Marco Tullio Cicerone: differenze tra le versioni

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=== Giovinezza ===
==== L'infanzia e la famiglia ====
Marco Tullio Cicerone nacque, il 3 gennaio del [[106 a.C.]]<ref>Plutarco, ''Vita di Cicerone'', 2, 1.</ref>, a ''Ponte Olmo''<ref>Dionigi Antonelli, Abbazie, prepositure e priorati benedettini nella diocesi di Sora nel Medioevo, [[Pontificia Università Lateranense]], Roma, 1986, pp.212-213</ref>, in prossimità del fiume [[Fibreno]] attualmente comune di Sora, accanto al comune di [[Arpino|Arpinum]] (area attualmente occupata dall'[[Abbazia di San Domenico]]<ref>Luigi Loffredo, S. Domenico di Sora e i luoghi natali di Cicerone, Tipografia dell’Abbazia di Casamari, Veroli 1981, pp. 19-24</ref><ref name="Narducci_19">{{cita|Narducci 2009|p. 19|Narducci}}.</ref>). Gli Arpinati ricevettero la ''[[cittadinanza romana|civitas sine suffragio]]'' nel [[IV secolo a.C.]] e i pieni diritti di cittadinanza nel [[188 a.C.]]; in seguito, la città ottenne anche lo ''status'' di [[Municipio (storia romana)|''municipium'']].<ref name="Narducci_19" /> La [[lingua latina]] era in uso già da lungo tempo<ref name="Rawson_1">{{cita|Rawson|p. 1|Rawson}}.</ref>; tuttavia, ad Arpino, era diffuso anche l'insegnamento della [[Lingua greca antica|lingua greca]], che l'élite senatoriale romana preferiva spesso a quella latina, riconoscendone la maggiore raffinatezza e precisione.<ref name="Rawson_7">{{cita|Rawson|pp. 7-8|Rawson}}.</ref> L'assimilazione, da parte dei Romani, delle comunità italiche vicine a [[Roma]] (avvenuta tra il [[II secolo a.C.|II]] e il [[I secolo a.C.]]), permise a Cicerone di diventare scrittore, statista e oratore.
 
Cicerone apparteneva alla classe equestre (la piccola [[nobiltà]] locale) e, anche se lontanamente imparentato con [[Gaio Mario]] (il corifèo dei ''[[Populares]]'' durante la [[Guerra civile romana (83-82 a.C.)|guerra civile]] contro gli ''[[Ottimati|optimates]]'' di [[Lucio Cornelio Silla]]<ref name="Rawson_2">{{cita|Rawson|pp. 2-3|Rawson}}.</ref>), non aveva alcun legame con l'oligarchia senatoriale romana; era dunque un ''[[homo novus]]''. La famiglia era composta dal padre [[Marco Tullio Cicerone il Vecchio]], uomo colto ma di origine sconosciuta e dalla madre Elvia, di nobile casato e integri costumi<ref>Plutarco, ''Vita di Cicerone'', 1, 1.</ref> e dal fratello [[Quinto Tullio Cicerone|Quinto]].
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Particolarmente attratto dalla [[filosofia]],<ref name="Rawson_18">{{cita|Rawson|p. 18|Rawson}}.</ref> alla quale avrebbe dato grandi contributi (tra i quali, la creazione del vocabolario filosofico in lingua latina), nel [[91 a.C.]] incontrò, assieme all'amico Tito Pomponio, il [[epicureismo|filosofo epicureo]] [[Fedro (epicureo)|Fedro]] in visita a Roma; entrambi ne rimasero affascinati ma solo Pomponio rimase, per tutta la vita, seguace della dottrina epicurea. Tra il 79 e il 77 a.C., conobbe il maestro di retorica [[Apollonio Molone]]<ref>Plutarco, ''Vita di Cicerone'', 4, 5.</ref> (che istruì, pochi anni dopo, anche [[Gaio Giulio Cesare]]) e l'accademico [[Filone di Larissa]] che esercitò su di lui, un'influenza profonda: infatti, era a capo dell'[[Accademia di Atene]] che [[Platone]] aveva fondato circa trecento anni prima; di conseguenza, grazie a lui, Cicerone assimilò la [[platonismo|filosofia platonica]], tanto che arrivò spesso a definire Platone come il proprio dio (pur rigettando la sua ''teoria delle idee'').
 
Poco tempo dopo, Cicerone incontrò [[Diodoto (filosofo)|Diodoto]], esponente dello [[stoicismo]]; tale movimento era già stato precedentemente introdotto a Roma, dove aveva ricevuto larghi consensi grazie all'enfasi posta sul controllo delle emozioni e sulla forza di volontà (in linea con gli ideali romani). Cicerone, tuttavia, non adottò completamente l'austera filosofia stoica ma ne preferì una modificata; in seguito, Diodoto divenne un protetto di Cicerone, dalche qualelo fu ospitatoospitò fino alla morte<ref name="Rawson_18" />.
 
=== ''Cursus honorum'' ===