Papa Benedetto XVI: differenze tra le versioni
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|nome = Papa Benedetto XVI
|immagine = Benedykt XVI (2010-10-17) 4.jpg<!-- NON cambiare se non si è prima formato un consenso maggiore su un'altra immagine. Vedi pagina di discussione. -->
|didascalia = Benedetto XVI il 17 ottobre 2010
|stemma = Coat of arms of Benedictus XVI.svg
|motto = ''Cooperatores veritatis''<ref>Il motto segue 3 Giovanni, 8, il cui testo completo è: ''Nos ergo debemus sublevare huiusmodi, ut cooperatores simus veritatis''.</ref>
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|elezione = 19 aprile [[2005]]
|insediamento = 24 aprile [[2005]]
|fine pontificato = 28 febbraio [[2013]]<br /><small>({{Età e giorni|2005|4|19|
|cardinali = vedi [[Concistori di papa Benedetto XVI]]
|predecessore = [[papa Giovanni Paolo II]]
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==== Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ====
{{vedi anche|De delictis gravioribus|Crimen sollicitationis}}▼
[[File:Ratzinger-Rom88.JPG|thumb|left|Il cardinale Ratzinger nel 1988]]
▲{{vedi anche|De delictis gravioribus|Crimen sollicitationis}}
Il 25 novembre 1981 [[papa Giovanni Paolo II]] lo nominò prefetto della [[Dicastero per la dottrina della fede|Congregazione per la dottrina della fede]], l'organo della [[Santa Sede]] che si occupa di vigilare sulla correttezza della dottrina cattolica, carica che manterrà fino all'elevazione al soglio pontificio.
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== Il pontificato ==
=== Elezione a Romano Pontefice ===
[[File:Joseph Ratzinger.jpg|thumb|Il cardinale Ratzinger il 3 giugno 2001]]▼
{{vedi anche|Conclave del 2005}}
Ratzinger fu eletto papa durante il secondo giorno del [[conclave del 2005]], al quarto scrutinio, nel pomeriggio del 19 aprile. Scelse come nome pontificale quello di Benedetto XVI. Alle 17:56 fu dato l'annuncio dell'elezione con la tradizionale [[Fumata nera e fumata bianca|fumata bianca]] del comignolo della [[Cappella Sistina]] (ci fu in effetti un'iniziale incertezza sul colore del fumo, ma i dubbi furono sciolti alle 18:07, dal suono delle campane della [[basilica di San Pietro in Vaticano]]). Dopo circa mezz'ora, il [[cardinale protodiacono]] [[Jorge Medina Estévez]] si affacciò dal balcone della loggia centrale della basilica per [[Habemus Papam|annunciare]] l'avvenuta elezione.<ref>L'annuncio cerimoniale fu preceduto, per la prima volta, dal saluto «fratelli e sorelle carissimi», pronunciato in [[lingua italiana|italiano]], [[lingua spagnola|spagnolo]], [[lingua francese|francese]], [[lingua tedesca|tedesco]] e [[lingua inglese|inglese]].</ref>
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=== La scelta del nome pontificale e il trattamento d'onore ===
[[File:Pope Benedict XVI 1 – cropped.jpg|miniatura|Benedetto XVI sul trono papale nel [[Palazzo Apostolico]]]]
Il 27 aprile
{{Citazione|Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice [[papa Benedetto XV|Benedetto XV]], che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l'apporto di tutti.}}
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==== Mitra e tiara ====
[[File:Giao hoang Bien Duc XVI, Benedictus XVI, Benedict XVI.jpg|sinistra|miniatura|Benedetto XVI sulla [[papamobile]] in [[piazza San Pietro]]
Un segno di forte discontinuità con la tradizione araldica papale<ref>[http://www.iagi.info/ARALDICA/ecclesiastica/PAGINEIMMAGINI/ECCIMM05testo.html Araldica Ecclesiastica] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304121421/http://www.iagi.info/ARALDICA/ecclesiastica/PAGINEIMMAGINI/ECCIMM05testo.html |data=4 marzo 2016 }} di Giorgio Aldrighetti</ref> è dato dall'introduzione per la prima volta di una [[mitra (copricapo)|mitra]], sopra lo scudo, in sostituzione della [[tiara]] papale, sempre presente negli stemmi dei precedenti pontefici, sin dall'elezione di [[papa Clemente V]] (1305), pur se non più indossata a partire dal pontificato di [[papa Paolo VI]]. La mitra è color argento e riporta tre fasce dorate in orizzontale (a conservare i tre poteri della tiara: Ordine, Giurisdizione e Magistero) collegate in verticale e al centro per indicare l'unità dei poteri nella stessa persona. Lo stemma fu disegnato per mano di [[Monsignore|monsignor]] [[Andrea Cordero Lanza di Montezemolo]], esperto in araldica, su indicazione dell'[[Ufficio delle celebrazioni liturgiche del sommo pontefice]].
