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Nila è una giovane poetessa dalle idee progressiste, che fuma sigarette in pubblico, ascolta [[jazz]] ed esprime liberamente le sue opinioni, dunque una persona molto libera. Con l'inizio della lunga guerra russo-afghana lei e Pari si trovano costrette a lasciare l'Afghanistan e trasferirsi in Europa, a Parigi. Con la guerra Kabul cade in rovina e alla fine del conflitto molti stranieri corrono in aiuto. Tra questi vi è, per esempio, il chirurgo plastico greco Markos Varvaris, che vi si reca nel 2002 e che affitta la casa ereditata dall'ormai vecchio Nabi dopo la morte del suo padrone, il signor Wahdati.
 
Un'altra persona che interviene come volontaria dopo la guerra è l'infermiera bosniaca Amra Ademovic, che assiste i feriti all'ospedale Wazir Akbar Khan, risiedente anche lei nella casa di Nabi, insieme a Markos e ad altri medici dell'équipe di volontariato. Dopo la guerra giungono a Kabul anche persone che, emigrate, tornano per riappropriarsi di ciò che è rimasto dei loro beni. Tra questi, i due cugini Idris e Timur, che erano emigrati in [[California]], a San José, negli anni ottanta e che nel 2003 fanno ritorno nella loro città. Timur ora è un immobiliarista e Idris un medico. Quest'ultimo si dimostra molto disponibile ad aiutare i bisognosi, in particolare Roshi, una ragazzina deturpata dallo zio con un colpo di ascia alla testa. Conclusi i loro affari, i due cugini fanno ritorno a San José, dove ricompare uno dei protagonisti, Abdullah, che evidentemente era fuggito anche lui dalla guerra. Ora lavora in un ristorante afghano, l{{'}}''Abe's Kabob House'', e vive con la moglie Sultana e con la figlia, Pari, chiamata così in ricordo della sorellina, da tanto tempo lontana da lui.
 
Relativamente alla guerra si descrivono anche i cambiamenti avvenuti nel piccolo villaggio di Shadbagh, con cui si è aperto il romanzo. Dopo la guerra a provvedere al risanamento del villaggio vi è un ex comandante che, avendone la possibilità, finanzia e progetta molte costruzioni e aiuta i più poveri. Tra questi vi è anche Iqbal, ormai vecchio e malandato, sempre accompagnato dal figlio, Gholam, che era fuggito in Pakistan durante la guerra ed ora è ritornato a Shadbagh con l'intenzione di riappropriarsi dei suoi terreni. Viene però respinto dal comandante, poiché ha costruito la sua grande villa proprio sui suoi terreni e non intende restituirglieli. Un giorno, però, Iqbal viene assassinato dalle guardie del corpo dell'ex comandante.
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* [[Letteratura afghana]]
 
== Collegamenti esterni ==
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