David (Michelangelo): differenze tra le versioni

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|ubicazione = [[Galleria dell'Accademia]]
}}
Il '''''David''''' è una scultura realizzata in [[marmo]] (altezza 5,2017 m incluso il basamento di 108 cm) da [[Michelangelo Buonarroti]], databile tra il 1501 e l'inizio del 1504 circa e conservata nella [[Galleria dell'Accademia]] a [[Firenze]].
 
Largamente considerato un capolavoro della scultura mondiale, è uno degli emblemi del [[Rinascimento]] nonché simbolo di Firenze e dell'Italia all'estero<ref>{{cita|''Galleria dell'Accademia''|p. 67|Galleria dell'Accademia}}.</ref>. L'opera, che ritrae l'[[Davide|eroe biblico]] nel momento in cui si appresta ad affrontare [[Golia]], originariamente fu collocata in [[Piazza della Signoria]], come simbolo della [[Repubblica fiorentina]] vigile e vittoriosa contro i nemici.
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== Storia ==
===Premesse===
Nell'ambizioso piano di decorazione scultorea del [[Duomo di Firenze]] fu deciso, tra il 1410 e il 1415, di includere una serie di ''Profeti dell'Antico Testamento'' da collocare lungo tutto il sistema delle tribune absidali, alla base di dove sarebbe poi sorta la [[cupola del Brunelleschi]]. Per risaltare sufficentementesufficientemente a tale altezza, si decise di predisporre figure colossali, alte circa tre volte il vero, che non avevano raffronti nella statuaria post-classica. Si sa che [[Donatello]] eseguì un ''Giosuè'' in terracotta per questa serie, che rimase in opera fino al XVII secolo quando probabilmente si ruppe e andò perduta. Una seconda statua fu affidata allo stesso scultore, ma l'impresa non dovette andare oltre l'ordine di un blocco di marmo, e si sa di una terza statua che sarebbe dovuta essere ricoperta di placche di metalliche e che rimase probabilmente solo a livello di studio grafico. L'inizio dei lavori alla cupola verso il 1420, col conseguente enorme sforzo economico e progettuale, fecero sospendere il programma scultoreo, tantoperfino che la stessanella [[facciata del Duomo di Firenze|facciata]] resterà incompiuta per più di quattro secoli<ref>Richard Goldthwaite, ''La costruzione della Rirenze rinascimentale'', Bologna, Il Mulino, 1984, pp. 25-26.</ref>.
 
Doveva però restare nella disponibilità dell'Opera quel grande blocco di marmo per il secondo ''Profeta'', eccezionale per dimensioni ma di qualità non eccelsa<ref name="B94">{{cita|Baldini|p. 94}}.</ref>, che nel 1463-1464 fu affidato ad [[Agostino di Duccio]] per farne un ''David''<ref>Alcune fonti ricordano come lo scultore consegnasse effettivamente un "Gigante", allogato al aprile 1463 e consegnato nel novembre successivo, a cui seguì nell'agosto del 1464 l'allogazione del ''David''; tuttavia non vi è traccia di questo primo gigante, ed è quindi possibile che si tratti dello stesso progetto; cfr. Treccani, DBI, ''[https://www.treccani.it/enciclopedia/agostino-di-duccio_(Dizionario-Biografico)/?search=AGOSTINO%20di%20Duccio%2F Agostino di Duccio]''.</ref>. La sbozzatura tuttavia, portata avanti da un suo aiuto, Bartolomeo di Pietro da Settignano detto il Baccellino, ebbe un cattivo esito, che fece abbandonare presto l'impresa (1466)<ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/agostino-di-duccio_(Dizionario-Biografico)/?search=AGOSTINO%20di%20Duccio%2F Treccani]</ref>. Passato un altro decennio quel blocco venne affidato ad [[Antonio Rossellino]] nel 1476, ma anche questo tentativo non diede frutti<ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/gamberelli-antonio-detto-antonio-rossellino_(Dizionario-Biografico)/?search=GAMBERELLI%2C%20Antonio%2C%20detto%20Antonio%20Rossellino%2F Treccani]</ref>.
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Nella commissione che doveva scegliere il luogo di esposizione dell'opera figuravano, tra gli altri, gli artisti famosi attivi in città: [[Sandro Botticelli]], [[Filippino Lippi]], [[Leonardo da Vinci]], [[Pietro Perugino]], [[Lorenzo di Credi]], [[Antonio da Sangallo il Vecchio|Antonio]] e [[Giuliano da Sangallo]], [[Simone del Pollaiolo]], [[Andrea della Robbia]], [[Cosimo Rosselli]], [[Davide Ghirlandaio]], [[Francesco Granacci]], [[Piero di Cosimo]], [[Andrea Sansovino]]. Le ipotesi plausibili erano diverse: Botticelli, isolatamente, preferiva una collocazione nei pressi del Duomo<ref name="G142" />; l'araldo del Comune, sostenuto ''in primis'' da Filippino Lippi, prevedeva una collocazione a lato della porta principale di [[Palazzo Vecchio]], affacciata sulla piazza; altri suggerirono anche al centro del suo cortile; un'altra strada indicava una collocazione sotto la [[Loggia della Signoria]]<ref name="B94" />.
 