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==== L'ermeneutica della continuità ====
{{vedi anche|Ermeneutica del Concilio Vaticano II}}
[[File:Beatification of John Paul II (4).jpg|thumb|Benedetto XVI in preghiera davanti alla bara di [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] il
Il 22 dicembre 2005, in un discorso ai membri della [[Curia romana]], ha espresso una chiara posizione su questo argomento, sostenendo la cosiddetta [[Ermeneutica del Concilio Vaticano II#Ermeneutica della continuità|ermeneutica della continuità]]. Egli, seguendo con più vigore la linea tracciata dai suoi predecessori, ha testualmente affermato l'erroneità dell'opinione secondo la quale il Concilio Vaticano II avrebbe dato vita a una sorta di "rivoluzione" all'interno della Chiesa che autorizzerebbe a mutare, rispetto al passato, il costante insegnamento del [[Magistero della Chiesa cattolica|magistero]] in materia di [[dottrina cristiana|dottrina]] o di [[fede]]. Di conseguenza, l'unica interpretazione lecita dei [[documenti del Concilio Vaticano II]], deve comunque procedere in assoluto accordo, rispetto al contenuto e allo spirito delle precedenti proposizioni che hanno dato vita al ''depositum Fidei'' proprio alla tradizione cattolica:<ref>{{cita web|autore=Benedetto XVI|url=http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2005/december/documents/hf_ben_xvi_spe_20051222_roman-curia_it.html|titolo=Discorso ai Membri della Curia e della Prelatura Romana per la presentazione degli auguri natalizi|data=22 dicembre 2005|accesso=13 novembre 2009}}</ref>
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Il 7 luglio 2007 è stato promulgato il ''[[motu proprio]]'' ''[[Summorum Pontificum]]'', che dà la possibilità a qualunque sacerdote cattolico di celebrare, senza condizioni, la [[messa]] senza il popolo, secondo il [[Messa tridentina|''Messale Romano'' promulgato da Pio V]] nella forma rivista da [[papa Giovanni XXIII]] nel 1962, anteriore perciò alla [[riforma liturgica del rito romano]] del 1970, celebrazioni alle quali quei fedeli che lo richiedono sono ammessi, secondo il provvedimento stesso; le celebrazioni con il popolo possono essere autorizzate dal parroco senza dovere ricorrere al vescovo diocesano o alla Santa Sede; l'eventuale decisione di una comunità religiosa di celebrare con questo messale in modo abituale dovrà essere presa dai superiori maggiori nel rispetto delle regole. Precedentemente questa possibilità celebrativa era riservata ai soli sacerdoti che avessero ottenuto il permesso dal proprio [[vescovo|ordinario]], secondo quanto stabilito dal ''motu proprio'' ''[[Ecclesia Dei]]'' promulgato da Giovanni Paolo II nel 1988, che auspicava comunque una larga generosità dei vescovi nel concedere il permesso. Il ''Summorum Pontificum'' è stato corredato da una lettera di accompagnamento, nella quale il Papa ha auspicato che questa nuova disciplina possa rappresentare un passo verso "una riconciliazione interna nel seno della Chiesa": è stato infatti ribadito il ruolo del messale di Paolo VI come espressione ordinaria della ''[[lex orandi, lex credendi|lex orandi]]'' (legge della preghiera) della Chiesa cattolica di rito latino, mentre quello edito da papa Giovanni XXIII è designato espressione straordinaria della medesima ''lex orandi'', da tenere quindi in debito onore per il "suo uso venerabile e antico"; entrambi sono comunque usi leciti dell'unico [[rito romano]]. Benedetto XVI ha quindi precisato nella lettera che i due messali non contengono due diversi riti, ma due usi diversi dello stesso rito romano.