Ca' Belvedere: differenze tra le versioni

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|Didascalia = Manufatti litici esposti nel Museo dell'uomo e dell'ambiente di Terra del Sole
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}}
'''Ca' Belvedere''' è un [[sito archeologico]] nella [[provincia di Forlì-Cesena]] scoperto nel [[1983]] sul versante settentrionale di [[monte Poggiolo]]. Il sito riveste notevole rilevanza i reperti ritrovati sono databili a {{formatnum:800000}} anni [[Before Present|dal presente]] (BP - Before Present in inglese), una delle più antiche attestazioni della presenza del genere [[Homo]] in [[Europa]]<ref>{{cita web|url=https://www.archeologiaviva.it/5429/antichi-europei-in-terra-di-romagna/|titolo=Antichi europei in terra di Romagna|accesso=17 luglio 2025}}</ref>.
 
== Descrizione ==
Il sito si trova su un colle tra i fiumi Montone e Petrignone a circa 200 m.s.l.m., in posizione dominante sulla pianura a nord, sui terrazzamenti alluvionali a ovest e sui [[calanco|calanchi]] a sud.{{senza<ref fonte}}name=Peretto/>.
 
Geologicamente, l'area è caratterizzata da terreni del [[pleistocene inferiore]], alla cui base si trovano argille marine, ricche di fossili come la [[Arctica islandica|vongola artica]] e l{{' }}''Hyalinea baltica''. L'analisi pollinica delle argille suggerisce un ambiente forestale ricco di conifere, indicativo di un periodo di deterioramento climatico nel Pleistocene inferiore. La parte inferiore di questi depositi evidenzia una transizione da ambienti litoranei a un deposito lagunare finale. Si ipotizza un'età stimata di {{formatnum:1500000}} anni BP per questo strato argilloso.{{senza fonte}}
 
Sopra questo si trova un affioramento di sedimenti ghiaiosi composti principalmente da ciottoli calcarei, selciferi e arenarici, diversi dai depositi fluviali più recenti rinvenibili in zona. Lo scavo ha rivelato un deposito di 5 metri di ghiaia e sabbia con evidenze di [[industria litica|industria paleolitica]], segno della presenza di [[primati]] del genere ''Homo''. L'analisi dei resti animali e faunistici di questo strato, suggeriscono un ambiente umido e temperato-freddo, con vegetazione simile a quella delle regioni nordeuropee o di alte altitudini, caratterizzato dalla dominanza di specie erbacee e steppiche.{{senza fonte}}
 
==I reperti==
Il fatto che le selci non sono state trasportate da fiumi o mari dopo la loro deposizione, come la circostanza che la maggior parte dei resti litici è rappresentato da [[Scheggiatura|schegge]] corticate, le prime a formarsi nel procedimento di riduzione litica, sono elementi che indicano come le selci furono lavorati ''in situ''.<ref name=Peretto>{{cita pubblicazione|autore=Carlo Peretto|titolo=Le ricerche preistoriche dell'Università di Ferrara|capitolo=Ca' Belvedere di Monte Poggioli (Forlì)|url=https://annali.unife.it/museologia/issue/view/272/72|doi=10.15160/1824-2707/15/0|pp=22-30|accesso=17 luglio 2025}}</ref>
I reperti litici sono distribuiti praticamente in tutto lo spessore esplorato dello scavo. Le selci scheggiate si presentano con un aspetto del tutto fresco e talvolta moderatamente patinate questo fa ritenere che non vi siano state fasi di trasporto fluviale o marino avvenute dopo la loro deposizione. Questo è anche avallato dal fatto che, in quasi tutti i casi, i reperti rinvenuti presentano tutti lo stesso tipo di taglio. Molto spesso i reperti presentano incrostazioni di carbonati e alcune volte anche concrezioni ferromanganesifere.
 
Lo studio delle selci ha determinato che la produzione litica era caratterizzata da una sommaria elaborata dei ciottoli, senza rielaborazioni succesive, la cui lavorazione avveniva direttamente nel sito di rinvenimento, dove probabilmente si reperiva la materia prima. Questi caratteri portano a concludere che ci si trovasse uìin una fase paleolitica precedente [[Acheuleano]]''',''' carattarizzato dalla produzione di strumenti più complessi e taglienti.<ref name=Peretto/>
I reperti rinvenuti ammontano ad alcune migliaia e fra questi risultano numerose le schegge corticate, anche totalmente o a spicchi.
 
