Papa Leone I: differenze tra le versioni
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{{Papa della Chiesa cattolica
|nome = Papa Leone I
|immagine = Herrera
|didascalia = ''Il papa San Leone I Magno'' di [[Francisco Herrera il Giovane]], [[XVII secolo]], [[Museo del Prado]]
|titolo = 45º papa della Chiesa cattolica
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* 18 febbraio: [[Chiese ortodosse orientali]]
|attributi = abiti pontificali, triregno, croce astile
|patrono di =
}}
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=== Leone e la disciplina ===
[[File:Leo I. Leo Magnus. Leone I. Leone Magno, santo e papa (XLVII).jpg|thumb|Papa Leone I]]
Nella concezione leonina dei doveri di pastore supremo, occupava una posizione preminente la conservazione della stretta disciplina ecclesiastica. Ciò era particolarmente importante in un periodo in cui le continue [[Invasioni barbariche|devastazioni dei barbari]] portavano disordini in tutti gli aspetti della vita e le regole della moralità venivano seriamente violate. Leone usò la massima energia nel mantenimento di questa disciplina, insistette sull'esatta osservanza dei precetti ecclesiastici e non esitò a rimproverare, quando necessario, i vescovi. Lettere (ep. XVII) relative a questa ed altre questioni vennero inviate ai vari vescovi dell'Impero d'Occidente: ai vescovi delle province italiane (epp. IV, XIX, CLXVI e CLXVIII), ed a quelli di Sicilia che avevano tollerato alcune derive dalla Liturgia romana nell'amministrazione del [[Battesimo]] (ep. XVI e XVII) ed ai quali comandò di inviare dei delegati presso un sinodo romano per verificare la corretta pratica. Un decreto disciplinare molto importante fu inviato anche al vescovo [[Rustico di Narbona]] (ep. CLXVII). A causa del dominio dei [[Vandali]] nel [[Mauretania Caesariensis|nord Africa latino]], la posizione della Chiesa in quei territori era divenuta del tutto sconosciuta.
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A febbraio del 450 l'imperatore d'Occidente Valentiniano III e sua madre [[Galla Placidia]] compirono un pellegrinaggio a Roma, e Leone approfittò dell'occasione per supplicarli di intervenire presso Teodosio II al fine di convocare un [[Concilio di Calcedonia|nuovo concilio]] che, morto Teodosio nel luglio di quell'anno, si tenne a [[Calcedonia]] nel 451, sotto il nuovo imperatore [[Marciano (imperatore)|Marciano]]. Il concilio accettò solennemente l'epistola dogmatica che Leone aveva inviato a Flaviano (morto nel frattempo in esilio) e che non era stata letta nell'occasione precedente, quale espressione della Fede cattolica sulla Persona di Cristo. Furono abrogate le leggi che Teodosio II aveva promulgato sulle risultanze del concilio precedente, Eutiche fu esiliato e il papa confermò le delibere del nuovo Concilio<ref>C. Rendina, cit., pp. 110 e seg.</ref>. Leone, in seguito, inviò a Ravennio (ep. LXVII), per comunicarlo anche ai vescovi di Gallia, la sua lettera a [[Flaviano di Costantinopoli]] sull'[[Incarnazione]]. Ravennio, allora, convocò un sinodo nel quale si riunirono quarantaquattro vescovi. Nella loro lettera sinodale del 451 questi ultimi affermarono di accettare la lettera del papa quale simbolo di fede (ep. XXIX ''inter ep. Leonis''). Nella sua risposta Leone parlò ancora della condanna di [[Nestorio]] (ep. CII).
Dopo aver eliminato il canone che elevava il Patriarcato di Costantinopoli al secondo posto dopo la Sede di Roma, diminuendo i privilegi degli antichi patriarchi
=== Gli affari italiani ===
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Leone era anche molto solerte nel far costruire e restaurare chiese: fece costruire una [[Basilica (architettura cristiana)|basilica]] sulla tomba del [[papa Cornelio]] sulla [[Via Appia]]; fece ricostruire il tetto della basilica di San Paolo fuori le mura, che era stato distrutto da un fulmine, e fece iniziare altre opere di miglioramento nella basilica stessa. Inoltre, persuase l'imperatrice Galla Placidia, come si evince dall'iscrizione, a fare mettere in opera il grande mosaico dell'[[Arco di Trionfo]] che si è conservato. Leone fece anche restaurare l'[[antica basilica di San Pietro in Vaticano]], costruita da [[Costantino I]]. Durante il suo pontificato la ricca e pia aristocratica romana [[Demetriade (nobile)|Demetriade]] eresse sulla sua proprietà, al III miglio della via Latina, una basilica in onore di [[Santo Stefano (martire)|santo Stefano]]. Sempre allo stesso periodo, ma soprattutto per volontà dell'imperatrice Eudossia, venne eretta la basilica Eudossiana (ora [[basilica di San Pietro in Vincoli]]).
Leone non fu meno attivo nell'elevazione spirituale delle [[Congregazione|congregazioni romane]], e i suoi [[Sermones (Leone Magno)|sermoni]], dei quali sono conservati ben 96, sono straordinari per la loro profondità, chiarezza di dizione ed elevatezza di stile. I primi cinque, che furono declamati nei vari anniversari della sua consacrazione, manifestavano l'alta concezione della dignità del suo ufficio, così come la completa convinzione del primato del vescovo di Roma, dimostrata in maniera così chiara e decisiva dalla sua opera di pastore supremo. Delle sue lettere, che sono di grande importanza per la storia della
=== Morte e sepoltura ===
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