<ref>{{cita web|url=https://www.culturacattolica.it/attualit%C3%A0/in-rilievo/ultime-news/2018/12/06/vetus-ordo|titolo=Vetus Ordo|autore=Gino Oliosi|sito=www.culturacattolica.it|data=6 dicembre 2018}}</ref> Benedetto XVI, dopo l'elezione papale, ha comunque celebrato sempre secondo il [[messale]] di Paolo VI. Una nuova "marcia indietro" sull'uso del messale pre-conciliare è stata poi irrogata da [[papa Francesco]], che con il ''motu proprio'' ''[[Traditionis custodes]]'', promulgato da il 16 luglio 2021, ha definito i libri liturgici promulgati dai papi Paolo VI e Giovanni Paolo II in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II quali "unica espressione della ''lex orandi'' del Rito romano"<ref>[https://www.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/20210716-motu-proprio-traditionis-custodes.html ''Motu proprio'' ''Traditionis custodes'', articolo 1]</ref> e che pertanto la possibilità di celebrare secondo altri messali è da subordinare strettamente all'autorizzazione dell'ordinario diocesano.
[[File:Benedikt XVI.jpg|thumb|Papa Benedetto XVI indossa il [[Saturno (copricapo)|saturno]]
Nel corso del suo pontificato papa Benedetto XVI ha ripreso l'utilizzo di alcuni abiti pontifici di origine [[Rinascimento|rinascimentale]] e in disuso da qualche decennio, su tutti la [[mozzetta]] di velluto rosso bordata di ermellino bianco, che fu impiegata fino al pontificato di Paolo VI e il cui uso è ripreso sin dai primi mesi di pontificato di Benedetto XVI; a partire dalla Pasqua 2008 il Papa ha ripristinato anche la mozzetta di damasco bianco bordata di ermellino, che era stata utilizzata per l'ultima volta da Paolo VI il 26 marzo 1967 quando firmò l'enciclica ''Populorum Progressio'' e che Benedetto XVI ha indossato durante il periodo pasquale, da Pasqua fino a Pentecoste, ampliandone poi il tempo di impiego, prima limitato alla sola settimana ''in albis''; è stata altresì introdotta una mozzetta bianca damascata senza ermellino, per i giorni più caldi del tempo pasquale. A partire dal 2006, durante le udienze generali tenute all'aperto, nei mesi estivi, ha utilizzato il "[[Saturno (copricapo)|saturno]]", un copricapo rosso a tesa larga, adatto soprattutto a proteggersi dal caldo, spesso indossato da Giovanni XXIII e da Paolo VI e, nei primi anni di pontificato, anche da Giovanni Paolo II. Nel corso di due udienze generali il 21 e 28 dicembre 2005 ha indossato il [[camauro]], un copricapo di velluto rosso bordato di pelliccia d'[[Mustela erminea|ermellino]] bianco utilizzato dai papi fino al Settecento, poi ripristinato da [[papa Leone XIII]] e successivamente da Giovanni XXIII. Non mancò chi, a fronte di tale circostanza, ipotizzò una volontà di recupero di pomposità pre-conciliari da parte del Pontefice, il quale però motivò la scelta col mero tentativo di riparare la testa dal freddo. Nelle occasioni successive, Benedetto XVI non utilizzò più il camauro, «''perché non nascessero inutili interpretazioni''».<ref>Benedetto XVI, ''Luce Del Mondo Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi Una conversazione con Peter Seewald'', Libreria Editrice Vaticana, 2010, p. 127</ref>
