Beatrice d'Este: differenze tra le versioni
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{{nd}}
{{P|Lo stile della voce di enciclopedico non ha nulla, pare un misto fra un romanzo ottocentesco, un giornale di gossip e un blog di un fan piuttosto sfegatato. Per non parlare della marea di citazioni in italiano desueto che intasano la voce, appesantendola e, soprattutto, senza né contestualizzazioni né filtri di fonti secondarie moderne: pare che chi abbia scritto la voce non sia andato oltre la storiografia, ormai obsoleta, del XIX e XX secolo|biografie|settembre 2025}}
{{Monarca
|nome = Beatrice d'Este (d'Aragona)
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|luogo di morte = [[Milano]]
|luogo di sepoltura = [[Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Milano)|Chiesa di Santa Maria delle Grazie]]
|dinastia = [[Este]] per nascita
|padre = [[Ercole I d'Este]]
|madre = [[Eleonora d'Aragona (1450-1493)|Eleonora d'Aragona]]
|consorte = [[Ludovico il Moro|Ludovico Sforza]]
|figli = [[Massimiliano Sforza|Ercole Massimiliano]]<br />[[Francesco II Sforza|Francesco]]<br/>Figlio nato morto
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|firma = Firma di Beatrice d'Este.png
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|fine regno4 = 2 gennaio [[1497]]
|altrititoli = [[Signore (titolo nobiliare)|Signora]] di [[Valenza (Italia)|Valenza]], [[Galliate]], [[Mortara]], [[Bassignana]], [[Cameri|Monte Imperiale]], [[Cusano]], [[Castel San Giovanni]], Pigliola, Valle di [[Lugano]]
|motto reale =
}}{{Citazione|Beatrice bea, vivendo, il suo consorte,<br />e lo lascia infelice alla sua morte;<br />anzi tutta l'Italia, che con lei<br />fia triunfante, e senza lei, captiva.<ref>"Cattiva" nell'accezione di "prigioniera".</ref>|[[Ludovico Ariosto]], [[Orlando Furioso]], canto 42, ottave 91-92<ref name="a 3">{{Cita libro|autore=Ludovico Ariosto|wkautore=Ludovico Ariosto|titolo=L'Orlando furioso|url=https://www.google.it/books/edition/L_Orlando_furioso_di_Lodovico_Ariosto/42lJAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=0|anno=1839|editore=Lefevre|pp=280–281}}</ref>}}
{{Bio
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Diversi storici vollero definirla una [[virago]], poiché della virago ebbe tutte le caratteristiche:<ref name=":8" /> la sua passione per i fatti militari la induceva a soggiornare in mezzo ai soldati, e dal marito sappiamo pure che le piaceva addestrarsi all'uso delle armi: in una miniatura francese è raffigurata con un [[pugnale]] cinto al fianco, inoltre sapeva tirare "mirabilmente" di [[Balestra (arma)|balestra]], infatti nel 1493 uccise con essa un cinghiale dopo avergli inferto cinque ferite.<ref name=":18" />
Era infatti appassionatissima di caccia, e non soltanto di quella col [[Falconeria|falcone]] - più propriamente femminile - bensì anche e soprattutto della cosiddetta "grande caccia", rivolta cioè contro animali di grossa taglia quali [[Caccia al cervo|cervi]], [[Caccia al cinghiale|cinghiali]] e persino [[Caccia al lupo|lupi]].<ref name=":19" /> La sua spavalderia la mise più volte in pericolo di vita: nell'estate del 1491, durante una battuta, il suo cavallo fu urtato da un cervo imbizzarrito e si impennò alto «quanto è una bona lanza», ma Beatrice si tenne ben salda in sella e quando il marito e gli altri cortigiani riuscirono a raggiungerla, la trovarono che «rideva et non haveva una paura al mondo». Il cervo con
Era un'eccellente cavallerizza e faceva spesso gare di corsa.<ref name=":19" /> I francesi si meravigliarono nel vederla in sella a un [[corsiero]] "in foggia che stava tutta dritta, né più né meno di quanto sarebbe un uomo".<ref name=":5" group="A">"[...] et estoit sur ce coursier en façon qu' elle estoit toute droite, ny plus ny moins que seroit un homme [...] et avoit la gorge toute nue, et à l'entour tout plein de perles bien fort grosses, avec un rubi [...] et vous assoure, Madame, qu'elle dansoit bien à la mode de France, veu qu'elle disoit quelle n'y avoit jamais dansé." ({{Cita|Luzio e Renier|pp. 99–100}}).</ref> Ciò induce a credere che fosse solita montare a [[Equitazione|cavalcioni]] come gli uomini, contrariamente all'uso dell'epoca che prescriveva alle donne di procedere all'amazzone.<ref>''Charles VIII et son milieu,'' Yvonne Labande-Mailfert, Klincksieck, 1975, p. 281-282.</ref> Spesso giocava a palla coi fratelli e i cortigiani, sebbene tutte queste attività prettamente maschili, quali appunto l'equitazione, la caccia e la palla, fossero ufficialmente condannate nelle donne (così per esempio nel famoso [[Il Cortegiano|Cortegiano]]).<ref name=":5">The Nineteenth Century And After, Vol. 54, James Knowles, 1903, pp. 798-799.</ref> A ciò si aggiungevano altri passatempi egualmente violenti: una volta, giocando alla [[lotta]], Beatrice buttò a terra la cugina;<ref>{{Cita|Cartwright|p. 281}}; {{Cita|Uzielli|pp. 27–28}}.</ref> altra ancora organizzò una battagliola a cavallo lungo la strada per Pavia, assaltando all'improvviso la comitiva del marito che si recava a trovarla.<ref>{{Cita|Luzio e Renier|p. 45}}.</ref>{{Citazione|Altera ed ambiziosa, di persona dignitosa, di lineamenti belli sì, ma maschi, distinguevasi per un'aria grave e imperiosa. Vestiva principescamente; il suo sguardo respirava il comando; il sorriso non atteggiava il suo labbro; ma appariva però in
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