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[[File:Savka_Dabcevic_Kucar.jpg|miniatura| [[Savka Dabčević-Kučar]], una delle figure più importanti della primavera croata; Primo capo di governo femminile d'Europa ]]
La '''Primavera croata''' ({{Croato|Hrvatsko proljeće}}, chiamata anche ''masovni pokret'' o ''MASPOK'', cioè "movimento di massa") fu un movimento culturale e politico emerso attraverso la [[Lega dei Comunisti di Croazia|Lega dei comunisti croati]] alla fine degli anni '60. Il movimento si oppose all'[[Integralismointegralismo politico|integralismo]] politico, chiedendo riforme economiche, culturali e politiche nella [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia]] e rivendicando una maggiore autonomia e più diritti per la [[Repubblica Socialista di Croazia|'''Repubblica di Croazia''']] all'interno della [[Jugoslavia]].
 
Nel 1971, le autorità jugoslave, percependo la Primavera croata come una minaccia all'unità e alla stabilità dello Stato federale, reprisserorepressero duramente il movimento. Furono arrestati molti leader e attivisti del [[MASPOK]], mentre vennero limitate le libertà politiche e culturali in [[Croazia]]. Questa repressione segnò la fine della fase più aperta e riformista del movimento, con un conseguente rafforzamento del controllo centralizzato da parte del governo jugoslavo.
 
== Storia ==
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=== Contesto storico ===
 
Gli anni '60 e '70 in [[Croazia]] furono segnati da una graduale emancipazione dalle politiche [[Titismo|titoiste]] ancora vigenti in Jugoslavia dopo la [[Seconda guerra mondiale]]<ref name="Rusinow-t">{{Cita pubblicazione|nome=Dennison|cognome=Rusinow|titolo=Facilis Decensus Averno|rivista=Croatian Political Science Review|editore=Faculty of Political Science, University of Zagreb|volume=49|numero=3|anno=2012|mese=ottobre|pp=52–55; 58|url=http://hrcak.srce.hr/index.php?show=clanak&id_clanak_jezik=132105&lang=en|issn=0032-3241|lingua=scr|accesso=7 maggio 2013}}</ref>. Nonostante la significativa resistenza da parte delle forze conservatrici, fu un periodo caratterizzato da importanti cambiamenti, tra cui le riforme economiche che, negli anni 1964-1965, diedero inizio a un modello di [[economia di mercato]], e la democratizzazione della [[Lega dei Comunisti di Jugoslavia|Lega dei comunisti della Jugoslavia]] tra il 1966 e il 1969, che attribuì un ruolo più rilevante alle leghe dei comunisti di ciascuna repubblica e provincia.<ref name="Rusinow-t" /><ref name="Rusinow-1972">{{Cita pubblicazione|nome=Dennison|cognome=Rusinow|titolo=Crisis in Croatia: Part II: Facilis Decensus Averno (DIR-5-72)|rivista=American Universities Field Staff Reports, Southeast Europe Series 19|numero=5|anno=1972|mese=settembre}}</ref>
 
Gli anni '60 videro in Croazia anche l’ascesa delle scienze sociali nel paese: le discipline come le [[scienze politiche]] e la [[sociologia]] furono introdotte nelle università, nonostante la resistenza dei comunisti più puristipuri. Dopo aver studiato all’estero, in paesi occidentali, gli scienziati sociali introdussero il pensiero critico nelle università di provenienza, trasformandole progressivamente in centri di opposizione e di critica al regime, in particolare a [[Lubiana]], [[Zagabria]] e [[Belgrado]].<ref name="Central Intelligence Bulletin 1970">Central Intelligence Bulletin, Central Intelligence Agency. 15 October 1970.</ref>
 
