Cartagine: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullata la modifica di 93.149.112.74 (discussione), riportata alla versione precedente di BashonUbuntuonWindows
Etichetta: Rollback
 
(22 versioni intermedie di 2 utenti non mostrate)
Riga 15:
|Causa 3 =
|Territorio controllato = [[Nord Africa]], [[Sardegna]] (parziale), [[Sicilia occidentale]], [[Corsica]] (parziale), [[Isole Baleari]], costa della [[penisola iberica]] meridionale
|Dipendente da = [[Fenici]] ([[VIII secolo a.C.|VIII]]-[[VII secolo a. C.]]), Autonomaautonoma (fino al 146 a.C.), [[RomaCiviltà (città antica)romana|Roma]] (fino al 439), [[Vandali#IlRegno regnodei vandalo in AfricaVandali|Regno Vandalovandalo]] (fino al 533), [[Impero Bizantinobizantino]] (fino al 698)
|Superficie massima =
|Abitanti massimi =
Riga 42:
}}
 
'''Cartagine''' ({{latino|Carthago}} o ''Karthago''; {{lang-grc|Καρχηδών|Karchēdṓn}}) era un'antica città [[fenici]]a, tra le più importanti colonie puniche del [[Mediterraneo]]; all'epoca del suo massimo splendore fu capitale di un piccolo impero che includeva i territori sud-orientali della [[penisola iberica]], la [[Corsica]] e la [[Sardegna]] sud-occidentale, la [[Sicilia (isola)|Sicilia]] occidentale e le coste della [[Libia]]. Il nome deriva dal [[Lingua fenicia|fenicio]] 𐤒𐤓𐤕𐤇𐤃𐤔𐤕𐤒𐤓𐤕 𐤇𐤃𐤔𐤕 <QRT ḤDŠT>, ''Qart-ḥadašt'', "Città nuova", da intendere come "Nuova [[Tiro (città antica)|Tiro]]".<ref>{{Cita web|url=https://www.archaeology.ugent.be/carthage/history.php|titolo=Carthage: new excavations in Mediterranean capital|lingua=en|urlmorto=sì|accesso=8 luglio 2024|dataarchivio=5 ottobre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20221005054702/https://www.archaeology.ugent.be/carthage/history.php}}</ref>
 
Fondata nel [[IX secolo a.C.]] sulle sponde del [[Golfogolfo di Tunisi]] come scalo commerciale fenicio, Cartagine crebbe rapidamente in popolazione ed importanza fino a rendersi indipendente dalla madrepatria, e giunse ad esercitare notevole influenza e controllo sul Mediterraneo occidentale e sul mar [[mar Tirreno]]. Dal [[III secolo a.C.]] entrò in contrasto con [[antica Roma|Roma]], che le disputava il controllo sulla [[Sicilia]], il dominio dei mari e in generale vedeva nella città punica una minaccia per la sua crescente egemonia e per la sua stessa sopravvivenza. Il contrasto sfociò in un [[guerra|conflitto armato]], che vide le due città combattersi nelle tre [[guerre puniche]] con alterne vicende.
 
La [[seconda guerra punica]] fu dominata in un primo tempo dal generale cartaginese [[Annibale]], che valicate le [[Alpi]] sconfisse più volte l'[[esercito romano]], in particolare nella [[battaglia di Canne]], che gli permise di restare padrone dell'Italia meridionale per 15 anni; tuttavia non riuscì a infliggere il colpo di grazia all'avversario. I Romani si riorganizzarono e risposero con le incursioni africane di [[Publio Cornelio Scipione|Scipione]], culminate nella vittoria su Annibale nella [[battaglia di Zama]], che chiuse la guerra con il trionfo di Roma.
Riga 52:
== Descrizione ==
 
La [[città]] era collocata sul lato [[est|orientale]] del [[lago di Tunisi]]<ref>{{Cita web|url=http://pleiades.stoa.org/places/314921|titolo=Carthago: a Pleiades place resource|autore=Hitchner, R., DARMC, R. Talbert, S. Gillies, J. Åhlfeldt, R. Warner, J. Becker, T. Elliott|sito=Pleiades: a gazetteer of past places|lingua=en|accesso=4 ottobre 2017}}</ref>. Secondo una [[leggenda]] [[romana]], fu fondata nell'814 a.C. da coloni fenici provenienti da [[Tiro (città antica)|Tiro]], guidati da Elissa (la regina [[Didone]])<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Sabatino Moscati e Grassi Palazzo |titolo=The Phoenicians |url=https://www.worldcat.org/oclc/47953853|annooriginale=1997|data=2001|editore=I.B. Tauris|OCLC=47953853|ISBN=9781850435334}}</ref>. Divenne una grande e ricca città, molto influente nel [[Mediterraneo occidentale]], fino a scontrarsi con [[Siracusa (città antica)|Siracusa]] e [[Roma (città antica)|Roma]] per l'egemonia sui mari.
 
