Giovanni Brusca: differenze tra le versioni
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Arrestato il 20 maggio [[1996]], nel [[2000]] gli viene riconosciuto lo status di [[Collaboratore di giustizia (Italia)|collaboratore di giustizia]]. Il 31 maggio [[2021]] Brusca, dopo aver trascorso 25 anni in carcere, è stato liberato per aver scontato la sua pena, rimanendo sottoposto alla [[libertà vigilata]] per ulteriori 4 anni, secondo quanto stabilito dalla [[Corte d'appello di Milano]]<ref>{{Cita news|autore=[[Lirio Abbate]]|url=https://espresso.repubblica.it/attualita/2021/05/31/news/torna_libero_l_ex_boss_giovanni_brusca-303661635/?ref=RHTP-BH-I0-P1-S1-T1|titolo=Torna libero l’ex boss Giovanni Brusca|pubblicazione=[[L'Espresso]]|data=31 maggio 2021|lingua=it|accesso=1º giugno 2021|urlarchivio=https://archive.is/20210601080414/https://espresso.repubblica.it/attualita/2021/05/31/news/torna_libero_l_ex_boss_giovanni_brusca-303661635/?ref=RHTP-BH-I0-P1-S1-T1|dataarchivio=1 giugno 2021|urlmorto=no}}</ref>.
== Biografia ==
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Nel settembre di quell'anno lo stesso Brusca partecipò all'omicidio del potente esattore [[Ignazio Salvo]], il quale si era dimostrato incapace di modificare le sentenze sfavorevoli a Cosa Nostra<ref>{{Cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2004/11/10/Cronaca/MAFIA-CHI-ERANO-I-CUGINI-NINO-E-IGNAZIO-SALVO-2_121512.php#|titolo=MAFIA: CHI ERANO I CUGINI NINO E IGNAZIO SALVO (2)|sito=www1.adnkronos.com|accesso=2021-05-30}}</ref>; inoltre, tra ottobre e novembre, Brusca incaricò Santo Mazzei (mafioso di [[Catania]]) di collocare un proiettile d'artiglieria nel [[Giardino di Boboli]] a [[Firenze]] al fine di creare allarme sociale e condizionare le istituzioni nella prospettiva di benefici per i detenuti in regime carcerario di cui all'[[articolo 41 bis]]<ref>{{Cita news|url=http://www.misteriditalia.com/stragi1993/lasentenza/17LatrattativaGioeBelliniproiettileBoboli.pdf|titolo=La trattativa tra Gioè-Bellini/Il proiettile nel Giardino di Boboli - Sentenza del processo di 1º grado per le stragi del 1993|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131110201622/http://www.misteriditalia.com/stragi1993/lasentenza/17LatrattativaGioeBelliniproiettileBoboli.pdf|dataarchivio=10 novembre 2013}}</ref>; nello stesso periodo Brusca stava pianificando attentati contro l'allora ministro della giustizia [[Claudio Martelli]], il deputato [[Calogero Mannino]] e il giudice [[Pietro Grasso]], progetti che però non andarono in porto.<ref name=":8" /><ref>{{Cita web|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/stato-mafia-falcone-brusca-trattativa-milano-a00a45bb-4318-428a-a515-fc9d32c3aee2.html|titolo=Il pm Di Matteo non partecipa all'udienza con Brusca|sito=rainewsalian|accesso=2021-05-30}}</ref>
Dopo l'arresto di Riina nel gennaio del [[1993]], Brusca fu favorevole alla continuazione della strategia degli [[Bombe del 1992-1993|attentati dinamitardi]], insieme ai boss [[Leoluca Bagarella]], [[Matteo Messina Denaro]] e ai fratelli Filippo e [[Giuseppe Graviano]]<ref>{{Cita news|url=http://www.misteriditalia.com/stragi1993/lasentenza/19Lastrategiamafiosa.pdf|titolo=Le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia - Atti del processo di 1º grado per le stragi del 1993|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131227233619/http://www.misteriditalia.com/stragi1993/lasentenza/19Lastrategiamafiosa.pdf|dataarchivio=27 dicembre 2013|urlmorto=sì}}</ref><ref>[http://www.antimafiaduemila.com/200805105104/articoli-arretrati/i-pentiti-del-terzo-millennio.html I pentiti del terzo millennio] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131019072600/http://www.antimafiaduemila.com/200805105104/articoli-arretrati/i-pentiti-del-terzo-millennio.html|data=19 ottobre 2013}} Antimafiaduemila.com</ref>, i quali pianificarono anche il sequestro del piccolo [[Omicidio di Giuseppe Di Matteo|Giuseppe Di Matteo]] come ritorsione verso il padre [[Santino Di Matteo|Santino]], divenuto collaboratore di giustizia<ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/11/07/news/il_pm_in_aula_accusa_i_boss_il_piccolo_di_matteo_fu_torturato-24579083/|titolo=Il pm in aula accusa i boss"Il piccolo Di Matteo fu torturato"|sito=la Repubblica|data=7 novembre 2011|accesso=30 maggio 2021}}</ref>: gli attentati dinamitardi a [[Firenze]], [[Milano]] e [[Roma]] nell'[[estate]] [[1993]] provocarono in tutto 10 morti e 106 feriti, oltre a ingenti danni al patrimonio artistico italiano<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/online/cronaca/riina/conferma/conferma.html|titolo=Autobombe '93, per l'accusa ergastoli da confermare|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=2 dicembre 2000|citazione=la strategia di attacco terroristico al patrimonio culturale del Paese sarebbe stata decisa dai vertici di Cosa Nostra già alla fine del '92|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180124005823/http://www.repubblica.it/online/cronaca/riina/conferma/conferma.html|urlmorto=no}}</ref>. Nell’autunno del 1993 la posizione di Brusca stava vacillando, perché i collaboratori di giustizia che si stavano rivelando più dannosi per Cosa Nostra, come [[Baldassare Di Maggio]] ed il già citato Santino Di Matteo, appartenevano al suo mandamento; Bagarella, Graviano e Messina Denaro gli rinfacciarono di non aver ucciso prima Di Maggio, la cui condanna a morte era stata emessa già nell’estate del 1992, così l’attenzione fu posta su Di Matteo, con il sequestro del figlio tredicenne Giuseppe, il quale verrà strangolato e sciolto nell’acido l’11 gennaio [[1996]], lo stesso giorno in cui i giudici condannavano Brusca all'ergastolo insieme a Bagarella per l'omicidio di Salvo.
=== L'arresto ===
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