Dopo averanni subito significativadi animositàpersecuzioni e repressione da parte del regime negli anni '40 e '50, lo status della [[Chiesa cattolica]] in [[Croazia]] migliorò grazie alla democratizzazione del Paese, in particolare a seguito del [[Concilio Vaticano II]] (1962-1965) e dell’instaurazione di relazioni diplomatiche tra il [[Santa Sede|Vaticano]] e la Jugoslavia nel 1966. A metà degli anni '60, gli eventi religiosi pubblici furono nuovamente permessi e il rapporto tra la [[Chiesa cattolica|Chiesa]] e lo Stato siiniziò basavaa fondarsi su una reciproca tolleranza. Tuttavia, la [[Chiesa cattolica]] in [[Croazia]] non assunse un ruolo attivo nel movimento nazionale, né negli eventi politici ad esso associati, pur mantenendo una solidarietà privata verso i riformisti.<ref name="Central Intelligence Bulletin 1971">Central Intelligence Bulletin, Central Intelligence Agency. 29 November 1971.</ref>
 
=== Richieste politiche ===
Le cose si misero in moto appena nove mesi dopo la rimozione di [[Aleksandar Ranković]], quando un gruppo di 130 influenti poeti e linguisti croati, 80 dei quali erano comunisti, pubblicarono una ''Dichiarazione sullo status e il nome della lingua standard croata'' nel marzo 1967.<ref name="Rusinow-t"/><ref name="Rusinow-1972"/> Dopo il 1968 gli obiettivi patriottici di quel documento si trasformarono in un generico movimento croato per maggiori diritti per la Croazia che ricevette il supporto della base, specialmente tra molte organizzazioni studentesche che iniziarono attivamente a esprimere il loro sostegno per la causa.
 
LeA coseseguito si misero in moto appena nove mesi dopo ladella rimozione di [[Aleksandar Ranković]], quandonel marzo 1967 un gruppo di 130 influentieminenti poeti e linguisti croati, tra cui 80 deimembri qualidel eranoPartito comunistiComunista, pubblicaronopubblicò unala ''Dichiarazione sullo status e il nome della lingua standard croata'' nel marzo 1967.<ref name="Rusinow-t"/><ref name="Rusinow-1972"/> DopoSuccessivamente ilal 1968, gli obiettivi patriottici diespressi quelin tale documento si trasformaronoevolsero in un genericopiù ampio movimento croato per la rivendicazione di maggiori diritti per la Croazia, che ricevette ilun supportosostegno dellasignificativo basea livello popolare, specialmente tra moltenumerose organizzazioni studentesche che iniziaronomanifestarono attivamente a esprimere il loro sostegno per laproprio causaappoggio.
Una generazione più giovane di politici riformatori nelle organizzazioni del Partito comunista delle repubbliche federali diede slancio al movimento nel tentativo di superare il monopolio del Partito e di espandere i vari diritti civili<ref name="Rusinow-t"/>. Il diritto di essere orgogliosi della propria storia era un argomento di spicco. Ciò irritò il governo comunista del presidente [[Josip Broz Tito]]. Tra le questioni sollevate vi era la pratica [[Jugoslovenska narodna armija|dell'Esercito popolare jugoslavo]] di inviare le persone a svolgere il [[Coscrizione|servizio militare obbligatorio]] nelle altre repubbliche piuttosto che lasciarle nella loro repubblica di origine.
 
Una generazione più giovane di politici riformatori nelleall’interno delle organizzazioni del Partito comunista delle repubbliche federali diedecontribuì a dare slancio al movimento, nel tentativo di superare il monopolio del Partito e di espandereampliare i vari diritti civili.<ref name="Rusinow-t"/>. IlTra i temi di rilievo emerse il diritto di essere orgogliosi della propria storia eranazionale, ununa argomentoquestione di spicco. Ciòche irritò profondamente il governo comunista delguidato dal presidente [[Josip Broz Tito]]. Tra le questioniproblematiche sollevate vi erafu la pratica adottata dall’[[Jugoslovenska narodna armija|dell'Esercito popolare jugoslavo]] di inviareassegnare lei personegiovani aalla svolgere il [[Coscrizione|servizioleva militare obbligatorio]]obbligatoria nelle altre repubbliche piuttostodiverse cheda lasciarlequella nelladi loroorigine, repubblicapiuttosto diche originenelle proprie regioni natali.
Ci furono anche tentativi di portare all'attenzione delle autorità l'idea di annettere l'[[Erzegovina]] alla [[Croazia]] (simile alla [[Banovina di Croazia|Banovina della Croazia]] che esisteva nel [[Regno di Jugoslavia]] dal 1939 al 1941), ma questo era ben lontano da ciò che richiedevano i capi del movimento. In realtà, tali [[Ignoratio elenchi|aringhe rosse]] venivano spesso utilizzate per denunciare le richieste relative al decentramento e all'autonomia come espansionisti e, in definitiva, separatisti.
 
