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Con l'espressione ''[[saeculum obscurum]]''<ref>[[Cesare Baronio]], ''Annales Ecclesiastici.''</ref> si individua il cupo e disastroso periodo della [[storia del papato]] che va dall'[[888]] al [[1046]] (inizio della riforma gregoriana), durante il quale le elezioni papali furono caratterizzate da pesanti pressioni dalle famiglie romane (in particolare i [[Conti di Tuscolo]] e i [[Crescenzi]]) che portarono al soglio pontificio alcuni personaggi di basso spessore morale. Contemporaneamente gli imperatori [[Enrico II il Santo|Enrico II]] ed [[Enrico III il Nero|Enrico III]] entrarono prepotentemente nelle questioni inerenti alle elezioni pontificie, portando avanti loro candidati, creando [[Antipapa|pontefici alternativi]] e costringendo il papato stesso a intraprendere un [[Riforma della Chiesa dell'XI secolo|percorso di riforme]]. Così, nel [[1059]] [[papa Niccolò II]] decise di affidare l'elezione ai soli cardinali vescovi ([[Bolla pontificia|bolla]] ''[[In nomine Domini]])''<ref name="Piazzoni117">Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 117.</ref> e nel [[1179]] [[papa Alessandro III]] stabilì con il [[Concilio Lateranense III]] che dovesse decidere l'intero [[collegio cardinalizio]].<ref name="Piazzoni130">Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 130.</ref> Era comunque sempre possibile l'elezione anche di semplici maschi battezzati.
 
Durante i secoli spesso si verificò anche l'ingerenza di re e imperatori che imponevano alcuni candidati o imponevano il [[Ius exclusivae|veto]] su altri. Uno dei primi esempi è quello di [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]], che nel [[964]] si fece attribuire da [[papa Leone VIII]] il [[Privilegium Othonis|diritto di approvare o meno la scelta del papa]], che avrebbe dovuto poi giurare fedeltà all'imperatore.<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 102.</ref> Nel [[1903]], quando si trattò di eleggere il successore di [[papa Leone XIII]], l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe pronunciò il suo veto contro il cardinale [[Mariano Rampolla del Tindaro]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 255.</ref> Il collegio cardinalizio respinse il veto ma elesse comunque un diverso candidato, il [[patriarca di Venezia]] Giuseppe Sarto, che divenne [[papa Pio X|Pio X]]: fu proprio papa Sarto a stabilire che i futuri elettori non avrebbero dovuto accettare mai più alcun "veto" con la costituzione apostolica ''[[Commissum Nobis (costituzione)|Commissum Nobis]]''.
 
Nel 1198 i cardinali si riunirono per la prima volta in volontaria [[Clausura religiosa|clausura]]<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 135.</ref> ma la decisione dell'isolamento della riunione cardinalizia fu stabilita solo nel [[1274]] dal [[Concilio di Lione II]], con la [[costituzione apostolica]] ''[[Ubi Periculum]]'' di [[papa Gregorio X]],<ref name="Piazzoni150">Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 150.</ref> per impedire i ritardi, i tentativi di influenza esterna e le corruzioni che in diversi casi si erano verificati. Tale costituzione apostolica era la conseguenza di un evento eclatante che si era avuto appunto dopo la morte di [[papa Clemente IV]] nel 1268, quando la città di [[Viterbo]] fu sede dell'[[elezione papale del 1268-1271]]. Dal momento che i 19 cardinali riuniti non riuscivano a eleggere un papa, dopo 19 mesi di [[sede vacante]] la città rinchiuse letteralmente a chiave (''clausi cum clave'') i cardinali nel [[Palazzo dei Papi (Viterbo)|Palazzo dei Papi]],<ref>Il nome di ''palazzo papale'' fu dato a questo edificio da [[papa Clemente IV]] nel 1262. Clemente IV vi trascorse gran parte del suo pontificato; cfr. Cesare Pinzi, ''Storia della Città di Viterbo'', Roma, 1889, vol. II.</ref> li mise ''a pane e acqua'' e scoperchiò parte del tetto. Nonostante queste costrizioni, peraltro successivamente ridotte, i porporati impiegarono ben 1006 giorni per eleggere Papa Gregorio X.