Le prime battaglie navali coinvolgenti il popolo cartaginese, infatti, furono le cosiddette [[guerre greco-puniche]], campagne di assedio per il predominio sul Mediterraneo e in particolare sulla [[Sicilia (isola)|Sicilia]], la quale nel corso dei secoli [[VIII secolo a.C.|VIII]] fino al [[V secolo a.C.|V a.C.]] era coabitata dalle etnie fenicio-puniche (principalmente a [[Mozia]], [[Solunto]], [[Palermo]]), dai [[Storia della Sicilia preellenica|Popoli preellenici]] e dall'[[Sicelioti|etnia greca]]. Le campagne di espansione greca verso l'occidente furono spesso motivi di guerra tra le due componenti e in particolare i contrasti tra le città di [[Selinunte]] (greca) e [[Segesta]] ([[Elimi|elima]] e in quanto tale alleata dei Fenici) erano motivo di accesi conflitti. Spesso Cartagine entrava nello scacchiere fornendo mezzi e uomini a supporto dei Fenici isolani, fino ad essere coinvolta in diversi scontri. Il terreno di battaglia fu spesso la Sicilia, come nella celebre [[Battaglia di Imera (480 a.C.)|battaglia di Hymaera]], ma non mancarono scontri navali.
 
Inoltre, verso il [[VI secolo a.C.]], i Cartaginesi [[Storia della Sardegna fenicio-punica|cercarono di impadronirsi della Sardegna]]. Al tentativo di colonizzazione seguì l'inevitabile reazione armata dei [[Nuragici|sardo-nuragici]] che in breve rioccuparono i territori invasi minacciando la distruzione delle città costiere già loro colonie. Nella [[Storia della Sardegna fenicio-punica|Primaprima guerra sardo-punica]] (540 a.C.), Cartagine inviò in Sardegna un suo esperto generale, già vittorioso in Sicilia contro i Greci e da questi chiamato Malco; nella [[Storia della Sardegna fenicio-punica|Secondaseconda guerra sardo-punica]] (535 a.C.), dopo la vittoriosa battaglia navale del Mare Sardo contro i Greci focesi, i Punici al comando dei due fratelli Asdrubale e Amilcare, figli di Magone, tentarono una nuova campagna militare per la conquista dell'Isola. Venticinque anni dopo, nel 510 a.C., si combatteva ancora, ed in quell'anno i Punici persero in battaglia il generale Asdrubale.
 
I Cartaginesi inoltre, sotto la guida di [[Annibale]], giunsero a mettere in pericolo il dominio romano con la [[battaglia di Canne|vittoria a Canne]], ma uscirono poi debolissimi dalla [[seconda guerra punica]]. Con la sconfitta nella [[terza guerra punica]], la città fu distrutta nel 146 a.C. dai Romani. I Romani distrussero Cartagine perché era una città che non si era arresa a loro dopo le prime sconfitte, ma dopo molte guerre. Successivamente però la ricostruirono e ne fecero una delle città più importanti dell'[[Impero romano]].
 
Conquistata dai [[Vandali]] nel 439, fu la capitale del loro [[Regno dei Vandali|regno]] fino al 533, quando fu riconquistata da [[Belisario]] con la [[Guerraguerra vandalica]]. In seguito alla [[conquista omayyade del Nord Africa]], Cartagine fu distrutta definitivamente nel 698.
 
Resta ancor oggi una popolare attrazione [[turismo|turistica]], che nel 1979 è stata inserita dall'[[UNESCO]] tra i [[Patrimonio dell'umanità|Patrimonipatrimoni dell'umanità]].
 
Il 25 dicembre 1943 il Primoprimo ministro inglesebritannico [[Winston Churchill]] e il presidente statunitense [[Franklin Delano Roosevelt|Franklin D. Roosevelt]] si incontrarono in questa località per pianificare i termini dello [[sbarco di Anzio]], ovvero lo sbarco alleato oltre la [[Linea Gustav]].
 
