Simone Veil: differenze tra le versioni

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|predecessore5 =
|successore5 = [[Jean-Marie Vanlerenberghe]]
|legislatura5 = [[Europarlamentari della Francia della I legislatura|I]], [[Europarlamentari della Francia della II legislatura|II]] [[Europarlamentari della Francia della III legislatura|III]]
|gruppo parlamentare5 = [[Gruppo Liberale e Democratico|LD]]
|sito5 = https://www.europarl.europa.eu/meps/it/1174/SIMONE_VEIL/history/3
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=== La deportazione ===
Appartenente ad una famiglia [[ebraismo|ebraica]], durante l'[[Campagna di Francia|occupazione nazista]] subì dure persecuzioni. Nonostante questo riuscì a conseguire la maturità nel marzo [[1944]] ma subito dopo<ref name="Veil1" /> fu deportata insieme alla madre ed alla sorella Miou nel [[campo di concentramento di Auschwitz]].<ref name="Veil1" /> Con la sorella, fu l'ultima sopravvissuta, con il numero 78651 tatuato sul braccio; prima fu deportata ad [[Auschwitz]], poi nel luglio 1944 nel campo di Bobrek, e infine, dopo un passaggio di nuovo ad Auschwitz, fu inviata a [[Bergen-Belsen]] con una delle [[marce della morte]],<ref name="Veil1" /><ref name="Veil2007">Veil, S. (2007). Une vie. Essais - Documents. Stock. ISBN 978-2-234-06692-2., p. 76-85</ref>, in quanto il campo era stato liberato dai sovietici il 27 gennaio 1945, il cui anniversario è l'attuale [[Giorno della Memoria]] in tutti gli [[Stati membri dell'Unione europea|Stati]] dell'[[Unione europea]]. Fu liberata il 15 aprile dall'esercito britannico.<ref name="Veil2007"/>
 
Laureata in [[giurisprudenza]], [[magistrato|magistrata]], sposò nel 1946 [[Antoine Veil]] dal quale ebbe tre figli. Fu tra i soci fondatori e presidente onoraria della [[Shoah Foundation|Fondation pour la Mémoire de la Shoah]], organizzazione no-profit che si occupa della promozione della [[memoria collettiva|memoria]] e degli studi sulla tragedia della [[Olocausto|Shoah]].<ref>{{Cita web|url=http://www.fondationshoah.org/memoire/collection/discours-2002-2007-simone-veil|titolo=Discours 2002-2007 - Simone Veil|editore=Fondation pour la Mémoire de la Shoah|lingua=fr|accesso=30 giugno 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170630113923/http://www.fondationshoah.org/memoire/collection/discours-2002-2007-simone-veil|dataarchivio=30 giugno 2017}}</ref>
 
=== Carriera politica ===
{{dx|[[File:Simone Veil (1993) by Erling Mandelmann.jpg|thumb|upright|sinistra|Simone Veil nel 1993]] }}
Abbandonata nel 1974 la carriera di magistrata, dopo l'elezione di [[Valéry Giscard d'Estaing]] a [[presidente della Repubblica francese]], fu nominata [[Ministero della solidarietà e della salute|ministra della salute]] nel governo di [[Jacques Chirac]], confermata nell'incarico in quello successivo di [[Raymond Barre]]. Ebbe anche l'incarico della famiglia e della sicurezza sociale. La nomina di Simone Veil rappresentò una novità, anche perché fu una delle prime donne ministra. In quel periodo riuscì a ottenere l'approvazione della legge sull'[[aborto]], sia pure subendo nel corso di un lungo ed estenuante dibattito all'[[Assemblea nazionale (Francia)|Assemblée Nationale]] violenti attacchi da parte dei deputati più oltranzisti (un parlamentare del centro-destra arrivò a deporre un feto sotto formalina sul banco dei ministri).
 
