Fortune plango vulnera: differenze tra le versioni
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|Successivo = O Fortuna
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'''''Fortune plango vulnera''''' (in italiano ''Piango le ferite della fortuna'') è un testo [[poesia|poetico]] [[goliardia|goliardico]] in [[latino medievale]], il [[Carme (poesia)|carme]] numero 16 della raccolta nota come [[Carmina Burana]].<ref>{{Cita web|url=https://www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost13/CarminaBurana/bur_cmo1.html#016
==Testo e traduzione==
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la [sua] fronte è coperta da capelli;<br>
ma di solito è seguita<br>
da un'occasione calva. <ref group="Nota">Questa è un'immagine allegorica della Fortuna, la cui fronte è coperta di capelli (che le offuscano la vista, rendendola incapace di scegliere chi favorire) mentre la nuca è calva: significa che, una volta passata, l'occasione di essere fortunati non può più essere colta.</ref><br>
<br>
Sul trono della Fortuna<br>
sedevo tutto tronfio,<br>
coronato dai molti fiori<br>
della
[Ma] così come un tempo fiorii,<br>
felice e beato,<br>
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<br>
La ruota della Fortuna gira: <br>
io scendo,
[Adesso] un re siede in cima<br>
[ma] tema la caduta!<br>
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|lingua=la
}}
===Note al testo===
<references group="Nota"/>
==Analisi==
Il carme (indicato a posteriori con la sigla CB17) si trova nella sezione dei ''Carmina Burana'' intitolata ''De avaritia'', comprendente ammonimenti morali diretti a chi si lascia corrompere dal vizio dell'avidità; come altri del gruppo (massimamente il celebre ''[[O Fortuna]]'', che nel ''Codex Buranus'' è il carme successivo) esso ha come tema centrale il fato, presentato come un'entità capricciosa e imprevedibile, in grado di influenzare direttamente la vita umana<ref name="bibliotheca Augustana">{{Cita web|url=https://www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost13/CarminaBurana/bur_cmo1.html#014|titolo=Fortune plango vulnera|lingua=la}}</ref><ref name="Rossi">{{cita|Rossi|20-21}}.</ref>.
Come altri componimenti presenti nella raccolta, esso si presenta in forma di [[lamentazione]]: l'autore parla in prima persona delle nefaste conseguenze della Fortuna sulla propria vita; in particolare, afferma di avere in passato goduto dei suoi doni (potere, ricchezza, prestigio), ma di esserseli visti in seguito sottrarre. Nel testo vengono utilizzate delle immagini allegoriche e mitologiche molto diffuse nel [[Medioevo]], in parte sopravvissute fino ai nostri giorni: la Fortuna è presentata come un inquietante essere coi capelli che crescono al contrario, a causa dei quali ella non vede chi favorire e non può essere acchiappata una volta sfuggita; il rovesciamento di ruoli è invece simbolizzato dalla [[ruota della fortuna]] e dal richiamo alla vicenda mitologica di [[Ecuba]]<ref name="bibliotheca Augustana" /><ref name="Rossi" />
.
Non è sopravvissuta la notazione [[neumi|neumatica]] di questo carme, sebbene la struttura metrica consenta di ipotizzare che esso fosse cantabile<ref>http://www.sguardosulmedioevo.org/2011/09/i-carmina-burana.html</ref>.
== ''Carmina Burana'' di Carl Orff ==
Il brano è celebre per essere stato musicato nel 1935/36 dal compositore tedesco [[Carl Orff]] come parte dei [[Carmina Burana (Orff)|suoi Carmina Burana]], che debuttarono all'[[Alte Oper|Opera di Francoforte]] l'8 giugno 1937. All'interno dei Carmina Burana di Orff, questa canzone è il secondo movimento nel prologo, ''Fortuna Imperatrix Mundi'' (Fortuna imperatrice del mondo), e segue la celebre introduzione ''[[O Fortuna]]''
== Note ==
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