== Storia di Cartagine ==
Riga 71:
=== I Fenici in Africa e il sostrato libico ===
 
L’AfricaL'[[Africa settentrionale]] era all’inizioall'inizio una tappa sulla rotta verso i metalli di [[Spagna romana|Spagna]] e vide il sorgere fin da tempi molto antichi di installazioni fenicie permanenti come [[Utica (Tunisia)|Utica]], fondata, secondo [[Plinio il Vecchio]], nel 1101 a.C.<ref>{{cita libro|autore=[[Plinio il Vecchio]]|titolo=[[Storia naturale (Plinio il Vecchio)|Storia naturale]]|posizione= XVI, 216|cid=Plinio il Vecchio}}</ref>. Sempre al [[XII secolo a.C.]] risalirebbero l’insediamentol'insediamento a [[Lixus (archeologia)|Lixus]] in [[Marocco]]<ref>{{Cita|Plinio il Vecchio|XIX, 63}}.</ref> e la fondazione di [[Cadice|Gades]] in [[Spagna]]<ref>[[Velleio Patercolo]], ''[[Historiae Romanae ad M. Vinicium consulem libri duo]]'', I, 2, 3.</ref>.
All’epocaAll'epoca dei primi insediamenti fenici, l’Africal'Africa Settentrionalesettentrionale è occupata da popolazioni [[Libu|libiche]] importanti, il cui legame con i [[Berberi]] del [[Maghreb]] è stata sostenuta da [[Gabriel Camps]], benché sia stato fatto osservare che il periodo così lungo e soprattutto le successive ondate di invasori non possono non aver modificato in modo rilevante le popolazioni locali. Gli Egiziani citano i Libici, a partire dal XII secolo a.C., come popolazioni situate immediatamente a Ovestovest del loro territorio.
 
[[File:Routes commerciales des Phéniciens-fr.svg|miniatura|upright=1.5|Rotte commerciali fenicie]]
Riga 78:
=== Fondazione di Cartagine ===
==== Secondo le fonti storiche ====
La data di fondazione di Cartagine è una questione dibattuta sia nell’antichità che ai giorni nostri. Una delle tradizioni antiche, basata sulla testimonianza di [[Timeo di Tauromenio]], ripresa anche da altri autori, della quale resta però solo qualche frammento<ref>Timeo di Tauromenio, “Frammento 82”</ref>, la situava nell'814 a.C.. Un'altra, ripresa da [[Appiano di Alessandria|Appiano]]<ref>Appiano, ''Libyca'', I, 1</ref>, pone la nascita di Cartagine all’epoca della [[Guerraguerra di Troia]].
Dato che gli scavi archeologici non hanno fornito reperti di età così antica, è stata avanzata l’ipotesi di una fondazione assai più tardiva (verso il 670 a.C.) o anche, secondo [[Pierre Cintas]], quella della nascita di un porto/magazzino seguita più tardi dalla fondazione di una città vera e propria. Ricerche più recenti, basate sull’analisisull'analisi indiretta degli Annali di Tiro, usati come fonte da [[Menandro di Efeso]] e [[Flavio Giuseppe]], indicano una data intorno all’ultimo quarto del [[IX secolo a.C.]].
 
==== Secondo la leggenda ====
Riga 88:
I primi anni di Cartagine sono caratterizzati da una lunga serie di rivalità fra le famiglie proprietarie terriere e le famiglie dei commercianti e marinai. In genere, a causa dell'importanza dei commerci per la città, la fazione "marittima" controllava il governo e, durante il [[VI secolo a.C.]], Cartagine cominciò ad acquisire il dominio dell'area del Mediterraneo Occidentale. Mercanti ed esploratori costruirono una vasta rete di commerci che portarono una grande prosperità e un largo potere alla città-stato. Si tramanda che già all'inizio del VI secolo a.C. [[Annone (generale)|Annone]] il navigatore si sia spinto lungo la costa dell'Africa fino alla [[Sierra Leone]]; contemporaneamente sotto la guida di [[Malco (generale)|Malco]], la città iniziò la conquista sistematica delle regioni costiere dell'Africa e del suo interno.
 