Vi furono anche alcuni tentativi, marginali, di richiamare l’attenzione delle autorità sull’idea di annettere l’[[Erzegovina]] alla [[Croazia]], sul modello della [[Banovina di Croazia|Banovina della Croazia]] istituita nel [[Regno di Jugoslavia]] tra il 1939 e il 1941. Tuttavia, questa proposta era ben lontana dalle reali rivendicazioni avanzate dai leader della Primavera croata. In molti casi, simili argomentazioni venivano strumentalmente introdotte nel dibattito pubblico come false piste (o definite localmente come [[Ignoratio elenchi|aringhe rosse]]), con l’intento di screditare il movimento, etichettandolo come espansionista e, in ultima analisi, separatista, nonostante le sue richieste si concentrassero principalmente su una maggiore autonomia e sul decentramento all’interno della federazione jugoslava.
 
=== Problemi economici ===
Nei primi giorni del movimento, la leadership politica croata espresse la richiesta di una democratizzazione e decentralizzazione dell'economia, che avrebbe permesso alla repubblica di tenere in Croazia per sé una maggior quantità dei profitti realizzati, invece di utilizzare le entrate del turismo e degli emigrati per evitare la rovina economica.<ref name="Rusinow-t"/><ref name="Rusinow-1972"/>
 
INei problemiprimi economicigiorni indel Jugoslaviamovimento, contribuironola all'aumentoleadership [[Emigrazione|dell'emigrazione]]politica economicacroata avanzò richieste di democratizzazione e decentralizzazione dell’economia, chemiranti colpìa soprattuttoconsentire laalla repubblica di trattenere in Croazia, nonostanteuna ilquota fattomaggiore chedei laprofitti maggiorgenerati, parteanziché delleutilizzare esclusvamente le entrate derivanti dal turismo ede ildagli 37%emigrati diper tuttisostenere ieconomicamente lavoratorialtre emigrantiaree jugoslavie provenisseroprevenire dallail Croaziadeclino economico.<ref name="Rusinow-t"/><ref name="Rusinow-1972"/>
 
I problemi economici in Jugoslavia contribuirono a un aumento dell’[[emigrazione]] economica, che colpì in particolare la Croazia, nonostante la maggior parte delle entrate derivanti dal turismo e il 37% di tutti i lavoratori emigranti jugoslavi provenissero proprio da questa repubblica.<ref name="Rusinow-t"/><ref name="Rusinow-1972"/>
L'economista croato Vladimir Veselica divenne noto durante questo periodo per aver scritto di come la [[Croazia]] non fosse riuscita a trarre profitto dalla valuta estera che era entrata in [[Jugoslavia]] attraverso la [[Croazia]], usando una quantità sproporzionatamente piccola di essa. [7] Una Banca nazionale indipendente della Croazia avrebbe consentito una più equa distribuzione degli utili. Rinunciando al diritto di utilizzare la banca federale di Jugoslavia, la repubblica avrebbe dovuto anche rinunciare al suo diritto di utilizzare il fondo federale per le regioni sottosviluppate.
 