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* Primi secoli della storia ecclesiastica: il pontefice è eletto dal clero romano o indicato dal predecessore. I vescovi suburbicari ratificano la scelta e il popolo, per acclamazione, approva o meno il candidato.
* Il canone XV del [[Concilio di Nicea I]] ([[325]] d.C.) introduce il divieto per i diaconi, i presbiteri e i vescovi, di trasferirsi da una diocesi a un'altra. Ciò viene interpretato in modo da vietare ai vescovi e al clero non romano l'accesso al soglio pontificio. Quest'interpretazione fu spesso disattesa (ad esempio, con [[papa Formoso]]) e poi rigettata. Il canone fu, poi, formalmente e sostanzialmente, abolito.
* [[Giustiniano I]], imperatore romano d'Oriente, nel [[557]] (l'anno dopo l'elezione di [[papa Pelagio I]]) sottomettestabilisce l'elezioneche delil neo-eletto papa all'approvazione imperiale, senza ladebba qualericevere l'elettoapprovazione nonformale puòda essereparte consacratodell'imperatore. RimarràSolo indopo vigore,di ancheessa sepuò non confermata ufficialmente, fino al [[731]] ([[papaessere Gregorio III]]).consacrato<ref>{{treccani|papato_(Enciclopedia-Italiana)|Papato}}</ref>. Dopo l'approvazione di questa norma aumentano i casi di pontefici eletti ma non entrati nell'esercizio delle proprie funzioni a causa della lontananza della sede imperiale. La situazione si modificò nel [[685]] quando l'imperatore [[Giustiniano II Rinotmeto]], imperatore bizantino, stabiliscestabilì che la richiesta di approvazione debbadoveva essere presenta all'[[Esarcato d'Italia|Esarca d'Italia]], il plenipotenziario dell'imperatore nella penisola, che aveva sede a [[Ravenna]]. L'Esarcato rimane in essere fino all'anno [[751]].
* In seguito il papa fu eletto dal clero e dal popolo romano (cioè dalle famiglie aristocratiche) sotto il controllo del potere civile. LaI re Franchi, i nuovi ''Patricii Romanorum'', ovvero protettori della Chiesa di Roma, dal 754 (anno dell'unzione di [[ConstitutioPipino romanail Breve]]) non si intromisero nell''elezione (papale. Ma nell'[[824]]) stabilì[[Lotario infattiI|Lotario]] stabilì che, dopo l'elezione, papaleal avvienemomento condella consacrazione, il consensonuovo dellpontefice dovesse prestare giuramento di fedeltà all'imperatore alla presenza di suoi rappresentanti giunti appositamente a Roma (''[[Constitutio romana]]''). L'Imperatore del Sacro Romano Impero]] esi allariservava presenzail diritto di suoiconfermare rappresentantio annullare l'elezione. LeLa prerogative''Costituzione imperialiRomana'' furonofu riconfermaterevocata dae [[Ottonerimessa Iin divigore Sassonia]]ripetutamente connei decenni successivi, a seconda che al momento prevalesse il papa o l'imperatore<ref name="Piazzoni17">Ambrogio Piazzoni, '[[Privilegium'Le Othonis|Privilegium]]elezioni pontifice. Cenni storici e spunti di riflessione'', promulgatoUniversità adi RomaTorino, ([[962]])2017.</ref>