È assai difficile distinguere, nei reperti archeologici raccolti nell’areanell'area di influenza dei Fenici e dei Cartaginesi, quali possano essere fatti risalire all’uno o all’altro popolo e quindi datare con sicurezza l'origine degli insediamenti cartaginesi. Gli archeologi non hanno rilevato discontinuità rilevanti nei siti di [[Bithia (sito archeologico)|Bithia]] e [[Nora (Italia)|Nora]] in [[Sardegna]]. Anche la fondazione di [[Ibiza (comune)|Ibiza]], tradizionalmente datata nel 675 a.C., potrebbe essere attribuita agli uni come agli altri.
La formazione e il funzionamento dell’ “impero” cartaginese non hanno un carattere imperialista, ma piuttosto quello di una confederazione di colonie preesistenti che si legano alla più potente tra loro al momento del declino della loro città-madre, [[Tiro (città antica)|Tiro]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Michael Sommer|data=01 giugno 2007|titolo=Networks of Commerce and Knowledge in the Iron Age: The Case of the Phoenicians|rivista=Mediterranean Historical Review|volume=22|numero=1|pp=97-111|lingua=en|accesso=4 ottobre 2017|doi=10.1080/09518960701539232|url=https://dx.doi.org/10.1080/09518960701539232 | issn = 0951-8967 }}</ref>. Cartagine si assume quindi il ruolo di assicurare la sicurezza collettiva e di gestire la politica estera –e dunque anche commerciale- di queste comunità.
I Fenici Occidentali, e poi i Cartaginesi, hanno relazioni assai precoci con altre civiltà, soprattutto con gli [[Etruschi]] con i quali intrecciano solidi legami commerciali<ref>[[Aristotele]], ''Politica'', III, 9, 6</ref>. L’archeologia testimonia questi scambi, in particolare con le [[lamine di Pyrgi]] di [[Cerveteri]] e con varie scoperte nelle necropoli cartaginesi: vasi di produzione etrusca del tipo [[bucchero]] ma anche iscrizioni in etrusco che citano un Cartaginese<ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Michel Gras|titolo=Dictionnaire de la civilisation phénicienne et punique|anno=1992|editore=Brepols|città=Turnhout|p=163|capitolo=Étrusques}}</ref>. L’alleanzaL'alleanza con gli Etruschi mira anche a contrastare l’espansione dei [[Focea|Focesi]] occidentali, operazione che culmina con la [[Battagliabattaglia di Alalia]]<ref>Edward Lipinski, « Alalia », ''Dictionnaire de la civilisation phénicienne et punique'', p. 14</ref>. Questa alleanza perde però importanza con il progressivo declino degli Etruschi.
 
All'inizio del [[V secolo a.C.]], Cartagine era comunque diventata il più importante centro commerciale della regione<ref>{{Cita libro |autore=Glenn Markoe |titolo=Phoenicians |url=https://www.worldcat.org/oclc/45096924|data=2000|editore=University of California Press |lingua=en|p=56|cid=Markoe|OCLC=45096924|ISBN=9780520226142}}</ref>, una posizione che avrebbe mantenuto fino alla sua caduta per mano romana. Aveva conquistato i territori delle antiche [[Colonie nell'antichità#Colonie fenicie|colonie fenicie]] ([[Adrumeto]], [[Utica (Tunisia)|Utica]], [[Kerkouane]]...) e delle tribù libiche, allargando la sua dominazione su tutta la costa dell'Africa dall'odierno [[Marocco]] ai confini dell'[[Egitto]]. La sua influenza si allargava inoltre nel Mar Mediterraneo con il controllo di limitate aree costiere della Sardegna, di [[Malta]], delle [[isole Baleari]] e della parte occidentale della [[Sicilia (isola)|Sicilia]]. Erano state stabilite colonie anche in Spagna. In tutto il Mediterraneo occidentale resistevano all'imperialismo commerciale cartaginese solo [[Marsiglia]] (colonia greca [[Focea|focese]]), le [[Colonie nell'antichità#Colonie greche|colonie greche]] della costa italiana e i commercianti [[etruschi]], che a malapena mantenevano il controllo delle coste italiane del [[Mar Tirreno]] e lottavano per la [[Corsica]].
Riga 147:
=== Pirro re dell'Epiro ===
{{Vedi anche|Guerre greco-puniche|Trattati Roma-Cartagine}}
Fra il [[280 a.C.]] e il [[275 a.C.]], [[Pirro]] dell'[[Epiro]] mosse [[guerre pirriche|due grandi campagne]] nel tentativo di proteggere ed estendere l'influenza greca nel [[Mediterraneo occidentale]]. Una campagna venne scatenata contro Roma con il proposito di difendere le colonie greche del sud Italia. La seconda campagna venne mossa contro Cartagine nell'ennesimo tentativo di riportare la Sicilia interamente sotto controllo greco.
 
