Autismo: differenze tra le versioni
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{{Malattia
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|Sinonimo1 = Sindrome di Kanner<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/autismo_(Dizionario-di-Medicina)/|titolo=Autismo|accesso=25 luglio 2025}}</ref>
}}
L{{'}}'''autismo''' ({{lang-grc|αὐτός|autós|sé stesso|da=X|parentesi=X}}) è un insieme di [[Sindrome|sindromi]] ad esordio precoce, che presentano una compromissione dell'[[interazione sociale]]. I sintomi riguardano più specificamente una riduzione della comunicazione verbale e non verbale, una ristrettezza d'interessi e comportamenti ripetitivi.<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/autismo_res-a17ddb5b-98e8-11e1-9b2f-d5ce3506d72e_(Dizionario-di-Medicina)|titolo=autismo|sito=treccani.it|accesso=18 aprile 2016}}</ref>
La definizione di autismo è cambiata nel tempo ed è tuttora soggetta a discussione. Più precisamente l'[[ICD-10-CM]], la classificazione dell'[[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]] in vigore fino al 2022, ne distingueva due forme principali: autismo infantile (F84.0) e autismo atipico (F84.1), e li inseriva fra i Disturbi evolutivi globali dello sviluppo psicologico (F84), insieme alla [[Sindrome di Asperger]] (F84.5) e altre condizioni.
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Un secolo e mezzo più tardi, uno studio di D. Skuse su casi di bambini segregati per lunghi anni fin dalla nascita, dimostra che il recupero è possibile, a meno che non vi siano danni neurologici.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Skuse D.|anno=1984|titolo=Extreme deprivation in early childhood--II. Theoretical issues and a comparative review.|rivista=J Child Psychol Psychiatry|editore=|volume=25|numero=4|pp=543–572|lingua=en|accesso=|doi=10.1111/j.1469-7610.1984.tb00172.x|urlarchivio=|dataarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Ciò permette di differenziare il "pattern quasi-autistico" dei soggetti [[percezione|deprivati]] dall'autismo vero e proprio.<ref>{{Cita web|autore=|url=https://www.stateofmind.it/2020/07/bambini-istituzionalizzati-situazione/|titolo=I bambini adottati dopo l'istituto: gli effetti della deprivazione precoce sul loro sviluppo – Una panoramica sulla situazione attuale|data=|accesso=21 febbraio 2025|urlarchivio=|dataarchivio=|urlmorto=no|lingua=en}}</ref> Il primo sembra avere come causa il contesto di profonda deprivazione e non i fattori organici; perciò modificando tale contesto disfunzionale per la crescita sono possibili notevolissimi margini di miglioramento.
Il termine autismo fu introdotto per la prima volta da [[Eugen Bleuler]] nella sua descrizione della [[schizofrenia]] nel 1911.<ref name="Stotz">{{Cita pubblicazione|autore=Stotz-Ingenlath G.|anno=2000|titolo=Epistemological aspects of Eugen Bleuler's conception of schizophrenia in 1911.|rivista=Med Health Care Philos.|volume=3|pp=153–159|lingua=en}}</ref> La diagnosi di schizofrenia era più ampia del suo equivalente moderno; ai bambini autistici veniva spesso diagnosticata la schizofrenia infantile.<ref name="Pina-Camacho">{{Cita pubblicazione|autore=Pina-Camacho, Laura; Parellada, Mara; Kyriakopoulos, Marinos|anno=2016|titolo=Autism spectrum disorder and schizophrenia: boundaries and uncertainties|rivista=BJPsych Advances|volume=22|numero=5|pp=316–324|lingua=en|doi=10.1192/apt.bp.115.014720}}</ref>
Grunya Sukhareva, esponente della neuropsichiatria infantile sovietica, è la prima ad aver descritto il disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento in un articolo pubblicato nel 1925 in russo.<ref name="Sukhareva">{{Cita news|titolo=The first account of the syndrome Asperger described? Part 2: the girls|pp=549–564|autore=Simmonds, C.|rivista=European child & adolescent psychiatry|lingua=en}}</ref>
=== Le teorie di Kanner ===
