David (Michelangelo): differenze tra le versioni
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{{Opera d'arte
|immagine = Michelangelo's David - right view 2.jpg
|grandezza immagine =
|titolo = David
|artista = [[Michelangelo Buonarroti]]
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|ubicazione = [[Galleria dell'Accademia]]
}}
Il '''''David''''' è una scultura realizzata in [[marmo]] (altezza 5,
Largamente considerato un capolavoro della scultura mondiale, è uno degli emblemi del [[Rinascimento]] nonché simbolo di Firenze e dell'Italia all'estero<ref>{{cita|''Galleria dell'Accademia''|p. 67|Galleria dell'Accademia}}.</ref>. L'opera, che ritrae l'[[Davide|eroe biblico]] nel momento in cui si appresta ad affrontare [[Golia]], originariamente fu collocata in [[Piazza della Signoria]], come simbolo della [[Repubblica fiorentina]] vigile e vittoriosa contro i nemici.
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== Storia ==
===Premesse===
Nell'ambizioso piano di decorazione scultorea del [[Duomo di Firenze]] fu deciso, tra il 1410 e il 1415, di includere una serie di ''Profeti dell'Antico Testamento'' da collocare lungo tutto il sistema delle tribune absidali, alla base di dove sarebbe poi sorta la [[cupola del Brunelleschi]]. Per risaltare
Doveva però restare nella disponibilità dell'Opera quel grande blocco di marmo per il secondo ''Profeta'', eccezionale per dimensioni ma di qualità non eccelsa<ref name="B94">{{cita|Baldini|p. 94}}.</ref>, che nel 1463-1464 fu affidato ad [[Agostino di Duccio]] per farne un ''David''<ref>Alcune fonti ricordano come lo scultore consegnasse effettivamente un "Gigante", allogato al aprile 1463 e consegnato nel novembre successivo, a cui seguì nell'agosto del 1464 l'allogazione del ''David''; tuttavia non vi è traccia di questo primo gigante, ed è quindi possibile che si tratti dello stesso progetto; cfr. Treccani, DBI, ''[https://www.treccani.it/enciclopedia/agostino-di-duccio_(Dizionario-Biografico)/?search=AGOSTINO%20di%20Duccio%2F Agostino di Duccio]''.</ref>
=== Un difficile incarico ===
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=== La scultura ===
[[File:Leonardo da vinci, Study of David by Michelangelo (detail).jpg|thumb|verticale|[[Leonardo da Vinci]], studio del ''David'' di Michelangelo (dettaglio), [[Royal Library]], [[castello di Windsor|Windsor]]]]
Nonostante le difficili premesse, Michelangelo, poco più che venticinquenne, non si scoraggiò e, conscio del prestigio che gli avrebbe garantito un successo, accettò la sfida, affrontando il blocco all'interno dell'Opera (l'attuale cortile del [[Museo dell'Opera del Duomo (Firenze)|Museo dell'Opera del Duomo]])<ref name="B94" />.
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Nella commissione che doveva scegliere il luogo di esposizione dell'opera figuravano, tra gli altri, gli artisti famosi attivi in città: [[Sandro Botticelli]], [[Filippino Lippi]], [[Leonardo da Vinci]], [[Pietro Perugino]], [[Lorenzo di Credi]], [[Antonio da Sangallo il Vecchio|Antonio]] e [[Giuliano da Sangallo]], [[Simone del Pollaiolo]], [[Andrea della Robbia]], [[Cosimo Rosselli]], [[Davide Ghirlandaio]], [[Francesco Granacci]], [[Piero di Cosimo]], [[Andrea Sansovino]]. Le ipotesi plausibili erano diverse: Botticelli, isolatamente, preferiva una collocazione nei pressi del Duomo<ref name="G142" />; l'araldo del Comune, sostenuto ''in primis'' da Filippino Lippi, prevedeva una collocazione a lato della porta principale di [[Palazzo Vecchio]], affacciata sulla piazza; altri suggerirono anche al centro del suo cortile; un'altra strada indicava una collocazione sotto la [[Loggia della Signoria]]<ref name="B94" />.