[[Pirro]], pur vincendo alcune battaglie sia in Italia che in Sicilia (i cartaginesi si arroccarono a [[Lilibeo]] dove respinsero l'assedio), non riuscì a portare a termine gli obiettivi che si era prefisso. Dove per Cartagine questo significò il mero ritorno allo [[status quo]], per Roma significò la conquista di [[Taranto]] e una robusta ipoteca sull'intera [[Italia meridionale]]. Il risultato finale mostrò quindi un nuovo bilanciamento del potere nel Mediterraneo Occidentaleoccidentale: i Greci videro ridotto il loro controllo sul sud Italia mentre Roma crebbe come potenza e le ambizioni territoriali la portarono per la prima volta direttamente allo scontro frontale con Cartagine.
 
=== La crisi messinese ===
Una nutrita compagnia di mercenari era stata assunta al servizio di [[Agatocle]]. Alla morte del Tirannotiranno nel [[288 a.C.]], questi si trovarono improvvisamente senza lavoro. Anziché lasciare la [[Sicilia]] si posero all'assedio di [[Messana]], conquistandola. Con il nome di "[[Mamertini]]" (figli di [[Marte (divinità)|Marte]]), si posero al comando della città terrorizzando i territori circostanti.
 
Dopo anni di scaramucce, nel [[265 a.C.]], [[Gerone II]], nuovo Tiranno[[tiranno di Siracusa]] e [[Rere di Sicilia]], entrò in azione. Trovandosi di fronte a forze preponderanti i Mamertini si divisero in due fazioni. Una pensava di arrendersi ai cartaginesi, la seconda preferiva chiedere aiuto a Roma. Così due ambasciate furono inviate alle due città.
 
Mentre il Senato di Roma dibatteva sul comportamento da tenere, i cartaginesi decisero rapidamente di inviare una guarnigione a [[Messina]]. La guarnigione fu ammessa in città e una flotta cartaginese entrò nel [[porto di Messina]]. Poco dopo, però i cartaginesi cominciarono a negoziare con Gerone mettendo in allarme i Mamertini che inviarono un'altra ambasciata a Roma chiedendo l'espulsione dei cartaginesi da Messina.
 
L'arrivo dei cartaginesi aveva posto notevoli forze militari proprio attraverso lo [[Strettostretto di Messina]]. Per di più la flotta cartaginese deteneva l'effettivo controllo dello Strettostretto stesso. Era chiaro ed evidente il pericolo per i vicini di Roma e per i suoi interessi.
Come risultato il [[Senato di Roma]], anche se riluttante ad aiutare una banda di mercenari, inviò una spedizione per restituire il controllo di Messina ai Mamertini.
 
Le due maggiori potenze del [[Mediterraneo Occidentaleoccidentale]] si fronteggiavano. Era l'inizio delle [[guerre puniche]].
 