* Con la fondazione della nuova [[dinastia Ottoniana]] l'imperatore [[Ottone I di Sassonia]] ribadì il primato dell'impero sulla Chiesa con il ''[[Privilegium Othonis]]'', promulgato a Roma nel [[962]]. Dopo di allora molti pontefici furono designati direttamente dall'imperatore, come ad esempio i quattro papi tedeschi che si succedettero dal 1046 al 1058. [[Papa Niccolò II]] (1058-1061) fu abbastanza forte da far decadere questo privilegio (bolla ''[[In Nomine Domini]]'', 1059). Dopo di lui l'elezione del papa fu riservata a un collegio di [[cardinale vescovo|cardinali vescovi]], che in quel periodo erano in numero di sette. Niccolò II stabilì inoltre che il papa entrava in carica subito dopo l'elezione<ref name=Piazzoni117/>. Nel corso del secolo successivo la mancata indicazione del ''quorum'' che faceva scattare l'elezione portò al verificarsi di doppie elezioni: due gruppi di cardinali eleggevano ciascuno un pontefice. In cento anni, accanto a quattordici pontefici legittimi, si contarono ben undici [[antipapa|antipapi]]<ref name="Piazzoni17"/>. La questione fu risolta nel [[1179]], quando [[papa Alessandro III|Alessandro III]], oltre ad estendere il diritto di voto a tutti i cardinali<ref name=Piazzoni130/> (Canone ''Licet de evitanda discordia'' del [[concilio Lateranense III]]) stabilì che l'eletto doveva raccogliere i 2/3 dei voti. Le regole della ''Licet de evitanda discordia'' diedero inizio a una stagione senza antipapi.
* [[Papa Niccolò II]] (1058-1061) fu l'ultimo pontefice a essere nominato con il beneplacito del sovrano regnante. Dopo di lui l'elezione del papa fu riservata a un collegio di [[cardinale vescovo|cardinali vescovi]], che in quel periodo erano in numero di sette.<ref name=Piazzoni117/>
* Nel [[1268]] si aprì a [[Viterbo]] il [[Elezione papale del 1268-1271|più lungo periodo di sede vacante]] della storia della Chiesa: i cardinali impiegarono 33 mesi a scegliere il nuovo pontefice. [[papa Gregorio X|Gregorio X]], di certo memore di quanto accaduto, promulgò la [[costituzione apostolica]] ''[[Ubi Periculum]]'' nel corso del [[Concilio di Lione II]] ([[1274]]).<ref name=Piazzoni150/> In sintesi, si stabiliva che alla morte del pontefice i cardinali elettori avevano dieci giorni di tempo per raggiungere il luogo dell'elezione, ciascuno con un solo accompagnatore. L'elezione si doveva svolgere nella stessa città dov'era spirato il pontefice.
* Nel [[1179]] [[papa Alessandro III]] estese l'elezione a tutti i cardinali;<ref name=Piazzoni130/> (Canone ''Licet de evitanda discordia'' del [[concilio Lateranense III]]) l'eletto doveva raccogliere i 2/3 dei voti.