Nel luglio 1979, lasciò il governo Barre per guidare la lista dell'[[Unione per la Democrazia Francese]] alle prime elezioni a [[suffragio universale]] per il [[Parlamento europeo]]. Fu la capofila dello schieramento europeista, liberale e centrista, sostenuto apertamente da Giscard d'Estaing. Alla prima riunione del [[Parlamento europeo]] a [[Strasburgo]] nel luglio del 1979 fu eletta [[Presidente del Parlamento europeo|presidente dell'assemblea]].<ref>{{Cita libro|autore=Tulli, Umberto|titolo=Un Parlamento per l'Europa. Il Parlamento europeo e la battaglia per la sua elezione, 1948-1979|annooriginale=2017|editore=Le Monnier}}</ref> Durante il suo discorso d'investitura rende omaggio a [[Louise Weiss]] e dichiara esplicitamente di voler ridare prestigio e rinforzare i poteri del Parlamento europeo<ref>{{Cita web|url=https://www.cvce.eu/obj/discours_de_simone_veil_strasbourg_17_juillet_1979-fr-174d384d-d5c7-4c02-ad78-b1f6efc9740a.html |titolo=Discours de Simone Veil (Strasbourg, 17 juillet 1979)|autore=|sito=cvce.eu|data=14 maggio 2014|lingua=fr|accesso=3 novembre 2021}}</ref>. Venne eletta al secondo turno ottenendo 192 voti, tre più della maggioranza richiesta, dal blocco comprendente liberali, democristiani, conservatori inglesi e una parte dei gollisti. Restò in carica fino al gennaio 1982. Fu rieletta al Parlamento europeo nel [[1984]], stavolta con la lista unitaria di centro-destra RPR-UDF capeggiata da lei (in qualità di illustre esponente dell'UDF) e da [[Jacques Chirac]] (in qualità di leader del RPR). Alle elezioni del 1989 si ripresentò nella formazione ''Le Centre pour l'Europe'', lista concorrente con l'Unione UDF-RPR. Il suo percorso l'ha portata a essere ormai considerata una delle madri dell'Europa<ref>{{Cita web|url=https://www.franceculture.fr/politique/ces-femmes-qui-ont-construit-lunion-europeenne|titolo=Ces femmes qui ont construit l'Union européenne|autore=Audrey Tison|sito=.franceculture.fr|data=8 marzo 2019|lingua=fr|accesso=3 novembre 2021}}</ref>.
 
[[File:Simone Veil (1993) by Erling Mandelmann.jpg|thumb|upright|sinistra|Simone Veil nel 1993]]
Nel marzo del 1993 fu nominata ministra di Stato, ministra della sanità, degli affari sociali e delle aree urbane nel governo di [[Édouard Balladur]].<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/esteri/17_giugno_30/francia-morta-89-anni-simone-veil-e71cd100-5d75-11e7-a3ba-28ae329eb765.shtml|titolo=Francia, morta a 89 anni Simone Veil|editore=[[Corriere della Sera]]|data=30 giugno 2017|accesso=30 giugno 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170630184239/http://www.corriere.it/esteri/17_giugno_30/francia-morta-89-anni-simone-veil-e71cd100-5d75-11e7-a3ba-28ae329eb765.shtml|dataarchivio=30 giugno 2017}}</ref> In quanto ministra di Stato, aveva una posizione protocollare che la collocava immediatamente dopo il primo ministro. Restò in carica fino al maggio 1995: avendo sostenuto la candidatura di [[Édouard Balladur]] alla presidenza della Repubblica, decide di lasciare il governo dopo l'elezione di Chirac. Tuttavia il primo ministro [[Alain Juppé]] le propone di presiedere l'Alto consiglio all'integrazione, e Veil accetta iscrivendosi contemporaneamente all'UDF.<ref>{{Cita libro|titolo=La merveilleuse histoire de Simone Veil |autore=Eva Wernert, Jean-Louis de Valmigere |url=https://books.google.be/books?id=FndmEAAAQBAJ&pg=PT94&dq=Simone+Veil+entre++UDF+1995&hl=fr&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwi02dGQjpOLAxXS3gIHHf_OBE8Q6AF6BAgJEAM#v=onepage&q=Simone%20Veil%20entre%20%20UDF%201995&f=false |editore=HC éditions |anno=2022 |p=Cap 5 |ISBN=9782357205789}}</ref> Nel marzo 1998 fu nominata membro del [[Consiglio costituzionale (Francia)|Consiglio costituzionale]] dal presidente del Senato [[René Monory]]. Il suo mandato durò nove anni e terminò nel marzo del 2007.
 
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}}{{Onorificenze
|immagine = Order of the Republic (Tunisia) - ribbon bar.gif
|nome_onorificenza = Grand'Ufficiale dell'Ordine della Repubblica (Tunisia)
|collegamento_onorificenza = Ordine della Repubblica (Tunisia)
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