[[Leo Kanner]], osservando i sintomi fra loro simili di undici bambini<ref>{{cita news|titolo=Questionario per la diagnosi di bambini con disturbi del comportamento|autore=Rimland B.|url=https://apriautismo.it/wp-content/uploads/2022/11/1989_Bollettino_ANGSA_N1_OK.pdf|pp=15–40|accesso=12 marzo 2025}}</ref>, nel 1943<ref name="Kanner43">{{Cita news|autore=Kanner L.|anno=1943|titolo=Autistic Disturbances of Affective Contact|rivista=Nervous Child.|numero=2|pp=217–250|lingua=en}}</ref> aveva ripreso da [[Eugen Bleuler|Bleuler]] il termine "autismo" per definire questa patologia, aggiungendovi "infantile precoce", descrivendola come "innata" e quindi organica. Perciò questa patologia venne chiamata anche sindrome di Kanner e classificata dall'[[ICD-9]] nel 1990 fra le "[[Psicosi]] con origine specifica nell'infanzia". Nei sei anni successivi Kanner, che lavorava nell'[[Johns Hopkins Hospital|ospedale universitario Johns Hopkins]] di [[Baltimora]], osservò che le famiglie di questi 11 bambini e quelle che vennero da lui dopo la pubblicazione dell'articolo appartenevano alla media e alta classe borghese, con una madre acculturata e spesso "in carriera"; perciò ritenne che fossero queste le caratteristiche e quindi le cause di tutti i casi di autismo: l'inadeguatezza del rapporto di amore fra madre e figlio. Aveva sottovalutato il fatto che soltanto persone afferenti a classi socioeconomiche alte potevano riferirsi a lui, poiché avevano avuto notizia del suo articolo pubblicato soltanto in una rivista specialistica e poiché avevano i mezzi per pagare gli ingenti costi del suo rinomato ospedale. Sei anni dopo il suo primo articolo, influenzato dalle teorie psicodinamiche dominanti, riassume la sua teoria nella definizione di "madre frigorifero".<ref name="Kanner49">{{Cita news|autore=Kanner L.|anno=1949|titolo=Problems of nosology and psychodynamics of early infantile autism.|rivista=Am. J. Orthopsychiatry|numero=19|pp=416–426|lingua=en}}</ref>
Successivamente Kanner si accorse che l'autismo era diffuso in maniera eguale anche nelle classi più povere e nel 1969, durante la prima assemblea della National Society for Autistic Children (oggi Autism Society of America), riconobbe l'errore statistico alla base della sua ipotesi esplicativa (ritenere che la propria clientela fosse un campione rappresentativo della generalità); tornò alla prima sua ipotesi, che la patologia fosse innata, e si scusò con le madri per averle colpevolizzate, riducendo lo stigma che si era creato in merito alla responsabilizzazione dei genitori in ordine all'insorgenza del disturbo.
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Prima di Leo Kanner, [[Melanie Klein]] descrisse negli anni Trenta del XX secolo un caso che lei chiamava di [[psicosi infantile]] e che oggi verrebbe diagnosticato come autistico. Dopo di lei e dopo Kanner, che dette il nome alla sindrome negli anni Quaranta, psicoanalisti come [[Margaret Mahler]], e presunti tali come [[Bruno Bettelheim]]<ref name="Barale2006">{{Cita pubblicazione|autore=Ballerini, A. and Mistura, S. and Barale, F. and Gallese, V. and Ucelli, S.|anno=2006|titolo=Autismo. L'umanità nascosta|editore=Einaudi|lingua=it}}</ref>, e in Inghilterra [[Frances Tustin]], [[Donald Meltzer]], si occuparono di questi bambini dagli anni 60 alla fine del secolo, perseverando nell'errore di Kanner. Essi esportarono il concetto dalla Tavistock Clinic anche in Italia, con frequenti viaggi della Frances Tustin a Bologna e a Roma.
Anche con il loro stimolo, un crescente interesse veniva rivolto alle particolari differenze di comportamento, comunicazione e sviluppo in generale dei bambini e delle persone con autismo infantile e quelle con sindrome di Asperger, che prima era quasi del tutto ignorata, favorendo un aumento di conoscenze e di interesse nel campo della [[psicologia dello sviluppo]] e nella [[Neuropsichiatria infantile|psichiatria dell'infanzia]].
Dagli anni Ottanta, trovarono grande sviluppo le ricerche sull'[[attaccamento]], l{{'}}''[[infant research]]'' sulle interazioni precoci, le ricerche cognitiviste sulla [[teoria della mente]] e le indagini mediche epidemiologiche, genetiche e di [[Neuroimaging funzionale|neuroimaging]], che svolgono attualmente un grande rilievo nella ricerca clinica.