Le ragioni della seconda opzione, proposta da [[Giuliano da Sangallo]], erano essenzialmente conservative, poiché il marmo della statua era [[#Il problema del marmo|debole e "chotto"]]
La posizione leonardesca rimase minoritaria e alla fine prevalse la posizione di Filippino Lippi
=== La sistemazione ===
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=== Il trasferimento ===
[[File:David by Michelangelo in Florenz.jpg|thumb|verticale|La copia attualmente in [[piazza della Signoria]] (1910)]]
Nel 1872, viste le condizioni precarie di conservazione, fu deciso il ricovero della statua nella [[Galleria dell'Accademia]] a Firenze. Per accogliere la grande statua venne incaricato l'architetto [[Emilio De Fabris]] di costruire una nuova Tribuna scenograficamente posta al termine della Galleria dei Quadri antichi, con un'illuminazione propria, garantita in alto da un lucernario. Nell'agosto del 1873 la statua venne imbracata in un complesso carro ligneo, il cui modellino è visibile nel museo della [[Casa Buonarroti]], e scorse su rotaie per le vie del centro fino all'Accademia, ancora una volta tra imponenti misure di sicurezza, accompagnata dal clamore popolare<ref name="G142" />.
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Il 22 luglio 1882 il Museo michelangiolesco venne finalmente inaugurato e la statua rivelata alla fruizione del pubblico<ref name="G12" />.
In piazza della Signoria, nel 1910, venne collocata una copia della statua, realizzata dallo scultore [[Luigi Arrighetti]], vincitore di un apposito concorso indetto per la sua realizzazione<ref name="michelangelobuonarrotietornato.com">{{Cita news|lingua=it
=== Vicende recenti e il restauro ===
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Nella realizzazione degli occhi Michelangelo perfezionò la tecnica di perforare le pupille affinché potessero evitare la luce e creare un gioco di ombre che rende gli occhi molto più penetranti. Difficile è dire perché Michelangelo rompe con la tradizione che vuole Davide rappresentato con la testa di Golia tagliata oltre che non possente e muscoloso ma adolescente e minuto (nelle opere di [[Ghiberti]], [[Donatello]] e [[Verrocchio]]). Di certo ci sono che il masso era fragile e già sbozzato e quindi forse non permetteva la creazione agile della testa; che il David di Michelangelo doveva rappresentare la neonata Repubblica e si doveva distinguere dal [[David (Donatello, bronzo)|David]] di [[Donatello]] che invece sanciva la consacrazione divina dei Medici tiranni (e non a caso con la nascita della repubblica era stato portato via da [[Palazzo Medici]]); che la religiosa conoscenza della sacre scritture in Michelangelo era approfondita e che la scelta di un eroe consapevolmente forte era ratificata dal passo della [[Bibbia]] in cui Davide dichiara di aver ucciso orsi e leoni con l'aiuto di Dio e di non aver timore di [[Golia]] ([[Libro di Samuele|Samuele]] 17:34-37); la tesi è che la forza di David non proviene solo dalla fede religiosa in Dio, come altre versioni artistiche dell'eroe, gracile e quasi femmineo, sembrano avallare. In ogni caso Michelangelo non ha lasciato nessuno schizzo o documento né altre opere del periodo che testimonino le motivazioni delle scelte fatte, tra l'altro in autonomia, perché l'incarico non era per una statua di tale "grandezza" né per essere posizionata davanti a Palazzo Vecchio.
Per evitare di porre il peso della statua sulla parte sinistra del blocco, più debole, Michelangelo
Il corpo atletico, al culmine della forza giovanile, si manifesta tramite un accuratissimo studio dei particolari anatomici, dalla torsione del collo attraversato da una vena, alla struttura dei tendini, dalle venature su mani e piedi, alla tensione muscolare delle gambe, fino alla perfetta muscolatura del torso.
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[[File:%27David%27_by_Michelangelo_JBU08.JPG|thumb|Particolare della mano]]
Tra i riferimenti a statue precedenti gli storici colsero analogia coi ''[[Dioscuri di Montecavallo]]''<ref>Bertini, 1942-44.</ref>, con le rappresentazioni di ''Ercole'' su sarcofagi romani o sul [[pulpito del battistero di Pisa]] di [[Nicola Pisano]]<ref>De Tolnay, 1943.</ref>; lo scatto laterale del volto concentrato era già stato usato da [[Donatello]], nel ''[[San Giorgio (Donatello)|San Giorgio]]''; per quanto riguarda
[[File:%27David%27 by Michelangelo Fir JBU013.jpg|left|thumb|Particolare del volto]]
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Vennero monitorati anche i "cretti", cioè le microscopiche crepe, concentrate all'altezza delle caviglie, apparse, secondo le fonti storiche, dopo il fulmine del 1512 e accentuate anche dal fatto che nella collocazione originaria la statua sporgeva di circa 28 centimetri rispetto al baricentro a causa del dissesto del terreno.