L'economista croato Vladimir Veselica divenne noto durantein questo periodo per aver scritto dievidenziato come la [[Croazia]] non fosse riuscita a trarrebeneficiare profittoadeguatamente dalladella valuta estera che era entrataentrava in [[Jugoslavia]] attraverso lail suo [[Croazia]]territorio, usandoutilizzandone una quantitàquota sproporzionatamente piccola di essa. <ref>[7]</ref> Secondo Veselica, Unal’istituzione di una Banca nazionale indipendente della Croazia avrebbe consentitopermesso una distribuzione più equa distribuzionedei degli utiliprofitti. RinunciandoTuttavia, rinunciando al diritto di utilizzare la banca federale di Jugoslaviajugoslava, la repubblica avrebbe dovuto anchealtresì rinunciare all’accesso al suofondo dirittofederale distatale utilizzareJugoslavo, ildestinato fondoalle federaleregioni per le regionimeno sottosviluppatesviluppate.
Alla decima sessione del Comitato centrale della Lega dei comunisti della Croazia, svoltasi il 15 gennaio 1970, [[Savka Dabčević-Kučar]] presentò un documento di qualità su quella che lei descriveva come meschina retorica su come la Croazia veniva danneggiata in Jugoslavia. Il PIL pro capite croato del 1968 era del 25% superiore alla media nazionale, tra le altre statistiche positive. La Croazia utilizzò solo il 16,5% del denaro dal fondo federale di solidarietà tra il 1965 e il 1970, mentre il governo jugoslavo utilizzò il 46,6% principalmente per la regione meno sviluppata del Kosovo e Metohija. Vennero sollevate preoccupazioni anche per il monopolio della Jugoslav Investment Bank e della Bank for Foreign Trade di [[Belgrado]] su tutti gli investimenti e gli scambi con l'estero.<ref name="Rusinow-t"/><ref name="Rusinow-1972"/> Il piano quinquennale della Jugoslavia del 1971-75 doveva essere adottato nel luglio 1970, ma fu rinviato a causa del conflitto inter-repubblicano, dell'inflazione elevata e della riorganizzazione amministrativa.<ref name="Central Intelligence Bulletin 1970"/> Nel mezzo del movimento, il Consiglio esecutivo federale congelò tutti i prezzi nel novembre 1971 per un periodo di quattro mesi.<ref name="Central Intelligence Bulletin 1971"/>
 
Alla decima sessione del Comitato centrale della Lega dei comunisti della Croazia, svoltasitenutasi il 15 gennaio 1970, [[Savka Dabčević-Kučar]] presentò un documento dicritico qualitànei suconfronti quelladella cheretorica, leia descrivevasuo comeavviso meschina, retoricache susosteneva comeche la Croazia venivafosse danneggiata inall’interno della Jugoslavia. IlNel 1968, il PIL pro capite croato delrisultava 1968infatti erasuperiore del 25% superiorerispetto alla media nazionale, tracompresi lealtri altreindicatori statisticheeconomici positivepositivi. LaTra il 1965 e il 1970, la Croazia utilizzò solosolamente il 16,5% deldelle denarorisorse provenienti dal fondo federale di solidarietà tra il 1965 e il 1970, mentre il governo jugoslavo utilizzòdestinò il 46,6% principalmente per laalle regioneregioni meno sviluppatasviluppate del Kosovo e della Metohija. VenneroFurono inoltre sollevate preoccupazioni ancheriguardo per ilal monopolio dellaesercitato dalla Jugoslav Investment Bank e delladalla Bank for Foreign Trade di [[Belgrado]] su tutti glisugli investimenti e glisugli scambi con l'esterol’estero.<ref name="Rusinow-t"/><ref name="Rusinow-1972"/> Il piano quinquennale della Jugoslavia deljugoslavo 1971-75, dovevainizialmente essereprevisto per adottatol’adozione nel luglio 1970, mavenne fu rinviatoposticipato a causa deldei conflittoconflitti inter-repubblicanorepubblicani, dell'inflazionedell’inflazione elevata e della riorganizzazione amministrativa.<ref name="Central Intelligence Bulletin 1970"/> Nel mezzopieno del movimento, nel novembre 1971, il Consiglio esecutivo federale congelòadottò tuttiun icongelamento dei prezzi nel novembre 1971 per undella periododurata di quattro mesi.<ref name="Central Intelligence Bulletin 1971"/>
 
=== Disordini pubblici ===
Il movimento organizzò alcune manifestazioni nel 1971 e migliaia di studenti di [[Zagabria]] protestarono pubblicamente.
 
