Anitya: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Sezione Etimologia. Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
→Rapporti con la filosofia: Spazio. Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
||
(14 versioni intermedie di 3 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
'''Anitya''', "impermanenza", è un termine [[sanscrito]] ([[lingua pāli]] ''anicca''; [[Lingua cinese standard|cinese]] {{cinese|無常|''wúcháng''}}; [[Lingua giapponese|giapponese]] {{nihongo2|無常|mujō}}; [[Lingua tibetana|tibetano]] ''mi rtag pa'') che indica uno dei [[Tre Segni dell'Esistenza|tre aspetti fondamentali dell'esistenza]] nella dottrina [[canone buddista|canonica]] del [[buddismo]], che sono:
[[File:056_Teaching_Impermanence_(9014223736).jpg|destra|miniatura|dipinto buddista che mostra l'impermanenza]]
Riga 13 ⟶ 12:
== Etimologia ==
La parola ''anitya'' è composta da
==Citazioni canoniche ==
Riga 27 ⟶ 26:
== Rapporti con la filosofia ==
Nell'ambito filosofico il concetto buddista di impermanenza si confronta con la tradizione del pensiero occidentale trovando convergenze, ma più spesso differenze.<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Cristiano Martorella|anno=2006|mese=giugno-agosto|titolo=La Verità e il Luogo. Convergenze e divergenze fra la filosofia occidentale e giapponese|rivista=Diogene Filosofare Oggi|numero=4|pp=14-19}}</ref>
La principale difficoltà risiede nella prevalenza della [[funzione di verità|logica vero-funzionale]] che tende a escludere un mutamento dei fenomeni, e presenta una propensione del pensiero occidentale a indirizzarsi verso una disposizione in categorie, piuttosto che riconoscere il flusso di [[fenomeno (filosofia)|fenomeni]] non stabili.<ref name=":0" /> Inoltre c'è un pregiudizio, abbastanza frequente, che ritiene la [[logica]] esposta dal pensiero occidentale come l'unica corretta, escludendo visioni alternative, come il concetto di impermanenza, e le conseguenze che ne derivano.<ref name=":0" /> Secondo la dottrina buddista gli stessi fenomeni mentali sarebbero transitori, e quindi ciò varrebbe anche per le categorie logiche che sarebbero in ultima istanza soltanto un mero strumento dell'intelletto per organizzare la rappresentazione della realtà.
== Note ==
Riga 34 ⟶ 33:
== Bibliografia ==
* Vincenzo Talamo (a cura di). ''Saṃyutta Nikāya'', Roma, Astrolabio Ubaldini, 1998, ISBN 88-340-1293-3.▼
* Cristiano Martorella, ''La Verità e il Luogo. Convergenze e divergenze fra la filosofia occidentale e giapponese'', in ''Diogene Filosofare Oggi'', n. 4, anno 2, giugno-agosto 2006, pp. 14–19.▼
* Thich Nhat Hanh, ''Il cuore dell'insegnamento del Buddha'', Milano, Neri Pozza Editore, 2000, ISBN 88-7305738-1.
▲* Cristiano Martorella, ''La Verità e il Luogo. Convergenze e divergenze fra la filosofia occidentale e giapponese'', in ''Diogene Filosofare Oggi'', n. 4, anno 2, giugno-agosto 2006, pp. 14–19.
▲* Vincenzo Talamo (a cura di). ''Saṃyutta Nikāya'', Roma, Astrolabio Ubaldini, 1998, ISBN 88-340-1293-3.
== Collegamenti esterni ==
|