*I Ilcardinali conclaveelettori vennesi disarebbero fatto istituito da [[papa Gregorio X]] che, di certo memore di quanto accaduto a [[Viterbo]] durante la sua elezione, promulgò la [[costituzione apostolica]] ''[[Ubi Periculum]]''riuniti nel corsopalazzo delove [[Conciliorisiedeva diil Lionepapa II]] ([[1274]]).<ref name=Piazzoni150/> In sintesidefunto, si stabiliva che i cardinali elettori, ciascuno conin un sololocale accompagnatore, dieci giorni dopo la morte del papa, si riunisserochiuso in unamodo grandeche salanessuno delpotesse palazzoentrarvi oveo risiedeva il papa defunto e fossero lì segregati;uscirvi. qualoraQualora dopo tre giorni non fosse avvenuta l'elezione, ai cardinali sarebbe stato ridotto il vitto a una sola portata per pasto; dopo altri cinque giorni il vitto sarebbe stato ulteriormente ridotto a pane, vino e acqua; inoltre, durante tutto il periodo della [[sede vacante]] le rendite ecclesiastiche dei porporati eranosarebbero state trasferite nelle mani del cardinale [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|camerlengo]], che le avrebbe poi messe a disposizione del nuovo papa.<ref name=Piazzoni151/><ref>Cesare Pinzi: ''Storia della Città di Viterbo'', Roma, Tip. Camera dei Deputati, 1889 - lib. VII, pp. 269 e segg. L'attento testo del Pinzi riporta moltissimi brani della ''Ubi Periculum'' e indica anche il punto preciso dei ''Decretalia'' di [[papa Bonifacio VIII]] (lib. VI, tit. 4, cap. 3) ove si trova il testo manoscritto della Costituzione apostolica.</ref>
* Il primo conclave ufficialepropriamente della storiadetto, svoltosi secondo queste nuove regole, si tenne ad [[Arezzo]] nel gennaio [[1276]], dopo la morte di papa Gregorio X, avvenuta il 10 gennaio nel palazzo vescovile della città. I cardinali si riunirono nella [[Chiesa di San Domenico (Arezzo)|chiesa di San Domenico]] di Arezzo per eleggere il suo successore, dando così concreta attuazione alla costituzione apostolica ''Ubi Periculum'', per la prima volta, nella storia della [[Chiesa cattolica]].
* La ''Ubi Periculum'' venne sospesa da [[papa Adriano V]] nel [[1276]]<ref name="Piazzoni154"/> su richiesta di alcuni cardinali e quindi addirittura revocata da [[papa Giovanni XXI]] nel settembre dello stesso anno, con la costituzione ''Licet felicis recordationis'',<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 153.</ref> salvo essere ripristinata, quasi completamente, da [[papa Celestino V]] con la [[bolla pontificia|bolla]] ''Quia in futurum'', del 28 settembre [[1294]]<ref name=Piazzoni154/> e successivamente inserita integralmente da [[papa Bonifacio VIII]] nel ''[[Corpus iuris canonici]]'' nel [[1298]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 156.</ref> Le norme rimasero in vigore anche durante la [[cattività Avignonese]], ovvero la lunga permanenza dei papi ad [[Avignone]], nel sud della [[Francia]], nel XIV secolo.
*Nel [[1492]] viene celebrato il primo conclave nella [[Cappella Sistina]] (che porterà all'elezione di [[papa Alessandro VI]]), che da lì in avanti diviene sede principale per i conclavi. Nel 1878 (anno dell'elezione di [[papa Leone XIII]]) diviene sede fissa.
* [[Papa Gregorio XV]] cercò di porre un argine alle ingerenze degli Stati cattolici nell'elezione pontificia, soprattutto [[Spagna]], [[Francia]] e [[Austria]]. A tal fine emanò il 15 novembre [[1621]] la costituzione apostolica ''Aeterni Patris Filius''. Inoltre avviò una riforma del conclave. Le nuove regole furono pubblicate nella [[Bolla pontificia|bolla]] ''Docet Romanum Pontificem'' (12 marzo [[1622]]), che ribadì la clausura, confermò la maggioranza dei due terzi ed introdusse per la prima volta il voto segreto.<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', pp. 209-211.</ref>
* Le potenze cattoliche continuarono a intromettersi con il [[Ius exclusivae|diritto di veto]]. Nel [[1903]], chequando vennesi abolitotrattò di eleggere il successore di [[papa Leone XIII]], l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe pronunciò il suo veto contro il cardinale [[Mariano Rampolla del Tindaro]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 255.</ref> Il collegio cardinalizio respinse il veto ma elesse comunque un diverso candidato, il [[patriarca di Venezia]] Giuseppe Sarto, che dadivenne [[papa Pio X|Pio X]]: fu proprio papa Sarto a stabilire che i futuri elettori non avrebbero dovuto accettare mai più alcun "veto" con la costituzione apostolica ''[[Commissum Nobis (costituzione)|Commissum Nobis]]'' del 20 gennaio [[1904]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', pp. 259-260.</ref>''
* Dal [[1970]], con il compimento dell'ottantesimo anno di età, i cardinali perdono il diritto di eleggere il papa e quindi anche il diritto di entrare in conclave (''[[motu proprio]]'' di [[papa Paolo VI]] ''[[Ingravescentem Aetatem]]'')
 
== Lo svolgimento del ''conclave'' ==
Le procedure da seguire per lo svolgimento del conclave sono cambiate nel corso dei secoli: dall'[[Conclave del 2005|assise del 2005]] in poi sono regolate dalla costituzione apostolica ''[[Universi Dominici Gregis]]'', promulgata da [[papa Giovanni Paolo II]] nel [[1996]] e parzialmente emendata daidal suoisuo successoriimmediato successore, [[papa Benedetto XVI]].
