Stendhal: differenze tra le versioni

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Amante dell'arte e appassionato dell'[[Italia]], dove visse a lungo, esordì in letteratura nel 1815 con le biografie su [[Franz Joseph Haydn|Haydn]], [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], [[Pietro Metastasio|Metastasio]] e [[Gioachino Rossini]] seguite nel 1817 da una ''Storia della pittura in Italia'' e dal libro di ricordi e d'impressioni su ''[[Roma, Napoli, Firenze]]'', di stampo [[Romanticismo|romantico]]. Quest'ultimo fu firmato per la prima volta con lo pseudonimo di Stendhal, nome forse ispirato alla città tedesca di [[Stendal]], dove nacque l'ammirato storico e critico d'arte [[Johann Joachim Winckelmann]].
 
Celebrato per i romanzi ''[[Il rosso e il nero]]'' (1830), ''[[La Certosa di Parma]]'' (1839) e l'incompiuto ''[[Lucien Leuwen]]'', capolavori scritti in una prosa essenziale ma vertiginosa, che ricerca la verità psicologica dei personaggi, ha lasciato una lunga teoria di testi e abbozzi inconclusi, testimonianza della quantità di progetti concepiti ma non realizzati<ref>«L'intermittenza dell’ispirazione spesso non gli consentiva di seguire fino in fondo il solco tracciato. Non è un caso che nella bibliografia stendhaliana siano più le opere incompiute di quelle concluse. Quando sopraggiungeva la noia abbandonava senza troppi rimpianti il libro a cui stava lavorando»: Massimiliano Catoni, ''Il tono non mente'', [[L'indice dei libri del mese]], n. 1/2023, p. 9.</ref>. Con [[Honoré de Balzac|Balzac]], [[Alexandre Dumas (padre)|Dumas]], [[Victor Hugo|Hugo]], [[Gustave Flaubert|Flaubert]], [[Marcel Proust|Proust]], [[Guy de Maupassant|Maupassant]] e [[Émile Zola|Zola]], Stendhal è uno dei maggiori rappresentanti del romanzo francese del [[XIX secolo]] e anche uno dei primi e principali esponenti del [[Realismo (letteratura)|realismo]]. I suoi protagonisti sono giovani romantici che aspirano alla felicità attraverso la realizzazione di sé, il desiderio della gloria e l'espansione di sentimenti d'amore appassionati.
 
== Biografia ==
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A Parigi, distaccato negli uffici della sezione di Guerra, mentre dava inizio alla sua ''Histoire de la peinture'', attingendo a piene mani al Lanzi, e a una ''Vita di Cimarosa'' sopra un dizionario dei musicisti, riprese abitudini e ambizioni: brigò per ottenere una nomina a barone e, poiché partecipare a una campagna di guerra procurava avanzamenti di carriera, chiese di partire per la [[Russia]]. Il 23 luglio 1812, quando già la ''Grande Armée'' avanzava nelle steppe russe, Stendhal partì da Parigi e il 14 agosto raggiunse il Quartier generale francese a Bojarinkova, presso [[Krasnyj (oblast' di Smolensk)|Krasnyj]]. Il 9 settembre assistette alla [[Battaglia di Borodino|battaglia della Moscova]] e il 14 era a [[Mosca (Russia)|Mosca]].
 
[[File:Napoleons retreat from moscowMoscow by Adolph Northen.jpg|thumb|left|[[Adolph Northen|Adolf Northern]]: la ritirata di Russia]]
Qui vide l'avanzare dell'incendio, i saccheggi, il disordine, le miserie di uomini che fino al giorno prima costituivano l'esercito più potente del mondo e il crollo del mito dell'invincibilità di Napoleone, che egli poté osservare al [[Cremlino]], e dei suoi generali, tormentati dalla dissenteria. Henri, a quanto racconta, mantenne il controllo di sé stesso, pur nel freddo, nella fame e nella stanchezza. Il 15 ottobre Stendhal venne nominato direttore generale degli approvvigionamenti di [[Smolensk]], dove l'esercito doveva sostare durante la ritirata. Nel viaggio, la sua scorta composta di un centinaio di soldati venne assalita dai cosacchi ma si difese, e tuttavia lui perse il manoscritto dell{{'}}''Histoire de la peinture''. Il 2 novembre era a Smolensk, poi, sempre anticipando i resti dell{{'}}''Armée'' in ritirata, proseguì la sua missione a [[Orša]], a [[Bóbr]], a [[Toločin]]: superò la [[Beresina]] il 27 novembre, un giorno prima che i suoi ponti venissero distrutti dai russi. Il 4 dicembre rischiò la vita in un assalto di cosacchi a [[Моlodečno]], il 7 era a [[Vilnius|Vilna]] e il 14 fu finalmente in salvo a [[Königsberg]]. Naturalmente, nella città prussiana, non si perse la recita della ''Clemenza di Tito''. Poi, con calma, attraversò la [[Germania]] e il 31 gennaio 1813 si ritrovò a Parigi.