La statua inoltre mostrava ancora residui del calco tratto in gesso, tracce di [[encausto]] steso in funzione protettiva nel 1813, macchie di [[cera]] depositata in occasione di cerimonie pubbliche durante i secoli di esposizione, e anche delle macchie brune di ossidi di ferro lasciati durante la costruzione di un gabbiotto protettivo nel 1872.
Alcuni particolari del ''David'' sono veri e propri rifacimenti di diverse epoche: parte della fionda e della mano destra sono successivi ai danneggiamenti del 1527, il dito medio della mano destra è del 1813, il mignolo del piede destro è del 1851.
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==Repliche==
Nel 1846, [[Leopoldo II di Lorena]] commissionò al bronzista [[Clemente Papi]] un calco in [[Gesso (materiale)|gesso]], oggi conservato presso la Gipsoteca dell'[[Istituto d'Arte di Firenze]]: questo calco fu ed è tuttora di importanza fondamentale, perché da questo sarebbero derivate tutte le successive copie, evitando all'originale i rischi che l'operazione di calco comporta<ref name=PAO>[https://www.palazzospinelli.org/architetture/scheda.asp?denominazione=&ubicazione=michelangiolo&button=&proprieta=&architetti_ingegneri=&pittori_scultori=¬e_storiche=&uomini_illustri=&ID=2690 Claudio Paolini, scheda web]</ref>.
Il gesso doveva servire a creare una copia in [[bronzo]], da collocare al posto dell'originale nella piazza: il bronzo poteva infatti garantire la perfetta copia nello stampo derivato dal gesso, e non era infrequente in quegli anni affidare a materiali diversi la creazione di opere sostitutive, come avvenne per esempio anche per le nicchie esterne [[Orsanmichele]]. Gli alti costi per la traduzione in bronzo e le difficoltà tecniche dell'impresa per le dimensioni della figura portarono a una lunga interruzione dei lavori, e solo nel 1866 (aperti i locali della nuova fonderia reale nei pressi di [[porta San Gallo]] e resosi disponibile il bronzo di una serie di cannoni dismessi dagli arsenali militari di Firenze) Clemente Papi potette procedere al getto, a spese del governo della Toscana e del Governo del Regno d'Italia. Vista l'eccezionalità dell'impresa il bronzo fu quindi inviato e presentato all'[[Esposizione Universale di Parigi del 1867]] dove, oltre all'unanime plauso, fu premiato dalla giuria con una medaglia al merito. Tuttavia la realizzazione fu giudicata non consona per essere collocata in piazza della Signoria, reputando che il bronzo avrebbe alterato i rapporti cromatici dello spazio. Nel 1868 il governo donò quindi al Comune di Firenze la copia, lasciando all'amministrazione il compito di trovare una adeguata sistemazione, collocandolo solo il 13 settembre del 1875 al [[piazzale Michelangelo]] nel ''Monumento a Michelangelo''<ref name=PAO/>.
In piazza della Signoria si dovette attendere il 1910, quando venne completata una copia marmorea, realizzata dallo scultore [[Luigi Arrighetti]], vincitore di un apposito concorso indetto per la sua realizzazione<ref
In occasione dell'[[Expo 2020]], ritardato di un anno a causa della [[Pandemia di COVID-19 in Italia|pandemia di COVID-19]], è stata realizzata una fedele riproduzione della statua mediante la [[Stampa 3D|stampa in 3D]], e la notizia di questo ambizioso progetto ha subito fatto il giro del mondo. Una delle difficoltà maggiori è stata dettata dalle dimensioni: le stampanti 3D infatti hanno la possibilità di stampare solo oggetti di dimensioni limitate. Essendo in scala 1:1 si è deciso quindi di stamparla in 14 parti diverse, che in totale hanno un peso di circa 400 kg. L'opera è stata realizzata utilizzando avanzate tecniche di scansione laser, che hanno permesso di riprodurre fedelmente anche i più piccoli dettagli. L'opera è stata esposta a [[Dubai]], da ottobre 2021 a marzo 2022, nel padiglione italiano.
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