=== Arrivo dei cardinali elettori e loro sistemazione ===
[[File:Domus_Sanctae_Marthae_from_the_Dome_of_St._Peter's.jpg|thumb|La [[Domus Sanctae Marthae]], dal [[2005]], residenza dei cardinali elettori in tempo di conclave]]
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==== Stanza delle lacrime ====
Subito dopo la sua elezione, il nuovo papa si ritira nella "[[stanza delle lacrime]]", la sagrestia della Cappella Sistina, dove indossa per la prima volta i paramenti papali (tipicamente l'[[abito corale]] e la [[Stola (paramento liturgico)|stola]]), con i quali si presenterà in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro. Il nome "stanza delle lacrime" deriva dal fatto che, si presume, in tale stanza il neo-pontefice scoppi a piangere per l'emozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.
 
All’interno della stanza sono predisposte tre vesti di diverse misure (grande, media e piccola), per adattarsi alla corporatura del nuovo papa. Famosa in proposito è la vicenda di [[papa Giovanni XXIII]], pontefice dalla corporatura bassa e particolarmente robusta: per adattare alla sua persona gli abiti della taglia più ampia fu necessario tagliarli ampiamente e poi fermarli con spille da balia.<ref>{{Cita news |url=https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2025-05/la-stanza-delle-lacrime-dove-il-cardinale-diventa-papa.html |titolo=La Stanza delle lacrime, dove il cardinale diventa Papa |autore=Alessandro De Carolis |data=6 maggio 2025 |sito=Vatican News |lingua=it |accesso=8 maggio 2025}}</ref>
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[[Papa Giovanni Paolo II]], con la ''[[Universi Dominici Gregis]]'' del 1996, pur confermando le modalità essenziali in vigore, ha stabilito quale alloggio per i cardinali in clausura la [[Domus Sanctae Marthae]], sempre in Vaticano, laddove in precedenza venivano adattate allo scopo diverse sale dei palazzi apostolici, spesso poco funzionali e confortevoli. Il trasferimento degli elettori dall'alloggio alla Cappella Sistina e viceversa viene effettuato su automezzi, ma chi lo desidera può anche compiere il percorso a piedi, fermo restando il divieto di interagire con persone esterne al conclave. Lo stesso Wojtyła ha inoltre proibito l'elezione per acclamazione e per compromesso (forme ormai comunque in disuso da alcuni secoli), recuperando infine il ruolo dei cardinali che hanno già compiuto ottant'anni: la loro funzione, però, è semplicemente spirituale. Partecipano, infatti, solo alle fasi preliminari dell'elezione e guidano le preghiere della [[Chiesa (comunità)|Chiesa Universale]].
