Autonomia scolastica: differenze tra le versioni
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==== Autonomia e garanzia delle pari opportunità ====
Come accade, ad esempio, nel Regno Unito, ad evitare che le diversificazioni delle offerte formative declinate sui bisogni degli studenti e del territorio comportino diversi livelli nei risultati di apprendimento, l'autonomia scolastica viene esercitata nel rispetto di indicazioni ed obiettivi nazionali a livello di istruzione. In tal senso, nella riforma dei cicli tracciata nella [[Riforma Moratti|L. 53/2003]] e nelle successive norme attuative si prevede, per i profili di studio, l'indicazione dei risultati di apprendimento attesi in termini di competenze. Ad esempio, nelle ''[[Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione]]'' del 2012 (p. 13)<ref>{{Cita web|url=https://www.miur.gov.it/documents/20182/51310/DM+254_2012.pdf/1f967360-0ca6-48fb-95e9-c15d49f18831?version=1.0&t=1480418494262|titolo=Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione|autore=Ministero dell'Istruzione|data=2012|p=13|accesso=1º agosto 2022}}</ref> si precisa: «Nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono criteri per la valutazione delle competenze attese e, nella loro scansione temporale, sono prescrittivi, impegnando così le istituzioni scolastiche affinché ogni alunno possa conseguirli, a garanzia dell’unità del sistema nazionale e della qualità del servizio. Le scuole hanno la libertà e la responsabilità di organizzarsi e di scegliere l’itinerario più opportuno per consentire agli studenti il miglior conseguimento dei risultati».
Analoghe considerazioni hanno portato, in Inghilterra e in Scozia, alla definizione del ''National'' ''Curriculum'' e del ''Curriculum for Excellence'', contenenti i risultati di apprendimento che gli studenti debbono conseguire.
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