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== Caratteristiche cliniche ==
L'autismo è un funzionamento della mente, attualmente definito in ambito medico e psicologico come [[disturbo del neurosviluppo]] altamente variabile<ref name=Geschwind/> che inizialmente appare durante l'infanzia e in genere segue un percorso costante senza che vi sia una remissione.<ref name=Rapin/> Gli individui autistici possono avere alcuni aspetti della propria vita gravemente compromessi, ma altri possono apparire "normali" secondo ciò che è ammesso dalla società.<ref name="ICD-10-F84.0">{{Cita web|url=http://apps.who.int/classifications/apps/icd/icd10online/?gf80.htm+f84|anno=2007|accesso=10 ottobre 2009|sito=ICD-10: International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems: Tenth Revision |editore=World Health Organization |titolo=F84. Pervasive developmental disorders|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130421042448/http://apps.who.int/classifications/apps/icd/icd10online/?gf80.htm+f84 |urlmorto=sì }}</ref> Le caratteristiche autistiche, nonostante siano innate, iniziano
Il funzionamento autistico si distingue non da una singola peculiarità, ma da una triade di caratteristiche:
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# interessi profondi e comportamenti ripetitivi.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Brian A.|cognome=Boyd|nome2=Maureen A.|cognome2=Conroy|nome3=G. Richmond|cognome3=Mancil|data=5 dicembre 2006|titolo=Effects of Circumscribed Interests on the Social Behaviors of Children with Autism Spectrum Disorders|rivista=Journal of Autism and Developmental Disorders|volume=37|numero=8|pp=1550–1561|accesso=9 aprile 2025|doi=10.1007/s10803-006-0286-8|url=https://doi.org/10.1007/s10803-006-0286-8}}</ref>: focalizzarsi su pochi argomenti in modo approfondito sviluppa competenze elevate nel proprio campo, invece i comportamenti ripetitivi (dondolio, vocalizzi, battere le mani, manipolare oggetti) sono modi che ha il corpo di comunicare emozioni di gioia o per autocalmarsi, in base al contesto.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Laurent|cognome=Mottron|nome2=Michelle|cognome2=Dawson|nome3=Isabelle|cognome3=Soulières|data=2006-01|titolo=Enhanced Perceptual Functioning in Autism: An Update, and Eight Principles of Autistic Perception|rivista=Journal of Autism and Developmental Disorders|volume=36|numero=1|pp=27–43|lingua=en|accesso=9 aprile 2025|doi=10.1007/s10803-005-0040-7|url=http://link.springer.com/10.1007/s10803-005-0040-7}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Steven K|cognome=Kapp|nome2=Robyn|cognome2=Steward|nome3=Laura|cognome3=Crane|data=2019-10|titolo=‘People should be allowed to do what they like': Autistic adults' views and experiences of stimming|rivista=Autism|volume=23|numero=7|pp=1782–1792|lingua=en|accesso=9 aprile 2025|doi=10.1177/1362361319829628|url=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/1362361319829628}}</ref>
Altri fattori, come una sensibilità all'ingiustizia e un'alimentazione atipica (preferenza per cibi con certe consistenze, temperature e sapori) dovuta probabilmente a differenze nei recettori del gusto, sono anch'essi frequenti, tuttavia non rivestono un'importanza cruciale per la [[diagnosi]].<ref name="Filipek">{{Cita pubblicazione|autore=Filipek PA, Accardo PJ, Baranek GT, Cook EH, Dawson G, Gordon B, Gravel JS, Johnson CP, Kallen RJ, Levy SE, Minshew NJ, Ozonoff S, Prizant BM, Rapin I, Rogers SJ, Stone WL, Teplin S, Tuchman RF, Volkmar FR|anno=1999|titolo=The screening and diagnosis of autistic spectrum disorders|rivista=J Autism Dev Disord|volume=29|numero=6|pp=439–84|doi=10.1023/A:1021943802493|url=https://archive.org/details/sim_journal-of-autism-and-developmental-disorders_1999-12_29_6/page/439|pmid=10638459}} This paper represents a consensus of representatives from nine professional and four parent organizations in the US.</ref> La sensibilità della memoria nella mente autistica permette anche di ricordare scene passate con precisione (colori, odori, posizioni oggetti), molte persone autistiche non percepiscono il tempo come lineare (passato e presente possono coesistere per chi è autistico), questo spiegherebbe perché i traumi per le persone autistiche sono più difficili da elaborare.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Martin|cognome=Casassus|nome2=Ellen|cognome2=Poliakoff|nome3=Emma|cognome3=Gowen|data=2019-10|titolo=Time perception and autistic spectrum condition: A systematic review|rivista=Autism Research|volume=12|numero=10|pp=1440–1462|lingua=en|accesso=9 aprile 2025|doi=10.1002/aur.2170|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/aur.2170}}</ref>
Alcune caratteristiche comuni
=== Burnout autistico ===