 
[[Papa Benedetto XVI|Benedetto XVI]], con il ''[[motu proprio]]'' ''[[De Aliquibus Mutationibus]]'' dell'11 giugno 2007,''<ref>{{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/motu_proprio/documents/hf_ben-xvi_motu-proprio_20070611_de-electione_lt.html|Testo integrale della De aliquibus mutationibus|2 marzo 2013}}</ref>'' ha apportato alcune modifiche alla costituzione del 1996: una di queste sancisce che la maggioranza dei voti per l'elezione del papa deve essere pari ai due terzi dei cardinali votanti per tutti gli scrutini. A partire dal 34º scrutinio (o 35º se si era votato anche il giorno di apertura del conclave) si deve procedere al [[ballottaggio]] tra i due nomi che nell'ultimo scrutinio hanno ottenuto la maggioranza dei voti: l'elezione avviene sempre con maggioranza di almeno i due terzi dei cardinali con voce attiva, dai quali vanno esclusi i due cardinali che sono al ballottaggio. Si è così rettificata la norma sancita da papa Giovanni Paolo II,<ref>Giovanni Paolo II, Costituzione apostolica ''Universi Dominici gregis'', n. 75.</ref> ma già paventata da papa Paolo VI,<ref>Paolo VI, [[costituzione apostolica]] ''Romano Pontifici Eligendo'', n. 76, ultime righe.</ref> che prevedeva una riduzione del quorum alla maggioranza assoluta a partire dal 34º o 35º scrutinio, previo esplicito consenso dei cardinali elettori. Tale eventualità non si è comunque mai verificata, poiché il conclave del 2005 (l'unico celebrato secondo l'originaria costituzione gianpaolina) portò all'elezione del papa già al quarto scrutinio.
 
Sempre papa Benedetto XVI, con il ''motu proprio [[Normas Nonnullas]]'' del 22 febbraio 2013,<ref>{{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/motu_proprio/documents/hf_ben-xvi_motu-proprio_20130222_normas-nonnullas_it.html|Testo integrale della Normas nonnullas|2 marzo 2013}}</ref> emanato pochi giorni dopo l'annuncio della sua [[Dimissioni di papa Benedetto XVI|rinuncia al ministero petrino]], ha modificato i criteri che stabiliscono la data d'inizio del conclave: la costituzione apostolica del 1996 prevedeva infatti che il conclave potesse iniziare non prima di 15 giorni dall'inizio della sede vacante, mentre le modifiche di papa Benedetto XVI hanno previsto che il conclave possa avere luogo anche prima del termine dei 15 giorni, qualora tutti i cardinali elettori siano già presenti a Roma.
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| align="left"| '''[[Conclave del 1878]]'''|| 64 || 61 ||19 febbraio 1878 || 20 febbraio 1878 || 3 || [[File:Papa Leone XIII.jpeg|50px]] || Vincenzo Gioacchino Pecci || [[Papa Leone XIII|Leone XIII]] || [[File:LeoXIII.svg|50px]]
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| align="left"| '''[[Conclave del 1903]]''' || 64 || 62 || 31 luglio 1903 || 4 agosto 1903 || 7 || [[File:Pius X, by Francesco De Federicis, 1903 (retouched).tif|50px]] || Giuseppe Melchiorre Sarto || [[Papa Pio X|Pio X]] || [[File:C o a Pius X.svg|50px]]
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| align="left"| '''[[Conclave del 1914]]''' || 65 || 57 || 31 agosto 1914 || 3 settembre 1914 || 10 || [[File:Benedictus XV.jpg|50px]] || Giacomo della Chiesa || [[Papa Benedetto XV|Benedetto XV]] || [[File:Benedetto XV.svg|50px]]
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| align="left"| '''[[Conclave del 2013]]''' || 117 || 115 || 12 marzo 2013 || 13 marzo 2013 || 5 || [[File:Pope Francis in March 2013.jpg|50px]] || Jorge Mario Bergoglio || [[Papa Francesco|Francesco]] || [[File:Insigne Francisci.svg|50px]]
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|align="left"|'''[[Conclave del 2025]]''' || 135 || 133 || 7 maggio 2025 || 8 maggio 2025 || 4 || [[File:Pope Leo XIV 23 (cropped).jpg|50px]] || Robert Francis Prevost || [[Papa Leone XIV|Leone XIV]] || [[File:Insigne Leonis XIV.svg|senza_cornice|69x69px]]
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