Moschea Arap: differenze tra le versioni
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Nel 1299, il frate domenicano Guillaume Bernard de Sévérac acquistò una casa vicina alla chiesa, dove fondò un [[monastero]] con 12 confratelli.<ref>Questo era il numero minimo di frati per fondare un monastero dell'ordine. {{Cita|Janin (1953)|p. 599.}}</ref> Nel 1307, l'[[imperatore bizantino]] [[Andronico II Paleologo]] spostò i domenicani di [[Costantinopoli]] nel quartiere [[Repubblica di Genova|genovese]] di [[Beyoğlu|Pera]].<ref name="mw79"/>
Una nuova chiesa, molto più grande, venne costruita accanto alla cappella di San Paolo nel 1325.<ref>Questa data è presente in diverse documentazioni di quel periodo iscritte in alcune lapidi. {{Cita|Müller-Wiener (1977)|p. 79.}}</ref> Da allora la chiesa venne ufficialmente dedicata a [[san Domenico]],<ref name="ey102">{{Cita|Eyice (1955)|p. 102.}}</ref> ma la gente del luogo continuò a chiamarla con il vecchio nome.<ref name="ja599">{{Cita|Janin (1953)|p. 599.}}</ref> Nel 1407 [[papa Gregorio XII]], allo scopo di assicurare la gestione della chiesa, concedette [[indulgenza|indulgenze]] ai visitatori del [[monastero]] di San Paolo.<ref name="ja600">{{Cita|Janin (1953)|p. 600.}}</ref>
=== Periodo ottomano ===
[[File:Istanbul asv2021-10 img01 Arap Mosque.jpg|thumb|Vista del minareto, in origine il campanile.]]
Dopo la [[caduta di Costantinopoli]], secondo le [[capitolazioni dell'Impero ottomano]] concluse con la [[Repubblica di Genova]], la chiesa, in quel tempo nota ai turchi come ''Mesa Domenico'', rimase in mani genovesi,<ref>Il Sultano richiese soltanto la consegna delle campane. {{Cita|Mamboury (1953)|p. 319.}}</ref> ma tra il 1475 ed il 1478 venne trasformata, con piccole modifiche, in una moschea, da parte del [[Mehmed II|sultano Mehmed II]], assumendo il nome di ''Galata Camii'' ("Moschea di Galata") o ''Cami-i Kebir'' ("grande moschea"). I frati vennero trasferiti nel [[Chiesa di San Pietro e Paolo (Istanbul)|monastero di San Pietro]] a Galata nel 1476, mentre i [[Paramento liturgico|paramenti sacri]] vennero inviati a [[Genova]] e gli archivi a [[Feodosia|Caffa]].<ref name=ja600/>
Verso la fine del secolo il [[Bayezid II|sultano Bayezid II]] assegnò l'edificio ai musulmani di [[Spagna]] ([[Andalusia]]), sfuggiti all'Inquisizione spagnola ed emigrati ad Istanbul; da cui il nome attuale ''Arap Camii'' (moschea degli arabi).<ref name="mw79"/><ref name=ja599/> Il sultano [[Mehmet III]] fece restaurare l'edificio, e verso la fine del [[XVII secolo]] le case intorno alla moschea furono abbattute in modo da evitare rumore.<ref name="mw80">{{Cita|Müller-Wiener (1977)|p. 80.}}</ref>
Dopo il grande incendio di Galata del 1731, negli anni 1734/35 la madre di [[Mahmud I]], [[Saliha Sultan (madre di Mahmud I)|Saliha Sultan]]<ref>Ella fece costruire anche la vicina ''Azapkapısı Fountain''. {{Cita|Gülersoy (1976)|p. 267.}}</ref> fece restaurare l'edificio, modificando i finestroni ed il [[Portale (architettura)|portale]] dallo stile gotico a quello ottomano.<ref name="mw80"/> Dopo un altro incendio del 1808, a metà del [[XIX secolo]], la figlia di [[Mahmud II]], [[Adile Sultan (figlia di Mahmud II)|Adile Sultan]], fece ristrutturare la moschea nel 1868 facendo costruire un ''[[sadirvan|şadirvan]]'' (fontana per le [[abluzioni]] prima della preghiera) nel cortile.<ref name=ey102/>
Fra il 1913 ed il 1919, Giridli Hasan Bey restaurò nuovamente la moschea in maniera radicale.<ref name="mw80"/> Durante la sostituzione del pavimento di legno, vennero alla luce diverse lapidi funerarie di genovesi risalenti fra la metà del [[XIV secolo]] e quella del [[XV secolo|XV]]. Esse vennero poi traslate ai [[Musei archeologici di Istanbul]].<ref name="mw80"/><ref name="ma320">{{Cita|Mamboury (1953)|p. 320.}}</ref>
Nel 2013, è stato concluso un ampio restauro dell`edificio.
==Descrizione==
Eretta secondo il modello delle chiese italiane dell'[[ordine mendicante]] del periodo,<ref name="mw79"/> è a
[[File:Arap Mosque 03.jpg|thumb|Altra vista del minareto, attraverso il cortile.]]
Il portale in [[stile gotico]], finestre con archi a [[sesto acuto]] ed una prominente torre campanaria (che venne trasformata in [[minareto]] con un tetto conico addizionale) distinguevano l'edificio dalle altre chiese della città edificate in [[stile bizantino]]. D'altra parte, la tecnica usata per le pareti di [[mattone|mattoni]] era tipicamente locale ed alternava piccoli inserimenti di mattoni
La parete di nord-est era probabilmente fiancheggiata da una serie di cappelle, ognuna delle quali appartenente ad una nobile famiglia genovese. Una di esse era dedicata alla [[Vergine Maria]] ed un'altra a [[san Nicola]].<ref name="mw80"/> Nell'insieme, l'edificio ricorda le chiese di [[Chieri]] e [[Finale Ligure]].<ref name="ma319">{{Cita|Mamboury (1953)|p. 319.}}</ref>
Il tetto piano in legno data dal restauro nel 1913-1919. In quell'occasione, l'altezza della costruzione venne
Nel passaggio sotto il campanile, sono ancora visibili [[modanature]] e frammenti di pietre con stemmi che un tempo erano collocati lungo la parete.<ref name=ma319/> Sul lato nord dell'edificio si trova un grande cortile con una ''şadırvan'' (fonte per le abluzioni).
Oggi, la Arap Camii è la più grande moschea sulla sponda di Galata del [[Corno d'Oro]]. Si tratta di una delle moschee più interessanti della città per la sua architettura riferentesi al [[architettura gotica|primo gotico italiano]] ed il campanile, che è praticamente rimasto inalterato anche dopo essere stato trasformato in un minareto.
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