[[File:BentoXVI-29-10052007.jpg|miniatura|Papa Benedetto XVI, in [[abito corale]], indossa la [[mozzetta]] rossa, la [[Stola (paramento liturgico)|stola]] rossa ricamata e le [[Scarpe pontificie|scarpe papali]] durante il [[Viaggi apostolici di papa Benedetto XVI#Brasile (9 maggio - 14 maggio 2007)|viaggio apostolico in Brasile]]
Papa Benedetto XVI ha ripreso anche l'uso delle tradizionali [[scarpe pontificie]] rosse, cadute in disuso durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Al contrario delle iniziali speculazioni della stampa che aveva riportato come tali scarpe fossero state realizzate dalla casa stilistica [[Prada]], il Vaticano ha smentito, precisando che quelle calzature erano state realizzate dal calzolaio personale del pontefice.<ref name="WSJ">Meichtry, Stacy [https://www.wsj.com/articles/SB114591920439834611 "Does the Pope Wear Prada?"] ''[[The Wall Street Journal]]''. 25 April 2006. Retrieved 19 January 2007. [https://web.archive.org/web/20130728210833/http://online.wsj.com/public/article/SB114591920439834611-OtBN7F_qbGxt2YstGeEXX1WoMzQ_20060524.html?mod=tff_main_tff_top WebCitation archive]</ref><!-- papal taylor: [[Ditta Annibale Gammarelli]]-->
==== Il recupero della tradizione liturgica ====
[[File:Benedictus manto papale.jpg|thumb|Benedetto XVI indossa la [[mitra (copricapo)|mitra]] e il [[piviale]] durante la [[Vespri|celebrazione dei primi Vespri]] della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo in occasione della cerimonia d'apertura dell'[[Anno paolino]] il 29 giugno 2008|254x254px]]
[[File:BentoXVI-86-13052007.jpg|thumb|left|Papa Benedetto XVI con il [[Pallio (paramento liturgico)|pallio]] papale in uso fino al [[IX secolo]] e dal 2005 al 2008 e la [[Ferula (religione)|ferula]] di [[
[[File:Benedikt.Messe.Freiburg.Papst.klein.jpg|left|thumb|La [[Ferula (religione)|ferula]] di Benedetto XVI]]
[[File:Benoît XVI synode 2008.jpg|thumb|Benedetto XVI con la ferula di [[papa Pio IX]] e il pallio in uso dal 2008]]
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=== Viaggi apostolici ===
{{vedi anche|Viaggi apostolici di papa Benedetto XVI}}
[[File:
[[File:Pope Benedict XVI in Zagreb 04.jpg|sinistra|miniatura|Papa Benedetto XVI a [[Zagabria]] nel giugno 2011]]
Oltre a numerose visite apostoliche in [[Italia]], Benedetto XVI ha compiuto viaggi apostolici in 21 paesi di tutti i continenti: è stato tre volte in [[Germania]] (una volta a motivo della [[Giornata mondiale della gioventù 2005|XX Giornata mondiale della gioventù]] di [[Colonia (Germania)|Colonia]]), poi in [[Polonia]], terra di [[papa Giovanni Paolo II]], in [[Spagna]] (tre viaggi, uno per la [[Giornata mondiale della gioventù 2011|XXVI Giornata mondiale della gioventù]]), in [[Turchia]], in [[Austria]], in [[Francia]], in [[Repubblica Ceca]], a [[Malta]], in [[Portogallo]], a [[Cipro]], nel [[Regno Unito]], in [[Croazia]] e a [[San Marino]]. Sette i viaggi apostolici intercontinentali: in [[Brasile]], negli [[Stati Uniti d'America]], in [[Messico]], a [[Cuba]], in [[Australia]], in [[Africa]] ([[Camerun]], [[Angola]] e [[Benin]]), nel [[Libano]] e in [[Terra santa]] ([[Giordania]] e [[Israele]]).
[[File:BentoXVI-48-11052007.jpg|miniatura|Cerimonia di canonizzazione del frate brasiliano [[Antonio de Sant'Anna Galvão|Frei Galvão]] celebrata da Benedetto XVI al Campo de Marte a [[San Paolo (Brasile)|San Paolo]], [[Brasile]]]]
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