=== Le guerre puniche ===
{{Vedi anche|Guerre puniche|Spagna cartaginese}}
 
[[File:Isis priest01 pushkin.jpg|miniatura|[[Publio Cornelio Scipione Africano]]]]
Durati complessivamente circa un secolo, questi tre grandi conflitti fra Roma e Cartagine hanno avuto un'importanza cruciale per l'intera [[civiltà occidentale]].
* [[Prima guerra punica]] (dal [[264 a.C.]] al [[241 a.C.]])
* [[Seconda guerra punica]] (dal [[218 a.C.]] al [[202 a.C.]])
* [[Terza guerra punica]] (dal [[149 a.C.]] al [[146 a.C.]])
Con le guerre puniche Roma annientò Cartagine. La fine della seconda guerra punica segnò la fine della potenza cartaginese mentre con la terza guerra punica ci fu la completa distruzione della città-Stato da parte di [[Publio Cornelio Scipione Emiliano]], su ordine del senato<ref>[[Velleio Patercolo]], ''[[Historiae Romanae ad M. Vinicium consulem libri duo]]'', I, 12.</ref>. I soldati romani andarono casa per casa uccidendo i cartaginesi e rendendo schiavi i sopravvissuti. Il porto di Cartagine fu bruciato e la città rasa al suolo. Varie fonti moderne riportano che furono tracciati solchi con l'aratro e sparso sale a terra, dichiarando il luogo maledetto. Lo stesso Scipione sarebbe stato riluttante ad eseguire tali ordini. È da rimarcare però che nessuna fonte dell'antichità menziona questo rituale e i primi riferimenti allo spargimento di sale risalgono solo al [[XIX secolo]]<ref>George Ripley, Charles Anderson Dana, ''The American Cyclopædia: a popular dictionary of general knowledge'' '''5''':235, 1874 [http://books.google.com/books?id=Hs6KaxbOHUcC&pg=PA235#v=onepage&q=carthage%20sown%20with%20salt%20235 testo integrale]</ref>.
 
Cartagine non sarebbe mai più stata rivale di Roma.
Riga 178:
Il sito era però troppo ben scelto perché rimanesse disabitato: con la ''lex de coloniis deducendis'', [[Gaio Sempronio Gracco|Gaio Gracco]] fondò [[Iunonia Carthago]]. [[Gaio Giulio Cesare]] vi fondò una [[colonia romana]] di veterani nel 46 a.C.<ref>Cristofori Alessandro, ''[https://doi.org/10.3406/antaf.1989.1155 Colonia Carthago Magnae in vestigiis Carthaginis (Plin., Nat. Hist., V, 24)]'', in ''Antiquités africaines'', 25 (1989), pp. 83-93.</ref>
 
Alla fine del [[II secolo]] d.C. Cartagine era il centro dell'[[Africa Romanaromana]] e [[Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano]] retoricamente si rivolge al governatore romano puntualizzando che come i cristiani di Cartagine ieri erano pochi e ora ''"hanno riempito ogni spazio fra di voi - città, isole, fortezze, villaggi, mercati, campi, tribù, compagnie, palazzi, senato, foro: non abbiamo lasciato niente per voi tranne i templi dei vostri dei"'' (Apologeticum, scritto a Cartagine circa [[197]]).
 
Non ha importanza che Tertulliano ometta qualsiasi menzione alla regione circostante, alla rete di villaggi, alle società delle proprietà terriere.
Alcuni anni dopo, al poco documentato Concilio[[conferenza di Cartagine (411)]] parteciparono non meno di settanta [[Vescovivescovi]]. Poco dopo Tertulliano si distaccò dalla corrente principale rappresentata dal sempre crescente potere del Vescovovescovo di Roma; ma un più serio pericolo per i cristiani fu la controversia [[Donatismo|donatista]] che interessò [[Agostino di Ippona|Sant'Agostino]] di [[Ippona]] mentre terminava la sua educazione a Cartagine, prima di spostarsi a Roma.
 
La ricaduta politica della profonda disaffezione dei cristiani d'Africa fu un fattore cruciale per la facilità con cui Cartagine e le città vicine furono conquistate, nel [[439]], da [[Genserico]] re dei [[Vandali]] che sconfisse la guarnigione romana facendo di Cartagine la sua capitale. Genserico era considerato anch'egli un eretico, un [[Arianesimo|ariano]] che in quanto tale si opponeva ai cristiani cattolici.
 
Dopo un fallito tentativo di riconquistare la città nel [[V secolo]], i Bizantini riuscirono infine a entrare in Cartagine nel [[VI secolo]]. Con il pretesto della deposizione del nipote di Genserico [[Ilderico]] da parte di un lontano cugino [[Gelimero]], i Bizantini inviarono un esercito a [[Guerra vandalica|conquistare]] il regno dei Vandali. La domenica del 15 ottobre 533 il generale bizantino [[Belisario]], accompagnato dalla moglie [[Antonina (moglie di Belisario)|Antonina]], fece il suo formale ingresso a Cartagine risparmiandole saccheggio e massacro. Cartagine, come del resto tutta l'Africa vandalica, venne riannessa all'Impero e divenne la capitale della neocostituita [[Prefetturaprefettura del pretorio d'Africa]]. Negli anni successivi i Bizantini dovettero affrontare le rivolte dei berberi, che giunsero a minacciare più volte Cartagine, fino a quando essi vennero sconfitti da [[Giovanni Troglita]], le cui gesta vengono cantate dal poeta [[Flavio Cresconio Corippo]] nella ''Ioanneide''.
 