Le ragioni della seconda opzione, proposta da [[Giuliano da Sangallo]], erano essenzialmente conservative, poiché il marmo della statua era [[#Il problema del marmo|debole e "chotto"]], (infatti, come dal Sangallo ipotizzato, si sarebbe poi rovinato). A questa idea aderì Leonardo da Vinci, che prese parola per suggerire una collocazione dell'opera a ridosso della parete breve della loggia, incorniciata da una nicchia, "in modo che non guasti le cerimonie delli ufficiali". Si trattava di un'ipotesi che relegava la statua in posizione defilata, equivocandone l'essenza fisica e ribaltandone i valori formali. Vi si è voluto leggere uno spunto polemico tra i due geni, tra i quali dovevano correre pessimi rapporti. Leonardo infatti scrisse che non apprezzava gli "eccessi" anatomici<ref>Da {{cita|Magnano}}.</ref> che fanno parte dello stile michelangiolesco e dei suoi seguaci, pur senza mai citare direttamente il rivale<ref name="M140">{{cita|Magnano|p. 140}}.</ref>: in uno schizzo che fece del ''David'' si vede chiaramente come l'enfasi muscolare, calata nel suo stile morbido e soffuso, appare quanto mai retorica e fuori luogo.
 
La posizione leonardesca rimase minoritaria e alla fine prevalse la posizione di Filippino Lippi,. siSi optò quindi per una collocazione di massimo risalto all'aperto, dominante e autorevole davanti a [[Palazzo Vecchio]]<ref name="M141">{{cita|Magnano|p. 141}}.</ref>, al posto della ''[[Giuditta (Donatello)|Giuditta]]'' di [[Donatello]],: la statua doveva infatti simboleggiare la forza della nuova repubblica.
 
=== La sistemazione ===
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In piazza della Signoria si dovette attendere il 1910, quando venne completata una copia marmorea, realizzata dallo scultore [[Luigi Arrighetti]], vincitore di un apposito concorso indetto per la sua realizzazione<ref name="michelangelobuonarrotietornato.com"/><ref name="pressreader.com"/>.
 
Una nuovaUn'altra copia della statua fu offerta da Firenze a [[Gerusalemme]] nel 20041995 per celebrare il terzo millennio dalla conquista della città da parte di [[Davide|David]]. La proposta scatenò laampie protestaproteste ditra alcunigli religiosiabitanti del luogo (in larga parte [[ebrei ortodossi]], ma anche presso la [[Arabi israeliani|comunità araba]]), che consideravano il nudo michelangiolesco non degnoadeguato dia un eroe biblico, e anzima troppo vicino a un ideale estetico classicista e dunque pagano; alla fine un compromesso fu raggiunto, un compromesso optando per una riproduzione delladel [[David (Verrocchio)|versioneDavid di Verrocchio]], che è vestitavestito.<ref>{{SenzaCita fontenews|lingua=en-GB|url=https://www.independent.co.uk/news/jerusalem-shuns-the-naked-david-1592579.html|titolo=Jerusalem shuns the naked David|pubblicazione=The Independent|data=21 luglio 1995|accesso=2025-06-15}}</ref>
 
In occasione dell'[[Expo 2020]], ritardato di un anno a causa della [[Pandemia di COVID-19 in Italia|pandemia di COVID-19]], è stata realizzata una fedele riproduzione della statua mediante la [[Stampa 3D|stampa in 3D]], e la notizia di questo ambizioso progetto ha subito fatto il giro del mondo. Una delle difficoltà maggiori è stata dettata dalle dimensioni: le stampanti 3D infatti hanno la possibilità di stampare solo oggetti di dimensioni limitate. Essendo in scala 1:1 si è deciso quindi di stamparla in 14 parti diverse, che in totale hanno un peso di circa 400&nbsp;kg. L'opera è stata realizzata utilizzando avanzate tecniche di scansione laser, che hanno permesso di riprodurre fedelmente anche i più piccoli dettagli. L'opera è stata esposta a [[Dubai]], da ottobre 2021 a marzo 2022, nel padiglione italiano.