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# riduzione significativa del funzionamento sociale, occupazionale, educativo, accademico, comportamentale o di altre aree importanti;
# confusione/nebbia mentale con difficoltà nelle funzioni esecutive([[memoria di lavoro]], flessibilità cognitiva, regolazione delle emozioni) e/o stati dissociativi;
# aumentata intensità di tratti autistici, con ridotta capacità di mascherare le proprie caratteristiche.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Julianne M|cognome=Higgins|nome2=Samuel RC|cognome2=Arnold|nome3=Janelle|cognome3=Weise|data=2021-11|titolo=Defining autistic burnout through experts by lived experience: Grounded Delphi method investigating #AutisticBurnout|rivista=Autism|volume=25|numero=8|pp=2356–2369|lingua=en|accesso=9 aprile 2025|doi=10.1177/13623613211019858|url=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/13623613211019858}}</ref>
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Scrive De Rosa:<blockquote>Se io e voi ci trovassimo nella stessa stanza, seduti attorno a un tavolo per un incontro, dopo un po' mi vedreste alzarmi, ridere, fare piccole corsette qua e là per la stanza e, con una mano stesa tra la mia bocca e il mio orecchio, raccontare storie tra me e me. È solo un modo inoffensivo per gestire le mie emozioni, ma vi assicuro che la maggioranza di voi neurotipici entra in ansia per un comportamento ritenuto insolito, se non addirittura sconveniente.<ref>{{Cita libro|autore=De Rosa F.|titolo=Quello che non ho mai detto|anno=2014|editore=San Paolo|città=Cinisello Balsamo|p=33}}</ref></blockquote>Poiché essi non si sentono compresi nei loro bisogni e desideri, avvertono sia i bambini che gli adulti che rientrano nella normalità come apportatori di problemi, ansie, sofferenza e dolore.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Decety J.|autore2=|autore3=|titolo=La forza dell'empatia|rivista=Mente e cervello|numero=89|p=29}}</ref> Pertanto, i rapporti che essi hanno nei confronti degli altri esseri umani sono spesso improntati a sfiducia, diffidenza, sospetto, se non a notevole paura,<ref>{{Cita libro|autore=Williams D.|titolo=Nessuno in nessun luogo|anno=2013|editore=Armando Editore|città=Roma|p=26}}</ref> Tanto che non amano e a volte hanno insofferenza verso gli oggetti che li rappresentano: le bambole e i bambolotti<ref>{{Cita libro|autore=Williams D.|titolo=Nessuno in nessun luogo|anno=2013|editore=Armando Editore|città=Roma|pp=167–168}}</ref> e accettano più facilmente le indicazioni che provengono da un registratore piuttosto che quelle dettate dalle persone.<ref>{{Cita libro|autore=Brauner A., Brauner F.|titolo=Vivere con un bambino autistico|anno=2007|editore=Giunti|città=Firenze|p=35}}</ref>
Per quanto riguarda i rapporti con gli altri bambini, essi spesso non amano partecipare ai giochi di questi, tanto che preferiscono restare da soli, poiché, giocare con i coetanei, non è per loro piacevole e divertente; sia per la differenze con i coetanei,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Vivanti G.|autore2=Conghi S.|autore3=|titolo=La comprensione del linguaggio nell'autismo|rivista=Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza|volume=76|numero=|p=277}}</ref> sia per la difficoltà che avvertono negli altri bambini, nel giocare così come loro desidererebbero. Secondo uno studio, i bambini che non conoscono l'autismo non riescono ad interpretare i segnali dell'altro e viceversa. Inoltre, spesso giudicano le espressioni pronunciate delle persone autistiche come "imbarazzanti" o "strane". Tali percezioni potrebbero influenzare la qualità della relazione o ridurre l'intenzione di un'interazione sociale. Il problema sembra bidirezionale in quanto gli individui neurotipici hanno difficoltà a interpretare gli stati mentali delle persone autistiche e anche questi ultimi presentano difficoltà.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Noah J.|cognome=Sasson|nome2=Daniel J.|cognome2=Faso|nome3=Jack|cognome3=Nugent|data=1
=== Il rapporto con gli oggetti ===
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=== Immaginazione e creatività ===
Le persone autistiche, oltre a possedere modalità di pensiero non lineari, possono manifestare un intenso interesse per oggetti o parti di essi,
Molte persone autistiche
Ad esempio, un bambino
=== Importanza dell'ordine ===
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==== Il gusto ====
==== Il tatto ====
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== Le emozioni del bambino autistico ==
Numerosi pregiudizi e stereotipi accompagnano l'autismo. Uno dei più diffusi è quello che vorrebbe che questi bambini non provassero o provassero solo in modo modesto le emozioni. Ciò non è assolutamente riscontrabile, in quanto in queste condizioni ritroviamo invece alti livelli di ansia, numerose angoscianti paure, unite spesso a manifestazioni di rabbia e collera.