Nel 1971 il movimento organizzò diverse manifestazioni pubbliche, durante le quali migliaia di studenti di [[Zagabria]] scesero in piazza per protestare e sostenere le richieste di riforme e autonomia.
Tre linguisti croati, Stjepan Babić, Božidar Finka e Milan Moguš, nel settembre 1971 pubblicarono un libro di testo di ortografia e grammatica chiamato ''Hrvatski pravopis'' (''ortografia croata''), piuttosto che lo ''Srpskohrvatski'' (serbo-croato). Fu sommariamente vietato e praticamente tutte le copie furono distrutte. Tuttavia, una copia sopravvissuta arrivò a [[Londra]] dove fu ristampata e pubblicata nel 1972.<ref>{{Cita web|url=http://ihjj.hr/iz-povijesti/babic-ndash-finka-ndash-mogus-hrvatski-pravopis-1971-londonac/57/|titolo=Babić – Finka – Moguš: Hrvatski pravopis, 1971. (londonac)|sito=ihjj.hr|editore=[[Institute of Croatian Language and Linguistics]]|lingua=hr|accesso=17 gennaio 2017}}</ref>
 
TreNel settembre 1971, tre linguisti croati, Stjepan Babić, Božidar Finka e Milan Moguš, nel settembre 1971 pubblicarono un libro di testo di ortografia e grammatica chiamatointitolato ''Hrvatski pravopis'' (''ortografiaOrtografia croata''), piuttostocontrapposto che loallo ''Srpskohrvatski'' (serbo-croato). FuIl sommariamentevolume fu immediatamente vietato e praticamentequasi tutte le copie furono distrutte. Tuttavia, una copia sopravvissuta arrivò araggiunse [[Londra]], dove fuvenne ristampata e pubblicata nel 1972.<ref>{{Cita web|url=http://ihjj.hr/iz-povijesti/babic-ndash-finka-ndash-mogus-hrvatski-pravopis-1971-londonac/57/|titolo=Babić – Finka – Moguš: Hrvatski pravopis, 1971. (londonac)|sito=ihjj.hr|editore=[[Institute of Croatian Language and Linguistics]]|lingua=hr|accesso=17 gennaio 2017}}</ref>
La classe dirigente jugoslava interpretò l'intera faccenda come una restaurazione del nazionalismo croato, respinse il movimento come [[Sciovinismo|sciovinista]] e la polizia represse brutalmente i manifestanti. Nel 1971 la classe dirigente [[Unione Sovietica|dell'Unione Sovietica]] esercitò un'ulteriore pressione su Tito per via diretta con [[Leonid Il'ič Brežnev|Leonid Breznev]] e per via indiretta grazie ai suoi ambasciatori in Jugoslavia, per affermare il controllo del partito comunista all'interno della Stato, apparentemente aderendo alla [[Dottrina Brežnev|dottrina di Breznev]].<ref>{{Cita news|autore=Ivo Banac|url=http://www.vecernji.hr/vijesti/kako-su-rusi-lomili-tita-slomili-hrvatsku-clanak-347999|titolo=Kako su Rusi lomili Tita i slomili Hrvatsku|pubblicazione=[[Večernji list]]|data=20 novembre 2011|accesso=20 novembre 2011|lingua=scr|}}</ref>
 