Durante il regno dell'imperatore bizantino [[Maurizio (imperatore)|Maurizio]] Cartagine divenne la capitale di un [[Esarcato d'Africa|Esarcato]], come [[Ravenna]] in Italia. Questi due Esarcati furono il bastione occidentale dell'[[Impero Romanoromano d'Oriente]], tutto ciò che rimaneva del suo potere in Occidente. All'inizio del [[VII secolo]] fu il figlio dell'Esarcaesarca di Cartagine, [[Eraclio I|Eraclio]], a rivoltarsi, insieme al padre [[Eraclio il Vecchio]], contro l'Imperatore [[Foca (imperatore)|Foca]], un crudele tiranno, e a rovesciarlo. Salito al potere, Eraclio riuscì a vincere una [[Guerra romano-persiana del 602-628|guerra]] che sembrava ormai persa contro i Persiani [[Sasanidi]], che avevano occupato la Siria, l'Egitto e parte dell'[[Asia Minore]], ma che poi nella seconda fase della guerra vennero più volte sconfitti dai Bizantini e costretti a ritirarsi dai territori occupati.
 
L'Esarcato bizantino non fu in grado, però, di reggere la pressione dei [[Espansione islamica|conquistatori]] [[Arabi]] del [[VII secolo]]. Essi, favoriti dalla lunga e logorante guerra bizantino-sasanide (che aveva indebolito l'Impero), conquistarono in poco tempo [[Conquista musulmana della Siria|Siria]] ed [[Conquista musulmana dell'Egitto|Egitto]] e poi si lanciarono alla [[Conquista umayyade del Nord Africa|conquista dell'Esarcato]]. Il primo attacco arabo all'Esarcato di Cartagine ebbe inizio in Libia nel [[647]]; gli arabi sconfissero l'[[esarca]] [[Gregorio il Patrizio|Gregorio]], che si era reso indipendente da Bisanzio, e annessero al loro impero la [[Tripolitania]]. La campagna finale contro Cartagine si ebbe dal [[670]] al [[683]].
Nel [[697]] gli Arabi invadono l'Africa Settentrionale e occupano Cartagine strappandola ai Bizantini, ma poco dopo vengono scacciati per l'intervento della [[Marina bizantina|Flotta Bizantina]] mandata dall'Imperatore [[Leonzio (imperatore)|Leonzio]] di Bisanzio. Nel [[698]] gli Arabi [[Battaglia di Cartagine (698)|occupano nuovamente Cartagine]] e scacciano i Bizantini dall'Africa, ponendo definitivamente fine all'[[Esarcato d'Africa]].
 
Devono però fronteggiare le popolazioni montanare dell'Aures guidate da ''Kāhina'', soprannome con cui è conosciuta [[Dihya]], regina della tribù berbera nomade dei Ğerawa, la principale figura della resistenza all'invasione araba del Nordafrica tra il 695 e il 705. Partendo dai monti dell'Aurès (nord-est dell'[[Algeria]]), sede della sua tribù (sembra, di [[religione ebraica]]), riuscì a porsi a capo di un'alleanza di tribù indigene di religione sia ebraica che cristiana, che contrastò efficacemente per oltre un decennio l'espansione musulmana.
 
== Commercio cartaginese ==
[[File:Karthago.JPG|miniatura|Rovine di Cartagine.]]
L'impero commerciale cartaginese, alle origini, dipendeva strettamente dalle relazioni economiche con [[Tartesso]] e altre città della [[Penisolapenisola iberica|Penisola Iberica]]. Da qui Cartagine otteneva grandi quantità di [[argento]] e, cosa molto più importante, di [[Stagno (elemento chimico)|stagno]], determinante per la fabbricazione di oggetti di [[bronzo]] in tutte le civiltà antiche.
Cartagine seguiva le rotte commerciali della città-madre, Tiro. Alla caduta di Tartesso le navi cartaginesi risalirono direttamente alla sorgente primaria dello stagno nella regione nord occidentale della Penisola Iberica e in seguito fino alla [[Cornovaglia]]. Altre navi cartaginesi si inoltrarono nella costa atlantica dell'Africa tornando con l'[[oro]] fin dall'odierno [[Senegal]].