicembre [[1929]] - 2 marzo [[1939]]
|precedente=[[Giuseppe Francica-Nava de Bondifè]]
|successivo=[[Francis Joseph Spellman]]
Riga 732 ⟶ 727:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Segretario di Stato (Santa Sede)|Cardinale Segretario di Stato]] di [[Sua Santità]]
|periodo=9 febbraio [[1930]] - 10 febbraio [[1939]]
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
Riga 740 ⟶ 735:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari|Prefetto della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari]]
|periodo=9 febbraio [[1930]] - 2 marzo [[1939]]
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
Riga 748 ⟶ 743:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica|Presidente della Pontificia Commissione per l'Amministrazione dei Beni della Santa Sede]]
|periodo=9 febbraio [[1930]] - 2 marzo [[1939]]
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
Riga 756 ⟶ 751:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Arcipreti della Basilica Vaticana|Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano]]
|periodo=25 marzo [[1930]] - 2 marzo [[1939]]
|precedente=[[Rafael Merry del Val]]
|successivo=[[Federico Tedeschini]]
Riga 764 ⟶ 759:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Fabbrica di San Pietro|Presidente della Fabbrica di San Pietro]]
|periodo=25 marzo [[1930]] - 2 marzo [[1939]]
|precedente=[[Rafael Merry del Val]]
|successivo=[[Federico Tedeschini]]
Riga 772 ⟶ 767:
|tipologia=cardinale
|carica=[[Camerlengo (Chiesa cattolica)|Camerlengo di Santa Romana Chiesa]]
|periodo=1º aprile [[1935]] - 2 marzo [[1939]]
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Lorenzo Lauri]]
Riga 780 ⟶ 775:
|tipologia=incarico accademico
|carica=[[Pontificia Accademia Ecclesiastica|Cardinale protettore della Pontificia Accademia Ecclesiastica]]
|periodo=13 dicembre [[1937]] - 2 marzo [[1939]]
|precedente=[[Gaetano Bisleti]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
Riga 788 ⟶ 783:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Camerlenghi del Collegio Cardinalizio|Camerlengo del Collegio Cardinalizio]]
|periodo=13 dicembre [[1937]] - 2 marzo [[1939]]
|precedente=[[Lorenzo Lauri]]
|successivo=[[Raffaele Carlo Rossi]], O.C.D.
Riga 796 ⟶ 791:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per la dottrina della fede|Prefetto della Congregazione del Sant'Uffizio]]
|periodo=2 marzo [[1939]] - 9 ottobre [[1958]]
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
Riga 804 ⟶ 799:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per i Vescovi|Prefetto della Congregazione Concistoriale]]
|periodo=2 marzo [[1939]] - 9 ottobre [[1958]]
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
Riga 812 ⟶ 807:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per le Chiese Orientali|Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali]]
|periodo=2 marzo [[1939]] - 9 ottobre [[1958]]
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
Riga 820 ⟶ 815:
|tipologia=titolo onorifico
|carica=[[Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme|Gran Maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme]]
|periodo=2 marzo [[1939]] - 16 luglio [[1940]]
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Nicola Canali]]