La classe dirigente jugoslava interpretò l'intera faccendavicenda come unaun tentativo di restaurazione del nazionalismo croato, respinsedefinendo il movimento come [[Sciovinismo|sciovinista]]. eDi conseguenza, la polizia represse brutalmentecon durezza i manifestanti. Nel 1971, la classeleadership dirigentedella [[Unione Sovietica|dell'Unione Sovietica]] esercitò un'ulteriore pressione su Tito, persia viadirettamente, diretta conattraverso [[Leonid Il'ič Brežnev|Leonid BreznevBrežnev]], esia perindirettamente viatramite indiretta grazie aii suoi ambasciatori in Jugoslavia, percon affermarel’obiettivo di rafforzare il controllo del partitoPartito comunistaComunista all'internoall’interno delladello Stato, apparentemente aderendoin allalinea con la [[Dottrina Brežnev|dottrina di BreznevBrežnev]].<ref>{{Cita news|autore=Ivo Banac|url=http://www.vecernji.hr/vijesti/kako-su-rusi-lomili-tita-slomili-hrvatsku-clanak-347999|titolo=Kako su Rusi lomili Tita i slomili Hrvatsku|pubblicazione=[[Večernji list]]|data=20 novembre 2011|accesso=20 novembre 2011|lingua=scr|}}</ref>
Dopo le chiamate allo sciopero degli studenti, nel dicembre 1971 [[Josip Broz Tito|Tito]] persuase alcuni personaggi pubblici, a suo avviso inaffidabili, come [[Savka Dabčević-Kučar]], Miko Tripalo e Dragutin Haramija, a rassegnare le dimissioni, ad unirsi al partito comunista croato e ad avere un ruolo nell'amministrazione locale. Secondo la stima di Tripalo, duemila persone vennero perseguite penalmente in Croazia nel 1972 e nel 1973 per la partecipazione a questi eventi.<ref>{{Cita|Tripalo|1990}}, cited in {{Cita|Spehnjak|Cipek|2007}}</ref> Tra gli arrestati in quel momento vi erano il futuro presidente della [[Croazia]] [[Franjo Tuđman]] e il giornalista dissidente Bruno Bušić. Tra gli altri arrestati e condannati vi furono gli attivisti studenteschi Dražen Budiša, Ivan Zvonimir Čičak, Ante Paradžik e Goran Dodig, e membri di Matica hrvatska come Vlado Gotovac, Marko Veselica, Šime Đodan, Jozo Ivičević e Hrvoje Šošić. Nel 1972, più di 25.000 persone vennero espulse dalla [[Lega dei Comunisti di Croazia|Lega dei comunisti della Croazia]]. Le forze conservatrici sociali e politiche si impegnarono in una repressione che impedì le riforme finali che avrebbero reso la Jugoslavia una vera federazione di repubbliche e province sovrane, riducendo invece sia il concetto politico jugoslavo che la sua [[nomenklatura]] a una sorta di "socialismo reale" privo di potenziale.
 
Dopo legli chiamatescioperi allo sciopero degli studentistudenteschi, nel dicembre 1971 [[Josip Broz Tito|Tito]] persuaseindusse alcunialcune personaggifigure pubblici,pubbliche ache suo avvisoconsiderava inaffidabili, come— tra cui [[Savka Dabčević-Kučar]], Miko Tripalo e Dragutin Haramija, a rassegnaredimettersi ledalle dimissioni,loro adcariche. unirsiQuesti alfurono partitosuccessivamente comunistareintegrati croatoin eruoli admeno avereinfluenti unall’interno ruolodel nell'amministrazione[[Partito Comunista di Croazia]] e dell’amministrazione locale. Secondo lale stimastime di Tripalo, tra il 1972 e il 1973 circa duemila persone vennerofurono perseguite penalmente in Croazia nelper 1972aver epartecipato nelagli 1973eventi perlegati laalla partecipazionePrimavera a questi eventicroata.<ref>{{Cita|Tripalo|1990}}, citedcitato in {{Cita|Spehnjak|Cipek|2007}}</ref> Tra gli arrestati in quel momento vi erano il futuro presidente della [[Croazia]] [[Franjo Tuđman]] e il giornalista dissidente Bruno Bušić. Tra gli altriAltri arrestati e condannati vi furono gliincludevano attivisti studenteschi come Dražen Budiša, Ivan Zvonimir Čičak, Ante Paradžik e Goran Dodig, eoltre a membri di [[Matica hrvatska]] comequali Vlado Gotovac, Marko Veselica, Šime Đodan, Jozo Ivičević e Hrvoje Šošić. Nel 1972, più di 25.000 persone vennerofurono espulse dalla [[Lega dei Comunisti di Croazia|Lega dei comunisti della Croazia]]. Le forze conservatrici sociali e politiche siconservatrici impegnarono inavviarono una repressione che impedì le riforme finali chevolte avrebberoa resotrasformare la Jugoslavia in una vera federazione di repubbliche e province sovrane, riducendolimitando invece sia il concetto politico jugoslavo chesia la sua [[nomenklatura]] a una sortaforma di "socialismo reale" privopriva di potenziale.
 