Questi rinvenimenti archeologici insieme a quelli di [[Pirro Nord]] in [[Puglia]] datati a {{formatnum:1500000}} anni BP<ref name="unife">{{Cita web|url=https://sfera.unife.it/handle/11392/2398410|titolo=Pirro Nord (Apricena, FG)|accesso=15 luglio 2025}}</ref>, e a quelli del [[Sito archeologico di Atapuerca|sito coevo di Atapuerca]] in [[Spagna]], rappresentano le più oggettiveantiche testimonianze di [[Antropizzazione|attività antropiche]] già articolate ed organizzate neiriferibili gruppia umaniprimati chedel hannogenere popolato l'Europa circa'Homo''.{{senza 1 milione di anni fa.fonte}}
I reperti archeologici appaiono nel loro complesso come il risultato di una tecnologia litica semplice ed opportunistica, basata soprattutto sulla necessità di fatturare, anche con colpi violenti, il ciottolo originario si otteneva così un piano di percussione di ampia superficie che, soltanto in un secondo momento, consentiva il distacco delle schegge. La presenza di particolari manufatti ciottolo, quali choppers e chopping-tools, rappresenta perciò la prima fase di sfruttamento della materia prima e non il prodotto finale di una particolare attività. Infatti, tra questi strumenti ed i nuclei veri e propri, non vi è alcuna separazione netta, bensì una sostanziale continuità.
 
I reperti sono conservati presso il [[Museo archeologico Antonio Santarelli]] di [[Forlì]]<ref>{{Cita web|lingua=it-it|autore=Redazione|url=https://www.museionline.info/musei/https%3A%2F%2Fwww.museionline.info%2Fmusei%2Fmuseo-archeologico-a-santarelli|titolo=Museo Archeologico "Antonio Santarelli"|sito=Musei Italiani|accesso=17 luglio 2025}}</ref>.
L'aspetto fondamentale dell'giacimento archeologico è l'eccezionale quantità dei rimontaggi presenti ne sono stati identificati una settantina per un totale di oltre 200 manufatti, pari a circa il 17% dell'intera industria raccolta. Benché in qualche caso il numero dei reperti combacianti tra loro sia elevato (30 elementi in un caso), normalmente il loro numero è piuttosto ridotto. Questo è conforme ad uno degli aspetti più significativi dell'industria: una lavorazione poco articolata dei ciottoli, dai quali veniva generalmente staccato un numero limitato di schegge. La grande quantità di montaggi rinvenuti è un'altra conferma del fatto che la lavorazione della selce si è svolta proprio nel sito di rinvenimento, cioè nello stesso luogo di reperimento della materia prima necessaria.
 
Le caratteristiche di questa industria ellittica confermano la presenza in Italia di una fase del paleolitico precedente all'Acheuleano, caratterizzata dalla realizzazione di manufatti con margini taglienti, il più delle volte schegge, senza una successiva rielaborazione, e da uno scarso sfruttamento dei supporti litici. In tale contesto i ricercatori suppongono che la presenza di chopper e di chopping-tool sia del tutto occasionale. Questo significa che l'insediamento è caratterizzato da elementi di base rappresentati solo da schegge e nuclei.
 
Questi rinvenimenti archeologici insieme a quelli del [[Sito archeologico di Atapuerca|sito coevo di Atapuerca]] in Spagna, rappresentano le più oggettive testimonianze di attività antropiche già articolate ed organizzate nei gruppi umani che hanno popolato l'Europa circa 1 milione di anni fa.
 
==L'ambiente dell'epoca==
 
L'insieme dei dati disponibili porta ad ipotizzare per il sito archeologico un paleoambiente caratterizzato da una costa bassa e sabbiosa, interrotto da una spiaggia ghiaiosa in corrispondenza di una foce fluviale, in una situazione generale di regressione marina legata anche a fenomeni di eustatismo glaciale. Poiché l'industria paleolitica è contenuta in Via i ricchi di selce, sedimentate in prossimità della foce o presso la battigia, l'assenza di fluitazione, evidente nei manufatti, può essere spiegata ammettendo che la zona appartenesse ad un delta fluviale a canali anatomizzati, caratterizzato da frequenti cambiamenti di posizione degli alvei intrecciati, da occlusioni più o meno temporanee delle canalizzazioni e da rapide forme di deposito localizzate.
 
In tale situazione i reperti archeologici, scheggiati lungo le rive oppure sui margini delle barre emerse, potevano essere presto sepolti e sottratti ad ogni successivo trasporto.
 
{{citazione necessaria|Alcuni ricercatori suppongono anche che la scheggiatura avvenisse in corrispondenza di scarpate fluviali o addirittura di spiagge gioiose incise. In questo caso i manufatti, abbandonati tra i ciottoli al loro piede,avrebbero potuto essere progressivamente sepolti da clasti, provenienti dalle pendici sovrastanti, prima di essere definitivamente coperti da nuovi apporti fluviali}}.
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Italia preistorica e protostorica]]
* [[Siti archeologici dell'Italia preistorica e protostorica]]
* [[Storia della Romagna]]
 
{{Portale|archeologia|paleontologia|Romagna}}
 
[[Categoria:Siti archeologici della provincia di Forlì-Cesena]]
[[Categoria:Siti archeologici olduvaiani]]