La presenza di un mondo interiore emotivamente molto complesso si rende evidente già dai racconti e dai disegni che, a volte, questi bambini autistici tendono a costruire. Racconti e disegni nei quali possono predominare temi angoscianti, cruenti, raccapriccianti o coprolalici.<ref>E. Tribulato, Autismo e gioco libero autogestito, Franco Angeli, 2013, p.22.</ref> La professoressa [[Temple Grandin]], una donna
=== L'ansia ===
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In numerosi paesi, [[psicologi]] e [[psicoterapeuti]] (prevalentemente a orientamento [[Psicoterapia cognitivo-comportamentale|cognitivo]], ma anche [[Terapia familiare|sistemico]] o [[Psicologia dinamica|psicodinamico]]) sono coinvolti nell'intervento clinico nelle situazioni di autismo, così come di altri condizioni del neurosviluppo: non tanto nel senso del vecchio tipo di intervento psicoanalitico diretto solo al [[bambino]], ma anche e soprattutto nelle forme di sostegno psicoeducativo per il bambino, dell'aiuto alla [[famiglia]] per sostenerla e diminuirne possibili aspetti disfunzionali, nella valutazione clinica del disturbo e dei suoi correlati funzionali, oltre che nel lavoro di collaborazione con educatori, riabilitatori e insegnanti per accompagnare utilmente bambino e famiglia nella riabilitazione cognitiva e comunicativa, nel supporto psicopedagogico, nell'intervento clinico sui problemi del comportamento, e nel sostegno ai processi di sviluppo psicoaffettivo, integrando una serie di interventi multidimensionali in quella che è una situazione complessa.<ref>Luca Surian 2005, p. 85.</ref><ref>Cornoldi, C., Sanavio, E., ''Psicologia Clinica''. Il Mulino, 2001.</ref>
Tra le tipologie di intervento psicologico più diffuse attualmente nella gestione clinica del disturbo e nella riduzione delle sue conseguenze funzionali, vi sono le logiche [[Applied behavior analysis]] (ABA) (tra cui si ricorda l{{'}}''Early Intensive Behavioural Intervention'' (EIBI), ideato dal professor [[Ole Ivar Lovaas]] della UCLA), il metodo TEACCH, e gli approcci cosiddetti "Eclettici". Recenti review hanno evidenziato tassi complessivi di efficacia piuttosto simili tra i vari approcci; in ogni caso, si ritiene che le tipologie di intervento clinico maggiormente utili sono solitamente di tipo intensivo, dovrebbero essere avviate il più precocemente possibile, e necessitano di essere proseguite per periodi di tempo piuttosto prolungati.<ref>Patricia Howlin, Iliana Magiati, Tony Charman, William E. MacLean, Jr. (2009) ''Systematic Review of Early Intensive Behavioral Interventions for Children With Autism''. American Journal on Intellectual and Developmental Disabilities: January 2009, Vol. 114, No. 1, pp. 23-41.</ref><ref>Kevin Callahan, Smita Shukla-Mehta, Sandy Magee and Min Wie. ''ABA Versus TEACCH: The Case for Defining and Validating Comprehensive Treatment Models in Autism''. Journal of Autism and Developmental Disorders, Volume 40, Number 1, 74-88.</ref><ref>Patricia Howlin. ''Evaluating psychological treatments for children with autism-spectrum disorders''. Advances in Psychiatric Treatment (2010) 16: 133-140.</ref><ref>Magiati, I., Charman, T. and Howlin, P. (2007), A two-year prospective follow-up study of community-based early intensive behavioural intervention and specialist nursery provision for children with autism spectrum disorders. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 48: 803–812.</ref> Tuttavia, secondo uno studio del 2022 che ha esaminato le esperienze di alcune persone autistiche adulte riguardo la terapia ABA in giovane età, i risultati emersi sono stati ricordi [[Trauma (psicologia)|traumatici]], difficoltà a doversi comportare come i propri pari, guadagnando alcuni benefici a breve termine, ma soffrendo conseguenze significative a lungo termine e problemi di
=== L'inserimento del bambino autistico nell'ambito scolastico ===
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* [[Antropologia e autismo]]
* [[Neurodiversità]]
* [[Neurodiritti
* [[Autismo in età adulta]]
* [[Caso Wakefield]]
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