== Conseguenze ==
Nel 1974 [[Costituzione jugoslava del 1974|fu ratificata]] una [[Costituzione jugoslava del 1974|nuova costituzione federale]] che conferiva maggiore autonomia alle singole repubbliche, conseguendo sostanzialmente alcuni degli obiettivi del movimento croato della primavera del 1971.
 
Nel 1974 [[Costituzione jugoslava del 1974|fu ratificata]] una [[Costituzione jugoslava del 1974|nuova costituzione federale]] che conferiva maggiore autonomia alle singole repubbliche, conseguendorealizzando sostanzialmente alcuni degli obiettivi del movimento croato della primaveraPrimavera del 1971.
Lo spegnimento ed il calo di importanza della primavera croata segnò l'inizio di un periodo noto come "silenzio croato" ({{Lang|hr|Hrvatska šutnja}}), in cui i politici croati si astennero dal prendere una posizione più ferma nella politica federale, allineandosi con la [[Lega dei Comunisti di Jugoslavia|Lega dei comunisti della Jugoslavia]].<ref name="croatia.eu" /> Questo periodo durò fino al 1989.<ref name="croatia.eu">{{Cita web|url=http://croatia.eu/article.php?lang=2&id=23|titolo=Yugoslavia and World War II|sito=croatia.eu|editore=[[Miroslav Krleža Institute of Lexicography]]|accesso=19 giugno 2018}}</ref>
 
Lo spegnimento ede il calo di importanza della primaveraPrimavera croata segnò l'inizio di un periodo noto come "silenzio croato" ({{Lang|hr|Hrvatska šutnja}}), indurante cuiil quale i politici croati si astennero dal prendere una posizioneposizioni più fermadecise nella politica federale, allineandosi con la [[Lega dei Comunisti di Jugoslavia|Lega dei comunisti della Jugoslavia]].<ref name="croatia.eu" /> Questo periodo durò fino al 1989.<ref name="croatia.eu">{{Cita web|url=http://croatia.eu/article.php?lang=2&id=23|titolo=Yugoslavia and World War II|sito=croatia.eu|editore=[[Miroslav Krleža Institute of Lexicography]]|accesso=19 giugno 2018}}</ref>
 
== Eredità ==
Diversi leader studenteschi della primavera croata sono successivamente emersi come influenti personaggi politici dopo il crollo del comunismo. [[Franjo Tuđman]] divenne il primo [[Capi di Stato della Croazia|presidente della Croazia]], Šime Đodan un membro del parlamento e ministro della difesa, Ivan Zvonimir Čičak il capo del Comitato croato per i diritti umani di [[Helsinki]], Dražen Budiša il leader del [[Partito Social-Liberale Croato|Partito Social Liberale Croato]] e Savka Dabčević-Kučar, Miko Tripalo e Dragutin Haramija divennero membri fondatori del nuovo [[Partito Popolare Croato - Liberal Democratici|Partito popolare croato]].
 
Diversi leader studenteschi della primaveraPrimavera croata sonoemersero successivamente emersi come influentifigure personaggipolitiche di politicirilievo dopo il crollo del comunismo. [[Franjo Tuđman]] divenne il primo [[Capi di Stato della Croazia|presidente della Croazia]], Šime Đodan unfu membro del parlamento e ministro della difesa, Ivan Zvonimir Čičak ilassunse la capoguida del Comitato croato per i diritti umani di [[Helsinki]], Dražen Budiša ildivenne leader del [[Partito Social-Liberale Croato|Partito Social Liberale Croato]], ementre Savka Dabčević-Kučar, Miko Tripalo e Dragutin Haramija divennerofurono membritra i fondatori del nuovo [[Partito Popolare Croato - Liberal Democratici|Partito popolare croato]].
La quarta edizione del testo Babić-Finka-Moguš ''Hrvatski pravopis'' è oggi utilizzata come definizione standard della [[lingua croata]], sebbene siano stati pubblicati anche altri manuali di ortografia e grammatica croati.
 
La quarta edizione del testo Babić-Finka-Moguš, ''Hrvatski pravopis'', è oggi utilizzataconsiderata comela definizionenorma standard dellaper la [[lingua croata]], sebbene siano stati pubblicati anche altri manuali di ortografia e grammatica croati.
 
== Note ==