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L{{'}}'''àugure'''<ref>{{Cita libro|nome=[[Luciano Canepari|Luciano Canepàri]]|titolo=Il DiPI. Dizionario di pronuncia italiana.|url=http://www.dipionline.it/dizionario/ricerca?lemma=augure|editore=Zanichelli}}</ref> (dal [[lingua latina|latino]] ''augur'', all'[[Caso accusativo|accusativo]] ''augurem'') era un sacerdote dell'antica Roma che aveva il compito di interpretare la volontà degli dèi osservando il [[ornitomanzia|volo degli uccelli]], a partire dalla loro tipologia, dalla direzione del loro volo, dal fatto che volassero da soli o in gruppo e dal tipo di versi che emettevano.
 
Questa figura era già nota alla cultura [[Etruschi|etrusca]], come dimostra la [[Tomba degli Àuguri]] a [[Tarquinia]], e a quella greca.{{CN}}
 
L'àugure aveva un bastone ricurvo a forma di punto interrogativo: il [[lituo (antichità)|lituo]]. La loro carica era a vita ed erano molto venerati, al punto che per chi li offendeva era prevista la pena di morte{{CN}}.
 
== Storia ==
Secondo launa leggenda questo ordine sacerdotale sarebbe stato creato da [[Romolo]], che avrebbe scelto i primi tre sacerdoti, nominandone uno per ogni [[Tribù (storia romana)|tribù di Roma]].<ref>Tina Squadrilli,''Vicende e monumenti di Roma'', Staderini Editore,1961, Roma, pag.25</ref>
 
Secondo il mito della [[fondazione di Roma]] agli Auguriauguri fu affidato il compito di interpretare i segni derivanti dall'osservazione degli uccelli da parte di Romolo, che li osservava dal [[Palatino]], e di Remo, che li osservava dall'[[Aventino]].<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], I,7</ref>
 
Il collegio degli Auguri, assieme ai restanti collegi sacerdotali, finì con l'essere abolito dall'imperatore [[Teodosio I]] alla fine del [[IV secolo]].<ref>{{Cita libro|nome=Anonimo|cognome=Francese|titolo=Compendio delle antichità romane, ossia, Leggi, costumi, usanze, e cerimonie dei romani : compilato per l'istruzione della gioventù : traduzione dal francese|url=https://books.google.it/books?id=bdGLDI0M0ukC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso=9 settembre 2018|data=1817|città= Novara|editore=Miglio}}</ref>
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== Auspicia ==
Gli [[auspicia]] (''auspicium'' al singolare) erano [[Divinità|divinazioni]] tratte dall'osservazione di fenomeni considerati divini. Nati come divinazioni tratte dall'augure dall'osservazione del [[Ornitomanzia|volo degli uccelli]], nel tempo sono state tratte da altri tipi di osservazioni. Oggi esistono ancora leggende aal riguardo, come il caso dei "[[giorni della merla]]": anche i "[[corvi della Torre di Londra]]", sono un retaggio delle tradizioni passate.
 
== Auguri nella storia e nella letteratura ==
 
* [[Ascanio]], figlio di [[Enea]], trasse auspici favorevoli, nella forma di un lampo che scorreva da sinistra a destra, prima di scendere in battaglia contro [[Mezenzio]], secondo quanto riferito da [[Dionigi d'Alicarnasso]] <ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], II, 5, 5.</ref>
* Nell{{' }}''Eneide'' èsono presentepresenti ladue figurafigure di [[Ramnete]]auguri italici, un re e augure italico alleato di [[Turno]]. Egliche non saràsono però in grado di prevedere la propria fine violenta. Il primo, [[Ramnete]], un re-augure alleato di [[Turno]], venendoviene colpito nel sonno dalla spada di [[Eurialo e Niso|Niso]], insieme a tre suoi servi. La tribù dei Ramnes trarrebbe nome da lui. <ref> Virgilio, ''Eneide'', libro IX. </ref> L'altro, [[Tolumnio]], muore in battaglia dopo aver violato una tregua.
* La versione più accettataaccreditata della [[Fondazione di Roma]] si basa sugli auspici tratti da Romolo e Remo dal volo degli uccelli per decidere chi tra loro sarebbe stato il primo re di Roma.<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 9, 5; 10, 1-3.</ref><ref>[[Quinto Ennio|Ennio]], [[Annales (Ennio)|Annales]], Liber I, [http://www.thelatinlibrary.com/enn.html fram. 82-100].</ref><ref>[[Tito Livio]],Liber I, 7</ref> . Romolo accettò la nomina solo dopo aver preso gli [[Aeromanzia|auspici]] favorevoli del volere degli dei, che si manifestò con un lampo che balenò da sinistra verso destra.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], II, 5, 1-2.</ref>
* [[Marco Valerio Corvo]] ebbe un segno da un corvo che si appollaiò sulla galea contro il nemico, un [[Galli|gallo]] di proporzioni gigantesche: quando egli iniziò il combattimento, il corvo si levò sulle sue ali e si gettò con il rostro e gli artigli contro gli occhi del nemico, che fu poi ucciso dal romano.<ref>{{Cita libro|titolo=Livio, Ab Urbe condita libri, VII, 26}}</ref>
 
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{{Religione romana}}
{{Controllo di autorità}}
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